L'ipnosi regressiva è una metodologia utilizzata da alcuni psicoterapeuti che, secondo i suoi sostenitori, sarebbe in grado di fare affiorare durante la trance ricordi rimossi di eventi traumatici che influenzerebbero la vita presente di un soggetto provocando pertanto in lui problemi di ordine psicologico. Secondo tale ipotesi il termine "regressiva" indicherebbe proprio l'intenzione di stimolare nel soggetto in trance la capacità di ricordare esperienze rimosse dal conscio facendo, per l'appunto, "regredire" lo stesso soggetto nello stato ipnotico capace di indurlo a recuperare suoi ricordi rimossi di eventi passati e, grazie a questo recupero, di eliminare i suoi problemi psicologici conseguentemente. L'ipnosi regressiva è considerata dalla maggior parte dei medici e più in generale dalla comunità scientifica una procedura metodologica pseudoscientifica che crea dei falsi ricordi: la fonte dei ricordi, presentati come frutto di vite passate, è costituita da racconti creati dal subconscio sotto l'influenza delle informazioni e dei suggerimenti forniti dal terapeuta. I ricordi creati sotto ipnosi non sarebbero inoltre distinguibili dai reali ricordi e potrebbero apparire più vivi di quelli reali. L'ipnosi regressiva è uno strumento della psicoterapia e come tale deve essere utilizzato. In primo luogo occorre depotenziare nel soggetto la relazione con l'ambiente esterno. Per far ciò, come afferma Milton Erickson, è necessario tramite una serie di suggestioni di stanchezza e di sopore portare il paziente ad una condizione di dormiveglia riposante. Successivamente si induce il fenomeno chiamato "regressione". Erickson intende con questo termine la capacità dei soggetti che abbiano ricevuto appropriate suggestioni e istruzioni di richiamare in vita ricordi, schemi comportamentali e abitudini di un periodo precedente che può giungere fino all'infanzia. Esistono invece soggetti che ritengono l'ipnosi in grado di far retrocedere a tempi antecedenti la vita attuale. La liberazione (abreazione) e la rielaborazione dei contenuti emozionali favorirebbero il riequilibrio psicologico del soggetto. Durante la rievocazione intraipnotica il paziente può comunicare contenuti riferibili a presunte vite precedenti. Secondo il parere prevalente della comunità scientifica, ciò è attribuibile a immaginazione, falsi ricordi, suggestione e condizionamento da parte del conduttore che favorirebbe l'emersione nel soggetto di criptomnesie e confabulazioni. A sostenere il parere opposto sono invece pseudo-scienziati e praticanti della disciplina quali Raymond Moody, Brian Weiss,Ian Stevenson, Angelo Bona che nella loro pratica clinica affermano di avere riscontrato, durante le regressioni ipnotiche, l'emersione di contenuti riferibili a presunte vite precedenti. Le più antiche pratiche di regressione a vite precedenti compaiono nelle Upaniṣad, risalenti al 900 a.C. Patanjali, vissuto probabilmente tra il IX e il IV secolo a.C. e ritenuto il maggior esponente del Raja Yoga, negli Yogasutra definisce la regressione pratiprasavah (riassorbimento, nascita a ritroso). Secondo la scuola di pensiero a lui ispirata la regressione a vite precedenti sarebbe in grado di eliminare il karma accumulato nei samskara (impressioni coscienziali) durante esistenze precedenti.
TESTIMONIANZE
Attendevo di scrivere questo post da mesi, finalmente posso fornire la prova documentabile che in ipnosi regressiva è possibile rievocare ricordi "reali" della vita precedente, che non siano cioè solo costruzioni della fantasia, o reminiscenze di informazioni apprese in passato, ma che abbiano un riscontro documentabile nella realtà oggettiva.
Il fatto che verrà descritto ha dell'inspiegabile, e non posso che avventurarmi nelle ipotesi più ardite per poterlo spigare. E' accaduto diversi mesi fa in una seduta di ipnosi con una persona di mia conoscenza, che mi ha chiesto di mantenere l'anonimato. Posso garantire personalmente che questa persona, di cui ho grande stima personale e professionale, non è un fanatico, bensì una persona di grande levatura culturale, seria, precisa, e onesta, con un atteggiamento scettico verso fenomeni come l'ipnosi regressiva alle vite precedenti, della quale peraltro aveva solo sentito parlare.
Ed è quindi con immenso piacere che riporto la mail scritta apposta per questo blog dal protagonista di questa storia. Lascio a voi tutti gli interrogativi che nascono spontanei e le riflessioni in merito.
Per qualsiasi chiarimento o dubbio scrivete un commento, o inviatemi una mail.
Dott. Delogu
"Un venerdì presso il mio studio, l’amico Giovanni passa a salutarmi. Avevamo parlato di ipnosi in passato, ma in quel periodo l’idea di sottopormi ad un processo ipnotico mi attirava e incuriosiva allo stesso tempo.
