mercoledì 25 giugno 2014

Gerarchia della Chiesa

Nella Chiesa latina l'elenco completo dei due ordini, quello sacerdotale e quello episcopale, è menzionato per la prima volta nella lettera di papa Cornelio (251-253) a Fabio vescovo di Antiochia, nella quale erano indicati gli ordini allora in uso nella Chiesa di Roma. Prima del Concilio Vaticano II, nella Chiesa latina e orientale i diversi gradi dell'ordine erano suddivisi in due categorie: ordini maggiori (episcopato, presbiterato, diaconato e suddiaconato) e ordini minori, e questi ultimi non erano sacramenti. Nella Chiesa latina chi riceveva gli ordini, a partire da quelli minori, veniva tonsurato e diventava chierico. Dopo il Concilio Vaticano II gli ordini minori sono stati ridotti e non vengono più chiamati ordini, ma ministeri: sono quelli dell'accolito e del lettore. Per quanto riguarda gli ordini maggiori, la teologia cattolica non parla più di ordini, ma di tre gradi dell'unico sacramento dell'Ordine
  • Episcopato: i vescovi. Sono i successori degli apostoli. Esercitano il triplice ministero dell'insegnamento (munus propheticum o munus docendi), del governo pastorale (munus regalis o munus regendi), della santificazione (munus sacerdotalis o munus liturgicum). In età apostolica le loro funzioni erano indistinte rispetto quelle dei presbiteri. Dal II secolo sono normalmente i pastori delle Chiese locali (diocesi).
  • Presbiterato: presbiteri o preti. Sono i collaboratori dei vescovi con i quali condividono la predicazione della Parola di Dio, la presidenza dell'Eucaristia e delle altre celebrazioni sacramentali, esclusa, normalmente, la confermazione e il conferimento dell'Ordine sacro. Sono quindi sacerdoti come i vescovi. Possono esercitare il ministero nella guida di una parrocchia (in tal caso si dicono parroci), o in qualunque altro ministero che gli affidi il vescovo proprio, a cui devono obbedienza. Quando sono inviati dalla loro diocesi come missionari sono detti fidei donum.
  • Diaconato: i diaconi. Sono collaboratori dei vescovi nella modalità del servizio. Predicano la parola di Dio, amministrano il battesimo, assistono alla celebrazione del Matrimonio, coordinano il ministero della carità nella chiesa.
Questo sacramento è chiamato "ordine" in quanto con questo termine si designava, in epoca romana, un "corpo sociale", un gruppo di persone con funzioni pubbliche. Tale termine passò poi nella terminologia ecclesiastica per indicare un "collegio" o comunque un gruppo di persone incaricate di un ministero pastorale e/o di una funzione cultuale. Come i sacramenti del battesimo e della confermazione, nella teologia cattolica si dice che l'ordine conferisce un carattere: l'ordine resta valido per tutta la vita di chi lo ha ricevuto (sebbene le funzioni non possano essere lecitamente attuate), anche in seguito a condanna alla pena della sospensione "a divinis", alla dimissione dallo stato clericale oppure alla decisione di abbandono del ministero: Nel Rito latino può essere ordinato qualsiasi uomo (maschio) battezzato, celibe che ha compiuto 25 anni (Codice Diritto Canonico N 1031), che dopo le prove della formazione in un Seminario, dopo gli studi filosofici e teologici, riceve la positiva valutazione dai responsabili della sua formazione e viene presentato al Vescovo per ricevere il sacramento dell'Ordine. Nella Chiesa cattolica gli ordini sacri sono conferiti solamente a uomini; anche i ministeri istituiti (lettorato e accolitato) sono riservati a uomini, anche se le donne possono svolgere de facto tali servizi durante le celebrazioni liturgiche, leggendo la Bibbia e (più raramente) prestando servizio all'altare. Almeno fino al V secolo, però, era presente almeno un ordine delle diaconesse (donne). I difensori della tradizione cattolica, tuttavia, solitamente precisano che nel caso delle diaconesse non si trattava di un'ordinazione sacramentale, bensì di un semplice servizio istituito, che si rendeva necessario in particolare durante il battesimo delle donne: nella Chiesa antica, infatti, il battesimo veniva amministrato a persone adulte mediante l'immersione completa in una vasca, e quindi era più decoroso che fossero delle donne ad assistere altre donne. La disciplina del celibato conosce due diverse tradizioni all'interno della Chiesa cattolica.

  • Nel Rito latino
    • I diaconi sono ordinati (a partire dal Concilio Vaticano II) sia celibi sia sposati, ma dopo l'ordinazione non possono più sposarsi (se sono celibi), né risposarsi (se sono sposati e rimangono vedovi). Un diacono sposato non può successivamente diventare presbitero (ad eccezione del caso in cui rimanga vedovo).
    • I presbiteri devono essere celibi.
    • Anche i vescovi devono essere celibi.
  • Nei Riti orientali
    • Per i diaconi non è richiesto il celibato, ma dopo l'ordinazione non possono più sposarsi.
    • Per i presbiteri, come per i diaconi non è richiesto il celibato, ma dopo l'ordinazione non possono più sposarsi.
    • Solo per i vescovi è richiesto il celibato: di conseguenza i vescovi vengono scelti fra i monaci, in quanto tutti i monaci sono anche celibi, mentre i preti non monaci possono essere sposati. Tutte le ordinazioni vengono celebrate ordinariamente nel corso della Messa. Momenti culminanti sono l'imposizione delle mani (gesto antichissimo con cui viene trasmesso il dono dello Spirito Santo) e la preghiera consacratoria (con cui si chiede a Dio la speciale grazia divina di cui ha bisogno l'ordinando per compiere il proprio ministero). L'ordinazione dei diaconi e dei preti viene impartita dal vescovo; l'ordinazione dei vescovi (chiamata consacrazione) viene impartita secondo il diritto canonico da almeno tre vescovi, tuttavia è valida anche se è impartita da un vescovo solo. Nella Chiesa cattolica di rito latino esistono inoltre numerose cariche spettanti ad appartenenti all'ordine sacro, sebbene siano considerati alla stregua di titoli onorifici oppure differenziazioni all'interno dei vari gradi dell'ordine e non comportino un'effettiva ordinazione (non sono cioè dei sacramenti):
      • Arcivescovo è il vescovo che presiede un'arcidiocesi.
      • Patriarca, nella Chiesa cattolica di rito latino, è il titolo dato ad un vescovo di una diocesi di importanza storica. Nella chiesa latina esistono quello di Venezia, di Lisbona e di Gerusalemme (altri sono stati successivamente soppressi). Mentre nella Chiesa cattolica di rito orientale il titolo non è solo onorifico e conferisce diritti maggiori rispetto al patriarca di rito latino.
      • Patriarca, nelle altre chiese non latine, è il capo supremo di un'altra Chiesa cattolica, diversa da quella romana.
      • Cardinali sono i vescovi, i presbiteri e talvolta i diaconi, che il papa elegge perché collaborino con lui nel governo della Chiesa universale. Inizialmente i cardinali erano i preti e i diaconi della chiesa di Roma, e i vescovi delle diocesi suburbicarie (cioè le diocesi vicine a Roma: Ostia, Porto Santa Rufina, ecc.), poi, nel tempo i papi hanno cominciato a creare cardinali, cioè loro più diretti collaboratori, vescovi o preti (o anche laici, soprattutto nel rinascimento) di altre diocesi o di altri paesi. Attualmente un candidato al cardinalato deve obbligatoriamente essere dapprima ordinato vescovo.
      • Parroco è il presbitero posto dal vescovo alla responsabilità di una parrocchia
      • Vicario parrocchiale è il presbitero posto dal vescovo al servizio di una parrocchia per aiutare il parroco
      • Aiuto pastorale è il presbitero inviato a una parrocchia ma solo per aiutare il parroco e/o il vicario parrocchiale nell'amministrazione dei sacramenti.
      • Cappellano è il presbitero inviato presso conventi, istituti (ospedali, carceri) per celebrare l'Eucaristia (se fisso, presiede la cappellania).
      • Cappellano militare è il presbitero preposto a fornire assistenza spirituale nell'esercito e nelle forze armate in genere.

