mercoledì 26 novembre 2014

Spiritualismo

Si definisce genericamente spiritualismo ogni dottrina che, contrapponendosi al materialismo, e talora anche al razionalismo, afferma l'esistenza nell'uomo di un principio spirituale, diretta testimonianza della coscienza, dal quale è possibile desumere valori e interessi immateriali riscontrabili nei rapporti religiosi, morali, affettivi ecc.
  • Secondo Rufus M. Jones (1853-1948), lo Spiritualismo può esser definito come la dottrina secondo la quale realtà ultima dell'universo è lo Spirito, un'Intelligenza superiore, simile allo spirito umano, che è fondamento e spiegazione razionale dell'intero universo. In un senso simile il termine è stato utilizzato per indicare la concezione idealistica, secondo cui nulla esiste ad eccezione di uno Spirito assoluto e degli spiriti finiti, per cui il mondo sensibile è soltanto un regno di idee.
  • Nella terminologia religiosa il termine Spiritualismo viene utilizzato per sottolineare l'influenza diretta dello Spirito Santo in ambito religioso, specialmente per indicare l'insegnamento del Vangelo secondo Giovanni.
  • Talvolta il termine viene utilizzato impropriamente, in luogo del termine Spiritismo, una credenza che afferma che esistono entità spirituali e che gli esseri umani, dotate di facoltà medianiche, possano comunicare con loro. Allan Kardec e Arthur Conan Doyle confermarono che lo Spiritismo è spiritualista (ma non viceversa). Come conseguenza, molti studi sullo spiritualismo furono largamente accettati nello spiritismo, in particolare gli studi dei fisici William CrookesOliver Joseph Lodge e altri. Il termine spiritualismo deriva dalla parola latina spiritus e non ha un corrispondente diretto nella lingua greca antica che utilizza la parola pnéuma (πνεύμα), inteso come "soffio", "aria", "respiro" e quindi, secondo lo stoicismo, come "spirito vivifico", che dà vita alla realtà impregnandola di sé. Nella storia della filosofia lo spiritualismo viene rapportato a uno specifico indirizzo filosofico che nacque e si sviluppò nel XIX secolo in Francia e in Italia, diretto polemicamente contro il positivismo, lo scientismo e il materialismo: a queste dottrine esso contrapponeva una rinascita della metafisica intesa nel senso cristiano. Il termine si trova usato per la prima volta da Victor Cousin, uno dei principali autori dell'introduzione in Francia dello Spiritualismo. Cousin in età giovanile subì l'influsso di Locke e Condillac; in seguito abbracciò la corrente filosofica dell'idealismo sotto l'influenza di Maine de Biran e Schelling elaborando la sua dottrina in opposizione al sensismo e come una sintesi delle idee di Immanuel Kant, Cartesioe degli idealisti scozzesi. Scriveva nel suo libro Sul vero, il bello e il bene del 1853, riprendendo la dottrina platonica coniugata col messaggio evangelico del cristianesimo:
    « La nostra vera dottrina, la nostra vera bandiera è lo spiritualismo, questa filosofia solida quanto generosa, che comincia con Socrate e Platone, che l'Evangelo ha diffuso nel mondo, che Descartes ha messo nelle forme severe del genio moderno, che è stata nelXVII secolo una delle glorie e delle forze della patria, che è perita con la grandezza nazionale nel secolo XVIII, e che al principio di questo secolo Royer Collard è venuto a riabilitare nell'insegnamento pubblico, mentre Chateaubriand e Madame de Staël la trasportavano nella letteratura e nell'arte ... Questa filosofia insegna la spiritualità dell'anima, la libertà e la responsabilità delle azioni umane, le obbligazioni morali, la virtù disinteressata, la dignità della giustizia, la bellezza della carità; e al di là dei limiti di questo mondo essa mostra un Dio, autore e tipo dell'umanità, il quale, dopo averla creata, evidentemente per uno scopo eccellente, non l'abbandonerà nello sviluppo misterioso del suo destino . »
