sabato 18 febbraio 2017

i sette specchi Esseni

La Legge della Rispondenza
Quando qualcuno ti irrita è probabilmente perché:
a)     Vedi in lui una parte di te stesso che non ti piace. Rifiuti di vedere quella qualità in te e non ti piace vederla nemmeno in un altro;
b)     Il modo in cui quella persona ti maltratta rispecchia il modo in cui maltratti te stesso.
c)     Ti ricorda qualche problema al quale sei attaccato: qualcuno che non hai perdonato, qualche limitazione con la quale non ti sei riconciliato;
d)     Non ti permette di distorcere la verità come fai di solito, oppure non si presta al tuo gioco, non sostiene le tue illusioni preferite, non vuole ignorare ciò che è ovvio.
Qualunque sia la situazione che ti disturba, può essere volta a tuo vantaggio oppure essere sprecata. Puoi scegliere di guardare dentro di te e cercare quale paura sepolta, o quale dolore nascosto, o quale rabbia repressa siano stati riattivati e portati in superficie, oppure di guardare fuori e dare la colpa a qualcun altro, accusare qualcuno di volerti usare.
Puoi imparare e crescere grazie a questa situazione, oppure perdere una preziosa occasione. In questo caso il cosmo (la vita) deve prendersi la briga di ricreare nuovamente la stessa situazione, per un numero infinito di volte, finché alla fine non riuscirai a capire.
Quando ti rendi conto che qualcuno ti sta facendo soffrire, devi essere grato a quella persona perché in quel momento è il tuo insegnante. Essendo esattamente quello che è, ha “premuto un pulsante” nel tuo subconscio. Ora questo “pulsante” può diventare consapevole e tu hai fatto un passo in più verso la libertà.
I Sette Specchi Esseni.
Sono antichi strumenti conosciuti e diffusi dagli Esseni che ci aiutano a riconoscere le emozioni che affrontiamo nella vita di tutti i giorni e a trasformarle, modificando, così, noi stessi in esseri a più alta vibrazione.
La nostra realtà interiore ci viene riflessa dalle persone e dalle azioni che cl circondano.
1) Specchio del momento - Ciò che noi inviamo alle persone che ci stanno accanto. E' l'aspetto di noi stessi riflesso negli altri, nel momento presente.
2) Specchio di ciò che viene giudicato - E' ciò che noi giudichiamo nel presente. Se poniamo molta carica su delle qualità o negatività e le giudichiamo negli altri, la vita ci pone in condizione di vivere delle esperienze, delle relazioni che ci rimanderanno indietro questi modelli. Una volta che il modello viene riconosciuto ed integrato esso sparirà in tutti gli aspetti della nostra vita perché questa è di natura olografica.
3) Specchio di ciò che ho perduto, ceduto o mi è stato portato via.  Nella vita rinunciamo consapevolmente o inconsapevolmente ad una parte dì noi stessi per sopravvivere alle esperienze che ci capitano o perché qualcuno esercita un potere su di noi. Quando sentiamo un'attrazione magnetica nei confronti di un'altra persona siamo portati a pensare di essere innamorati oppure non riusciamo a capire perché ci sentiamo così attratti. In quel momento, quando sentiamo un pizzicorìo lungo la colonna vertebrale, la vita ci mostra qualcuno che possiede delle qualità, delle caratteristiche che abbiamo perduto e ricerchiamo per recuperare la nostra interezza. Noi siamo attratti da coloro che possiedono ciò che abbiamo perso per rinforzare la nostra mancanza, fin tanto che non lo riconosciamo e lo recuperiamo nella nostra vita.
4) Specchio dell'amore più dimenticato - E' lo specchio che ci permette di osservare noi stessi in uno stato di dipendenza e compulsione. Attraverso la dipendenza e la compulsione noi rinunciamo alle cose che amiamo di più, e mentre le cediamo vediamo noi stessi quello a cui maggiormente teniamo e ne siamo sempre più sconfortati. Il caso estremo è quello dell'alcolista o del drogato, ma ci sono dipendenze anche meno appariscenti che funzionano allo stesso modo. Il modello si crea lentamente nel tempo e può essere riconosciuto e guarito ad ogni stadio senza aspettare di arrivare ai limiti estremi.
