Ognuno di essi era presieduto da due giudici investiti di pari potere, ma che agivano disgiuntamente.
Si trattava di solito di domenicani o francescani designati dai superiori dei loro rispettivi ordini.
Per svolgere le loro funzioni, questi inquisitori-giudici avevano a disposizione numerosi testi pontifici, manuali e trattati, come ad esempio la "Pratica Inquisitionis" dell'inquisitore Bernardo Gui (1324) e il "Malleus Maleficarum" ("Il Maglio delle Streghe"), opera dei domenicani Heinrich Kramer e Johann Sprenger (1486). Tale sistema processuale, nel quale le funzioni istruttorie e decisionali erano affidate ad un giudice monocratico, perdurerà per tutto il Medioevo, e mai, contrariamente a quanto spesso si ritiene, verranno svolte da un tribunale, inteso come organo collegiale.
L'Inquisitor, era un giudice straordinario che giudicava in materia di "depravazione eretica" per espresso incarico conferitogli dal Pontefice.
Alla fine del 1233, nella parte meridionale della Francia (Avignone, Toulouse, Carcassone...), dove esistevano forti contingenti di Valdesi e di Catari, vennero istituiti i primi tribunali.
Tra i più famosi inquisitori che li impersonarono, emergono per ferocia ed efferatezza Guglielmo di Valenza, Pietro di Marseillan, Ferrier, soprannominato "Martello degli eretici", il domenicano Guglielmo Arnaud, il francescano Raimond Escriban, Bernardo di Caux, Giovanni di Saint Pierre, Roberto il Bougre e Bernardo Gui, del quale ci resta il già citato "Manuale dell'inquisitore".L'inquisizione conosce il suo apogeo nel XIII secolo.
La procedura inquisitoriale iniziava al momento dell'arrivo degli Inquisitori in una località. Venivano emanati due editti, uno di "fede", che invitava tutti i fedeli a denunciare gli eretici, ed uno di "grazia", che concedeva un arco di tempo (un mese) affinché essi si presentassero spontaneamente. Scaduto questo termine, si accettavano denunce da parte di chiunque, compresi i criminali comuni.
Di solito veniva considerata sufficiente l'accusa formulata da due informatori. La citazione dei sospetti si faceva attraverso il parroco del loro luogo di residenza. Il rifiuto a comparire comportava la scomunica temporanea che diveniva definitiva dopo un anno.
A questo punto l'inquisitore sottoponeva l'imputato, previo giuramento di dire la verità, ad interrogatorio.
Per indurlo a confessare, gli inquisitori usavano diversi mezzi: ripetuti interrogatori, il carcere "duro", la privazione del mangiare e del bere, il ricorso alla delazione di terzi e, naturalmente, alla tortura, che chiamata in modo eufemistico "domanda", venne ufficialmente riconosciuta e applicata, per disposizione di Innocenzo IV, a partire dal 1252.
A chi confessava ed era disposto a fare atto di abiura sottomettendosi, invece del perdono, così ampiamente predicato dalla Chiesa, venivano inflitte pene quali multe, flagellazioni, imprigionamenti e obbligo di indossare un "segno di infamia" che condannasse all'ostracismo sociale. Chi invece difendeva la propria libertà di credo, rifiutando di ammettere una colpa inesistente, veniva condannato alla pena capitale, naturalmente accompagnata dalla confisca totale dei beni.
Terminato il processo, nel corso di un'assemblea solenne pubblica e ufficiale, chiamata «Sermo generalis» o, in Spagna «Auto da Fé», previa consultazione di una giuria composta da religiosi secolari e regolari e da giureconsulti laici, veniva emessa la sentenza.
