Nei presepi tradizionali la capanna (o la grotta) della Natività è illuminata dalla luce di una cometa; sempre secondo la tradizione questa cometa avrebbe guidato i tre Magi nel loro viaggio fino a Betlemme. Oggi però noi sappiamo che ‘la Stella dei Magi’ non potè essere una cometa poichè di essa non vi è traccia in alcun documento antico. Allora che cosa videro esattamente in cielo i Magi durante quelle suggestive notti di duemila anni fa? Quale evento celeste spinse i tre sapienti babilonesi a intraprendere il viaggio dal vicino Oriente fino a Gerusalemme e li guidò da Gerusalemme fino a Betlemme dove il neonato salvatore del mondo veniva riscaldato dal fiato di un bue e di un asinello?
La risposta a queste domande ha un valore che non è solo accademico; infatti la conoscenza dell’evento astronomico che tanto colpì Gaspare, Melchiorre e Baldassarre e che li indusse a intraprendere il viaggio in Palestina potrebbe aiutarci a stabilire la vera data in cui nacque Gesù Cristo.
L’ERA CRISTIANA
Fin da piccoli ci hanno insegnato che gli anni della nostra epoca si contano a partire dalla nascita di Cristo. Le date anteriori a tale avvenimento vengono indicate con la sigla a.C. (avanti Cristo) mentre invece quelle posteriori vengono indicate con la sigla d.C. (dopo Cristo) che in genere viene omessa; così, ad esempio, i primi giochi olimpici si tennero nell’anno 776 a.C. e l’impero romano d’occidente crollò nell’anno 476 d.C. Questo metodo di datazione (Era Cristiana) venne inizialmente proposto nel VI secolo e furono necessari svariati secoli per la sua diffusione. Gli antichi greci furono tra i primi popoli a stabilire un’era cronologica. Gli eventi venivano datati a partire dalla prima edizione dei giochi olimpici che, come già accennato, si tennero nella città di Olimpia nell’anno corrispondente al nostro 776 a.C. L’intervallo di quattro anni che separava due successive edizioni dei giochi fu chiamato ‘olimpiade’ e ogni evento veniva riferito all’olimpiade in cui era avvenuto. Ad esempio la battaglia di Maratona (490 a.C.) fu combattuta nel 3o anno della 71aolimpiade e Alessandro Magno morì nel 2o anno della 113a olimpiade (323 a.C.). Una delle ere più importanti usate dai romani è l’Era Giuliana; in quest’era gli anni vengono contati a partire dal 45 a.C., anno in cui Giulio Cesare varò la sua riforma del calendario (Calendario Giuliano). L’era usata nell’ultimo periodo dell’impero romano (e per un certo numero di secoli dopo la sua caduta) contava gli anni a partire dalla data della fondazione di Roma (Era Romana); in certi casi quest’era è nota come ‘Era di Varrone’ poichè fu lo storico romano Marco Terenzio Varrone a stabilire che Roma era stata fondata nell’anno corrispondente al nostro 753 a.C. Dopo la caduta dell’impero molti studiosi e scrittori cristiani cominciarono a contare gli anni a partire dalla nascita del patriarca Abramo che aveva avuto luogo, secondo Eusebio di Cesarea (uno dei primi storici della Chiesa), 1263 anni prima della fondazione di Roma (2016 a.C.).
Ebrei e Cristiani sentirono però la necessità di datare anche avvenimenti accaduti prima dell’inizio della loro era; di conseguenza vennero fatti diversi tentativi per cercare di stabilire l’anno della creazione di modo da potere fissare una ‘era mondana’, cioe’ un’era del mondo. In questo modo gli anni si sarebbero potuti contare a partire dal primo assoluto senza preoccuparsi di ciò che era accaduto prima. La più nota fra queste ere mondana è l’Era Mondana Ebraica usata dal X secolo fino ad oggi per contare gli anni del calendario ebraico. Gli studiosi ebrei della Bibbia calcolarono che la creazione aveva avuto luogo nel 3760 a.C. pertanto nel settembre dell’anno 2000 d.C. ha avuto inizio l’anno ebraico 5761. Altri studiosi cristiani arrivarono invece a risultati completamente differenti; abbiamo così l’Era Mondana Cristiana che fissa la data della creazione nel 4004 a.C., l’Era Mondana di Antiochia che la fissa nel 5490 a.C., l’Era Mondana di Alessandria che la fissa nel 5500 a.C. e l’Era Mondana di Costantinopoli che fissa la data della creazione nel 5508 a.C. L’Era Mondana di Costantinopoli (Era Bizantina) fu usata per diversi secoli nell’impero romano d’Oriente e in Russia fino al tempo di Pietro il Grande (XVIII secolo). Tutte queste ere (e altre che non abbiamo menzionato) furono soppiantate dall’Era Cristiana che conta gli anni a partire dall’evento che tutti i cristiani considerano fondamentale per la storia del mondo: la nascita di Cristo.
