Riferimenti ad altri Grigori
In alcuni sistemi di credenze relative alla stregoneria e alla pratica Wiccan i Grigori sono esseri posti a custodia dei portali che uniscono tra loro i mondi. In questi sistemi essi sono visti come una razza di esseri spirituali, un insieme di divinità, oppure come spiriti dei quattro elementi. Essi sono spesso associati anche ai quattro punti cardinali e anche ai solstizi ed agli equinozi, così come a singole e specifiche stelle del firmamento. Nei primi culti delle stelle dell'antica Mesopotamia esistevano quattro stelle "reali" (note come Signori) chiamati i Guardiani. Ognuna di esse governava su uno dei quattro punti cardinali noti all'astrologia di ogni tempo. Questa particolare visione del mondo e del cielo risale a circa 3.000 anni fa. La stella di Aldebaran, quando segnava il suo passaggio nell'equinozio di primavera, assumeva la posizione del Guardiano dell'Oriente. Regolo, durante il solstizio d'estate, assumeva il ruolo di Guardiano del Meridione, così come Antares, nell'equinozio d'autunno, quello del Guardiano dell'Occidente, e infine Fomalhaut, durante il solstizio d'inverno, quello del Guardiano del Settentrione. Nel celebre libro di magia di Charles Leland Aradia; Gospel of the Witches, l'autore narra il racconto dei "Figli di Diana, ovvero come nacquero le fate", nel quale asserisce che la dea Diana creò "i grandi spiriti delle stelle". In un'altra leggenda dal titolo "Come Diana creò le stelle e la pioggia" Leland sostiene che Diana dialogò "con i padri del Principio, con le madri, gli spiriti che furono prima del primo spirito". In Italia alcune credenze tra le streghe sostenevano che i Grigori (ovvero i Sorveglianti) fossero una antica razza. Dopo circa mezzo secolo dall'opera di Leland, Gerald Gardner scrisse anch'egli sui Grigori e sulla loro connessione con la religione Wicca. In quest'ultima i Grigori sono evocati in qualità come Guardiani con lo scopo di sorvegliare e assistere ai riti celebrati al loro cospetto. I primi movimenti mistici ebraici organizzarono i Guardiani in una gerarchia di Arcangeli. In base a questo sistema, i Guardiani erano governati da quattro grandi Guardiani, noti col nome di Michele, Gabriele, Raffaele e Uriele. Nell'Antico Testamento (Daniele 4:13-17) ci si riferisce a loro col termine di Irin, o Guardiani, facendo pensare a un preciso ordine angelico. Nelle prime tradizioni ebraiche, gli Irin erano un ordine superiore di angeli che erano assisi nel supremo Consiglio del Giudizio della Corte Celeste. Nei libri apocrifi di Libro di Enoch e nel Libro dei Giubilei, i Guardiani furono inviati sulla Terra per insegnare la legge e la giustizia al genere umano. Le più comuni associazioni che si trovano in vari testi medievali di magia trattano i Guardiani al modo seguente: Chazaqiel' (Aramaico: זיקיאל, Greco: Εζεκιήλ), ma anche Êzêqêêl, fu l'8° Guardiano dei 20 capi dei 200 angeli caduti che sono ricordati in un antico lavoro chiamato Libro di Enoch. Il nome significa "nuvola di Dio", per il fatto che si dice che Chazaqiel avesse trasmesso agli uomini la conoscenza delle nuvole, cioè la meteorologia. Micheal Knibb,[3] traduce il nome di quest'angelo "Stella cadente di Dio".
Tutto cio' mi ricorda ancora una volta il sigillo sumero va/243 perche esso ha 11 pallini. Ora si possono vedere tali come Dei.
Araqiel: insegnò i "segni della terra" (geomanzia).
Armaros: insegnò come respingere gli incantesimi.
Azazel: insegnò l'arte dei cosmetici.
Barqel: insegnò l'astrologia.
Ezequeel: trasmise la conoscenza delle nuvole.
Gadreel: insegnò come fabbricare armi da guerra.
Kokabeel: insegnò il mistero delle stelle.
Penemue: insegnò la scrittura.
Sarie: insegnò a conoscere la Luna.
Semjaza: insegnò incantesimi tramite erbe.
Shamshiel: insegnò a conoscere il Sole.
Sono questi stessi gli angeli cui ci riferisce come ai "Figli degli dèi" nel Libro del Genesi. Secondo la mitologia cristiana (che si rifà a quella ebraica) i loro "peccati" avrebbero riempito con violenza la Terra e il mondo sarebbe stato distrutto dal Diluvio Universale come risultato del loro intervento maligno.
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