lunedì 17 novembre 2014

poesie spirituali


Lasciami compiere il mio lavoro ogni giorno; e se le ore buie della disperazione dovessero sopraffarmi, possa ricordare la forza che mi ha sostenuto nella solitudine di altri momenti.

Possa ancora ricordare le splendide ore che mi vedevano camminare leggero sulle quiete colline della mia fanciullezza, o sognare sulla riva di un fiume calmo, quando una luce ardeva dentro me, ed io promisi al Dio della mia giovinezza di avere coraggio tra le tempeste dei tempi nuovi.

Liberami dall’amarezza e dalle passioni effimere dei momenti di debolezza. Possa ricordare che la povertà e le ricchezze sono dello spirito.
Anche se il mondo non mi conosce, possano i miei pensieri e le mie azioni essere tali da farmi rimanere in pace con me stesso.

Solleva i miei occhi dalla terra, e non farmi dimenticare il valore delle stelle. Non permettere che giudichi gli altri per timore di condannare me stesso.
Non lasciarmi seguire il clamore del mondo, ma fammi camminare sereno lungo il mio sentiero.

Dammi degli amici che mi amino per come sono; e conserva sempre accesa dinanzi ai miei passi incerti la dolce luce della speranza.

E anche se l’età o la malattia dovessero sovrastarmi, ed io non riuscissi a vedere realizzati i miei sogni, insegnami ad essere sempre riconoscente per la vita, e per i vecchi ricordi del passato, dolci e piacevoli; e possa il tramonto della sera trovare ancora in me un a
nimo gentile.
 (di Max Ehrmann)




Signore fa' di me uno strumento della tua pace.

Dov'è odio, ch'io porti l'amore.

Dov'è offesa, ch'io porti il perdono.

Dov'è discordia, ch'io porti l'unione.

Dov'è dubbio, ch'io porti la fede.

Dov'è errore, ch'io porti la verità.

Dov'è disperazione, ch'io porti la speranza.

Dov'è tristezza, ch'io porti la gioia.

Dove sono le tenebre, ch'io porti la luce.

Oh, Maestro, fa' che io non cerchi tanto:

Ad esser consolato, quanto a consolare;

Ad esser compreso, quanto a comprendere;

Ad esser amato quanto ad amare.

Sì, è donando che si riceve,

Perdonando, che si è perdonati,

Morendo, che si risuscita a vita eterna.
(di San Francesco d'Assisi)



Le persone sono spesso irragionevoli, illogiche ed egocentriche;
Perdonale comunque.

Se sei gentile, le persone potrebbero accusarti di essere egoista, di avere secondi fini;
Sii gentile comunque.

Se hai successo, troverai dei falsi amici e dei veri nemici;
Abbi successo comunque.

Se sei onesto e franco, le persone potrebbero ingannarti;
Sii onesto e franco comunque.

Ciò che per anni hai costruito, potrebbe essere improvvisamente distrutto da qualcuno.
Costruisci comunque.

Se trovi la serenità e la pace, esse potrebbero essere invidiose;
Sii felice comunque.

Il bene che oggi fai, domani le persone potrebbero dimenticarlo;
Fa' il bene comunque.

Da' al mondo il meglio che hai e potrebbe non essere mai abbastanza;
Da' al mondo il meglio che hai comunque.

Come vedi, in ultima analisi, tutto avviene tra te e Dio.
Non è mai stato in alcun modo tra te e loro.
(di Madre Teresa di Calcutta)



Tutti hanno paura del silenzio.
Tutti si sforzano di uccidere il silenzio.
Anche nei monasteri
Spesso c'è poco silenzio.
Perché appena l'uomo fa silenzio
Comincia a comunicare con se stesso.
Appena l'uomo fa silenzio
Comincia a vedere dentro di sé.
E vedere dentro di sé fa paura.

Bisogna creare isole di silenzio
Intorno a noi e nelle nostre occupazioni:
Sono isole di difesa, sono isole di ripresa.

Occorre creare isole di silenzio
per non essere soli.
Occorre creare isole di silenzio
Nelle occupazioni più assorbenti,
Per non essere dei travolti,
Per dominare le cose
E non lasciare che le cose ci travolgano.
Dio ci vuole dominatori delle cose,
Non fuscelli travolti dalle acque.


"Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: Dammi il tuo cuore, amami come sei... Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non amerai mai.
Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non ricommettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei. In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nella infedeltà, amami... come sei...
Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai. Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore? Non sono io l'Onnipotente? E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio amore? Figlio mio, lascia che io Ti ami, voglio il tuo cuore.
Certo voglio col tempo trasformarti, ma per ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore di poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: "Gesù ti amo". Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno ne' della tua scienza, ne' del tuo talento.
Una cosa sola m'importa, di vederti lavorare con amore. Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai... perché ti ho creato soltanto per l'amore.

Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allargare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, moriresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia. Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante solo per amore.
Conto su di te per darmi gioia... Non ti preoccupare di non possedere virtù; ti darò le mie. Quando dovrai soffrire ti darò la forza. Mi hai dato l'amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare... Ma ricordati... amami come sei... Ti ho dato mia Madre; fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro.

Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai... Va..."

 (di Mons. Lebrun)



Dio, concedimi
La serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
Il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare,
E la saggezza di distinguerne la differenza.

Vivendo giorno per giorno;
Assaporando un momento per volta;
Considerando l'avversità come il sentiero verso la pace.

Accettando, come fece Lui, questo mondo corrotto per com'è,
Non per come lo vorrei.

Confidando che Lui aggiusterà tutto
Se mi abbandonerò alla Sua Volontà;

Che io possa essere ragionevolmente felice in questa vita
e infinitamente felice accanto a Lui nella prossima, per sempre. 

 
(di Reinhold Neibuhr)



Prendimi la carne dell'anima
piccoli brandelli di vita
fra le tue dita divine


Straccia il sangue
come un vento le nuvole
e fanne brina
per la terra martoriata


Sento lo strazio,
lo voglio
perché ti assomiglia
sulla via
ma anche la vita, gioiosa


saltella nello specchio del cuore
come le gocce sulla fine del temporale
nella pozza


prendimi la carne dell'anima
e impastale di preghiere
che cantino una passione di vita
che sembri dolore
ma è solo amore
(di Benedetta Cavazza Miciamalvina)




Dì... chi sono io?

Io sono,
pulviscolo nella luce del sole,
io sono il sole rotondo.

Alla polvere dico "resta"
al sole dico "continua a muoverti".

Sono la nebbia del mattino
ed il respiro della sera.

Sono il vento sopra il bosco
e la spuma sullo scoglio.
L'albero maestro della nave,
il timone, il timoniere,
io sono la scogliera corallina
sulla quale si arenano.

Sono una pianta con un pappagallo fra i rami.
Silenzio, pensiero e voce.
Il soffio musicale che attraversa il flauto.
La scintilla di una pietra.
Sono la candela e la falena impazzita che vi gira attorno,
la rosa e l'usignolo perso nella sua fragranza.

Io sono tutti i livelli dell'Essere,
la galassia rotante,

l'intelligenza che si evolve,
l'alzarsi ed il cadere,
ciò che è e quel che non è.

Tu che conosci Jalaluddin,
Tu, l'Uno nel Tutto,
dì, chi sono io?

Dì.... io sono te!
(Jalalud-Din Rumi)



A volte Vedo
A volte Amo.
Ma spesso sono lontano
Quando sento, io non sento
Quando vedo, io non vedo
Quando amo, io non amo.
Ma a volte accade..
l'oscuro velo cade
e TU.. SEI QUELLO.
Poi con un balzo mi allontano
e sono ancora io che amo.
Ma la Quiete del CENTRO
te la porti dentro
L' io non può cancellare la dolcezza
dell' AMORE UNIVERSALE.
Spesso vibro lontano
ma basta un salto dalla periferia al CENTRO
e di nuovo torno DENTRO
E cullata dal SILENZIO in MOVIMENTO
SENTO

Forse ancor non ricordiamo
ma degli angeli Noi siamo
rivestita d'incoscienza
abbiam la Magica Presenza.
Come abbiam dimenticato
non l'ho ancor visualizzato
ma la voce del mio cuore
mi ricorda con amore.
" Tu sei figlio delle stelle
non strisciare sulla pelle.
riconosci la tua Essenza
ed eleva la Coscienza"
Credi... d'esser separato
e ti sei identificato
così.. nasce il polverone
della tua generazione
Ora giunto è il momento
che ti sveli al lieto evento
sospingendo quel cancello
che racchiude il PURO AGNELLO.
Scoprirai così la gioia
e abbandonerai la noia
ritrovando quell'Essenza
che hai scordato alla partenza.
Sei da sempre coccolato
dolcemente accompagnato
ti ricordi quel bambino
che giocava a te vicino?
Ho inventato tanto Amore
per lenire il tuo dolore
sussurrando alla tua forma
"Sei LUCE oltre l'ombra"
Nello spazio senza tempo
Maya ha preso il sopravvento
avvolgendo nell'ebbrezza
LUCE CONSAPEVOLEZZA.
Pulsa ora nel tuo centro
e fluisci nell'evento
arrivando sta la sera
e RICORDARE IMPERA...

TU SEI UN ANGELO

Io so bene che dentro la mia stanza
c'è un amico invisibile,
non si rivela con qualche movimento
né parla per darmi una conferma.

Non c'è bisogno che io gli trovi posto:
è una cortesia più conveniente
l'ospitale intuizione

La sola libertà che si concede
è di essere presente.
Né io né lui violiamo con un suono
l'integrità di questa muta intesa.

Non non potrei mai stancarmi di lui:
sarebbe come se un atomo ad un tratto
si annoiasse di stare sempre insieme
agli innumerevoli elementi dello spazio.