5) Specchio del padre e della madre - Le azioni dei nostri genitori nei nostri confronti rappresentano quello che noi proviamo verso il nostro padre o madre celeste, ossia verso l'energia maschile e femminile del nostro creatore. Attraverso il rapporto con i nostri genitori essi ci mostrano le nostre aspettative e credenze verso il rapporto divino. La madre ed il padre terreni incarnano una parte terrena rappresentando gli aspetti della divinità come uno specchio potentissimo. In tutta la vita noi profondamente cerchiamo l'amore e l'approvazione dei nostri genitori perché in realtà desideriamo l'amore e l'approvazione Divina.
6) Specchio della ricerca nell'oscurità - E' l'oscura notte dell'anima, sono i momenti più difficili che attraversiamo nella nostra vita. Occorre sempre tenere presente che quando attraversiamo queste alte sfide noi possediamo tutti gli strumenti che ci servono per superare la prova che stiamo vivendo. Non accade mai nulla che noi non siamo in grado di affrontare. La vita tende sempre verso l'equilibrio. In questi momenti bui, noi siamo nudi di fronte a noi stessi. Se in questi momenti comprendiamo che la luce e l'oscurità sono ambedue al nostro servizio per sviluppare noi stessi, il nostro corpo lo percepisce e lo riflette anche nei nostri rapporti umani. Così ci è data la possibilità di guarire dalle nostre paure. Se ammettiamo la possibilità che ambedue queste forze siano al nostro servizio potremo guarire dalle paure e provare solo amore ed è sufficiente guarire un singolo ricordo per guarire le nostre paure universali. Fin tanto che non riusciremo a riconciliare la luce e l’oscurità la compassione non avrà molto senso per noi.
7) Specchio della percezione del sé - E' lo specchio più difficile, più sottile da riconoscere. Ci invita a cercare la perfezione nell'imperfezione della vita. Ammettere che ciascuna esperienza è di per sé perfetta e naturale. Osservare le nostre esperienze senza paragonarle a nient'altro (in caso contrario a quale modello esterno dovremmo riferirci?). Noi stessi siamo il nostro unico elemento di riferimento per i risultati che raggiungiamo.

anime gemelle...

Una delle leggende spirituali che più fanno sognare la gente è quella dell'esistenza, da qualche parte, della propria "anima gemella". Ma esiste veramente?
Cerchiamo di ragionare un attimo. Abbiamo detto che la Terra si trova nel punto più basso del creato come forma fisica. Ci troviamo in terza dimensione.Ed abbiamo detto che, essendo il punto più basso e distorto per i motivi già accennati, allora l'ascensione globale di tutto lo spazio-tempo può ripartire solo da qui. Quindi?
Quindi, dato che lo scopo dell'ascensione non è altro che quello di tornare all'unità, e quindi riunire tutti i poli dei vari pensieri, allora tra questi si dovrà riunire anche il polo del pensiero della parte maschile con il polo del pensiero della parte femminile.
Un pensiero, per essere trasceso in modo completo, deve essere sperimentato nel punto più basso e distorto, e solo da qui può poi ascendere in modo completo. I pensieri di maschile e femminile non sono un'eccezione.
Abbiamo detto anche che le polarità prima devono essere trascese, e poi devono essere integrate in un'unico pensiero che le unisca. Quindi anche per i pensieri di forma maschile e forma femminile, due polarità del pensiero di unità fisica, ci deve essere prima una trascesa di tali pensieri per permettere loro di integrarsi nel pensiero di unità fisica. Cosa significa questo?
Tutto ciò che esiste è pensiero. Esiste il pensiero della forma fisica. Esiste il pensiero della forma fisica maschile ed il pensiero della forma fisica femminile. Ed esiste il pensiero che integra tali due pensieri che è il pensiero dell'unità fisica dei poli maschile e femminile.