martedì 24 giugno 2014

Dalai Lama



Tenzin Gyatso, Sua Santità il 14 ° Dalai Lama è nato il 6 Luglio 1935, in una famiglia contadina nel piccolo villaggio di Taktser, in provincia di Amdo, che si trova nel nord-est del Tibet.
Il suo nome era Lhamo Dhondup fino al momento in cui, con due anni di età, Sua Santità è stato riconosciuto come la reincarnazione del suo predecessore, il 13 ° Dalai Lama, Thubten Gyatso. Il Dalai Lama sono considerati manifestazioni di Avalokiteshvara o Cenresig, il Bodhisattva della Compassione e patrono del Tibet.
Un Bodhisattva è un essere illuminato che ha rinviato la sua entrata in nirvana e scelto per rinascere a servire l'umanità.
Sua Santità il Dalai Lama ha iniziato la sua formazione monastica all'età di sei anni. Il curriculum composto da cinque soggetti maggiori e cinque minori. Il più grande sono: la logica, l'arte e la cultura tibetana, il sanscrito, la medicina e la filosofia buddista - e questo a sua volta è composto da altre cinque categorie: Prajnaparamita , la perfezione della saggezza; Madhyamika , la filosofia della Via di Mezzo, Vinaya , il canone della disciplina monastica, Abhidharma , la metafisica; e Pramana , logica ed epistemologia. Soggetti minori sono: poesia, musica e teatro, l'astrologia, la grammatica e sinonimi. A 23 anni, fece il suo esame finale nel Tempio di Jokhang, a Lhasa, durante il Festival annuale di Preghiere Monlam . Superato a pieni voti ed è stato assegnato il grado di Geshe Lharampa (picco titolo, equivalente ad un Dottorato in Filosofia 1ista). In aggiunta a questi temi buddisti ha studiato inglese, scienze, geografia e matematica.
Nel 1950, 15 anni, Sua Santità è stato chiesto di assumere la piena responsabilità politica come capo di Stato e di governo, dopo l'invasione cinese del Tibet. Nel 1954, si recò a Pechino per colloqui di pace con Mao Zedong e altri leader cinesi, come Chou En-Lai e Deng Xiaoping. Nel 1956, durante una visita in India per partecipare alle feste di compleanno dei 2500 anni di Buddha, era presente in una serie di incontri con Nehru, il primo ministro indiano e il Premier Chou sulla situazione in Tibet rapido deterioramento.
I loro sforzi per raggiungere una soluzione pacifica al problema sino-tibetano sono stati frustrati dalle atrocità della politica cinese in Tibet orientale, portando a una rivolta popolare. Questo movimento di resistenza diffuso in altre parti del paese, e il 10 marzo 1959, Lhasa, capitale del Tibet, è esploso in una grande rivolta. Le manifestazioni di resistenza tibetana chiesto che la Cina lasciare il Tibet, ribadendo la propria indipendenza.
Quando la situazione divenne insostenibile, è stato chiesto al Dalai Lama di lasciare il paese in esilio per continuare la lotta per la liberazione. Sua Santità è recato in India, che gli ha concesso asilo politico, accompagnato da ottantamila altri rifugiati tibetani. Oggi ci sono più di 120.000 tibetani che vivono come rifugiati in India, Nepal, Bhutan e Occidente.Dal 1960, Sua Santità risiede a Dharamsala, una piccola città nel nord dell'India, giustamente conosciuta come "la piccola Lhasa", per ospitare la sede del governo tibetano in esilio.
Dopo l'invasione cinese, Sua Santità ha presentato una serie di risorse alle Nazioni Unite sulla questione tibetana. L'Assemblea Generale ha adottato tre risoluzioni sul Tibet, nel 1959, 1961 e 1965.
Con l'istituzione del governo tibetano in esilio, Sua Santità si rese conto che il compito più immediato e urgente era quello di combattere per la conservazione della cultura tibetana.Fondata 53 grandi insediamenti agricoli per accogliere rifugiati; previsto un sistema educativo autonoma tibetana (ci sono oltre 80 scuole tibetane in India e Nepal) per offrire il tibetano rifugiato bambini conoscenza della loro lingua, storia, religione e cultura. Nel 1959 ha creato il Tibetan Institute of Performing Arts; l'Istituto Centrale di Studi Tibetani Superiori divenne una Università per i tibetani in India. Sua Santità ha inaugurato vari istituti culturali al fine di preservare le arti tibetane e le scienze, e ha contribuito a ripristinare più di 200 monasteri per preservare il lavoro dei grandi insegnamenti del Buddismo, l'essenza dello spirito tibetano.
Sul piano politico, nel 1963 Sua Santità ha presentato un progetto di costituzione democratica per il Tibet, basato sui principi buddisti e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. La nuova costituzione democratica promulgata a seguito di questa riforma è stato chiamato "Carta dei tibetani in esilio." Questa lettera è sinonimo di libertà di parola, di credo, di riunione e di movimento. Esso offre anche delle linee dettagliate di azione per il funzionamento del governo tibetano in quanto a vivere in esilio.
Nel 1992 Sua Santità ha pubblicato le linee guida per la costituzione di un futuro linee di Free Tibet. Ha annunciato che il primo ed immediato compito del Tibet sarà liberato stabilire un governo ad interim con la responsabilità primaria per eleggere un'Assemblea Costituente per creare e distribuire una costituzione democratica tibetana. In quel giorno, Sua Santità trasferirà tutta la sua autorità storica e politica al Presidente ad interim, andando a vivere come un comune cittadino. Ha anche detto di sperare che il Tibet, comprese le tradizionali tre province (U-Tsang, Kham e Amdo), sia federale e democratica.
Nel maggio 1990, le riforme proposte da Sua Santità ha dato luogo alla realizzazione di un'amministrazione veramente democratico per la comunità tibetana in esilio. Il Consiglio dei Ministri tibetano ( Kashag ), che fino ad allora era sempre stato nominato da Sua Santità, è stato sciolto insieme alla decima Assemblea dei Deputati del Popolo Tibetano (Parlamento tibetano in esilio). Nello stesso anno, i tibetani in esilio sul sub-continente indiano e in oltre 33 paesi eletti 46 membri del estesa dell'Assemblea tibetano 11, un voto diretto. L'Assemblea, a sua volta, ha eletto i nuovi membri del gabinetto. Nel settembre 2001, un ulteriore passo nel processo di democratizzazione è stata presa quando l'elettorato tibetano eletto direttamente il Kalon Tripa , capo del ministero del Consiglio dei Ministri, che a sua volta ha nominato il suo gabinetto, che deve essere approvato dall'Assemblea tibetano. Nella lunga storia del Tibet, questa era la prima volta che il popolo eletto loro leader politici.
Nel settembre 1987 Sua Santità ha proposto il Piano di Pace per il Tibet Five Points, come primo passo verso una soluzione pacifica alla situazione rapidamente deteriorata nel paese. A suo parere, il Tibet sarebbe diventato un santuario, una zona di pace nel cuore dell'Asia, dove tutti gli esseri senzienti possano vivere in armonia con il delicato equilibrio ambientale conservato. Cina, finora, non ha risposto positivamente alle varie proposte di pace creati da Sua Santità.
Nel suo discorso ai membri del Congresso a Washington, DC, tenutosi il 21 settembre 1987, Sua Santità ha proposto il seguente piano di pace, composta da cinque punti fondamentali:
Trasformazione di tutto il Tibet in una zona di pace.
Cessazione della politica di trasferimento della popolazione cinese che minaccia l'esistenza stessa dei tibetani come popolo.
Il rispetto dei fondamentali diritti umani dei tibetani e delle loro libertà democratiche.
Restauro e tutela dei tibetani dell'ambiente naturale e l'abbandono dell'uso del territorio tibetano da parte della Cina per la produzione di armi nucleari e rifiuti nucleari.
Avvio di seri negoziati sul futuro status del Tibet e delle relazioni tra il popolo tibetano e cinese.
Parlando al Parlamento europeo a Strasburgo, in Francia, il 15 giugno 1988 Sua Santità minuziosamente dettagliato l'ultimo dei cinque punti che il piano di pace. Ha proposto l'istituzione di colloqui tra cinesi e tibetani per la creazione di un governo autonomo delle tre province tibetane ", in associazione con la Repubblica popolare cinese." Il governo cinese continuerà ad essere responsabile per la politica estera e di difesa del Tibet.
A Sua Santità, questa proposta era "il modo più realistico per ripristinare una identità autonoma del Tibet e ripristinare i diritti fondamentali del popolo tibetano, mentre conciliare gli interessi personali della Cina." Inoltre ha sottolineato che "qualunque sia l'esito delle trattative con i cinesi, il popolo tibetano da soli sia l'autorità decisionale supremo."