Per svolgere le loro funzioni, questi inquisitori-giudici avevano a disposizione numerosi testi pontifici, manuali e trattati, come ad esempio la "Pratica Inquisitionis" dell'inquisitore Bernardo Gui (1324) e il "Malleus Maleficarum" ("Il Maglio delle Streghe"), opera dei domenicani Heinrich Kramer e Johann Sprenger (1486). Tale sistema processuale, nel quale le funzioni istruttorie e decisionali erano affidate ad un giudice monocratico, perdurerà per tutto il Medioevo, e mai, contrariamente a quanto spesso si ritiene, verranno svolte da un tribunale, inteso come organo collegiale.
L'Inquisitor, era un giudice straordinario che giudicava in materia di "depravazione eretica" per espresso incarico conferitogli dal Pontefice.
Alla fine del 1233, nella parte meridionale della Francia (Avignone, Toulouse, Carcassone...), dove esistevano forti contingenti di Valdesi e di Catari, vennero istituiti i primi tribunali.
Tra i più famosi inquisitori che li impersonarono, emergono per ferocia ed efferatezza Guglielmo di Valenza, Pietro di Marseillan, Ferrier, soprannominato "Martello degli eretici", il domenicano Guglielmo Arnaud, il francescano Raimond Escriban, Bernardo di Caux, Giovanni di Saint Pierre, Roberto il Bougre e Bernardo Gui, del quale ci resta il già citato "Manuale dell'inquisitore".L'inquisizione conosce il suo apogeo nel XIII secolo.
La procedura inquisitoriale iniziava al momento dell'arrivo degli Inquisitori in una località. Venivano emanati due editti, uno di "fede", che invitava tutti i fedeli a denunciare gli eretici, ed uno di "grazia", che concedeva un arco di tempo (un mese) affinché essi si presentassero spontaneamente. Scaduto questo termine, si accettavano denunce da parte di chiunque, compresi i criminali comuni.
Di solito veniva considerata sufficiente l'accusa formulata da due informatori. La citazione dei sospetti si faceva attraverso il parroco del loro luogo di residenza. Il rifiuto a comparire comportava la scomunica temporanea che diveniva definitiva dopo un anno.
A questo punto l'inquisitore sottoponeva l'imputato, previo giuramento di dire la verità, ad interrogatorio.
Per indurlo a confessare, gli inquisitori usavano diversi mezzi: ripetuti interrogatori, il carcere "duro", la privazione del mangiare e del bere, il ricorso alla delazione di terzi e, naturalmente, alla tortura, che chiamata in modo eufemistico "domanda", venne ufficialmente riconosciuta e applicata, per disposizione di Innocenzo IV, a partire dal 1252.
A chi confessava ed era disposto a fare atto di abiura sottomettendosi, invece del perdono, così ampiamente predicato dalla Chiesa, venivano inflitte pene quali multe, flagellazioni, imprigionamenti e obbligo di indossare un "segno di infamia" che condannasse all'ostracismo sociale. Chi invece difendeva la propria libertà di credo, rifiutando di ammettere una colpa inesistente, veniva condannato alla pena capitale, naturalmente accompagnata dalla confisca totale dei beni.
Terminato il processo, nel corso di un'assemblea solenne pubblica e ufficiale, chiamata «Sermo generalis» o, in Spagna «Auto da Fé», previa consultazione di una giuria composta da religiosi secolari e regolari e da giureconsulti laici, veniva emessa la sentenza.
Nel caso delle condanne a morte, il Clero pronunciava la sentenza ma, sulla falsariga di Ponzio Pilato, ne delegava l'esecuzione alle autorità civili, onde evitare di sporcarsi le mani di sangue, esimendosi, però, dal considerare che
« assassino non è soltanto il boia, ma altresì colui che ne arma la mano ».
Nel 1256, il pontefice Alessandro IV accordò infine agli inquisitori il diritto di scomunicarsi a vicenda.... è il parossismo della loro potenza.
Dalla fine del XIII secolo, l'inquisizione, vuoi per aver raggiunto i suoi scopi con la distruzione dell'eresia, vuoi per essere divenuta troppo potente e spietata, si incamminò verso un rapido declino.
