venerdì 25 aprile 2014

Cosa c’è dopo la morte?



Dai tempi biblici e cioè da millenni si aggira un fantasma nella mente umana: la morte. Per quanto tempo ancora dovremmo ripeterci nella mente l’interrogativo, e dopo? Tutti prima o poi dovremo morire, lasceremo questo corpo distaccandoci dalla realtà oggettiva. Il timore di sapere che quando giungerà il momento ci sarà un salto nel vuoto che sancirà il passaggio ad un’altra dimensione a noi ancora sconosciuta è da sempre un incubo. Per esorcizzare questo punto un curioso meccanismo di autodifesa s’innesca nella mente umana, il pensare ad altro. Ma poi ritorna perché l’uomo inconsciamente tende a deificare il proprio corpo quindi nella stragrande maggioranza delle persone riaffiora il mito negativo della morte. Perché esiste la morte? Questo è un dilemma che da sempre ha stimolato le coscienze umane, la natura dell’uomo sta nella nascita e nella morte il senso e il fine della nostra esistenza, il dolore ci accompagna nella vita a braccetto con una pace e un’armonia autentica che equilibra l’esistenza. E’ dimostrato dalle nuove scienze psicologiche ma anche dalle antiche filosofie orientali che l’uomo vive la sua vita in una sorta di psicopatologia della normalità ovvero sia le fobie croniche o meno che si manifestano diventano un fenomeno collettivo e come tale rientra in una normalità apparente e scivola via senza che nessuno se ne accorga perché comune alla società. A tal proposito è molto illuminante ciò che ha scritto sull’argomento in “Psicanalisi della società contemporanea” Erich Fromm un grande umanista, sociologo e psicologo della nostra storia: “La convalida consensuale in se non ha nulla a che vedere con la salute mentale. Come c’è una folie a deux, così c’è una folie a milions. Il fatto che milioni di persone condividano gli stessi errori non fa di questi errori una verità, e il fatto che milioni di persone condividano la stessa forma di malattia mentale, non fa che questa gente sia sana”. E quale sarebbe la patologia più diffusa tra il genero umano? La paura della morte che è certamente una delle sindromi più comunemente estese in seno alla nostra umanità e di sicuro è l’ultimo dei tabù della nostra società. Esiste allora un modo per porre un limite alla tortura di questa calamità psichica e liberarci da questo terribile condizionamento? Credo di si, se saremo in grado superare questa limitazione, non con scongiuri o esorcismi, ma con ragione e intuito. Proviamo allora a vedere come funzionerebbe questo trapasso dalla vita terrena a quella spirituale, certamente l’informazione, la scienza storicamente aiuta a capire razionalmente le cose quindi un valido aiuto per la nostra coscienza. Un punto di partenza scientifica sui decessi è stato quello di sospettare che il passaggio conosciuto come morte sarebbe l’esito di continue iterazioni del complesso corpo-mente-spirito. Nel sostenere questa tesi, onde sdrammatizzare l’idea che si ha del fenomeno si è espresso anche lo stimato scienziato russo K.Korotkov che ha messo a punto un dispositivo che è in grado di fotografare l’immagine di una bolla di energia disposta intorno al corpo umano, tipo la famosa camera di Kirlian per intenderci. Dall’analisi delle fotografie al momento della morte si è potuto appurare che questa energia rimane anche dopo il trapasso del deceduto per un periodo abbastanza lungo quindi comincia a rarefarsi fino a cominciare a staccarsi dal corpo fisico salendo verso l’alto in maniera autonoma. Si è notato anche che il periodo del processo di distacco dal corpo varierebbe a seconda del tipo di morte che può avvenire per malattia, vecchiaia, suicidio e omicidio. E non è tutto sarebbe emerso anche che l’energia non svanisce nel nulla ma si fonderebbe nel grande Oceano galattico fonte primaria dell’Energia Vitale. Alla luce di questa scoperta poi avvalorata da innumerevoli esperimenti e test scientifici, siamo sicuri che la morte abbia un valore definitivo o bensì di trapasso verso una nuova
dimensione spirituale che ci renderebbe eterni? Questa è indubbiamente un’era energetica, nel senso spirituale del termine, infatti sappiamo che l’energia è una manifestazione a carattere vibrazionale che fa accadere le cose in mille aspetti e forme quindi creatrice di questa realtà apparente che noi vediamo. Ma che ne è di tutte quelle altre frequenze che noi non percepiamo ma che sappiamo esistono? I ricercatori d’oggi infatti basano i loro studi non soltanto sulla materia ma anche ad una più alta conoscenza globale che rende i loro studi più totali tenendo conto di una realtà visibile e invisibile quindi si fa strada l’idea che l’uomo non operi soltanto con energie fisiche ma anche psichiche, emotive, mentali e spirituali. La tecnologia di avvale di metodi che ormai sono in grado di visionare chiaramente una scheda esaustiva dell’uomo leggendo la più segreta e complessa scheda informativa che è la Psiche. Ormai sono in grado di osservare pensieri, preoccupazioni e i propositi più segreti quindi capaci di dimostrare che l’energia sopravvive anche dopo il decesso. Ognuno di noi arrivati a questo punto può trarne le conclusioni che vuole. Personalmente credo fermamente che la nostra esistenza non si fermi nella dimensione fisica e duale che stiamo vivendo ma faccia parte di un disegno più globale che ci accomuna tutti quanti instradandoci verso quella energia cosmica che ci amalgama in una cosa sola




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