Successivamente, però, il 2 settembre 1991 (giorno tibetano Democrazia), il governo del Tibet in esilio ha dichiarato la Proposta di Strasburgo non era più in vigore: "Sua Santità il Dalai Lama, ha chiarito nel suo dichiarazione del 10 marzo, che per l'atteggiamento chiuso e negativo della leadership cinese attuale, si rese conto che il suo impegno personale per le idee espresse nella proposta di Strasburgo è diventata nulla, e che se non nuove iniziative dal lui cinese essere considerato indenne da qualsiasi obbligo rispetto a questa proposta. tuttavia, rimane fermamente impegnata nella strada della non-violenza e trovare una soluzione alla questione tibetana attraverso negoziati e le intese. Nelle attuali circostanze, Sua Santità il Dalai Lama, non si sente più obbligato o limitata per mantenere la Proposta di Strasburgo come base per trovare una soluzione pacifica alla questione tibetana ".
Dal 1967, Sua Santità ha avviato una serie di viaggi che lo hanno portato in 42 paesi. Nel febbraio 1990, è stato invitato dal presidente Vaclav Havel per andare in Cecoslovacchia, dove hanno rilasciato una dichiarazione congiunta invitando "tutti i politici di scrollarsi di dosso restrizioni e gli interessi dei gruppi pubblici e privati ​​e di guidare le loro menti dalla propria coscienza, la sensazione e responsabilità, basato sulla verità e la giustizia. "
Nel 1991, ha incontrato il Presidente degli Stati Uniti d'America, George Bush, Neill Kinnock, leader del opsição britannico, i ministri degli esteri di Francia e Svizzera, il Cancelliere e il Presidente dell'Austria, e diversi altri membri del governo straniero. Nelle riunioni con politica, religiosa, culturale e commerciale, così come nelle grandi udienze presso le università, le chiese o comunità centri leader, ha parlato della sua fede nell'unità della famiglia umana e la necessità di sviluppare un senso di responsabilità universale.
Sua Santità ha detto: "Noi viviamo oggi in un interdipendenti problemi del mondo di una nazione non può essere risolto solo da lunghi sola Senza un senso di responsabilità universale, la nostra stessa sopravvivenza è in pericolo Fondamentalmente, responsabilità universale significa sentirsi per la sofferenza ... altri si sentono lo stesso la nostra sofferenza. Ho sempre creduto in una migliore comprensione, una più stretta collaborazione e un maggiore rispetto tra le varie nazioni del mondo. Inoltre, ritengo che l'amore e la compassione sono il tessuto morale per raggiungere la pace mondo ".
Sua Santità ha incontrato in Vaticano con Papa Paolo VI (1973) e Giovanni Paolo II (nel 1980, 1982, 1986, 1988 e 1990).
In un incontro con la stampa a Roma nel 1980, così espresso il suo desiderio di incontrare Papa Giovanni Paolo II: "Viviamo in un periodo di grande crisi, gli sviluppi globali turbolenti non riesce a trovare la pace nell'anima senza sicurezza. e l'armonia tra i popoli. Per questo motivo, non vedo l'ora di un incontro con il Santo Padre, per scambiare idee e sentimenti, e di ascoltare i vostri suggerimenti sui modi per una pacificazione progressiva tra i popoli. "
Nel 1981, Sua Santità ha parlato con l'arcivescovo di Canterbury, Dr Robert Runcie, e altri leader della Chiesa anglicana di Londra. Ha anche incontrato con i leader della Chiesa cattolica e le comunità ebraiche, e parlò con un servizio interreligioso tenuto in suo onore dal Congresso Mondiale della Fede Nel mese di ottobre del 1989, durante un dialogo tenuto a Dharamsala contando sulla presenza di otto rabbini e accademici provenienti dagli Stati Uniti, Sua Santità ha sottolineato: "Quando siamo diventati profughi, sappiamo che la nostra lotta non sarebbe stato facile, ci vorrà molto tempo, le generazioni si riferiscono spesso al popolo ebraico e il modo in cui ha mantenuto la sua identità e la fede in deroga. tale privazione e sofferenza. Quando le condizioni esterne maturate, lui era pronto a ricostruire la loro nazione. Pertanto, si può concludere che ci sono molte cose da imparare dai nostri fratelli e sorelle ebrei ".
In un altro forum sulla comunione di fede e la necessità di unità tra diverse religioni, ha detto: "Ho sempre creduto che è molto meglio avere un certo numero di religioni e diverse filosofie, di una singola religione o filosofia Ciò è necessario a causa di. diverse disposizioni mentali di ogni essere umano. Ogni religione ha certe idee o caratteristiche tecniche, e imparare su di loro può solo arricchire la propria fede ".
Dal momento che la sua prima visita in Occidente nel 1973, la reputazione di Sua Santità come studioso e uomo di pace è cresciuta solo incessantemente. Negli ultimi anni, un gran numero di università e istituzioni di tutto il mondo lo hanno dato i premi per la pace e titoli di Dottore Honoris Causa, in riconoscimento dei suoi scritti di filosofia buddista e la sua leadership al servizio della libertà, della pace e della non- -violenza. Uno di quei titoli, il dottorato è stato conferito dall'Università di Seattle, Washington, USA.
Il seguente sommario cita l'Università riflette la statura di Sua Santità: "Nel regno della mente e dello spirito, è eccelso nella rigorosa tradizione delle università buddista, raggiungendo il titolo di Dottore con il massimo dei voti, all'età di 25 anni . Sotto affari diplomatici e governativi, però, hai trovato il tempo per insegnare e registrate per iscritto le sue sottili intuizioni la filosofia e il significato della vita contemplativa nel mondo moderno. loro libri rappresentano un contributo significativo non solo per il vasto corpo di letteratura buddhista, ma anche per il dialogo ecumenico tra le grandi religioni del mondo. La loro dedizione alla vita monastica e contemplativa ha raggiunto l'ammirazione non solo dai buddisti, ma anche di meditatori cristiani, tra cui il monaco Thomas Merton, la cui amicizia e conversazioni con eravate estremamente fertile. "
Presentando il Congressional Human Rights Award Raoul Wallenberg nel 1989, ha detto il deputato Tom Lantos degli Stati Uniti. "La lotta coraggiosa di Sua Santità il Dalai Lama si è distinto come leader dei diritti umani e della pace nel mondo i loro continui sforzi per cessare la sofferenza del popolo tibetano attraverso negoziati pacifici e la riconciliazione hanno richiesto un enorme coraggio e lo sacrificare ".
La decisione del Comitato norvegese per il Nobel a conferire Sua Santità il Premio della Pace ha ottenuto il riconoscimento in tutto il mondo e consensi. La citazione dice: "Il Comitato desidera sottolineare il fatto che il Dalai Lama, nella sua lotta per la liberazione del Tibet si oppone costantemente l'uso della violenza Lui invece sostiene di soluzioni pacifiche basate sulla tolleranza e il rispetto reciproco per. la conservazione del patrimonio storico e culturale del suo popolo. Il Dalai Lama ha sviluppato la sua filosofia di pace con un grande rispetto per tutti gli esseri viventi, e un concetto di responsabilità universale che coinvolge tutta l'umanità e la natura. Secondo il Comitato, Il Dalai Lama ha condotto con costruttivo e lungimirante per la soluzione dei conflitti internazionali, le questioni dei diritti umani e dei problemi ambientali globali proposte. "
Il 10 dicembre del 1989, Sua Santità ha ritirato il premio a nome di tutti gli oppressi del mondo e coloro che combattono per la libertà e il lavoro per la pace nel mondo e la gente Pleo del Tibet. Nelle sue osservazioni, ha dichiarato: "Il premio riafferma la nostra convinzione che con la verità, il coraggio e la determinazione come le nostre armi, il Tibet sarà liberato nostra lotta deve rimanere nonviolenta e privo di odio .."
Ha anche inviato un messaggio di incoraggiamento da parte, il cui recente dimostrazione in piazza Tiananmen era stato il bersaglio della repressione brutale movimento democratico cinese. "In Cina il movimento popolare per la democrazia fu sottomessa con la forza bruta, nel giugno di quest'anno. Non credere le manifestazioni sono state vane, perché lo spirito di libertà rinacque nel popolo cinese, e la Cina non può sfuggire l'impatto di questo spirito, che soffia in molte parti del mondo. s 'coraggiosi studenti ei loro sostenitori hanno mostrato la leadership cinese e al mondo il volto umano di quella grande nazione ".
Sua Santità il Dalai Lama dice spesso: "Sono solo un monaco buddista -. Né più né meno"In realtà segue i precetti della vita di un monaco. Vivere in un piccolo cottage a Dharamsala, alzarsi ogni giorno alle 4 del mattino per meditare, e compie un fitto calendario di incontri amministrativi, udienze private e cerimonie religiose insegnamenti.Completa la giornata, sempre con la preghiera. Rivelando i suoi più grandi fonti di ispirazione, di solito cita i suoi versi preferiti, si trovano negli scritti del celebre santo buddista Shantideva:
Mentre esiste lo spazio,
mentre rimangono esseri umani,
devo anche rimanere
a dissipare la miseria del mondo.