A livello di forma, cosa significa integrare il pensiero della forma fisica maschile ed il pensiero della forma fisica femminile? Significa semplicemente che le due forme, maschile e femminile, si uniscono fisicamente e cioè stanno assieme praticamente tutto il tempo che trascorrono nella forma. Questo perché la sintonia di pensiero, che sarà sempre maggiore tra le due forme, li attirerà sempre più l'uno all'altro, e quindi in realtà l'amore nella coppia, anziché decadere come capita in molte coppie non forme gemelle, tenderà ad aumentare sempre più.
Perché se due persone non sono forme gemelle non possono avere un amore puro duraturo? Perché ognuno dei due tenderà ad evolvere a proprio modo, in base alla propria natura. E quindi i pensieri comuni tra i due potrebbero essere sempre meno con il passare del tempo. E' vero però che può accadere che anche forme non gemelle riescano ad avere un rapporto d'amore (ma mai puro come quello tra due forme gemelle) per molto tempo.
Se ciò accade significa che uno dei due si "adatta" all'altro, cioè si adatta ai pensieri del partner. E quindi per forza continueranno a rimanere vicini. Ma non è una relazione pura, dato che uno dei due o entrambi, se vi è un adattamento reciproco, non si rende responsabile dei propri pensieri e quindi della propria vita, e quindi non evolve veramente. E si crea una forma di dipendenza.
Se due forme non gemelle continuano a crescere con la propria testa senza adattarsi all'altro, allora con il tempo il loro rapporto svanirà. Perché non avranno tanti pensieri in comune.
Ora, dato che esistono tante forme fisiche e la polarità maschile/femminile prevede la presenza di due poli, cioè maschile e femminile appunto, significa che, per ogni forma fisica, deve esistere una forma fisica simile e complementare. Non può essere altrimenti, perché anche la forma è un pensiero, e quindi il pensiero di una qualsiasi forma fisica maschile deve per forza avere da qualche parte il suo pensiero simile e contrario, cioè il pensiero della forma fisica femminile.
Detto quindi che per forza le due polarità devono esistere da qualche parte nello spazio-tempo, dove si trova l'altra parte di ognuno di noi, cioè il pensiero della forma fisica complementare e simile? In sostanza, dove si trova quella che viene chiamata "anima gemella" o, per essere più corretti, forma gemella?
Non può che trovarsi qui dove siamo noi, cioè sullo stesso piano di realtà! E quindi sulla Terra! Perché? Perché se non fosse così non potrebbe avvenire una ascensione completa dello spazio-tempo, perché affinché ciò avvenga è necessario che tutte le polarità, a tutti i livelli vibrazionali, vengano unite. Ora, se esistiamo qui in terza dimensione con una forma, significa che rappresentiamo un pensiero di terza dimensione. Ma ognuno di noi, essendo maschio o femmina, rappresenta una polarità. E dato che l'integrazione delle polarità di ogni pensiero deve avvenire dal punto più basso e distorto affinché l'ascensione sia completa, allora questo significa che su questo piano di realtà in cui viviamo da qualche parte c'è la nostra forma gemella! O comunque c'è stata finché entrambi erano in vita.
Quindi tutte le persone presenti oggi sul pianeta hanno o hanno avuto in questa vita la loro forma gemella qui sul pianeta. Nessuna persona esclusa. Il problema sta nel comprendere chi è la propria forma gemella, e non sempre si capisce al primo incontro. Perché?
Perché i pensieri che ognuno ha dentro di noi tendono a far vivere una realtà piuttosto che un'altra. E quindi tendono ad attirare certe persone piuttosto che altre. Solo nel momento in cui due persone hanno pensieri in comune, si incontreranno. E più pensieri in comune hanno, e più staranno vicini perché simile attira simile.
Questo vale anche per le proprie forme gemelle. Si attirano a sé solo quando si comincia ad avere con loro dei pensieri in comune, e ciò può avvenire solo se si rimane tendenzialmente allo stesso livello di evoluzione. Se uno dei due rimane più indietro, allora l'unione potrebbe ritardare, ma prima o poi avverrà, dato che siamo tutti qui per ascendere in modo completo ed integrato. E quindi integrare tutte le polarità, comprese quelle delle forme fisiche maschile/femminile.