Nel 1312, il papa Clemente V, per arginare lo strapotere degli inquisitori e del loro enorme prestigio divenuto troppo pericoloso per la stessa Chiesa, dispose che da tale momento i vescovi avrebbero dovuto collaborare con loro nel compimento di tutti gli atti processuali più importanti e nei casi di ricorso alla tortura. Ciò segnò la fine del loro potere. Per quanto riguarda all’Inquisizione spagnola, "tra il 1540 e il 1700, su un totale di 44.674 casi, il numero degli accusati effettivamente mandati sul rogo corrisponde all’1,8%, al quale va aggiunto l’1,7% di condannati a morte in contumacia... Dei primi mille imputati che comparvero dinanzi all’Inquisizione di Aquileia-Concordia (Veneto) dal 1551 al 1647, non più di 5 furono condannati al rogo. Su 13.255 processi celebrati dall’Inquisizione portoghese tra il 1540 e il 1629, le condanne a morte rappresentano il 5,7%" (Borromeo). In base a tali dati sarebbe una leggenda nera attribuire molti milioni di vittime all'Inquisizione. A questo proposito, partendo dalla giusta considerazione di Lutero che "È contro la volontà dello Spirito che gli eretici siano bruciati" (tesi condannata da Leone X nel 1520), si osserva che «se in passato taluni hanno esagerato il numero delle vittime dell’Inquisizione, e seppure si ammetta che essa fu "meno crudele" dei poteri laici, una cosa è certa: il Tribunale, in nome di Dio e per volontà papale, ha processato, torturato e mandato al rogo migliaia di "eretici". Dov’era, allora, la "difesa della vita"? E dove il carisma – rivendicato dai successori di Pietro, e da nessun altro al mondo – di essere "infallibili", quando parlano ex cathedra, anche in materia di costumi? Ma far appiccare il rogo (fosse puro uno solo), e benedire questa eretica ortoprassi contro l’uomo, non significa bruciare le fondamenta dell’etica e nel contempo, in realtà, anche il rivendicato carisma?» (David Gabrielli in "Santa Inquisizione alla sbarra")
Nel 1256, il pontefice Alessandro IV accordò infine agli inquisitori il diritto di scomunicarsi a vicenda.... è il parossismo della loro potenza.
Dalla fine del XIII secolo, l'inquisizione, vuoi per aver raggiunto i suoi scopi con la distruzione dell'eresia, vuoi per essere divenuta troppo potente e spietata, si incamminò verso un rapido declino.
Nel 1312, il papa Clemente V, per arginare lo strapotere degli inquisitori e del loro enorme prestigio divenuto troppo pericoloso per la stessa Chiesa, dispose che da tale momento i vescovi avrebbero dovuto collaborare con loro nel compimento di tutti gli atti processuali più importanti e nei casi di ricorso alla tortura. Ciò segnò la fine del loro potere. Per quanto riguarda all’Inquisizione spagnola, "tra il 1540 e il 1700, su un totale di 44.674 casi, il numero degli accusati effettivamente mandati sul rogo corrisponde all’1,8%, al quale va aggiunto l’1,7% di condannati a morte in contumacia... Dei primi mille imputati che comparvero dinanzi all’Inquisizione di Aquileia-Concordia (Veneto) dal 1551 al 1647, non più di 5 furono condannati al rogo. Su 13.255 processi celebrati dall’Inquisizione portoghese tra il 1540 e il 1629, le condanne a morte rappresentano il 5,7%" (Borromeo). In base a tali dati sarebbe una leggenda nera attribuire molti milioni di vittime all'Inquisizione. A questo proposito, partendo dalla giusta considerazione di Lutero che "È contro la volontà dello Spirito che gli eretici siano bruciati" (tesi condannata da Leone X nel 1520), si osserva che «se in passato taluni hanno esagerato il numero delle vittime dell’Inquisizione, e seppure si ammetta che essa fu "meno crudele" dei poteri laici, una cosa è certa: il Tribunale, in nome di Dio e per volontà papale, ha processato, torturato e mandato al rogo migliaia di "eretici". Dov’era, allora, la "difesa della vita"? E dove il carisma – rivendicato dai successori di Pietro, e da nessun altro al mondo – di essere "infallibili", quando parlano ex cathedra, anche in materia di costumi? Ma far appiccare il rogo (fosse puro uno solo), e benedire questa eretica ortoprassi contro l’uomo, non significa bruciare le fondamenta dell’etica e nel contempo, in realtà, anche il rivendicato carisma?» (David Gabrielli in "Santa Inquisizione alla sbarra")
«... Dobbiamo pensare alla natura del credere, che è atto sostanzialmente libero. La proposta di Cristo fatta alla coscienza diventa con l’Inquisizione intimazione ecclesiastica. E non si può sostenere che il concetto di libertà di coscienza non fosse ancora formulato, nel Cinquecento, come lo sarebbe stato nei secoli successivi. Non ne esisteva forse la formulazione intellettuale, ma la libertà di coscienza ha animato da sempre il cristianesimo. Altrimenti, non sarebbero comprensibili i martiri dei primi secoli, che morivano in forza di una fede vissuta nell’intimo della coscienza in opposizione alla legge dello Stato». (Prof. De Maio, docente di Storia del Rinascimento e di Storia moderna presso l'Università di Napoli). Ciò detto, i dati che vengono di seguito proposti, pur non avendo la pretesa dell'esaustività e della precisione, appaiono per la loro "moderatezza" degni di attenzione. In particolare per la Spagna si ricordano i 38 roghi del 1501 a Toledo, i 13 di Valladolid, le 30 streghe del 1507 a Calahorra... Si potrebbe continuare, ma ciò richiederebbe troppo spazio. Valga, per questo paese, il seguente prospetto sintetico.
Esecuzioni e penitenze imposte dall'Inquisizione in Spagna, dal 1481 al 1820
Data
| Bruciati vivi | Bruciati in effigie |
Sottoposti a penitenza
|
Dal 1481 al 1517 (*) | 16376 | 9901 | 178382 |
Dal 1517 al 1551 | 6254 | 4722 | 50736 |
Dal 1556 al 1597 | 3990 | 1845 | 18450 |
Dal 1597 al 1621 | 1840 | 692 | 10716 |
Dal 1621 al 1665 | 2852 | 1428 | 14080 |
Dal 1665 al 1700 | 1632 | 540 | 6512 |
Dal 1700 al 1746 | 1600 | 760 | 9120 |
Dal 1746 al 1759 | 10 | 5 | 170 |
Dal 1759 al 1788 | 4 | 0 | 56 |
Dal 1788 al 1808 | 0 | 1 | 42 |
I dati che precedono non comprendono le esecuzioni operate dall'Inquisizione in Francia, in Germania e in Italia nella lotta contro i catari (letteralmente sterminati), i valdesi, i protestanti e le persone accusate di stregoneria.
Si ricordano per la Francia gli eretici di Carcassonne del 1209 con 400 condanne, i 183 roghi del 1239 a Montpellier, i 200 catari bruciati nel 1244 a Montségur, i 200 catari bruciati in quello stesso anno a Mont Aime. In Inghilterra furono uccise circa 20.000 streghe, totale delle streghe uccise, da parte cattolica e protestante, è stato valutato fra le 200.000 e le 500.000. Per la Germania si ricordano a Norimberga i 15 bruciati nel 1378-79, gli 80 del 1397 a Garten, le 6 donne al rogo del 1399. A Roma il sacro tribunale condanna a morte 97 rei tra il 1542 e il 1761 (Il Mattino di Padova, le Persecuzioni, 20.7.1999)
2000 sono i processati in Sicilia tra il 1537 e il 1618, di cui 29 condannati a morte.[ibidem] 12.000 sono i processati dall'Inquisizione a Venezia, Aquileia e Napoli in 250 anni. [ibidem] Nelle altre nazioni il sanguinoso catalogo non è molto differente. Alcuni dati (per dire poco, raccapriccianti) potranno ricavarsi dal prospetto proposto da Pierino Marazzani. Lasciamo allo studioso il compito di svolgere una obiettiva e seria indagine storica, al fine di verificarne il fondamento e l'attendibilità.