Asherah, la moglie di Dio

Yahweh è una divinità antica e potente, l'origine di tutto, oltre che il fulcro delle tre grandi religioni abramitiche. Chiamatelo pure Yahweh, Dio o Allah, ma è con il primo nome che era noto secoli e secoli prima che il Cristianesimo e l' Islam diventassero ciò che sono ora. Nel corso dei millenni, Yahweh ha oscurato un'altra divinità che nei tempi antichi veniva messa alla pari del Creatore: Asherah, una divinità femminile della fertilità che godeva delle stesse attenzioni da parte dei suoi adoratori. Francesca Stavrakopoulou, ricercatrice del dipartimento di Teologia e Religione all'università di Exeter, ha indagato la connessione tra Yahweh e Asherah, cercando di svelare i motivi per cui la divinità femminile sia scomparsa quasi completamente dalla narrazione biblica."Forse lo conoscete come Yahweh, Allah o Dio. Ma su un solo punto concordano ebrei, musulmani e cristiani, i popoli delle tre grandi religioni abramitiche: c'è un solo Dio" dice Stavrakopoulou. "E' una figura solitaria, unica, creatore universale, non un Dio tra tanti...o forse è quello che ci piace credere. Dopo anni di ricerca specializzata nella storia e nella religione di Israele, sono giunta alla conclusione, che alcuni potrebbero giudicare scomoda, che Dio avesse una moglie". Stavrakopoulou basa la sua teoria su testi antichi, amuleti e statuette scoperte prevalentemente nella città costiera di Ugarit, elementi che mostrerebbero che il culto di Asherah sia stato parecchio diffuso tra le popolazioni israelite del tempo.La teoria di una divinità femminile adorata parallelamente a Yahweh non è nuova: già nel 1967 Raphael Patai, orientalista e antropologo propose l'idea di un "doppio culto" di Yahweh e Asherah. Patai, ricercatore di fama internazionale che lavorò per le Nazioni Unite come direttore di progetti di ricerca antropologica in Siria, Libano e Giordania, Asherah sarebbe stata la "regina dei cieli", come viene chiamata nel Libro di Geremia. L'ipotesi che Dio potesse avere una moglie fu avanzata in passato da Patai e da altri ricercatori sulla base di un'iscrizione risalente all' VIII° secolo a.C., e di riferimenti all'interno della Bibbia stessa. "L'iscrizione era una richiesta di benedizione" dice Stavrakopoulou. "L'iscrizione chiede una benedizione da 'Yahweh e Asherah'. Era la prova che presentava Yahweh e asherah come una coppia divina. E ora è stata ritrovata una manciata di altre iscrizioni, e tutte ci aiutano a rafforzare l'idea che il Dio della Bibbia avesse una moglie". La Bibbia sembrerebbe confermare il culto di Ashera nel Libro dei Re, in cui si cita una statua di Asherah nel Tempio di Yahweh a Gerusalemme. A questa statua venivano offerti oggetti di tessuto prodotti dal personale femminile del Tempio. Il testo usa anche il termine "asherah" in due sensi, per riferirsi ad un oggetto religioso, o per definire il nome della divinità. "Molte traduzioni in inglese preferiscono tradurre 'Asherah' con 'Albero Consacrato'" dice Wright. "Questo sembra essere parzialmente dovuto ad un desiderio moderno, ispirato chiaramente dalla narrativa biblica, di nascondere Asherah dietro ad un velo ancora una volta"."Asherah non è stata completamente cancellata dalla Bibbia dai suoi editori maschili" dice J. Edward Wright, presidente del The Arizona Center for Judaic Studies e del The Albright Institute for Archaeological Research. "Alcune sue tracce rimangono, e basandosi su queste tracce, sulle prove archeologiche e sui riferimenti a questa dea nei testi provenienti dai territori confinanti con Israele e il Regno di Giuda, possiamo ricostruire il suo ruolo nelle religioni del Levante meridionale". Asherah non è una divinità che appartiene alle sole religioni abramitiche: nota anche come Ishtar e Astarte, era una divinità potente e celebrata in molte culture, dai Fenici ai Babilonesi, e le cui origini risalirebbero a ben oltre un millennio prima di Cristo. Le sue tracce si possono trovare in testi ugaritici risalenti a un periodo precedente al 1200 a.C., testi che la definiscono con il suo nome completo "Colei che cammina sul mare". Ricorda qualcosa, non vi pare? "I riferimenti alla dea Asherah nel Vecchio Testamento sono rari, e sono stati pesantemente modificati dagli antichi autori che hanno messo raccolto i testi sacri" aggiunge Aaron Brody, direttore del Bade Museum e professore associato alla Pacific School of Religion. Brody è convinto del fatto che gli antichi israeliti fossero politeisti, "con solo una piccola minoranza che venerava solo Yahweh prima degli eventi storici del 586 a.C.". Anno in cui venne distrutto il Tempio di Gerusalemme, cosa che secondo Brody "portò ad una visione più universale del monoteismo: un solo dio non solo per il Regno di Giuda, ma anche per le altre nazioni d'Israele".
Nella lettura di una decina di libri che avevo acquistato anni fa sulle divinità di Canaan. E di come il pantheon cananeo fosse stato assorbito e rimodellato dagli israeliti in un processo che durò, approssimativamente, dal 1200 al 400 a.C. Particolarmente affascinante è Asherah, la moglie di El, che i redattori e i traduttori dell’Antico Testamento hanno lentamente fatto scomparire. Nonostante le numerose statuine della dèa ritrovate e risalenti al Regno di Israele e a quello di Giuda. A testimonianza, proprio, della popolarità di Asherah tra gli israeliti con il loro presunto monoteismo.El (אל, אלהים) è uno dei tanti nomi di Dio nell’Antico Testamento. Gli autori si riferiscono a lui sia con El che con Yahweh (יהוה, oppure אדני). Pur di non citare Asherah (אשרה) nelle traduzioni,
ovvero la moglie della maggiore divinità israelita del nascente monoteismo, i traduttori si sono arrampicati sugli specchi.
Nella Bibbia ci sono circa 40 citazione del sostantivo Asherah (‘SHRH, אשרה). Ma sono state mascherate:

  1. Non pianterai alcun palo sacro di qualunque specie di legno, accanto all'altare del Signore tuo Dio.
  2. (Deut. 16,21)
In realtà, il testo ebraico dice:
לֹא-תִטַּע לְךָ אֲשֵׁרָה, כָּל-עֵץ:  אֵצֶל, מִזְבַּח יְהוָה אֱלֹהֶיךָ
Che così si può tradurre: Non pianterai Asherah (אֲשֵׁרָה, la nostra אשרהappunto) di qualunque specie di legno, nei pressi dell’altare del Signore Yahweh. Questo testimonia, come in quasi tutti
gli altri versetti, che gli israeliti erano soliti piantare Asherah al fianco di Yahweh. Ma soprattutto testimonia l’imbarazzo nella traduzione che la versione cattolica ha mascherato con “palo sacro”.
E ancora: re Ezechia per estirpare il culto di questa dèa la fece abbattere. Ma, nella traduzione, si legge:
  1. Egli eliminò le alture e frantumò le stele, abbatté il palo sacro
  2. (2 Re 18,4)
Non fu abbattuto un “palo sacro”, bensì Asherah come dice chiaramente il testo originale:
הוּא הֵסִיר אֶת-הַבָּמוֹת, וְשִׁבַּר אֶת-הַמַּצֵּבֹת, וְכָרַת, אֶת-הָאֲשֵׁרָה
Geremia (44,17) ricorda proprio che veniva bruciato incenso per la sposa di El-Yahweh:
  1. Anzi decisamente eseguiremo tutto ciò che abbiamo promesso, cioè bruceremo incenso alla Regina del cielo e le offriremo libazioni come abbiamo già fatto noi, i nostri padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme.
E la לִמְלֶכֶת הַשָּׁמַיִם (la regina del cielo) del testo ebraico è la nostra Asherah. E ancora: un
altro passaggio dell’Antico Testamento ricorda addirittura come ci fosse 400 profeti di Asherah (1Re 18,19).
In breve, l’invenzione del monotesimo ebraico dalle divinità cananee ha portato con sé anche Asherah: la consorte di El. La moglie di Yahweh. La sposa del Dio di ebrei e cristiani.