Intorno al 535 d.C. uno studioso cristiano, Dionigi il Piccolo, dopo lunghi e laboriosi studi arrivò alla conclusione che Cristo era nato nel 754o anno dalla fondazione di Roma e fondò un movimento per far sì che gli eventi venissero datati a partire da quell’anno. Nonostante l’importanza della scoperta il movimento dovette lottare duramente per imporsi; la prima ad adottare l’Era Cristiana fu la Chiesa di Roma mentre invece il primo capo laico fu probabilmente Carlo Magno il quale, verso la file dell’VIII secolo, la impose a tutto il suo impero. Oggi l’Era Cristiana, denominata anche era volgare o comune, è usata per scopi civili in tutto il mondo. Dionigi il Piccolo, però, commise un errore; ciò è dovuto al fatto che i Vangeli parlano della Natività in termini piuttosto vaghi e non forniscono alcuna data precisa. In altre parole noi non sappiamo in quale giorno, mese ed anno è nato Gesù Cristo.
Infatti la data del 24/25 dicembre venne artificiosamente imposta dalla Chiesa nel IV secolo probabilmente per sopperire al fatto che la religione cristiana, a differenza di altre religioni pagane, non aveva alcuna festività in corrispondenza del solstizio di inverno. Per quanto riguarda l’anno (e qui arriviamo all’errore di Dionigi il Piccolo) il Vangelo di Matteo afferma che Erode il Grande, governatore della Palestina, era ancora vivo al tempo della nascita di Gesù e noi oggi sappiamo con certezza che Erode morì nel 4 a.C.
Infatti lo storico Flavio Giuseppe (I secolo) riporta, nella sua opera ‘Antichità Giudaiche’, che Erode morì poco dopo una eclissi di luna visibile da Gerico poco prima della Pasqua. L’eclisse in questione è l’eclisse parziale di luna avvenuta il 13 marzo del 4 a.C. che cadde un mese prima della Pasqua ebraica. La successiva eclissi di luna visibile da Gerico si verificò nel 1 a.C.; questa però non si accorda con altri fatti storici e quindi non può essere l’eclissi che ci interessa. Un altro indizio fornitoci dai Vangeli è il famoso censimento voluto da Augusto che sta all’origine del viaggio intrapreso da Maria e Giuseppe da Nazareth a Betlemme. Questo censimento dovrebbe essere avvenuto fra l’8 e il 6 a.C.
Riassumendo, la data della nascita di Cristo si deve situare fra l’8 e la primavera del 4 a.C. con una preferenza per le date più antiche (6 / 7 a.C.) visto che Erode fu il mandante della famosa ‘strage degli innocenti’, cioè dell’assassinio di tutti i bambini maschi dall’età di due anni in giù.
A questo punto entra in scena l’Astronomia la quale potrebbe fornirci un preziosissimo aiuto.
Il Vangelo di Matteo e alcuni Vangeli Apocrifi sostengono che i tre Magi intrapresero il loro viaggio verso Gerusalemme a causa dell’apparizione di una non meglio precisata ‘stella’; questa stella riapparve a Gerusalemme (dove i Magi avevano avuto un incontro con Erode), guidò i tre sapienti fino a Betlemme e si fermò sul posto dove si trovava il Bambino Gesù. Se noi riuscissimo a capire a quale evento astronomico si riferiscono i Vangeli (e soprattutto se riuscissimo a datarlo) potremmo avere un’idea molto più chiara della data di nascita di Cristo. Di conseguenza la domanda cruciale che dobbiamo porci è la seguente: che cosa fu la ‘Stella dei Magi’?
A prima vista questa domanda ha una risposta ovvia e scontata; infatti in tutti i presepi tradizionali è possibile ammirare una bellissima cometa che splende luminosissima sulla capanna (o sulla grotta) della Natività. Il primo ad interpretare la stella dei Magi come un oggetto astronomico fu Origene, un teologo alessandrino grande studioso dei Vangeli, vissuto nel III secolo; Origene era convinto che la stella dei Magi fosse una brillante cometa. Però la tradizione di apporre una cometa nei presepi ebbe inizio con Giotto. Il grande pittore era rimasto affascinato dal passaggio della cometa di Halley del 1301 e da un’altra brillantissima cometa apparsa subito dopo e immortalò l’evento nella sua ‘Natività’, uno degli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova (1304).
