martedì 9 dicembre 2014

angelologia

Gli angeli sono solitamente suddivisi in schiere, che seguono determinate gerarchie dalle quali traggono caratteristiche peculiari. La classificazione più comune risale al De coelesti hierarchia dello Pseudo-DionigiSotto l'influsso della scuola cabalistica di Girona, si è sviluppata nel medioevo un'ampia collezione di informazioni relative alle singole personalità ed influenze di angeli e demoni, spesso immaginate a partire dal nome stesso di ciascuna entità, per esempio Michael, "chi come Dio", Gabriel, "uomo forte di Dio", Raphael, "Dio ha sanato", Uriel, "fuoco di Dio",Abaddon, "perdizione", Asmodeus, "spirito del giudizio", Baalzebub, "signore delle mosche",Satan, "avversario", Samael, "signore del veleno”, Behemoth, "grande bestia". Punti di riferimento in questo senso sono il "Vocabulaire de l'Angelologie" (Paris 1897) di Moise Schwab, il "Dictionary of Angels" (London 1968) di G. Davidson e, in lingua italiana, il "Dizionario delle creature spirituali" contenuto in "I mondi ultraterreni (Milano 1998) di Giordano BertiQuesti sviluppi sono stati contrastati e condannati dalla chiesa cattolica, che già nel Concilio di Roma (745), proibì la venerazione di angeli, i cui nomi non compaiano nella Bibbia. Nel decreto Litteris Diei del 6 giugno 1992, il magistero pontificio ha chiarito che "è illecito insegnare e utilizzare nozioni sugli angeli e sugli arcangeli, sui loro nomi personali e sulle loro funzioni particolari, al di fuori di ciò che trova diretto riscontro nella Sacra Scrittura; conseguentemente è proibita ogni forma di consacrazione agli angeli ed ogni altra pratica diversa dalle consuetudini del culto ufficiale. Il sistema di sette maggiori arcangeli è una antica tradizione dell'angelologia di matrice giudaica. Nella Bibbia, però compaiono solo i nomi di tre di essi, Michele, Gabriele e Raffaele. Quest'ultimo, poi, solo nel libro di Tobia, un'opera deutero-canonica, cioè ritenuta ispirata solo dalla chiesa cattolica e da quella ortodossa. Differenti fonti sono in disaccordo sia sull'identificazione dei sette arcangeli (nome e funzione) sia sulla loro appartenenza alle diverse gerarchie angelicheL'utilizzo dei sette arcangeli nella Cabala e in altre dottrine esoteriche ha portato a cercare una corrispondenza con i giorni della settimana, cioè con i sette astri mobili ("pianeti") dell'astronomia antica: Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove,Venere e Saturno. Anche su questo punto, tuttavia, non c'è completo accordo fra le diverse proposte. Il più antico riferimento al sistema dei sette arcangeli compare nel Libro di Enoch (l'Enoch Etiope), dove vengono chiamati Michele, Gabriele, Raffaele, Uriel, Raguel, Zerachiel Remiel. Secoli dopo, Pseudo-Dionigi li denomina Michele, Gabriele, Raffaele, Uriel, Camael,Jophiel e Zadkiel (o Hesediel). Papa Gregorio I (540-604) li identifica come Michele, Gabriele, Raffaele, Uriel, Simiel, Orifiel, e Zachariel. Nel frattempo in Oriente la chiesa ortodossa aveva adottato i nomi: Michael, Gabriel, Raphael, Uriel, Barachiel, Jehudiel, Salathiel. Solo nel XVI secolo anche la chiesa cattolica scelse questi stessi nomi, anche se con lievi variazioni ortografiche. Nella cupola della Cappella palatina di Palermo sono le immagini dei sette arcangeli, con i loro nomi, motti ed attributi, secondo la tradizione bizantina e poi cattolica.
ArcangeloSignificatoMottoAttributi
MichaelChi è come Dio?Paratus ad animas suscipiendasCalpesta il drago, impugna una spada fiammeggiante
GabrielDio è potenteSpiritus Sanctus superveniet in teFiaccola e specchio di diaspro (di solito è il giglio bianco)
RaphaelDio guarisceViatores comitor, infirmos medicoVasetto di medicinali (di solito è il pesce; accompagnato da Tobia)
UrielDio infiammaFlammescat igne caritasFiamma e spada
BarachielBenedizione di DioAdiutor ne derelinquas nosRose (=grazie) da distribuire
JeudielLode di DioDeum laudantibus praemia retribuoCorona e flagello
SealtielDio comunicaOro supplex et acclinisIn preghiera
Le diversità fra queste e altre proposte risalgono a tre fattori:
  • Variazioni ortografiche
  • Scelta di un diverso verbo ebraico per caratterizzare la funzione dell'arcangelo
  • Diversa elaborazione sul significato del loro nome in ebraico per ampliare o modificare la caratterizzazione delle loro funzioni.
Per esempio Jeudiel coincide ovviamente con Jehudiel o Jegudiel; i suoi attributi, inoltre, mostrano che è un angelo giustiziere (la corona per premiare e la frusta per punire). Egli perciò potrebbe corrispondere a Samael ("Dio punisce"), che Gregorio I chiama "Simiel", e a Camael ("Dio vede" peccati e meriti), l'arcangelo che espulse Adamo ed Eva dall'Eden e che compare nello Pseudo-Dionigi. Interpretando, però, "Camael" come il nome dell'arcangelo "che vede Dio", le sue funzioni possono essere considerevolmente modificate. Analogamente se "Samael" è un "castigo di Dio", potrebbe anche essere un demonio: ecco perciò che alcuni autori esoterici ne hanno alterato notevolmente il profilo. Considerando, poi, il lato premiale, della giustizia divina, come presente in Jeudiel, sorge una corrispondenza con il Raguel ("Dio incoraggia") del libro di Enoch. Raguel e Samael, così diversi fra loro, risultano essere le due facce della giustizia divina.