I pensieri esistenti nello spazio-tempo sono quasi infiniti in numero. Man mano che si evolve, si incorporano e si integrano sempre più pensieri. E' normale quindi che più due forme hanno un livello evolutivo simile, e più è probabile che abbiano pensieri in comune.
Naturale che l'amore che c'è tra due forme gemelle non è paragonabile ad un amore tra due persone che sono assieme solo per affinità di certi pensieri (cioè in sostanza perché c'è karma tra loro). E'un qualcosa di puro, e che per questo non tramonterà mai, fintantoché si rimarrà nella forma.
Il karma può essere quindi visto come il numero di pensieri che due forme hanno in comune. Maggiore è il numero di pensieri in comune, maggiore è il karma. Quindi abbiamo karma con tutto ciò e tutti coloro con cui siamo in contatto, altrimenti non ci attireremmo l'un l'altro. Se non c'è karma, non ci si attira.
Le forme gemelle sono quindi quelle forme che, se c'è evoluzione, più passa il tempo e più hanno karma cioè pensieri in comune tra loro! Il karma può essere positivo o negativo, cioè relativo a pensieri di unità o separazione. Quelli di separazione (quindi karma negativo) comprendono sia pensieri polarizzati da trascendere, sia le distorsioni estreme di tali pensieri polarizzati (pensieri di super-luce e di super-distruzione).
Possiamo dire che, tra diversi esseri, esiste karma positivo quando i pensieri in comune sono pensieri di unità. Esiste karma negativo quando i pensieri in comune sono pensieri polarizzati ancora da trascendere. Esiste infine quello che possiamo chiamare "karma distorto" relativo ai pensieri estremi di super-luce e di super-distruzione. Distorto come sinonimo di non equilibrato.
Infatti il karma positivo e quello negativo rappresentano il karma naturale, cioè il karma che dovrebbe esistere in una realtà spazio-temporale non distorta. A causa invece della distorsione dello stampo energetico puro iniziale (magnetico) in altri stampi energetici (elettrico e radioattivo), si è creato un altro tipo di karma, cioè un tipo di attrazione di pensieri, che possiamo definire distorto.
L'energia elettrica crea una distorsione di pensiero di primo grado, l'energia radioattiva crea una distorsione di pensiero di secondo grado. Cioè l'energia radioattiva indica una distorsione di pensiero ancora superiore a quella elettrica. Se quella elettrica crea pensieri sia di super-luce che di super-distruzione, quella radioattiva crea solo pensieri di super-distruzione.
Torniamo ora alle forme gemelle. Che dire delle persone che muoiono e moriranno? Se anche loro hanno la loro forma gemella qui, la lasciano sola? Che senso avrebbe? Infatti non avrebbe alcun senso. Ciò significa che le persone che muoiono e moriranno o non hanno più qui sulla Terra la loro forma gemella, e ciò significa che non sono qui per ascendere in modo completo e puro, oppure la lasciano qui ma presto se ne partirà anche quella che rimane, dato che non può ascendere in modo completo da sola.
Quindi molti di noi hanno qui sulla Terra la nostra forma gemella. Per alcuni sarà già al proprio fianco, per altri no. E se si intende (e quindi si ha il desiderio) di ascendere in questa vita, allora sicuramente significa che la propria forma gemella è qui, ed al momento opportuno vi unirete. Quando avverrà, significa che si sarà pronti ad una vera relazione di coppia.
Cos'è quindi l'amore nella forma? Non è altro che l'attrazione reciproca dovuta alla comunanza di pensieri a livello biologico delle due forme che le attrae una all'altra. Quindi non è possibile che, in un rapporto tra due persone, una persona sia innamorata e l'altra no! Perché se si attraggono significa che entrambe hanno gli stessi pensieri dentro di loro.