domenica 22 giugno 2014

Portali per altre dimensioni

Nell’entrare nel sonno vi divincolate fuori dal vostro corpo fisico, non in modo dritto e a forma di raggio, ma danzando, vorticando e ruotando. Nei vostri cuori si aprono vie e traiettorie nelle dimensioni e direzioni più diverse. A seconda di dove vogliate andare, volate attraverso dei canali di luce, correte attraverso tunnel del tempo o sparite dietro curve, archi e curvature spaziali. Dove andate, quando vi addormentate e da dove arrivate quando vi svegliate? In questo periodo l’oceano della vita dello Spirito batte onde alte. Esso è identico con il vostro cuore e connette qui tutte le dimensioni insieme. Quando vi addormentate, sognate a occhi aperti, siete in coma o meditate, abbandonate il mondo corporeo fisico ristretto e potete decidere quale Portale usare. Il vostro cuore è la stazione, qui iniziano e terminano tutti i viaggi. Tante vie vi sono aperte: curvature spaziali, ponti di luce, volte energetiche, portali dimensionali e pure buchi neri vi offrono l’accesso verso altre dimensioni. Su vie intrecciate, in apparenti gole, sparisce la vostra consapevolezza del giorno, quando abbandonate il vostro mondo corporeo. Di certo non siete soli. Qui danzano e nuotano i mondi ed esseri di Venere e Asgard, nella veste di Aquile, Delfini e Balene, attraverso i vostri spazi di consapevolezza nascosti. Loro cantano le melodie del vostro passato, che voi stessi avete insegnato – affinché vi sveglino, alla fine del tempo, dal vostro profondo sonno. Tanti laghi e occhi liberano lo sguardo sulla vostra profondità dell’anima e le vostre ampiezze spirituali. Voi potete vedere i movimenti e i colori del mare, le onde, l’essere oceanico in tutte le tonalità del blu e del verde. Il blu risplende di eterna forza creativa spirituale, il verde di forza della vita terrena che sempre ritorna. Questi insieme compongono il respiro cosmico-terreno della vita nei vostri polmoni. Centinaia di vie conducono in centinaia di mondi. Un respiro – e voi siete lì. Un successivo respiro – e siete di nuovo qui – e non vi ricordate di niente. Ovunque c’è vita e ovunque siete voi stessi. Qui si mostra la varietà del vostro proprio essere. Diventereste pazzi, se poteste vedere tutti d’un tratto. Perciò si sfogliano lentamente: voi uscite dalla consapevolezza sveglia, ed entrate negli spazi spirituali, ritornate da esse e portate con voi, ogni volta, più ricordi e più consapevolezza. Voi ora iniziate a portare dentro nella vostra vita terrena questi mondi, esseri ed energie spirituali. Osservate le fasi del vostro addormentarvi. Decidete di viaggiare in spazi e mondi definiti. Prendete una decisione, di andare in un luogo preciso: forse volete andare dalla morte e parlare con essa della vita, forse in spazi spirituali molto lontani, in cui mai prima siete entrati o forse volete semplicemente andare in Nuova Zelanda per vedere come sta Jack. Esistono mille mete di viaggio e motivi per viaggiare. E quando la mattina vi svegliate e ritornate, osservate come lo fate e come vi sentite. Sentite cosa si potrebbe essere svolto, indagate e apprendete il vostro essere nascosto. Iniziate a farvi delle note. In questo modo, l’oceano oscuro che teneva chiuse tante cose, diventa sempre più chiaro e più trasparente. Durante tutti questi avvenimenti – della nascita della Nuova Terra, dei vostri viaggi notturni nelle sale del trapasso e della rivelazione del vostro Spirito – cambiano cose decisive nel vostro proprio orientamento. I vostri movimenti verticali e orizzontali si scambiano i loro posti. Le due immagini successive mostrano il cambiamento della vostra croce della vita: del ramo orizzontale tra il Bene e il Male e del ramo verticale tra la vostra nascita e la vostra morte. Sul vostro Orizzontale siete o buoni o cattivi, sul Verticale o nati o morti. Queste erano le grandi illusioni della vostra vita, perché il Bene e il Male hanno scambiato di continuo i loro ruoli e così anche la nascita e la morte. Loro hanno danzato insieme. Perché anche voi avete danzato e scambiato i ruoli. Esistevano vite corporee in cui eravate inquisitori dalla parte dei buoni che, nel nome di Dio, portavano gli eretici sui roghi, nella profonda convinzione di essere nel giusto. In altre vite eravate ladri, collezionavate teste di altri come trofei – ed eravate profondamente convinti della vostra correttezza. Centinaia di vite le avete trascorse sulla parte finale buona del ramo e avete ucciso nel nome del Bene. Centinaia di altre vite le avete trascorse sulla parte finale cattiva del ramo, conducendo con dedizione le vostre battaglie, perché Dio lo avrebbe voluto. E non era importante per cosa vi eravate decisi, perché finché vivevate su una parte sola del vostro ramo, eravate convinti che fosse giusto. Ma infine arrivò una spanna di vita in cui entrambi erano in voi: sia il Bene che il Male. Volevate terminare il gioco e fondere i due poli. Quindi li avete attivati in voi, cercando l’equilibrio. D’un tratto non eravate più capaci di dire: questo è bene e questo è male. Entrambi diventavano tutto ed entrambi diventavano niente. Così siete entrati in un vortice e alla fine dei tempi non potevate più discernere, non potevate più reggere i vostri valori e giudizi. La vostra intera consapevolezza di oscurità e luce scorreva verso di voi, sul ramo orizzontale della vostra croce della vita – e portava al fallimento il vostro intero orientamento e la vostra morale. Ora si fondono le dimensioni nei vostri viaggi notturni e in quelli giornalieri. Direzioni si invertono all’opposto. Vie che i corpi e lo Spirito intraprendevano nei loro giorni e nelle loro notti, cessavano di esistere. L’oscurità umana scorre dal basso, su negli spazi della vostra compassione, del vostro amore e della vostra dolcezza – fondendosi con loro. La luce umana scorre dall’alto, giù nelle sfere oscure dei vostri dubbi, paure e sensi di colpa – fondendosi con esse. È la danza dei poli, la danza del vostro pensare e sentire, la danza di tutte le confusioni e dolori. Il controllo impellente danza con la tranquillità placata. Il dubbio contraddittorio danza con la chiara certezza. Sentimenti di colpa strazianti danzano con l’innocenza infantile. La nuda paura dell’esistenza danza con la gioia irrefrenabile. Sono danze di trasformazione. Il flusso terreno orizzontale cambia la sua direzione e fluisce ora verticalmente. Lo Spirito respira dentro il mondo ristretto del corpo e ritira il vostro sentire e pensare dal sottofondo della paura e dell’amore, dalla costrizione e dalla calma, dalla gioia e dall’aggressione, il non voluto e tuttavia accaduto entrano in un potente scorrere – vorticando su e giù e perdono la loro identità – dimenticando chi erano. In mezzo a questa tempesta giace un occhio, l’essenza dell’infinito Essere nel silenzio – un abisso, un gorgo o un buco nero che da tanto tempo non è più nero – il canale di Metatron che porta la vita morta e la morte viva nella trasformazione, indietro nel ciclo dell’Essità viva. È la morte di tanti corpi umani, durante questa trasformazione, lo sprofondare e il trasbordare di coloro che non vogliono sopportare il vortice della trasformazione sulla Terra. Ma l’occhio nella tempesta garantisce che nessun’anima si perda, anche se il caos infuria. È un universo della vita, un centro del silenzio in un gigantesco movimento. È il presente del vostro respiro divino – e uno svolgimento passeggero nella storia infinita della vostra vita.

