L'origine di quest'ordine risale agli anni 1118-1120, successivi alla prima crociata (1096), quando la maggior parte dei cavalieri era tornata in Europa e le esigue milizie cristiane rimaste erano arroccate nei pochi centri abitati. Le strade della Terrasanta erano quindi infestate da predoni e Ugo di Payns, originario dell'omonima cittadina francese della Champagne, insieme al suo compagno d'armi Goffredo di Saint-Omer e ad alcuni altri cavalieri, fondarono il nucleo originario dei templari, dandosi il compito di assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini europei che visitavano Gerusalemme dopo la sua conquista. L'ordine venne ufficializzato, il 29 marzo 1139, dalla bolla Omne Datum Optimum di Innocenzo II e definitivamente dissolto tra il 1312 e il 1314.
I templari nascono come ordine monastico-militare; la loro struttura trae ispirazione dall'ordine cistercense e trae sostegno dalla figura più rappresentativa che proprio in quegli anni di fondazione caratterizzava la cultura europea, Bernardo di Chiaravalle (poi santo). Oltre i tre classici voti degli ordini monastici - povertà, obbedienza e castità - adottarono la regola benedettina e cistercense. Bernardo, il predicatore e teologo dell'ordine dei Cistercensi che divenne loro convinto sostenitore, nel suo De laude novae militiae indica ai cavalieri le attività da svolgere in tempo di pace e di guerra, l'alimentazione da seguire, l'abbigliamento da indossare nelle varie circostanze per ciascuna categoria di fratelli. I cavalieri ad esempio adottarono la veste bianca dei cistercensi sormontata da una croce rossa. Venivano reclutati soprattutto tra i giovani della nobiltà, desiderosi di impegnarsi nella difesa della cristianità in Medio Oriente. L'ordine militare così formato aveva una gerarchia assai rigida. I suoi membri, come in ogni ordine monastico, facevano voto di castità, obbedienza e povertà, lasciando all'ordine tutte le loro proprietà ed eredità.
Il 14 settembre 1307 il re inviò messaggi sigillati a tutti i balivi, siniscalchi e soldati del Regno ordinando l'arresto dei templari e la confisca dei loro beni, che vennero eseguite il venerdì 13 ottobre 1307. La mossa riuscì in quanto viene astutamente avviata in contemporanea contro tutte le sedi templari di Francia; i cavalieri, convocati con la scusa di accertamenti fiscali, vennero arrestati.
Le accuse che investirono il Tempio erano infamanti: sodomia, eresia, idolatria. Vennero in particolare accusati di adorare una misteriosa divinità pagana, il Bafometto. Nelle carceri del re gli arrestati furono torturati finché non iniziarono ad ammettere l'eresia. Il 22 novembre 1307 il papa Clemente V, di fronte alle confessioni, con la bolla Pastoralis præminentiæ ordinò a sua volta l'arresto dei templari in tutta la cristianità.
Il Sacro Graal
Nel corso degli anni, numerose leggende nate intorno alla figura del Santo Graal hanno affascinato i popoli della terra in ogni tempo, stimolando la fantasia di numerosi scrittori.
Nel testo arturiano "Joseph d'Arimathie - Le Roman de l Estoire dou Graal" del 1202 scritto da Robert de Boron, il Santo Graal viene descritto come il calice dell' Ultima Cena, in cui Giuseppe d'Arimatea aveva raccolto il sangue di Gesù crocifisso. Nuovi elementi in merito li ritroviamo in "Le Grand Graal", un testo di cui non conosciamo l'autore, che continua e integra il racconto del "Joseph di Arimathie". Il Graal viene associato a un libro scritto da Gesù Cristo, alla cui lettura può accedere solo chi è in grazia di Dio e le verità di fede che esso contiene non potranno mai essere pronunciate da lingua mortale senza che i quattro elementi ne vengano sconvolti. Se ciò, infatti, dovesse accadere, i cieli diluvierebbero, l'aria tremerebbe, la terra sprofonderebbe e l'acqua cambierebbe colore. Da questo si deduce che il libro-coppa possiede un temibile potere.
Perché il calice fu portato proprio in Inghilterra? I sostenitori della sua esistenza affermano che durante la sua permanenza in Cornovaglia, Gesù aveva ricevuto in dono una coppa rituale da un Druido convertito al cristianesimo e quell'oggetto gli era particolarmente caro. Dopo la crocefissione, Giuseppe d'Arimatea aveva voluto riportarla al donatore ulteriormente santificata dal sangue di Cristo; il Druido in questione era Merlino.
