Questo blog è dedicato principalmente al risveglio dell'anima con un occhio rivolto anche a tutto ciò che è mistero.
martedì 6 maggio 2014
voodoo
Al giorno d'oggi abbiamo zombi in tutte le salse, nella letteratura, al cinema, nei fumetti, in televisione... Ce ne sono così tanti da domandarsi quante generazioni di esseri umani sarebbero necessarie per crearli. In aggiunta a questa considerazione spiccia, la loro grande esposizione mediatica dimostra come ormai siano divenuti un fenomeno culturale a tutti gli effetti, nonostante non siano una novità, anzi al contrario abbiano scalato i gradini del gradimento di massa già nel 1968. E' infatti in quell'anno che uscì il film classico horror La notte dei morti viventi diretto da George Romero (titolo originale: Night of the Living Dead). In tale pellicola, i morti che non volevano restare tali avevano il vizio di volersi nutrire dei vivi e, sebbene Romero non li abbia mai chiamati zombi - in realtà voleva riferirsi ai mangiacarogneghoul della tradizione anglo-sassone - gli spettatori utilizzarono quel nome per descrivere le creature dall'appetito particolare e si finì per non cambiarlo più. Tuttavia, i veri zombi della tradizione più antica non solo non appartengono alla cultura popolare statunitense, essendo legati alla religione caraibica del voodoo (anche chiamato vudu, vudù o vodu), ma non sono nemmeno morti risorti in senso stretto, bensì esseri umani vivi e vegeti. Per comprendere questo incredibile cambiamento culturale degli zombi, dobbiamo prima addentrarci in quel misto di cattolicesimo e spiritismo africano che è il voodoo. La grande isola caraibica di Hispaniola, attualmente divisa tra Haiti e la Repubblica Dominicana, nel XVI secolo era sotto la dominazione degli Spagnoli che avevano sottomesso l'originaria popolazione indigena. Dalla testimonianza del frate cappellano militare Bartolomé de Las Casas, sbarcato sull'isola insieme ai primi conquistadores, sappiamo che gli indigeni erano gente semplice e non avvezza alla guerra, divenuti fedeli e docili servi dei dominatori iberici. Quel disperato tentativo di sopravvivere tramite la sottomissione non fu però sufficiente affinché i conquistati resistessero al terribile lavoro in cui furono impiegati nelle piantagioni di Hispaniola. Fu così che pochi decenni dopo l'invasione, la classe dirigente spagnola dovette ricercare altra manodopera a costo zero per sostituire quella andata perduta in un genocidio da sfruttamento. La soluzione fu trovata grazie al fiorente mercato dei commercianti portoghesi del periodo, la cui merce privilegiata era una sola: gli schiavi africani. Il cosiddetto "avorio nero" veniva rapito o comprato da altri schiavisti nelle postazioni della "Guinea", una regione dai confini indeterminati che si può far coincidere con l'intera Africa occidentale non araba, quindi dai confini dell'odierna Mauritania giù fino alla Namibia. I cattolicissimi latifondisti spagnoli non ebbero alcun problema a servirsi di quegli schiavi per le proprie piantagioni, nonostante la schiavitù contrastasse notevolmente con il messaggio di eguaglianza assoluta diffuso da Gesù Cristo. Ciò fu facilitato dal fatto che gli schiavi erano musulmani (in minima parte) o animisti adoratori degli spiriti della natura e degli antenati. La presenza di una tale diversità religiosa dovette toccare l'animo delle autorità ecclesiastiche che ordinarono di procedere all'educazione cattolica delle molte migliaia di uomini e donne, strappati tanto violentemente alle loro case, e alla loro necessaria conversione al Cattolicesimo. A quanto pare, la possibilità di avere schiavi cattolici, un binomio in sé oltremodo contraddittorio, non dovette sconvolgerli più di tanto. Ciononostante, quegli "idolatri" originari dell'Africa, sebbene fossero costretti formalmente ad accettare una religione differente da quanto era stato seguito per secoli dai loro antenati, non rinunciarono facilmente a tradizioni tanto radicate, finendo col miscelare i precetti cristiani con lo spiritismo africano, per costruire quell'originale religione mista che è il voodoo. Schiavizzati nelle piantagioni di giorno, di notte gli africani erano liberi di dare sfogo alle loro credenze, in riunioni e danze che richiamavano i loa, gli spiriti che dominavano il mondo e che li avrebbero aiutati a sconfiggere gli oppressori e a riconquistare la libertà. Somiglianti ad angeli senz'ali, i loa sono un gradino sotto il Dio del voodoo, chiamato Bondieu (il "Buon Dio" nell'attuale francese haitiano). Quest'ultimo è una divinità disinteressata alle faccende umane che sono lasciate agli intermediari tra il mondo divino e quello terrestre, i loa appena nominati. Gli assembramenti organizzati a fini religiosi divennero talmente pericolosi dal punto di vista del mantenimento del potere che già nel 1765 fu creata dagli Spagnoli la Prima Legione di Santo Domingo, corpo di truppe destinate alla persecuzione del voodoo e alla dispersione degli schiavi riunitisi per le danze. Questa ulteriore persecuzione non fece altro che rafforzare la credenza degli Africani nella loro religione salvifica. Cosa hanno di tanto speciale quelle riunioni per continuarle nonostante il rischio concreto per la proprio vita? Esse sono svolte in luoghi particolari chiamati hounfour che si possono considerare templi, anche se non sempre sono edifici. Durante questi riti, i loa hanno la tendenza a impossessarsi dei corpi dei loro servitori, definiti in gergo "cavalli", da cui è derivata la formula linguistica "essere cavalcati dai loa". Secondo la tradizione religiosa del voodoo, gli uomini posseggono due anime, il Gros bon ange e il Ti bon ange, il grande e piccolo angelo buono. Entrambe possono separarsi dal corpo in momenti più o meno importanti della vita, come possono essere la malattia, la follia, il sogno e la trance. Tuttavia, è proprio nel corso delle cerimonie voodoo che i loa possono sostituire il Gros bon ange di qualsiasi fedele, cavalcando il suo corpo per portare a termine incarichi di vario genere.Durante questa possessione spiritica, gli adepti compiono gesti come camminare sui carboni ardenti, mangiare letteralmente fuoco o mettere in pratica ritorsioni contro membri del gruppo che si siano macchiati di particolari peccati, almeno secondo le testimonianze dei pochi non convertiti a cui è stato permesso di presenziare a dette cerimonie. Secondo l'autore Claudio Corvino che ce ne parla nel suo approfondimento "Una religione per gli oppressi", risulta comunque abbastanza semplice identificare elementi di finzione in tali possessioni. Per esempio le donne possedute da Damballah sono solite vestire in abiti bianchi e si guardano bene dal rotolarsi a terra come fanno altri posseduti, per evitare di sporcarseli. Inoltre, essere cavalcati dai loa diviene spesso una scusante per infliggere impunemente sanzioni ad altri membri della congregazione, non necessariamente peccatori. Questa spersonificazione dell'individuo, partita come conseguenza dell'intervento dei loa, ha in seguito generato nuove credenze, in cui potenti stregoni voodoo sono capaci di separare l'anima dal corpo altrui o addirittura di infondere nuova vita nel corpo senz'anima di un cadavere, dando origine agli zombi.
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