sabato 21 giugno 2014

Pleiadi

 Le Pleiadi (ovvero M 45 del Catalogo di Charles Messier) sono un ammasso aperto visibile nella costellazione del Toro.  Questo ammasso, piuttosto vicino (circa 440 anni luce), conta diverse stelle visibili ad occhio nudo; anche se dagli ambienti cittadini solo cinque o sei delle stelle più brillanti sono visibili, mentre da un luogo più buio se ne possono contare fino a dodici. Tutte le sue componenti sono circondate da leggere nebulose a riflessione, osservabili specialmente in fotografie a lunga esposizione prese con telescopi di dimensione ragguardevole.
I membri  visibili delle Pleiadi sono stelle blu o bianche, molto luminose; l’ammasso conta in realtà centinaia di altre stelle, la gran parte delle quali sono troppo deboli per essere visibili ad occhio nudo. Le Pleiadi sono un ammasso giovane, con un’età stimata di circa 100 milioni di anni, e una vita prevista di soli altri 250 milioni di anni, a causa della sua bassa densità.
A causa della loro brillantezza e vicinanza fra loro, le stelle delle Pleiadi sono note fin dall’antichità: Omero le citava, come pure Tolomeo ed altri autori dell’età classica.
L’ammasso delle Pleiadi si trova a nord dell’equatore celeste, dunque nell’emisfero boreale; l’ammasso domina, nell’emisfero nord, il cielo serale dalla metà dell’autunno all’inizio della primavera.
Come abbiamo accennato le Pleiadi appaiono come un fitto gruppetto di astri molto vicini fra loro, di colore azzurro. Ad occhio nudo si possono scorgere, fuori dalle aree urbane, fino a una dozzina di componenti, sebbene le più appariscenti siano otto (cinque o sei in un cielo moderatamente inquinato). Al binocolo si ha la visuale migliore: l’ammasso appare completamente risolto in stelle, le quali da otto diventano alcune decine; si può inoltre notare che molte di quelle che ad occhio nudo sembravano stelle singole appaiono ora disposte in coppia o in piccoli gruppi.
La prominenza delle Pleiadi nel cielo notturno (nel cielo invernale nell’emisfero boreale e nel cielo estivo nell’emisfero australe) le ha rese importanti in molte culture. Nella mitologia greca, le Sette Sorelle erano tradizionalmente chiamate Asterope, Merope, Elettra, Maia, Taigete, Celaeno e Alcyone. Questi nomi sono oggi assegnati a singole stelle dell’ammasso. Erano, secondo la mitologia, figlie di Atlante e Pleione, anch’essi rappresentati da stelle nell’ammasso. Secondo una delle versioni del mito, le Pleiadi si uccisero dopo la morte delle sorelle, le Iadi. In tutte le versioni , comunque, il destino delle Pleiadi è quello di diventare stelle. Le Iadi erano ninfe dei boschi, figlie di Atlante e sorelle, appunto, delle Pleiadi. Furono tramutate il astri da Zeus e poste in cielo di fronte alla costellazione del Toro.
Il primo riferimento alle Pleiadi in un’opera letteraria conosciuto è proprio una citazione di Esiodo, risalente circa al XI secolo a.C. Omero ne fa poi menzione nell’Odissea, mentre nella Bibbia compaiono addirittura tre riferimenti.
Una piccola curiosità: in Giappone, le Pleiadi sono conosciute come Subaru (parola conosciuta anche in Occidente grazie alla nota casa automobilistica, ma di cui molti ignorano il significato).
Abbiamo visto che Charles Messier inserì l’ammasso  come M 45 nel suo catalogo, L’inserimento di quest’oggetto, come pure dell’Ammasso del Presepe e della Nebulosa di Orione, nel suo catalogo è effettivamente un fatto strano, dato che tutti gli altri oggetti sono molto più deboli e che le intenzioni del Messier erano quelle di compilare un catalogo di oggetti che potevano essere scambiati per comete. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che egli si sentiva in competizione con Nicolas Louis de Lacaille, che nel 1755 aveva compilato un catalogo con 42 oggetti.
L’ammasso, il cui nucleo ha un raggio di circa 8 anni luce, contiene più di 1000 membri, statisticamente confermati. È dominato da stelle blu calde e giovani.  La disposizione delle stelle più luminose ricorda la forma dell’Orsa maggiore e dell’Orsa minore. Si stima che l’ammasso contenga 800 masse solari.
L’ammasso contiene numerose nane brune, oggetti con meno dell’8% circa della massa del Sole, non abbastanza massicci da innescare reazioni di fusione nucleare nei loro nuclei e diventare stelle luminose. Esse possono rappresentare fino al 25% della popolazione totale dell’ammasso, anche se contribuiscono meno del 2% della massa totale. Gli astronomi hanno compiuto grandi sforzi per trovare e poter analizzare nane brune nelle Pleiadi e in altri giovani ammassi, perché in questi ambienti sono ancora relativamente brillanti e osservabili, mentre le nane brune degli ammassi più vecchi sono ormai affievolite e molto più difficili da studiare.
Nell’ammasso delle Pleiadi sono presenti anche alcune nane bianche. Data la giovane età dell’ammasso, ci si aspetta che le stelle della sequenza principale non abbiano avuto il tempo di evolvere in nane bianche, processo che richiede diversi miliardi di anni. Si ritiene che le progenitrici delle nane bianche siano state stelle massicce in sistemi binari. I trasferimenti di massa dalla stella di massa superiore, durante la sua rapida evoluzione, alla compagna, sarebbero risultati in un percorso più rapido per la formazione di una nana bianca.
Secondo degli studi condotti nel 2007 col Telescopio Spaziale Spitzer e col Gemini Observatory delle Hawaii, è emerso che dei pianeti di tipo terrestre sarebbero in formazione o si siano formati attorno ad una delle componenti dell’ammasso, HD 23514, come risultato di una catastrofica collisione fra eventuali proto pianeti; gli astronomi hanno analizzato le emissioni dalle particelle di polveri in orbita attorno alla stella ed hanno concluso che la spiegazione più probabile è che le particelle siano residui di uno scontro violento di pianeti o embrioni
In condizioni osservative ideali, alcune tracce di nebulosità compaiono in fotografie a lunga esposizione e possono essere viste attorno all’ammasso. Questo tipo di nebulosa è chiamato nebulosa a riflessione ed appare brillante a causa della riflessione della luce di una stella luminosa e calda da parte della polvere presente nella nebulosa.
Nel caso delle Pleiadi, si tratta di un sistema complesso di nebulose a riflessione; le più luminose sono state catalogate anche dal Catalogo NGC e dai suoi Index. In particolare, si tratta di NGC 1435, che avvolge la stella Merope, e IC 1990, a nord dell’ammasso. NGC 1432 fa da sfondo alle stelle più occidentali delle Pleiadi, ciascuna delle quali ha nelle vicinanze dei veli nebulosi più brillanti; Ced 19 è la sigla per questi frammenti, catalogati da Ced 19a a Ced 19q. La nebulosa di Alcione è nota anche come vdB 23, quella di Elettra come vdB 20 e quella di Maia come vdB 21.
Era stato inizialmente pensato che la polvere potesse essere un rimasuglio del processo di formazione dell’ammasso;  ma all’età di 100 milioni di anni, quella generalmente accettata per le Pleiadi, quasi tutta la polvere originariamente presente dovrebbe essere stata ormai dispersa dalla pressione di radiazione già da molto tempo. Sembra, piuttosto, che l’ammasso stia transitando attraverso una regione di mezzo interstellare particolarmente polverosa; la prova che l’ammasso e la nebulosa non siano legate da una comune origine risiede nel fatto che possiedono una diversa velocità radiale.
Componenti principali dell’ammasso aperto
Alcione (Eta Tauri) è un sistema stellare; si tratta della stella più luminosa dell’ammasso . La componente primaria, Alcione A, è una gigante azzurra con una magnitudine apparente di 2,85; è una binaria ad eclisse e la separazione fra le due componenti è pari alla distanza che intercorre fra il Sole e il pianeta Giove. Ha una luminosità di 1400 volte superiore a quella del Sole ed una temperatura di 13000 K; il tipo spettrale è B7 IIIe, ossia è una gigante blu che presenta linee di emissione. Possiede una massa di circa 7 masse solari, con un raggio quantificato in 8 raggi solari. La sua alta velocità di rotazione, pari a 215 km/s, ha creato un disco di gas orbitante attorno alla stella stessa all’altezza dell’equatore.
Questa coppia è orbitata da tre compagne:  Alcione B e Alcione C sono entrambe delle stelle bianche di sequenza principale di diciottesima magnitudine; Alcione D è invece una nana bianco-gialla di classe spettrale F, a 191 secondi d’arco dalla primaria, e possiede una magnitudine di 8,7. Alcione C è classificata come variabile Delta Scuti e la sua luminosità varia da 8,25 a 8,30 in un periodo di 1,13 ore.
Atlante (27 Tauri, secondo la nomenclatura di Flamsteed) è un sistema stellare triplo (magnitudine apparente +3,62);  il suo nome proprio deriva dalla figura mitologica del titano Atlante, il padre delle Pleiadi mitologiche. La componente primaria, Atlante A, è una gigante blu di tipo spettrale B con una magnitudine apparente pari a 3,62; è in realtà una binaria spettroscopica con componenti di magnitudine 4,1 e 5,6, con un’orbita di periodo pari a 1250 giorni. La più brillante delle due è una gigante blu di tipo spettrale B8III, che possiede una luminosità 940 volte quella del Sole ed una temperatura superficiale di 12.300 K. Come molte altre stelle di classe B, Atlante possiede una rotazione molto rapida, con una velocità di almeno 212 km/s.