A questo punto potremmo chiederci se non sia proprio uno dei passaggi della cometa di Halley l’evento astronomico che annunciò la nascita di Gesù Cristo. Un’eventualità del genere sarebbe molto suggestiva ma la risposta è purtroppo negativa. La cometa di Halley apparve nei cieli terrestri nel 12 a.C.; ciò è ben documentato da antiche cronache cinesi e romane. Ma c’è di più: sempre secondo le antiche cronache cinesi negli anni che vanno dall’8 al 4 a.C. non apparve nessuna brillante cometa. Del resto la stella dei Magi non poteva essere una brillante cometa nè tantomeno una nova o una supernova; in altre parole non poteva essere un oggetto molto appariscente. Infatti dai Vangeli traspare il fatto che Erode non era a conoscenza della presenza della stella dei Magi tant’è che di essa chiede informazioni ai Magi stessi. È molto strano che una brillante cometa, nova o supernova possa essere sfuggita all’osservazione di Erode e dei suoi sacerdoti. Sempre secondo le antiche cronache cinesi negli anni 5 e 4 a.C. si verificarono due insoliti eventi astronomici; la descrizione è piuttosto ambigua ma sembra che nel 5 a.C. sia apparsa nella costellazione del Capricorno una debole cometa senza coda mentre nel 4 a.C. sembra sia apparsa nella costellazione dell’Aquila una nova. Anche questi due eventi, però, devono essere scartati; vediamo perché. Le comete, nove e supernove sono oggetti eccezionali e veramente suggestivi ed affascinanti (basti ricordare la cometa Hale Bopp apparsa durante la primavera del 1997) ma non certo unici nel loro genere, soprattutto agli occhi degli antichi astrologi e sacerdoti che erano profondi conoscitori dei fenomeni celesti. Non si capisce, allora, per quale motivo, a fronte di un evento più o meno spettacolare ma non unico, i Magi abbiano intrapreso il loro viaggio e soprattutto per quale motivo si fossero diretti in Palestina e non verso una qualsiasi altra destinazione. Riassumendo: la stella dei Magi dovette essere un evento astronomico poco appariscente (fu ignorato dai più) ma carico di significato dal punto di vista astrologico. Andiamo allora ad illustrare un’ipotesi molto interessante e suggestiva, proposta per la prima volta dal grande astronomo tedesco Johannes Kepler (nome italianizzato Keplero), che potrebbe spiegare molte cose. Secondo questa ipotesi la stella dei Magi fu un modo molto elegante per descrivere un rarissimo evento astronomico: la tripla congiunzione di Giove e Saturno avvenuta nell’anno 7 a.C. nella costellazione dei Pesci.
UNA CONGIUNZIONE PLANETARIA ?
I pianeti attualmente conosciuti che formano il sistema solare sono nove mentre quelli chiaramente visibili ad occhio nudo e noti fin dall’antichità sono cinque: Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno; in prima approssimazione possiamo supporre che le orbite che i pianeti percorrono nel loro continuo peregrinare attorno al Sole si trovino sullo stesso piano. Può capitare, allora, che, in virtù delle differenti velocità di rivoluzione attorno al Sole, due o più pianeti si vengano a trovare nella stessa zona di cielo; quando ciò accade si dice che i pianeti sono in congiunzione.
Nell’ottobre del 1604 Keplero aveva assistito all’apparizione di una brillante supernova nella costellazione di Ofiuco; Keplero rimase impressionato dall’evento e accarezzò l’idea che la nascita di Cristo potesse essere stata annunciata da un fenomeno del genere.
Tuttavia, qualche mese prima, Keplero era rimasto colpito da un altro fenomeno: la congiunzione di Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci. A causa della lentezza dei loro movimenti, la congiunzione fra Giove e Saturno è abbastanza rara; avviene infatti una volta ogni venti anni circa. Keplero andò oltre e calcolò che una congiunzione fra Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci si verifica una volta ogni 805 anni; di conseguenza la precedente congiunzione si era verificata nel 799 d.C. e quella precedente ancora nel 7 a.C. Ma l’aspetto più interessante di questa faccenda è che Keplero aveva scovato il significato astrologico che i popoli del Medio Oriente attribuivano a Giove, Saturno e alla costellazione dei Pesci. In particolare Giove era considerato simbolo di regalità e potere, Saturno simbolo di giustizia e alla costellazione dei Pesci, segno d’acqua, veniva associato Mosè e, come logica conseguenza, il popolo ebraico. Il significato astrologico della congiunzione poteva, quindi, essere il seguente: un grande re che avrebbe portato giustizia nel mondo stava per nascere nella terra di Mosè, cioè in Israele. Ecco allora che, probabilmente, siamo sulla pista giusta: la congiunzione fra Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci, un evento astronomico rarissimo ma talmente privo di spettacolarità che fu praticamente ignorato dalla stragrande maggioranza delle persone. Non sfuggì, però, all’attenzione dei tre sapienti babilonesi i quali, consci del messaggio forte e chiaro che la congiunzione astrale stava trasmettendo, si misero in viaggio verso la Palestina per rendere omaggio a colui che consideravano il futuro re di Israele.