Per dovere di obiettività è opportuno sottolineare che la crudeltà non risiedeva tutta sul versante cattolico. Anche i protestanti, qualcuno ha detto, non hanno le carte in regola per scagliare la prima pietra.
Mons. Piercarlo Landucci in un articolo intitolato Il vero Giordano Bruno (Palestra del clero, 1° aprile 1974, 435ss) ricorda che il Sirleto fu bruciato sul rogo a Ginevra per aver scritto il trattato Restitutio Christianismi, Jacques Gruet ebbe la stessa sorte per aver offeso Calvino, e Raoul Monnet per aver pubblicato disegni ingiuriosi contro la Bibbia. Calvino poi esortava il governo inglese a «sterminare con la spada i nemici del protestantesimo».
Tutta la cristianità cadde vittima di una orribile distorsione del senso della giustizia e della carità.
L’istanza della revisione si verificò, per motivi polemici e anticlericali, nella cultura laica e poi in quella cattolica.
Il rigetto dei metodi inquisitoriali e della tortura si affermò presso i filosofi e i teoreti della tolleranza e della umanizzazione dei metodi della giustizia nei secoli XVII e XVIII.
Le loro opere (Locke, Filangieri, Beccaria, Montesquieu, ben 6 Enciclopedie, ecc.) furono messe all’Indice.
La Chiesa assediata, scomunicava e veniva laicamente scomunicata" (Rosario Esposito, in "Inquisizione non più una palla al piede").

"Io voglio scrivere su tutti i muri ovunque siano muri [...] Io chiamo il cristianesimo unica grande maledizione, unica grande intima perversione, unico grande istinto di vendetta [...] Io lo chiamo unico imperituro marchio d'abbominio dell'umanità...".
FONTE: F.W. Nietzsche, L'Anticristo, TEN, 2a ediz., 1992, pag. 92-93.
Ecco alcuni strumenti e sistemi di tortura che la Chiesa ha utilizzato per commettere i suoi efferati "crimini contro l'umanità" durante la Santa Inquisizione. Crimini rimasti impuniti!
Il Topo
Tortura applicata a streghe ed eretici. Un topo vivo veniva inserito nella vagina o nell'ano con la testa rivolta verso gli organi interni della vittima e spesso, l'apertura veniva cucita. La bestiola, cercando affannosamente una via d'uscita, graffiava e rodeva le carni e gli organi dei suppliziati. Chissà come i disgraziati riuscissero a sopportare il terrore provocato alla sola vista del topo che da li a poco sarebbe entrato nel suo corpo.
Dissanguamento
Era una credenza comune che il potere di una strega potesse essere annullato dal dissanguamento o dalla purificazione tramite fuoco del suo sangue. Le streghe condannate erano "segnate sopra il soffio" (sfregiate sopra il naso e la bocca) e lasciate a dissanguare fino alla morte.
Il Rogo
Una delle forme più antiche di punizione delle streghe era la morte per mezzo di roghi, un destino riservato anche agli eretici. Il rogo spesso era una grande manifestazione pubblica. L'esecuzione avveniva solitamente dopo breve tempo dall'emissione della sentenza. In Scozia, il rogo di una strega era preceduto da giorni di digiuno e di solenni prediche. La strega prima veniva strangolata e poi il suo corpo (In stato di semi-incoscienza) era scaricato in un barile di catrame prima di venire legato a un palo e messo a fuoco. Se la strega, nonostante tutto, riusciva a liberarsi e a tirarsi fuori dalle fiamme, la gente la respingeva dentro.