Analogamente la funzione di dispensare grazie divine è svolta da Barachiel, come da Zadkiel ("Dio favorisce"), detto anche "Takiel" e da Zerachiel, detto anche "Zachariel", che assegna ad ogni uomo il suo angelo custode. Sealtiel, poi, è una deformazione di "Salathiel" o "Salaphiel" (="Dio comunica"). Egli insegna a pregare e intercede per gli uomini. Corrisponde, quindi all'angelo del Sabato (iul giorno di preghiera) "Shabbataj" o "Cassiel" e a Jophiel, l'arcangelo che lo Pseudo-Dionigi associa alla bellezza della Torah, la parola "comunicata" da Dio. In conclusione gli arcangeli sono i ministri di Dio e la scelta del loro nome sembra determinata da riflessioni teologiche su come Dio interviene nella storia umana. Secondo la tradizione cristiana, di origine ebraica, gli angeli sono organizzati in differenti ordini, detti cori angelici. Lo Pseudo-Dionigi l'Areopagita, nel libro De coelesti hierarchia, indica alcuni passaggi del Nuovo Testamento, nello specifico la Lettera agli Efesini e la Lettera ai Colossesi, sulla cui base costruire uno schema di tre gerarchie, sfere o triadi di angeli, nella quale ogni gerarchia contiene tre ordini o cori. In decrescente ordine di potenza questi sono:
  • Prima gerarchia: serafini, cherubini, troni oophanim
  • Seconda gerarchia: dominazioni, virtù, potestà
  • Terza gerarchia: principati, arcangeli, angeli
Durante il Medioevo, molti altri schemi furono proposti, alcuni illustrando o espandendo quello dello Pseudo-Dionigi, altri suggerendo classificazioni completamente differenti. I serafini (da Seraph) appartengono al più alto ordine di Angeli, quelli più prossimi a Dio, e quattro di loro ne circondano il trono con il ruolo di guardiani. I Serafini sono angeli dotati di sei ali: due per volare, due per coprirsi il volto e due per coprirsi i piedi. Cantano continuamente le lodi di Dio: «Santo, Santo, Santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della Sua gloria». È anche detto nella Bibbia che cantano la musica delle sfere, regolando il movimento del cielo, così come loro comandato, e che ardendo di amore e zelo per Dio, emanano una luce così potente e brillante che nessuno, se non occhi divini, può guardarli. San Francesco d'Assisi viene anche appellato "Serafico" perché, al momento di ricevere le stigmate, il Signore gli apparve in una visione in cui si mostrava Crocefisso e velato da sei ali come un Serafino; e dalle Sue mani, piedi e costato partirono i raggi che segnarono il corpo di Francesco rendendolo simile a Lui. Gesù esaudiva così la preghiera di Francesco: "Fa' o Signore che io possa soffrire per te tanto quanto lo può una creatura umana e amarti quanto lo può un cuore umano". I serafini vengono più volte menzionati nella Bibbia. Secondo San Tommaso D'Aquino, i serafini presiedevano alla carità e i cherubini alla scienza. I cherubini risiedono oltre il trono di Dio; sono i guardiani della luce e delle stelle. Si crede che, anche se sono stati rimossi dal piano reale e materiale degli uomini, la luce divina che essi filtrano giù dal cielo possa ancora toccare le vite umane. Hanno quattro ali e quattro facce, ovvero una umana, una di bue, una di leone ed infine una di aquila. I Cherubini sono considerati angeli dediti alla protezione. Essi stanno a guardia dell'Eden e del trono di Dio. Il loro grado tra gli angeli non è certo, ma vengono comunque posti nella prima sfera. Alcuni li credono essere un ordine di angeli; altri li credono una classe al di sopra di ogni altro ordine. I cherubini hanno una perfetta conoscenza di Dio, superata soltanto dall'amore di Dio dei serafini. Secondo la Bibbia, le sculture di due cherubini contrapposti erano rappresentate sul coperchio dell'Arca dell'Alleanza. Essi vengono menzionati di solito al plurale nella Bibbia, ma anche al singolare. I troni o ophanim sono esseri angelici dalla forma mutevole e dagli infiniti colori. Il loro compito è quello di portare il trono di Dio per il Paradiso in suo nome. Inoltre, sono descritti come ruote intersecate ad altre ruote, delle quali se una si muove avanti e indietro, l'altra si muove da un lato all'altro. Queste ruote sono dotate di innumerevoli occhi: questa immagine si trova nel libro di Ezechiele, dove il profeta Ezechiele descrive la visione dei cieli; il profeta non descrive esplicitamente queste ruote come angeli, ma come oggetti o "creature viventi" che possiedono uno spirito. Paolo