È presente pure una terza compagna di magnitudine 6,8, nota come Atlante B, ad una separazione pari a circa 52 UA. È una stella bianca che completa la propria orbita ogni 150 anni circa.
Elettra (17 Tauri) è la terza stella più brillante dell’ammasso in termini relativi (magnitudine apparente 3,72). Elettra appartiene alla classe spettrale B6III ed è pertanto una gigante blu, ossia una stella in fase di dilatazione a causa dell’espansione che sta iniziando a subire per il progressivo esaurimento della scorta di idrogeno nel suo nucleo.
La sua luminosità assoluta è pari a 1225 volte quella del Sole, a causa dell’alta temperatura superficiale della stella, quantificata in 14.000 K. Con un raggio 6 volte quello della nostra stella, è una delle quattro stelle giganti dell’ammasso.
Elettra compie una rotazione sul proprio asse con una velocità di circa 170 km/s, completandone una in meno di 1,75 giorni. Come altre stelle delle Pleiadi, è circondata da un disco circumstellare di materia espulsa, il che la rende una stella Be. La sua massa è stimata in 5 masse solari, e la sua età sarebbe di 130 milioni di anni.
Sono state registrate storicamente alcune occultazioni perfette di questa stella ad opera dei pianeti del Sistema Solare e della Luna; l’ultimo di questi eventi avvenne il 9 maggio 1841 ad opera del pianeta Venere.
A partire dal suo spettro e grazie ad alcune osservazioni condotte durante un’occultazione dell’astro da parte della Luna, è stato possibile comprendere che Elettra è una stella binaria stretta. La sua compagna, probabilmente una stella bianca di sequenza principale, orbita a 0,8 UA dalla gigante blu con un periodo di 100,46 giorni.
Maia (20 Tauri) è una stella di colore azzurro e di classe spettrale B8III, con una magnitudine apparente di 3,87.
Merope (23 Tauri) è una stella subgigante di classe spettrale B, corrispondente ad un colore azzurro intenso; la sua magnitudine apparente è pari a 4,14. Possiede una luminosità 630 volte superiore a quella del Sole e la sua temperatura superficiale si aggira sui 14000 K; la sua massa è circa 4,5 volte quella solare ed ha un raggio oltre 4 volte superiore. È classificata come una stella variabile Beta Cephei, con una escursione di 0,01 magnitudini.
La nebulosità che circonda Merope, NGC 1435 è parte del grande complesso di polveri in cui le Pleiadi si trovano ora a transitare; un’altra nebulosa nei pressi è IC 349.
Taigete (19 Tauri) è una stella binaria. La componente primaria, Taigete A, è una stella azzurra di classe spettrale B subgigante, con una magnitudine apparente pari a 4,30; in realtà si tratta di un sistema binario spettroscopico le cui componenti sono di magnitudine 4,6 e 6,1. La loro separazione è di 0,012 secondi d’arco e il periodo orbitale si aggira sui 1313 giorni. Esiste anche una terza compagna, Taigete B, più distante e di ottava magnitudine.
Pleione (28 Tauri) è una stella nana bianco-azzurra di sequenza principale di classe spettrale B, con una magnitudine apparente pari a 5,05. È anche una stella variabile, del tipo Gamma Cassiopeiae, con escursioni che vanno dalla magnitudine 4,77 alla 5,50; questa caratteristica ha fatto in modo che le venisse assegnata anche una sigla di stella variabile, BU Tauri.
Pleione è anche una stella binaria spettroscopica, con un periodo orbitale della compagna stimato in 218 giorni, ad una distanza dalla principale di circa 24 UA. La separazione visuale tra le 2 componenti è di 0,2 secondi d’arco.
Celeno (16 Tauri) è una stella subgigante azzurra di classe spettrale B, con una magnitudine apparente pari a 5,45. È avvolta da una densa nebulosa a riflessione, parte del complesso di polveri che le Pleiadi stanno attraversando in questa epoca.
Asterope è una stella doppia. Le due componenti sono isibili ad occhio nudo come una sola stellina minuta di quinta magnitudine, un semplice binocolo già consente di notare che si tratta in realtà di due stelle ben distinte: Asterope I, (21 Tau), è la più brillante delle due, e si presenta come una stella azzurrina di magnitudine 5,76, mentre Asterope II, (22 Tau), appare di un colore leggermente più biancastro e un po’ meno luminosa, essendo di magnitudine 6,43. La separazione delle due componenti, che non costituiscono una coppia fisica, è pari a 0,04°.
E veniamo alle Iadi,  un celeberrimo e brillante ammasso aperto visibile nella costellazione del Toro. Di fatto, rappresentano la testa dell’animale indicato dalla costellazione. Si tratta dell’ammasso aperto più vicino a noi.
Il gruppo delle Iadi si distingue con grande facilità anche ad occhio nudo: nel cielo dell’inverno boreale si presenta molto alto sopra l’orizzonte e appare come un grande addensamento di stelle disposte a formare una sorta di grande “V”; la sua stella apparentemente più luminosa è la gigante rosso-arancio Aldebaran, in realtà l’unica fra le stelle visibili in questa direzione a non appartenere fisicamente all’ammasso, in quanto più vicina a noi. Lo strumento più indicato in assoluto per la sua osservazione è il binocolo, che consente di risolvere completamente l’ammasso, rivelandone tutte le sue componenti, nonché di comprenderlo interamente nella visuale.
Il gruppo delle Iadi è noto fin dalle epoche più remote; il suo nome attuale risale però all’epoca dell’Antica Grecia, quando, attorno al 1000 a.C., fu menzionato in alcuni testi. Secondo la mitologia greca, le Iadi erano le ninfe figlie di Atlante, il titano condannato a trasportare il globo terrestre sulle sue spalle per l’eternità, ed Etra; dall’unione fra Atlante e Pleione erano nate le ninfe Pleiadi, pertanto i due gruppi di ninfe erano sorellastre, avendo il padre in comune. Non a caso dunque, i Greci chiamarono con questi due nomi due ammassi di stelle posti a breve distanza l’uno dall’altro.
L’ammasso delle Iadi è il più vicino alla Terra, il suo centro si trova infatti ad appena 151 anni luce da noi. La stella più luminosa nella direzione dell’ammasso è Aldebaran, che però non ne fa parte (si trova a circa metà strada tra noi e l’ammasso); senza contare Aldebaran, ci sono circa 300 stelle che sono membri accertati o probabili dell’ammasso. La maggior parte di queste non sono visibili ad occhio nudo, ma si mostrano bene anche in un piccolo binocolo.
Le quattro stelle più brillanti delle Iadi sono tutte giganti rosse che hanno iniziato la loro vita come massicce stelle di classe A e sono poi evolute al di fuori della sequenza principale; si trovano tutte a pochi anni luce l’una dall’altra. I loro nomi secondo la nomenclatura di Bayer sono γ, δ, ε e θ Tauri.
Le stelle delle Iadi sono associate tra di loro, nel senso che si stanno muovendo approssimativamente nella stessa direzione e alla stessa velocità all’interno della Via Lattea; apparentemente si stanno muovendo ad una velocità di circa 46 km/s verso un punto situato alcuni gradi ad est della brillante stella Betelgeuse. Ripercorrendo all’indietro il loro movimento, si scopre che le Iadi si trovavano molto più vicine al Sole in un periodo stimato intorno agli 1,1 milioni di anni fa, e che le componenti dell’ammasso si trovavano tutte all’incirca in un singolo punto 600 milioni di anni fa, un risultato spiegato dalla teoria, comune per un ammasso aperto, che si siano formate dalla stessa nebulosa. Questo moto comune fu dimostrato solo nel 1908 dall’astronomo Lewis Boss. Le stelle del Presepe, un altro ammasso aperto nelle vicinanze, potrebbero anch’esse essere legate all’ammasso delle Iadi.
Gran parte delle stelle delle Iadi presentano un alto tasso di metallicità e un colore tendente al giallo o all’arancione, colori tipici delle stelle di classe spettrale G o K, indice dell’età relativamente avanzata dell’ammasso, la quale è appunto stimata sui 625 milioni di anni. 
Sette sorelle
Per la mitologia greca erano sette sorelle, ninfe delle montagne figlie di Atlante e Pleione. Per gli astrofisici oggi  sono un ammasso stellare che conta oltre 1000 astri. Sono le Pleiadi, splendido oggetto celeste che scintilla brillantissimo nel cielo di novembre e che rimarrà ben visibile per tutto l’autunno e l’inverno. Già alto in prima serata verso est, questo caratteristico gruppo di astri è situato nella costellazione del Toro. Ad occhio nudo e in assenza di luci o inquinamento luminoso, è possibile contare tra 6 e 8 stelle dell’ammasso, ma già con un semplice binocolo se ne individuano alcune decine. Dal punto di vista astronomico, le Pleiadi sono un ammasso stellare aperto – dove tutti gli oggetti che lo compongono si sono formati dalla stessa nube proto stellare — che ha un raggio del suo nucleo centrale di circa 4 anni luce e dista da noi poco più di 400 anni luce. Può sembrare sorprendente ma l’estensione delle Pleiadi è davvero elevata: basti pensare che la sua ampiezza apparente equivale a quattro volte il diametro della luna piena. Un’altra particolarità di questo ammasso è la sua età, relativamente giovane in termini astronomici: circa cento milioni di anni. Nonostante ciò, le previsioni degli astrofisici non prospettano una lunga vita per questo ammasso, che dovrebbe disgregarsi (per effetto di interazioni gravitazionali con altri oggetti celesti massicci come gruppi di stelle o nebulose), nell’arco di qualche centinaio di milioni di anni. 