Le Turcas
Questo mezzo era usato per lacerare e strappare le unghie. Dopo lo strappo, degli aghi venivano solitamente inseriti nelle estremità delle falangi.
La Fanciulla di Ferro o Vergine di Norimberga
L'idea di meccanizzare la tortura è nata in Germania; è li che ha avuto origine "la Vergine di Norimberga". Fu così battezzata perchè, vista dall'esterno, le sue sembianze erano quelle di una ragazza bavarese, e inoltre perchè il suo prototipo venne costruito ed impiantato nei sotterranei del tribunale segreto di quella città. Era una specie di contenitore di metallo con porte pieghevoli; il condannato veniva rinchiuso all'interno, dove affilatissimi aculei trafiggevano il corpo dello sventurato in tutta la sua lunghezza. La disposizione di questi ultimi era così ben congegnata che, pur penetrando in varie parti del corpo, non trafiggevano organi vitali, quindi la vittima era destinata ad una lunga ed atroce agonia.
Pulizia Dell'Anima
Era spesso creduto, nei paesi cattolici, che l'anima di una strega o di un eretico fosse corrotta, sporca e covo di quanto di contrario ci fosse al mondo. Per pulirla prima del giudizio, qualche volta le vittime erano forzate a ingerire acqua calda, carbone, perfino sapone. La famosa frase "sciacquare la bocca con il sapone"' che si usa oggi, risale proprio a questa tortura.
Il Triangolo
Altro terribile strumento di tortura analogo alla "pera" e all'"impalamento". L'accusato veniva spogliato e issato su un palo alla cui estremità era fissato un grosso oggetto piramidale di ferro. La presunta strega veniva fatta sedere in modo che la punta entrasse nel retto o nella vagina. Alla fine alla poveretta venivano fissati dei pesi alle mani e ai piedi...
Immersione Dello Sgabello
Questa era una punizione che più spesso era usata nei confronti delle donne. Volgarmente sgradevole, e spesso fatale, la donna veniva legata a un sedile che impediva ogni movimento delle braccia. Questo sedile veniva poi immerso in uno stagno o in un luogo paludoso. Varie donne anziane che subirono questa tortura morirono per lo shock provocato dall'acqua gelida.
Impalamento
Questo strumento, riservato per lo più ai sospetti di stregoneria o agli eretici, era realizzato in tre diverse versioni. La prima consisteva in un blocco di legno a forma di piramide, mentre la seconda, meno letale, aveva l'aspetto di un cavalletto a costa tagliente.
In ambedue i casi, l'indiziata veniva posta a cavalcioni di tale strumento sino a far penetrare la punta, nel primo caso, o lo spigolo nel secondo, direttamente nelle carni, squassando in modo spesso permanente, gli organi genitali. Quasi sempre poi venivano aggiunti dei pesi alle caviglie e sistemati scrupolosamente dei braceri o delle fiaccole accese sotto ai piedi. La terza versione è una delle più rivoltanti e vergognose torture concepite dalla mente umana. Veniva attuata per mezzo di un palo aguzzo inserito nel retto della presunta strega, forzato a passare lungo il corpo per fuoriuscire dalla testa o dalla gola. Il palo era poi invertito e piantato nel terreno, così, queste miserabili vittime, quando non avevano la fortuna di morire subito, soffrivano per alcuni giorni prima di spirare. Tutto ciò veniva fatto ed esposto pubblicamente.
La Strappata
Una delle più comuni e anche una delle tecniche più facili. L'accusato veniva legato a una fune e issato su una sorta di carrucola. L'esecutore faceva il resto tirando e lasciando di colpo la corda e slogando, così, le articolazioni.