usa il termine "troni" nella lettera ai Colossesi. Le dominazioni, o hashmallim, hanno il compito di regolare i compiti degli angeli inferiori. Ricevono i loro ordini dai serafini, cherubini o direttamente da Dio e devono assicurarsi che il cosmo sia sempre in ordine. È estremamente raro che le dominazioni assumano forma fisica per mostrarsi ai mortali. Invece, si interessano tranquillamente dei particolari dell'esistenza. Sono gli angeli ai quali Dio affida la forza del dominare. Essi compongono l'esercito dell'Apocalisse e da loro dipendono l'ordine universale e la disciplina ferrea alla quale gli angeli si rivolgono per mantenerlo. Il termine "dominazioni" è usato da Paolo di Tarso nella lettera ai Colossesi. Le potestà sono esseri angelici dai molti colori, come vapori nebbiosi. Sono gli elementi portanti della coscienza e i custodi della storia. Gli angeli della nascita e della morte sono potestà. Sono accademicamente guidati e interessati all'ideologia, filosofia, teologia, religione e ai documenti che appartengono a questi studi. Le potenze sono le menti: sono un gruppo di esperti, che servono da consiglieri e pianificatori della politica. Il loro compito è quello di sorvegliare la distribuzione di poteri all'umanità, in loro nome. Nella credenza popolare essi sono gli Angeli che accompagnano le decisioni dei padri e li consigliano nella cura della famiglia. Paolo usa il termine potestà nella lettera ai Colossesi e nella lettera agli Efesini. Entro le potestà, vi sono questi due tipi di angeli sono tra loro uguali in potenza e autorità. Le potenze sviluppano le ideologie, laddove le autorità scrivono i documenti e le dottrine. Entrambe sono coinvolte nella formulazione delle ideologie. Tuttavia, le potenze comprendono tutto, laddove le autorità si focalizzano su specifiche linee di conoscenza. Le autorità sono specializzate nello stampare quelle idee e nella produzione degli inerenti documenti. Le virtù, anche chiamate "fortezze", si trovano oltre il trono di Dio e sono uguali ai principati. Il loro dovere è quello di osservare i gruppi di persone. La loro forma è simile a lampi di luce, che ispirano nell'umanità molte cose, come l'arte o la scienza. I principati sono esseri angelici dalla forma simile a raggi di luce. Si trovano oltre il gruppo degli arcangeli. Sono gli angeli guardiani delle nazioni e delle contee, e di tutto quello che concerne i loro problemi ed eventi, inclusa la politica, i problemi militari, il commercio e lo scambio. Uno dei loro compiti è quello di scegliere chi tra l'umanità può dominare. Gli arcangeli sono usualmente considerati il secondo ordine (più basso) della terza sfera; questi angeli tendono ad essere i più grandi consiglieri e amministratori inviati dal Cielo. Un arcangelo ha normalmente un ruolo di grande importanza nei riguardi dell'uomo. Secondo l'angelologia dello Pseudo-Dionigi, tuttavia, gli arcangeli stanno appena sopra l'ordine angelico, quello degli angeli comuni. La parola "arcangelo" è usata solamente due volte nelle scritture (ma diverse volte nel Septuaginta) Alcuni insistono sul punto che gli arcangeli non sono divisi in separati ordini, ma nella tradizione cattolica gli arcangeli (Michele, Raffaele, Gabriele, e in alcuni casi Uriel), sono cherubini o serafini, oltre che essere arcangeli. Tuttavia, in ogni caso, essere arcangelo implica chiaramente l'appartenenza alla prima sfera degli angeli. Come è scritto nella Bibbia, Lucifero era un cherubino; in seguito alla sua ribellione a Dio, fu affrontato, sconfitto e gettato (per l'eternità) nel pozzo infernale da parte dell'arcangelo e serafino Michele.
Gli angeli appartengono all'ordine più basso nella gerarchia degli angeli e sono i più familiari agli uomini, poiché sovraintendono a tutte le loro occupazioni. All'interno della categoria degli angeli, ci sono differenze di molti tipi. Gli angeli vengono sovente inviati come messaggeri agli uomini. La parola "angelo" proviene dal greco "anghelos", cioè "messaggero". Tutte le gerarchie angeliche sono lodate dall'umanità grazie alla corona angelica, una corona simile ad un rosario, con la quale si pregano gli angeli di, appunto, ogni gerarchia e si chiede loro di intercedere presso Dio per l'ottenimento di grazie. Essa è in grado, poi, di ottenere in particolari giorni anche delle indulgenze, se opportunamente benedetta da un Sacerdote. 

Nessun commento:

Posta un commento