Quest’ipotesi è avvalorata dal fatto che su alcune tavolette babilonesi risalenti al I secolo a.C., riportanti le effemeridi dei pianeti, è fortemente evidenziata la congiunzione fra Giove e Saturno del 7 a.C., segno inequivocabile che l’evento era stato previsto e che ad esso era attribuita una grande importanza.
Grazie alla meccanica celeste e all’avvento dei computer noi oggi siamo in grado di riprodurre molto facilmente l’aspetto del cielo in Palestina durante l’anno 7 a.C.; queste simulazioni ci confermano che effettivamente Giove e Saturno furono in congiunzione e che nel corso dell’anno si sfiorarono per ben tre volte (29 maggio, 3 ottobre, 4 dicembre) arrivando alla distanza minima di un grado. Un grado è pari al doppio del diametro della Luna piena; di conseguenza la congiunzione non fu particolarmente stretta e quindi non c’è nulla di strano se passò praticamente inosservata.
Una possibile ricostruzione dei fatti potrebbe essere la seguente. I Magi, secondo la tradizione, provenivano da Sippar, antica città babilonese situata fra il Tigri e l’Eufrate a circa 900 chilometri ad est di Gerusalemme; a fine maggio osservano il primo attesissimo avvicinamento dei due pianeti e, recepito il messaggio astrale, partono a dorso di cammello per Gerusalemme. Vi arrivano in corrispondenza del secondo avvicinamento, sono ricevuti da Erode, gli fanno notare il ‘segno’ e apprendono che le antiche profezie davano Betlemme, nove chilometri in direzione sud, come luogo di nascita di Gesù. I Magi si dirigono così a Betlemme durante il secondo avvicinamento; secondo le moderne ricostruzioni in prima serata i due pianeti si trovavano in direzione sud-est; la presenza della Luna ne risaltava ancora di più la fermissima luce poiché indeboliva quella delle stelle; viaggiando verso sud i pianeti si trovano proprio davanti e i Magi hanno come l’impressione di essere preceduti e guidati dalla congiunzione planetaria. Quando i tre arrivano a Betlemme si può supporre che i pianeti siano al meridiano; quando una stella o un pianeta transita al meridiano raggiunge la massima altezza sull’orizzonte (si dice che ‘culmina’) e sembra fermarsi. I Magi vedono così la congiunzione fermarsi sulla casa, entrano e incontrano il Bambino.
Secondo questa interessante e suggestiva ipotesi la nascita di Gesù Cristo sarebbe avvenuta nell’anno 7 a.C. nel mese di settembre.
E SE NON FOSSE MAI ESISTITA ?
La teoria della congiunzione planetaria è quella più accreditata ma non è ovviamente l’unica. Altre ipotesi sono quelle che parlano (nonostante le difficoltà accennate in precedenza) di una cometa, di una nova o supernova, di una o più meteore, del pianeta Venere per rimanere in campo astronomico; altre teorie non propriamente di carattere scientifico parlano di eventi soprannaturali (angeli o demoni) oppure della presenza di dischi volanti o astronavi aliene.
Purtroppo c’è un’ulteriore ipotesi di cui ci si dimentica spesso quando si cerca di risolvere il mistero legato alla vera natura della ‘Stella dei Magi’; questa teoria, molto triste, ha altrettante probabilità di essere quella giusta. Secondo questa corrente di pensiero la ‘Stella dei Magi’ non è mai esistita e sarebbe solamente un’invenzione letteraria dell’evangelista Matteo per esaltare ancora di più un evento di per sé già straordinario. Questo potrebbe spiegare perché della ‘Stella dei Magi’ non vi è traccia negli altri vangeli ufficiali di Marco, Luca e Giovanni. Dopotutto la Bibbia non è un trattato scientifico nel quale ogni affermazione può e deve essere verificata e confrontata con la realtà; la Bibbia è una raccolta di antiche cronache sumere, babilonesi ed ebraiche che riflette il modo di pensare e di scrivere di uomini vissuti migliaia di anni fa. Di conseguenza leggere ed interpretare le righe bibliche con lo spirito e la testa di noi uomini del terzo millennio non è propriamente corretto.
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