Lo Squassamento
Era una forma di tortura usata insieme alla 'strappata'. L'accusato qui veniva sempre issato sulla carrucola, ma con dei pesi legati al suo corpo che andavano dai 25 ai 250 chili. Le conseguenze erano gravissime.
La Culla Della Strega
Questa era una tortura a cui venivano sottoposte solamente le streghe. La strega veniva chiusa in un sacco poi legato a un ramo e veniva fatta continuamente oscillare. Apparentemente non sembra una tortura ma il dondolìo causava profondo disorientamento e aiutava a indurre a confessare. Vari soggetti hanno anche sofferto durante questa tortura di profonde allucinazioni. Ciò sicuramente ha contribuito a colorire le loro confessioni.
Mastectomia
Alcune torture erano elaborate non solo per infliggere dolore fisico ma anche per sconvolgere la mente delle vittime. La mastectomia era una di queste: la carne delle donne era lacerata per mezzo di tenaglie, a volte arroventate. Uno dei più famosi casi che si conosca in cui fu usata questa tortura era quello di Anna Pappenheimer. Dopo essere già stata torturata con lo strappado, fu spogliata, i suoi seni furono strappati e, davanti ai suoi occhi, furono spinti a forza nelle bocche dei suoi figli adulti... Questa vergogna era più di una tortura fisica; l'esecuzione faceva una parodia sul ruolo di madre e nutrice della donna, imponendole un'estrema umiliazione.
Annodamento
Questa era una tortura specifica per le donne. Si attorcigliavano strettamente i capelli delle streghe a un bastone. Quando l'inquisitore non riusciva ad ottenere una testimonianza si serviva di questa tortura; robusti uomini ruotavano l'attrezzo in modo veloce provocando un enorme dolore e in alcuni casi arrivando a togliere lo scalpo e lasciando il cranio scoperto.
La Garrotta
Non è altro che un palo con un anello in ferro collegato. Alla vittima, seduta o in piedi, veniva fissato questo collare che veniva stretto poi per mezzo di viti o di una fune. Spesso si rompevano le ossa della colonna vertebrale.
Il Forno
Questa barbara sentenza era eseguita in Nord Europa e assomiglia ai forni crematori dei nazisti. La differenza era che nei campi di concentramento le vittime erano uccise prima di essere cremate (Ma non sempre).
Il Supplizio Del Trono
Questo attrezzo consisteva in una specie di seggiola gogna, sarcasticamente definita "trono". L'imputata veniva posta in posizione capovolta, con i piedi bloccati nei ceppi di legno. Era questa una delle torture preferite da quei giudici che intendevano attenersi alla legge. Difatti la legislazione che regolamentava l'uso della tortura, prevedeva che si potesse effettuare una sola seduta, durante l'interrogatorio della sospetta. Malgrado ciò, la maggioranza degli inquisitori ovviava a questa normativa, definendo le successive applicazioni di tortura, come semplici continuazioni della prima. L'uso di questo strumento invece, permetteva di dichiarare una sola effettiva seduta, sorvolando sul fatto che questa fosse magari durata dieci giorni. Il "trono", non lasciando segni permanenti sul corpo della vittima, si prestava particolarmente ad un uso prolungato. E' da notare che, talvolta, unicamente a questo supplizio, venivano effettuate, sulla presunta strega, anche le torture dell'acqua o dei ferri roventi.
La Pressa
Anche conosciuta come pena forte et dura, era una sentenza di morte. Adottata come misura giudiziaria durante il quattordicesimo secolo, raggiunse il suo apice durante il regno di Enrico IV. In Bretagna venne abolita nel 1772.
La Cremagliera
Era un modo semplice e popolare per estorcere confessioni. La vittima veniva legata su una tavola, caviglie e polsi. Rulli erano passati sopra la tavola (E in modo preciso sul corpo) fino a slogare tutte le articolazioni.