Giunto a destinazione Giuseppe affida la coppa a un guardiano soprannominato "Ricco Pescatore" o "Re Pescatore" perché, come Gesù, ha sfamato un gran numero di persone moltiplicando un solo pesce. Secoli dopo nessuno sa più dove si trovi il "Re Pescatore" e il Graal è, di fatto, perduto.
Sulla Britannia si abbatte una maledizione chiamata dai Celti Wasteland , uno stato di carestia e devastazione sia fisica che spirituale. Per annullare il Wasteland è necessario ritrovare il Graal, simbolo della purezza perduta. Un Cavaliere della Tavolo Rotonda (Parsifal o Galaad "il Cavaliere vergine") occupa allora lo "Scranno periglioso", una sedia tenuta vuota alla Tavola Rotonda, su cui può sedersi ,pena l'annientamento, solo "il Cavaliere più virtuoso del mondo", colui che è stato predestinato a trovare il Graal.
Dopo che il Cavaliere ha trascorso alcuni anni in meditazione, la ricerca riprende e finalmente Parsifal (o Galaad) pone il quesito, a cui viene risposto. "È il piatto nel quale Gesù Cristo mangiò l'agnello con i suoi discepoli il giorno di Pasqua. (...) E perchè questo piatto fu grato a tutti lo si chiama Santo Graal".
Il Graal a questo punto, siamo intorno al 540, riportato da Parsifal a Sarraz, una terra in medio oriente impossibile da situare storicamente e geograficamente
Per secoli non si parlò più del Graal, finché, verso la fine del XII secolo, esso tornò improvvisamente alla ribalta a causa delle Crociate.
A partire dal 1095, molti Cavalieri cristiani si erano recati in Terra Santa, tra cui i Templari, ed erano entrati per forza di cose in contatto con le tradizioni mistiche ed esoteriche del luogo e sicuramente qualcuna di esse parlava del Graal, un sacro oggetto dagli straordinari poteri.
Intorno al 1210, nel poema Parzival, il tedesco Wolfram Von Eschembach fornisce una nuova interpretazione sulla natura del Santo Graal. Non e' più una coppa ma:
"una pietra del genere più puro (...) chiamata lapis exillis. (Se un uomo continuasse a guardare) la pietra per duecento anni, (il suo aspetto) non cambierebbe: forse solo i suoi capelli diventerebbero grigi".Il termine lapis exillis e' stato interpretato come "lapis ex coelis", ovvero "pietra caduta dal cielo": e difatti Wolfram scrive che la pietra era uno smeraldo caduto dalla fronte di Lucifero e portato a terra dagli angeli rimasti neutrali durante la ribellione.
I Templari ed il Graal
Roncelin de Fos , Maestro di Provenza fra 1248-1250, Maestro di Inghilterra (1251-1253), e di nuovo di Provenza (1260-1278)riferisce che il Natale del 1243 Pierre Bonnet, uno dei diaconi dei Catari,si sarebbe rivolto ai Templari di Pieusse chiedendo una scorta per recuperare dalla grotta di Niaux una loro reliquia ("Reliquia di Giuseppe") e scortare l'oggetto e sette donne catare fino a Gerusalemme. l'intenzione dei Catari apparentemente è di consegnare in custodia l'oggetto ai Templari.
Recuperata la Reliquia, le sette donne sono guidate da de Fos ad imbarcarsi nel porto templare di La Rochelle in direzione di Bari e di qui sbarcano ad Acri.
Giunti in Terra Santa, de Fos si rivolge al fratello del de Vichiers perché provvedesse ad occultare la reliquia; il de Vichiers coinvolge un altro Teamplare, il de Sonnac, il quale li mette in contatto con gli Assassini.
Essi offrono come nascondiglio una tomba nelle rovine di Petra, azionata con un meccanismo segreto che viene rivelato alle sette custodi, ad ognuna delle quali consegnano anche un medaglione.
Le donne si separano per ritornare in Europa ma una di loro viene catturata dal Signore di Tiro, Filippo Montfort (nipote del Simone che stava conducendo la crociata contro i catari).
Se si analizzano le varie vicende storiche che si sono succedute nel corso dei vari secoli, si trovano testimonianze della presenza del Santo Graal in Inghilterra, Francia, Scozia, Galles, Spagna, Iran, Italia… e persino a Oak Island, nella New England (USA). Una interessante, quanto suggestiva, ipotesi, vede il Santo Graal individuato a Rennes-le-Chateau dal parroco Bérenger Saunière. Il parroco, dopo dei lavori di ristrutturazione alla antica chiesa, nel 1891, rinviene delle misteriose pergamene contenenti messaggi cifrati. Questi messaggi avrebbero portato Saunière ad un quadro di Poussin, e quindi ad una antica tomba nelle vicinanze di Rennes-le-Chateau. Che Saunière avesse rinvenuto, magari proprio in quella tomba il Santo Graal? Questo non lo sappiamo, i fatti comunque attestano che il parroco, da una situazione di modesta esistenza, si trovò a spendere cifre elevatissime. Si calcola che abbia speso in totale una somma pari al corrispondente di 30 miliardi dei giorni nostri.