    In Francia lo spiritualismo quindi assunse le caratteristiche di una riaffermazione della superiorità del pensiero e di una visione della realtà nella sua essenza spirituale secondo il pensiero tradizionale risalente a Cartesio, Pascal, Malebranche, e Maine de Biran. La diffusione di questa corrente filosofica si ebbe con le teorie di Félix Ravaisson, Charles Renouvier, Jules Lachelier, Henri Bergson, Emile Boutroux e Maurice Blondel. In Italia esponenti dello spiritualismo ottocentesco vengono considerati Antonio Rosmini e Vincenzo Gioberti che riprendono i temi agostiniani della interiorità della coscienza e della trascendenza di Dio. Nel XX secolo si trovano due correnti dello spiritualismo: la prima ancora in Francia nel 1934 con la pubblicazione della collana "Filosofia dello Spirito" a cura di Louis Lavelle e di René Le Senne che si rifanno ai temi classici della interiorità spirituale considerati alla luce delle nuove problematiche dell'esistenzialismo cristiano. La seconda corrente si sviluppa negli stessi anni in Italia con l'intento di differenziarsi dalla neoscolastica e di contrapporsi al neohegelismo immanentista recuperando e sviluppando nello stesso tempo temi dell'attualismo gentiliano. I maggiori esponenti dello spiritualismo novecentesco italiano possono essere considerati Armando Carlini che per primo ne trattò, Luigi Stefanini, Felice Battaglia, Michele Federico Sciacca, Renato Lazzarini tutti accomunati dalla religiosità cristiana cattolica fondata sulla trascendenza divina. Questi ritengono il filosofare come metodo intimistico scaturente dallo spirito soggettivo piuttosto che, com'era nella tradizione tomistica ripresa dalla neoscolastica, dall'analisi razionale basata sull'essere oggettivo reale. Jung si considerava un "sensitivo". Ancora studente, partecipava alle sedute spiritiche di una "medium" (sua cugina Helly Preiswerk) e riferiva di aver assistito a fenomeni "paranormali" (il tavolino che balla, gli spiriti che "battono colpi", la "scrittura automatica" ecc.) Da queste esperienze trasse la sua tesi di laurea (1900), che poi pubblicò nel 1902 Mentre Freud definiva l'occultismo come una "nera marea di fango", Jung ne fu affascinato sempre più, fino a giungere, ormai anziano, a concepire idee come la "spiegazione" dei "dischi volanti" (UFO)Jung riferiva di aver sperimentato personalmente una lunga serie di fenomeni "misterici" o "para-normali": rompeva oggetti a distanza, aveva sogni profetici, parlava con i fantasmi, ecc. La credenza negli spiriti, secondo la sua opinione, fa parte degli "archetipi dell'inconscio collettivo"Nel 1944 ebbe un infarto e fece una breve visita all'aldilà, dopo la quale fu in grado di riferire che "quel che viene dopo la morte è qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilità non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente (...) La dissoluzione della nostra forma temporanea nell'eternità non comporta una perdita di significato: piuttosto, ci sentiremo tutti membri di un unico corpo" Nel 1952 Jung elaborò anche una teoria "scientifica" per spiegare alcuni fenomeni paranormali: la "Legge della sincronicità, secondo la quale alcuni fenomeni avvengono contemporaneamente senza avere tra loro relazioni di causa-effetto. Questo perchè, fra l'altro, appartengono ad uno stesso "meccanismo del destino"Intorno al 1920, Jung diventò anche "veggente", interessandosi attivamente allo I Ching (antica arte divinatoria cinese). In virtù di questa sua nuova specialità, indusse un suo cliente a rinunciare a sposarsi e, nel 1948, divinò che la sua prefazione alla traduzione inglese del Libro dei Mutamenti era ben fattaL'interesse "scientifico" di Jung per i fenomeni paranormali è confermato anche dalla sua corrispondenza con Joseph Rihne, considerato "il padre della parapsicologia moderna" ma forse più noto come truffatore da quando si scoprì che le sue "dimostrazioni" della telepatia e della psicocinesi erano fondate sulla falsificazione degli esperimentiIn una lettera a Rhine, Jung si compiace che anche questo "scienziato" abbia messo in relazione i fenomeni parapsicologici con una "soppressione" delle categorie spazio-tempo, confermando così la validità della Legge della Sincronicità. Fin qui, le informazioni sono tratte dall'articolo "Esperienze parapsicologiche nella vita di C. G. Jung"  Tra le sue scienze occulte non mancò l'astrologia. E infatti l'influsso degli astri contribuisce alla formazione dei suoi "Tipi psicologici"


Nessun commento:

Posta un commento