Allora perché succede che spesso una persona si innamora e l'altro/a no? Perché non lo percepiscono. E perché non lo percepiscono? Perché probabilmente l'innamorato ha meno pensieri in comune con questa persona di qualcun altro. Cioè se Antonio si innamora di Silvia, significa che hanno dei pensieri in comune che li attraggono, e Silvia dovrebbe sentire la stessa cosa a meno che non ci sia un terzo o più terzi, mettiamo Paolo, che ha più pensieri in comune con Silvia di quanti ne abbia Antonio. E quindi Silvia si sentirà più attratta da Paolo che da Antonio. E quindi Silvia sarà più innamorata di Paolo che di Antonio. E se Antonio è innamorato di Silvia significa che Silvia è la persona dell'altro sesso con la quale ha più pensieri in comune in quel momento.
Cosa significa questo? Significa che per forza tutti siamo innamorati di qualcuno in ogni momento della nostra vita. Perché c'è sempre una persona dell'altro sesso con la quale condividiamo più pensieri rispetto ad altri! L'amore è alla base della vita di tutti noi e di ogni particella dello spazio-tempo. Perché Dio è amore! Ed ha creato uno spazio-tempo che si basa proprio sulla sua essenza, cioè sull'amore. Cosa sono quindi le emozioni? Non sono altro che l'espressione fisica dell'amore.
Capite quindi come l'amore sia un concetto puramente biologico? E quindi di attrazione fisica? I pensieri sono biologici nella forma, e quindi pensieri ( e quindi forme) simili si attraggono.
Perché esistono i gay? Perché persone dello stesso sesso si attraggono? Tutto dipende dai pensieri che si hanno dentro. E questo, come già detto, dipende da quanto ci si lascia influenzare dalle proprie convinzioni, dai pensieri dei propri antenati, dei propri sé di altre dimensioni o vite parallele, della società, della scuola, della famiglia ecc.
Nella realtà spazio-temporale, dove esiste la polarizzazione di pensiero, simile attira simile. I poli abbiamo detto essere infatti simili e complementari. Se simile attira simile, allora anche persone che condividono il pensiero dell'esistenza degli omosessuali e delle lesbiche, si attireranno tra loro, accentuando i pensieri che hanno in comune. E pensano di essere destinati ad essere per sempre omosessuali e lesbiche.
Quindi se si intende di trascendere il pensiero dell'omosessualità o del lesbismo, allora non si attirerà più a sé quella realtà. Tutto qui. Il funzionamento della realtà non è così complicato, una volta che lo conosci.
Che dire dell'amore a prima vista? Dato che pensieri simili si attraggono, e ciò avviene con il tempo ed in modo graduale, non è possibile che due persone si attraggano per la prima volta quando hanno molti pensieri in comune. E quindi non può esserci un vero amore a prima vista. Quello che può succedere è di avere come pensiero un certo stereotipo di partner o persona dell'altro sesso in generale (dovuto alla cultura, all'istruzione, ai media o ad altro) e che questo valga per entrambi, dato che tale pensiero non sarebbe venuto a galla se uno dei due non avesse avuto in sé tale pensiero. In tal caso può esservi una sorta di "amore a prima vista", o meglio una fantasia sul partner ideale.
Che dire invece dell'amore platonico? Cioè di un amore non fisico? L'amore non fisico non è amore, è solo una comunanza di pensieri non così forte basata su fantasie di partner ideale. Più forte è la comunanza di pensieri, e più forte è l'attrazione fisica. Se non c'è attrazione fisica, significa che non c'è una forte comunanza di pensieri, e quindi sintonia.
Ecco perché il vero amore tra forme gemelle è lento. Perché inizialmente ci si attrae perché si hanno pochi pensieri in comune, e man mano che i pensieri in comune aumentano, l'attrazione è sempre maggiore. E' vero però che una cosa particolare succede tra forme gemelle: che quando si incontrano, anche se tra loro ci sono ancora pochi pensieri in comune, si percepisce una certa attrazione fisica reciproca. Cosa che, a parità di pensieri in comune, non capiterebbe con un'altra persona.