La Pera
La Pera era un terribile strumento che veniva impiegato il più delle volte per via orale. La pera era usata anche nel retto e nella vagina. Questo strumento era aperto con un giro di vite da un minimo, a un massimo dei suoi segmenti. L'interno della cavità in questione era orrendamente mutilato e spesso mortalmente. I rebbi costruiti alla fine dei segmenti servivano meglio per strappare e lacerare la gola o gli intestini. Quando applicato alla vagina i chiodi dilaniavano la cervice della povera donna. Questa era una pena riservata a quelle donne che intrattenevano rapporti sessuali col Maligno o i suoi familiari.
Sedia Delle Streghe
La sedia inquisitoria, comunemente detta sedia delle streghe, era un rimedio molto apprezzato per l'ostinato silenzio di talune indiziate di stregoneria. Tale attrezzo, pur universalmente diffuso, fu particolarmente sfruttato dagli inquisitori austriaci. La sedia era di varie dimensioni, diverse forge e fantasiose varianti; tutte comunque chiodate, fornite di manette o blocchi per immobilizzare la vittima ed, in svariati casi, aveva il pianale di seduta in ferro, così da poterlo arroventare. Vengono riportate notizie di processi dai quale risulta come l'uso di questo strumento potesse venir prolungato, sino a trasformarsi in vera e propria pena capitale.
La Ruota
In Francia e Germania la ruota era popolare come pena capitale. Era simile alla crocifissione. Alle presunte streghe ed eretici venivano spezzati gli arti e il corpo veniva sistemato tra i raggi della ruota che veniva poi fissata su un palo. L'agonia era lunghissima e poteva anche durare dei giorni.
Tormentum Insominae
Consisteva nel privare le streghe del sonno. La vittima, legata, era costretta a immersioni nei fossati anche durante tutta la notte per evitare che si addormentasse.
Ordalia Del Fuoco
Prima di iniziare l'ordalìa del fuoco tutte le persone coinvolte dovevano prendere parte a un rito religioso. Questo rito durava tre giorni e gli accusati dovevano sopportare benedizioni, esorcismi, preghiere, digiuni e dovevano prendere i sacramenti. Dopodiché si veniva sottoposti all'ordalìa: gli accusati dovevano trasportare un pezzo di ferro rovente per una certa distanza. Il peso di questo peso era variabile: si andava da un minimo di circa mezzo chilo per reati minori, fino a un chilo e mezzo. Un altro tipo di ordalìa del fuoco consisteva nel camminare bendati e nudi sopra i carboni ardenti. Le ferite venivano coperte e dopo tre giorni una giuria controllava se l'accusato era colpevole o innocente. Se le ferite non erano rimarginate l'accusato era colpevole, altrimenti era considerato innocente. Si poteva aver salva la vita, però, corrompendo i clerici che dovevano officiare la prova: si poteva fare in modo che ferro e carboni avessero una temperatura sufficientemente tollerabile.
Ordalia Dell'Acqua
In questo tipo di ordalìa l'acqua simboleggia il diluvio dell'Antico Testamento. Come il diluvio spazzò via i peccati anche l'acqua 'pulirà' la strega. Dopo tre giorni di penitenze l'accusata doveva immergere le mani in acqua bollente, alla profondità dei polsi. Spesso erano costrette a immergerle fino ai gomiti. Si aspettava poi tre giorni per valutare le colpe dell'accusata (Come per l'ordalìa del fuoco). Veniva messa in pratica anche un'ordalìa dell'acqua fredda. Alla strega venivano legate le mani con i piedi con una fune, in modo tale che la posizione non fosse certo propizia per rimanere a galla. Dopodiché veniva immersa in acqua; se galleggiava era sicuramente una strega in quanto l'acqua 'rifiutava' una creatura demoniaca, se andava a fondo era innocente ma difficilmente sarebbe stata salvata in tempo.

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