Ignoro se visti anche altri,
se rimanga con loro oppure no.
Ma il mio istinto lo sa riconoscere:
il suo nome è Immortalità.
(Emily Dickinson)

Spirito Santo, Tu che sorreggi la Creazione
sorreggi anche la mia vita, così povera e fragile.
Attraverso la tortora che geme nei dintorni
tu esprimi il tuo fioco gemito.
Gemito che ascoltavo fin da bambino
dai misteriosi alberi verdeggianti
tra le quattro mura del collegio.
Tu conosci ogni secondo della mia vita,
tu sei presente in ogni mio respiro,
in ciascun battito del mio cuore.
Il tuo gemito scioglie il mio animo,
fa svanire le mie antiche ansie,
dona un dolce aroma alla mia vita.
Spirito Ricreatore, rigenera in me
attraverso il tuo gemito
l'antica fede semplice e cristallina.
Donami la capacità di abbandonarmi
liberamente tra le tue dinamiche ali.
la cui brezza ristora il mio animo.
Gemito, dolce gemito di colomba,
risveglia in me la gratitudine
e il desiderio di preghiera.
(di Pier Angelo Piai)



L’egual vita diversa urge intorno;
cerco e non trovo e m’avvio
nell’incessante suo moto:
a secondarlo par uso o ventura,
ma dentro fa paura.
Perde, chi scruta,
l’irrevocabil presente;
né i melliflui abbandoni
né l’oblioso incanto
dell’ora il ferreo battito concede.
E quando per cingerti lo balzo
-’ sirena del tempo -
un morso appéna e una ciocca ho di te:
o non ghermita fuggì, e senza grido
nei pensiero ti uccido
è nell’atto mi annego.
Se a me fusto è l’eterno,
fronda la storia e patria il fiore,
pur vorrei maturar da radice
la mia linfa nel vivido tutto’
e con alterno vigore felice
suggere il sole e prodigar il frutto;
vorrei palesasse il mio cuore
nei suo ritmo l’umano destino,
e che voi diveniste – veggente
passione del mondo,
bella gagliarda bontà -
l’aria di chi respira
mentre rinchiuso in sua fatica va.
Qui nasce, qui muore i! mio canto:
e parrà forse vano
accordo solitario;
ma tu che ascolti, recalo
al tuo bene e al tuo male;
e non ti sarà oscuro.



Il sangue ferve per Gesù che affuoca.
Bruciamo! dico: e la parola è vuota.
Salvami tutto crocifisso (grido)
insanguinato di Te! Ma chiodo al muro,
in fìsiche miserie io son confitto.
La grazia di patir, morire oscuro,
polverizzato nell’amor di Cristo:
far da concime sotto la sua Vigna,
pavimento sul qua! si passa, e scorda,
pedaliera premuta onde profonda
sai fa voce dell’organo nel tempio -
e risultare infine inutil servo:
questo, Gesù, da me volesti; e vano
promisi, se poi le anime allontano.
Bello è l’offrir, quale il fiorire al fiore;
ma dal sognato vien diverso il fatto.
Padre, Padre che ancor quaggiù mi tieni,
fa che in me l’Ecce non si perda o scemi!
A non poter morire intanto muoio.
Il sangue brucia: Gesù mette fuoco;
se non giunge all’ardor, solo è bruciore.
Maria invoco, che del Fuoco è Fiamma;
pietosa in volto, sembra dica ferma: -
Penitenza, figliolo, penitenza:
prega in preghiera che non veda effetto:
offriti sempre, anche se invan l’offerta;
e mentre stai senza sorte certa,
umiliato, e come maledetto,
Dio in misericordia ti conferma.




Dolce Padre,
un magico dì settembrino
venisti con palese amore
ad elargire sorrisi radiosi
fra le annose mura rossastre,
che severe e maestose
di antica gloria sfidano
l’implacabile aggressione del tempo.
Il prezioso messaggio pastorale
che esaltava l’essenza dell’umano
nel germe chiuso del materno seno,
pronto ad erompere come grano
maturo che si frantuma 
al divenire della nuova vita,
fu accolto e recepito
dal cuore immenso della città.
Vibrarono insieme l’ anime assopite,
la dolce suadente parola ruppe
e scalfì la crosta dell’incolta
zolla, per formarla al seme 
fecondo del Divino.

T’inseguimmo esultanti per ripide
strade mai paghi di vederTi.
Affinché la Tua immagine
di solerte Pastore si imprimesse
viva nella mente di ognuno 
e potesse riemergere evocativa,
nel silenzio ascoso dell’anima.
Apostolo di fuoco,
scintille ardenti riattizzarono
le spente ceneri.
e bruciarono vivide, rovi
e sterpi dei tiepidi cuori,
Con Te obliammo diuturni affanni
e le inquietudini profonde.
Ora fortifica con trepide preci
la fede ritemprata e benedici
la fiera gente senese.
Infaticabile riprendi il cammino
per le vie del mondo, donando
a tutte le creature l’universale
messaggio d’amore.

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