giovedì 2 febbraio 2017

ordine della giarrettiera

Il Nobilissimo Ordine della Giarrettiera (The Most Noble Order of the Garter), risalente al Medioevo, è il più antico ed elevato ordine cavalleresco del Regno Unito. Capo dell'Ordine della Giarrettiera è il Sovrano del Regno Unito; l'ammissione è riservata a non più di 24 membri, la cui scelta è di competenza esclusiva del sovrano, contrariamente a quanto accade per altri ordini, nei quali il sovrano in genere designa i membri su proposta, anche informale, del primo ministro.
Gli uomini sono conosciuti come Knight Companion, le donne Lady Companion (non Dame). Eccezionalmente l'Ordine può ammettere membri fuori dal limite di 24 (in questo caso chiamati soprannumerari), in genere familiari del sovrano oppure sovrani stranieri. Data l'esclusività dell'Ordine, esso viene conferito solo a personalità che si siano distinte per altissimi meriti nel servire il Regno Unito.
Come lo stesso nome suggerisce, lo stemma dell'Ordine è una giarrettiera che sormonta il motto Honi soit qui mal y pense (fr.: "Sia vituperato chi ne pensa male"), presente inoltre sul rovescio delle sterline in oro (sovereign) della serie 1817-1820 recanti sul dritto l'effigie di re Giorgio III. La Giarrettiera è indossata dai membri dell'Ordine durante le occasioni formali. Il motto Honi soit qui mal y pense è anche scritto sulla polena della nave ammiraglia HMS Victory, protagonista della Battaglia di Trafalgar agli ordini di Horatio Nelson.
L'Ordine della Giarrettiera ha competenza solo sull'Inghilterra intesa come regione storica: tale ordine è equivalente come rango, ma superiore per anzianità, allo scozzese Ordine del Cardo (The Most Ancient and Most Noble Order of the Thistle) e al nord-irlandese Ordine di San Patrizio (The Most Illustrious Order of St. Patrick). Ognuno di tali ordini conferisce onorificenze nella nazione storica di competenza (anche se l'Ordine di San Patrizio, dopo la riduzione dell'Irlanda britannica al solo Ulster, è di fatto inattivo, essendo morto il suo ultimo cavaliere nel 1974).
All'inizio numerose donne ricevettero il titolo di Lady, ma non fu conferito loro il cavalierato. Nel 1488 Enrico VII concesse l'ultima onorificenza femminile a sua madre Margaret Beaufort e fino al 1901 la Giarrettiera fu un Ordine solo maschile (eccezion fatta per i sovrani donna come le regine Elisabetta I, Anna e Vittoria). Quando Edoardo VII, il figlio della regina Vittoria, salì al trono, insignì dell'ordine sua moglie Alessandra di Danimarca. La consuetudine fu confermata quando Giorgio V diede l'Ordine a sua moglie Maria e, successivamente, Giorgio VI alla sua consorte Elisabetta, madre dell'attuale sovrana.
Come detto, la nomina dei membri dell'Ordine è in capo esclusivamente al sovrano: tale consuetudine, tuttavia, fu più o meno ufficializzata solo in tempi recenti, nel 1946, a seguito di un gentlemen's agreement tra l'allora Primo Ministro e il capo dell'opposizione, per evitare influenze politiche sul conferimento della massima onorificenza inglese.
Il primo straniero a essere insignito della Giarrettiera fu il duca di Urbino Federico da Montefeltro nel 1474. Malgrado queste nomine "soprannumerarie" fatte dai monarchi inglesi, fu solo con l'intronazione di Alessandro I di Russia nel 1813 che formalmente l'ordine venne esteso per conferimento anche ai monarchi stranieri che vennero ammessi col rango di "Cavalieri e Dame Stranieri della Giarrettiera". Per un atto di concessione ad uno straniero era necessario per statuto un emendamento specifico per ogni occasione, ma di questa regola spesso non si tenne conto. Tra i monarchi stranieri citiamo Costantino II di Grecia, Paolo di Grecia, Beatrice dei Paesi Bassi e Giuliana dei Paesi Bassi.