Di seguito sono riportati i 4 nascondigli più probabili:Il Santo Graal si trova nel Castello di Gisors
I Cavalieri Templari avevano stretto rapporti con la "Setta degli Assassini", un gruppo iniziatico ismailita che adorava una misteriosa divinità chiamata Bafometto . Per alcuni il Bafometto altro non era che il Santo Graal; prima di essere sgominati, gli Assassini lo avevano affidato ai Cavalieri Templari, che lo avevano portato in Francia verso la metà del XII secolo. Se le cose fossero davvero andate così, ora il Santo Graal si troverebbe tra i leggendari tesori dei Cavalieri Templari (mai rinvenuti) in qualche sotterraneo del castello di Gisors.
l Santo Graal si trova a Castel del Monte:
I Cavalieri Teutonici, fondati nel 1190, erano in contatto sia con i mistici Sufi, una setta islamica che adorava il Dio delle tre religioni, Ebraica, Islamica e Cristiana, sia con l'illuminato Imperatore Federico II Hohenstaufen, a sua volta seguace di quella dottrina. Tramite i Cavalieri Teutonici, i Sufi avrebbero affidato il Santo Graal all'Imperatore, affinché lo preservasse dalle distruzioni scatenate dalle Crociate. In tal caso, il Santo Graal si troverebbe a Castel del Monte, un palazzo a forma di coppa ottagonale edificato apposta per custodirlo.
Il Santo Graal si trova a Takht-I-Sulaiman (Iran)
Secondo questa ipotesi il Santo Graal sarebbe il simbolico "Fuoco Reale" fonte della conoscenza, adorato dai seguaci di Zarathustra a Takht-I-Sulaiman, il principale centro del culto di Zoroastro. Takht-I-Sulaiman potrebbe essere dunque la mitica Sarraz, da cui il Santo Graal (Fuoco Reale) giunse, a cui ritornò e dove forse si trova ancora.
Il Santo Graal si trova nel Castello di Montsegur
Dopo che il culto di Zoroastro venne soppresso, alcune delle sue dottrine furono ereditate dai Manichei e, di seguito, dai Catari o Albigesi; questi ultimi erano giunti in Europa dal Medio Oriente, passando per la Turchia e i Balcani, e si erano stabiliti in Francia nel XII secolo. Nel 1244, dopo una lunga persecuzione da parte del Papato e dei francesi, furono sterminati nella loro fortezza di Montsegur; se avessero portato con loro il Santo Graal durante le loro peregrinazioni, ora esso potrebbe trovarsi insieme al resto del loro tesoro in qualche impenetrabile nascondiglio del castello.
Oltre a queste teorie ne esistono anche altre che coinvolgono l'Italia:Il Santo Graal si trova a Torino
Importato forse dai pellegrini che si spostavano per l'Europa durante il medioevo o forse dai Savoia insieme alla Sacra Sindone, il Santo Graal sarebbe giunto nel capoluogo piemontese;
le statue del sagrato del tempio della Gran Madre di Dio, sulle rive del Po, indicano, a chi è in grado di comprenderne la complessa simbologia, il nascondiglio della Coppa.
Si diceva che nessuno poteva porsi alla ricerca del Santo Graal se non fosse stato un cavaliere puro e casto, come Galaad figlio di Lancillotto. Ma anche questi, considerato il più generoso e valoroso cavaliere della corte di Re Artù, a causa dei rapporti adulterini che ebbe con Ginevra moglie del Re, non fu più degno di porsi alla ricerca del Santo Graal.
La ricerca del Santo Graal era dunque vietata ai peccatori ed Hitler considerandosi invece degno per la sua vita vegetariana, di celibe, si pose alla sua ricerca credendo egli, medium e studioso di occultismo dotato di energie misteriose, di potervi riuscire. Diramò così l'ordine a tutti i suoi collaboratori affinché si procedesse alla ricerca.
Ma anch'egli, che credeva di potere assurgere nel mondo a vendicatore di Cristo, fallì e così la leggenda del Santo Graal rimane tuttora avvolta nel mistero.
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