perché la religione?

Quando si sente parlare di religione in genere si associa questa parola a credenza nell'esistenza di un dio, dottrina sull'aldilà , filosofia di vita, pensiero morale, etc. Si tratterebbe cioè di idee cui si può indifferentemente credere o non credere.
Le religioni, secondo un diffusa mentalità sarebbero "pensate" dagli uomini. Questo è un approccio ingenuo al fenomeno religioso, sono infatti i bambini che credono a quello che pensano, gli adulti più normalmente credono a quello che vedono.
Secondo la vulgata ogni popolo avrebbe " pensato" e "sviluppato" la propria religione in base a "suggestioni" e " credenze" diverse legate al proprio ambiente . Insegnano fin dall'asilo che fin dalle origini della storia l'uomo , suggestionato da fenomeni misteriosi quali il vulcano, il vento, il fulmine etc. abbia " pensato" ( e creduto al proprio pensiero ) che dietro a quei fenomeni ci fossero degli esseri speciali sovrumani , inventando così gli spiriti, gli dèi. Purtroppo queste sono opinioni e insegnamenti molto comuni in occidente, vere e proprie congetture, fantasie. Nonostante le scienze abbiano fatto passi enormi negli ultimi decenni, la mentalità comune in fatto di religioni è assolutamente infantile : valgono   le " spiegazioni"  più o meno fantasiose sul fenomeno religioso, più che i dati, i fatti.
Se consideriamo uno tra i fenomeni religiosi più rilevanti della storia, Gesù di Nazareth, possiamo osservare come le testimonianze su di lui, cristiane e non cristiane, attestino che Egli aveva un seguito di folle, cioè di migliaia di persone , per i miracoli e prodigi che faceva e non per le idee che proclamava.
Anzi, le folle che andavano a lui anche da regioni lontane e lo seguivano come l'iniziatore di una nuova era , finché  vedevano i suoi miracoli e prodigi lo seguivano ma quando poi è morto e si trattava di credere al suo messaggio cioè alle sue promesse di miracolo, i più non gli credettero.
I dati storici, antropologici, culturali che abbiamo a disposizione sulle religioni del mondo e della storia ci dicono che esse si presentano soprattutto come in insieme di eventi significativi, di fatti, più che di dottrine. Le ricerche scientifiche nell'ambito del fenomeno religioso a partire dalla paleoantropologia e dall'antropologia del sacro, di Mircea Eliade, Dumezil, Jiulien Ries, per citarne alcuni più noti del secolo scorso , ancora non sono entrati nella formazione scolastica e culturale dell'occidente. Questi ed altri studi fondamentali ci dicono che nel mondo ci sono tanti popoli , culture diverse, diverse mentalità, diversi modi di interpretare e vivere la vita, diverse espressioni religiose e molte diversità si spiegano con la diversità degli ambienti di vita , delle abitudini, degli usi e costumi, delle tradizioni , ma tutto questo non spiega la diversità di credenze ed espressioni religiose.

Quali fatti hanno dato origine alle religioni?

Come diceva lo scrittore della antica Grecia, Plutarco " non si conosce un popolo che non abbia una religione ", mentre nessuna specie animale ha mai espresso una forma religiosa. La religione è un fenomeno tipicamente umano .
La paleoantropologia ci dice che nella storia , dall’emergere dell’uomo all’inizio del Paleolitico, in ogni tappa evolutiva abbiamo testimonianze riconducibili alla religiosità umana: - sepoltura - iscrizioni rupestri -  attività di simbolizzazione, etc. Gli studi di paleoantropologia dispongono di una documentazione abbastanza ricca sul simbolismo legato al senso religioso che riguarda gli ultimi 100 mila anni.
Nelle caverne gli antichi avevano le loro scuole in cui insegnavano ad esempio l'arte della caccia e si avvalevano di simboli che rimandavano alla attività della caccia, simboli che rimandano a cose della natura.
Dentro le stesse grotte troviamo anche simboli che non sono riconducibili a cose osservabili della natura come glifi, cerchi, croci, spirali, etc . Tutti i ricercatori sono concordi nel ritenere che si tratta di simboli riconducibili allo spirito umano ed esprimono qualcosa che non appartiene alla esperienza sensoriale ma alla esperienza della percezione interiore. Attraverso questi simboli essi cercavano di esprimere l' inafferabile, l'ulteriore, l'invisibile .
Bisogna ritenere che alcuni uomini o donne, nelle diverse comunità umane arcaiche abbiano sperimentato percezioni dell'ulteriore, dell'invisibile, dell'inafferabile, del Sacro. 
C'è un modello interpretativo che applicato ai fenomeni religiosi intercetta ciò che è religione e ciò che non lo è. La chiave di questo modello è la rivelazione.
Osservando il fenomeno religioso nella storia possiamo dire che i popoli hanno sviluppato riti, culti e dottrine , cioè religioni, sulla base di fatti ricondotti a spiriti , fatti che comunemente chiamiamo miracoli e prodigi che gli uomini hanno veduto e che alcune persone speciali, gli intermediari , hanno interpretato disvelandone i significati. Ciò non significa che gli dei si " sono fatti vedere" , in senso letterale ; significa piuttosto che ci sono dei fatti straordinari che sono stati ricondotti a questi spiriti sulla base della testimonianza di " intermediari " , persone speciali , genericamente chiamate sciamani, sibille profeti o veggenti, che in modi diversi hanno comunicato con loro.
Gli uomini ordinariamente non vedono gli spiriti, ma vedono i loro fatti. Quando ci sono intermediari, persone che in modi diversi comunicano con gli spiriti e ne riconducono i fatti alla loro azione, allora c'è una Rivelazione.
Miracoli e prodigi  insieme con le parole degli intermediari , inscindibilmente collegati , costituiscono la Rivelazione.
Senza il fatto straordinario ( miracolo, prodigio ) le parole degli intermediari non avrebbero senso e credibilità e senza le parole di un intermediario i fatti straordinari in se sarebbero incomprensibili, senza significato. I fatti straordinari, miracoli e prodigi insieme -ed in modo inscindibile- alle parole degli intermediari che li hanno ricondotti a questo o quell'altro spirito costituiscono una Rivelazione. 
E' sulla base delle rivelazioni che sono nate le religioni.
La rivelazione è la base costitutiva di ogni religione.
Sono gli dei che dando rivelazioni  in vari modi agli uomini di tutti i tempi, hanno "suscitato" le religioni, cioè quei complessi sistemi simbolici e culturali che custodiscono, tramandano e sviluppano le Rivelazioni e le relazioni con gli dei .
Per comprendere ciò è possibile riferirsi ad un esempio noto come i fatti di rivelazione della Madonna a Lourdes. Lì abbiamo tutti gli elementi che costituiscono la nascita di una religione:
- uno spirito ( la Madonna ) suscita un intermediario ( Bernadette) inducendo una visione di tipo profetico.
- lo spirito promette miracoli e prodigi che poi avvengono e che sono verificabili.
- le persone che hanno fiducia nell'intermediario chiedono altri prodigi e miracoli ;
- l'intermediario rivela loro il nome dello Spirito e le modalità di relazione (alleanza con lo spirito ) .
- il gruppo invoca lo spirito secondo le modalità richieste ed  avvengono nuovi miracoli e prodigi
- il gruppo si allarga e crea nuove modalità di relazione con lo   spirito, riti, preghiere, etc.
- nasce la religione.
Numerosissime sono le testimonianze storiche che si possono descrivere con questo modello. 

Perché le religioni sono tante e diverse?

La molteplicità delle religioni non e'  frutto di errori di percezione  del sacro : non c'è qualcuno che ha compreso erroneamente le rivelazioni divine e qualcun altro che le ha comprese meglio, per cui ci sarebbe una diversità di percezione e comprensione della stessa realtà del Sacro ;
la molteplicità delle religioni è il frutto della ricchezza di manifestazioni del sacro stesso che ha donato molteplici rivelazioni. Molteplici Rivelazioni, molteplici dei, molteplici Religioni. Come abbiamo visto definita cosa è religione e cosa non lo è una questione complicata. Ogni definizione di religione ha le sue ragioni ed i suoi obiettivi : uno Stato può definire cosa è religione e cosa non lo è - ad esempio- in base a calcoli elettorali o fiscali. Ci possono essere tante definizioni di religione e nessuna autorità umana puo' stabilire quale è più vera delle altre.
Noi abbiamo fatto una scelta , abbiamo scelto il modello che spiega il maggior numero di fenomeni religiosi sulla base di fatti verificabili, le rivelazioni : una religione nasce sempre e solo intorno ad una manifestazione del Sacro, del potere di una divinità e di esperienze straordinarie di coscienza degli intermediari, cioè intorno ad una Rivelazione.
La "verità" di una religione , la sua " veridicità" - è per noi - è il suo fondarsi su una Rivelazione .
La religione è sempre -in questo senso- " rivelata " oppure non è religione.
Sono religioni solo quei sistemi simbolico-culturali che sono nati su fatti di rivelazione  , eventi osservabili , miracoli e prodigi attestati e interpretati da intermediari, cioè persone con capacità estatiche permanenti ( non casuali, transitorie) .
Tutti gli altri fenomeni religiosi che non nascono da una rivelazione ma sono frutto di " pensieri "  anche di grandi personaggi della storia o " congetture "  che riguardano l'ambito del Mistero, della religiosità umana, per quanto sono da rispettare  le persone che ci credono, non sono da considerare a nostro avviso propriamente religioni, ma movimenti religiosi, Movimenti a simbologia religiosa, culti , credenze, etc.Questi fenomeni appartengono ad un'area che molti chiamano " religiosità secondaria".
Le religioni poi sono tutte diverse, perché diverse sono le rivelazioni intorno alle quali esse sono nate Ogni religione introduce i fedeli (=coloro che hanno fede in quella rivelazione) in percorsi di vita diversi che hanno esiti diversi .
Le religioni non sono tutte vere allo stesso modo perché praticandole conducono ad esiti diversi.
Per le scienze religiose si tratta di scoprire questa diversità delle rivelazioni e degli esiti ai quali esse conducono.