Il primo monarca non cristiano ad essere ammesso all'Ordine fu il sultano ottomano Abdülmecid I, nel 1856. La prima e unica nomina in Sudamerica fu quella di Pietro II che venne ammesso come cavaliere nel 1871. Il primo membro dell'Asia fu lo scià di Persia Naser al-Din Shah Qajar nel 1873, mentre l'imperatore giapponese Meiji vi venne ammesso nel 1906. L'unico membro africano mai ammesso fu l'imperatore etiope Haile Selassie, nel 1954. Il primo australiano ammesso all'Ordine fu Richard Gardiner Casey, barone Casey, politico e diplomatico australiano nonché 16° governatore generale dell'Australia, nel 1969. Non vi sono mai state ammissioni per persone residenti in Nord America.
Vi fu anche il caso di alcuni membri "degradati" ed espulsi dall'Ordine. Il sovrano può infatti degradare quei membri resisi colpevoli di crimini molto seri come ad esempio coloro che erano stati condannati per tradimento o per aver abbandonato il campo di battaglia, o ancora per essersi rivoltati contro il sovrano patrono dell'Ordine, scatenando rivolte, sollevazioni o guerre.
La procedura formale, risalente nelle sue prime degradazioni già al XV secolo, consisteva in un atto formale nel quale il Re d'Armi dell'Ordine della Giarrettiera, accompagnato dagli altri araldi, procedeva all'interno della Cappella di San Giorgio. Mentre il Re d'Armi leggeva ad alta voce l'Instrument of Degradation, un araldo si portava a rimuovere tutti i simboli del cavaliere degradato dal suo scranno. L'ultima degradazione formale ad essere eseguita secondo questo rituale fu quella di James, duca di Ormonde nel 1716.
I casi più eclatanti nella storia furono ad ogni modo quelli dei kaiser Guglielmo II di Germania e Francesco Giuseppe d'Austria, espulsi nel 1915 quando i loro imperi mossero guerra all'Inghilterra. Similmente, l'Imperatore Hirohito del Giappone venne espulso dall'Ordine nel 1941, ma Elisabetta II lo riammise nel dopoguerra, nel 1975. Tra l'altro, il Tennō è l'unico membro dell'Ordine ad avere ricevuto due volte l'onorificenza da due sovrani differenti. Non venne riammesso Vittorio Emanuele III di Savoia, espulso quando l'Italia dichiarò guerra al Regno Unito durante la Seconda guerra mondiale.
Alla fondazione dell'Ordine della Giarrettiera, vennero nominati anche 26 "cavalieri poveri" e legati all'Ordine ed alla sua cappella. Il numero non venne sempre mantenuto e nel XVII secolo ve ne erano solo tredici. Carlo II ne aumentò il numero a 18 (in gran parte grazie ai fondi lasciati per questo scopo da Sir Francis Crane nel suo testamento) dopo la sua incoronazione nel 1660. Dopo che questi cavalieri obbiettarono l'uso del termine di "poveri", Guglielmo IV li ridesignò come Cavalieri militari di Windsor.
I "cavalieri poveri" erano infatti sin dalle origini dei veterani militari impoveriti a cui veniva chiesto di pregare ogni giorno per i cavalieri membri dell'Ordine. In cambio, essi ricevevano un salario ed il permesso di alloggiare al castello di Windsor. Ancora oggi i cavalieri esistono ma non sono necessariamente poveri, ma comunque devono essere dei militari in pensione. Partecipano alle celebrazioni dell'Ordine scortandone i membri e partecipano alle celebrazioni in cappella. Essi ad ogni modo non sono considerati membri dell'Ordine.
I cavalieri originariamente indossavano dei mantelli rossi, ciascuno con la croce di San Giorgio, ma senza la rappresentazione del simbolo dell'Ordine della Giarrettiera. La regina Elisabetta I, rimpiazzò tali mantelli con una versione blu, ma i mantelli rossi vennero ripristinati nel XVII secolo sotto Carlo I. Quando i cavalieri vennero rinominati in "cavalieri militari" nell'Ottocento, ad ogni modo, venne abbandonato l'uso dei mantelli e gli venne preferita un'uniforme classica ancora oggi utilizzata e consistente in pantaloni neri con una riga rossa, una giacca rossa, spalline d'oro e una feluca con piume bianche, oltre ad una spada decorativa.