Decido allora senza ulteriori indugi di iniziare l’ipnosi. Ero sereno e rilassato, anche per la conoscenza personale e la fiducia professionale e non che ripongo nei confronti di Giovanni.
Mi metto comodo, respiro profondamente e ascolto la voce di Giovanni, le sue parole mi guidano e dopo qualche istante mi ritrovo in luoghi che vedo per immagini, come fotografie, ma mi sento lontano da tutto quello che mi passa davanti. E’ una situazione particolare e inusuale, ma niente di sconvolgente. Non sono pienamente coinvolto e sono solo uno spettatore. Per ora.
La cosa sconvolgente succede di lì a poco: mi ritrovo catapultato in un campo di concentramento e indosso una divisa. Questa volta nessuna immagine mi scorre davanti, sto vivendo tutto personalmente e sono completamente immerso nella scena: sento la neve che mi cade addosso, le urla disperate delle persone, vedo il sangue per terra e percepisco il terrore, il mio ed il loro. Giovanni mi chiede come mi chiamo, rispondo senza esitazione col nome completo di cui riporto le iniziali (M.K.). Sono sempre nel campo di prigionia, in una situazione di attesa snervante. Un ufficiale dell’Armata Rossa mi si avvicina e mi chiede di uccidere le persone vicine, io rifiuto ed i prigionieri mi sorridono, mi guardano stremati e tremanti con un’espressione di rispetto e gratitudine. L’ufficiale mi ordina di inginocchiarmi e ora sento la canna della pistola puntata sulla mia nuca, è gelida, le persone mi guardano ed io guardo loro. Sento lo sparo, vedo il mio sangue che zampilla sulla neve e qualche istante dopo abbandono il mio corpo. Voglio subito vendicarmi ma non posso, sono solo spirito ed in poco tempo mi trovo seduto su una roccia in cima ad una montagna. Sono molto stanco ma in uno stato di pace e quiete totale.
Voglio fermarmi in quell’istante, l’ipnosi è quindi terminata, ma la mia curiosità no: M.K. (non scrivo il nome per intero perché sono “geloso” di chi ero in una vita precedente) ha un cognome che suona come ungherese o slovacco. La sera stessa chiamo una delle mie migliori amiche, una ragazza ungherese, a cui chiedo come prima cosa di non fare domande e come seconda cosa di fornirmi informazioni esclusivamente per iscritto su M.K. La sua ricerca in una prima fase non ha alcun riscontro, ma qualche ora dopo mi contatta e mi spiega il perché: M.K. era il nome di battesimo di un ebreo ungherese, cambiato in E. B.-Z. in seguito alle persecuzioni razziali. Ormai tutti lo conoscevano come E. B.-Z. e non col suo vero nome (M.K.). Era un dissidente perseguitato da nazisti prima e da comunisti sovietici poi, che rifiutò di uccidere dei prigionieri in un campo in Ucraina nel 1943. A seguito del suo rifiuto fu ucciso da un ufficiale Sovietico. Il tutto perfettamente corrispondente alla mia esperienza. C’è un monumento in territorio ucraino dedicato alla memoria di questa persona. Ovviamente, non conoscevo E. B.-Z. e tantomeno il suo nome di battesimo; gli ungheresi stessi lo conoscono solo col nome E. B.-Z.
Subito dopo l’ipnosi ho pensato che molto di quello che avevo “vissuto” potesse essere frutto della mia immaginazione/auto condizionamento, ma l’episodio del nome mi ha fatto decisamente cambiare idea…
L’ipnosi mi ha regalato maggiore coscienza di me, mi ha aiutato a capire le mie peculiarità e soprattutto le mie inclinazioni e passioni interiorizzate che mi hanno portato a scegliere un certo tipo di interessi, esperienze e studi universitari e post-universitari. Non voglio convincere nessuno di niente, fondamentalmente sono molto scettico, ma questa esperienza mi ha fatto cambiare idea sull’ipnosi e con molta semplicità mi fa piacere raccontarla…"
Personale la testimonianza di Gilberto Vergoni che in base all'aforisma shakesperiano che ama ripetere “Ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sogni la tua filosofia” ha narrato la propria esperienza nell'ottica dello studio di questa fenomenologia. Vittima di un incubo ricorrente, si sottopose ad una seduta di ipnosi regressiva tramite Lanfranco Mariottini e ha vissuto l'esperienza di una vita precedente e della sua morte con una ricchezza di dati e visioni assolutamente realiste che non possono essere semplicemente catalogate come frutto della fantasia. “Durante la fase di ipnosi regressiva durata circa tre ore – ha testimoniato Gilberto Vergoni - ho rivissuto la mia morte. L'epoca era quella medievale e io ero un cavaliere che ferito gravemente in battaglia, dopo la morte di tutti i miei amici, per un voto fatto alla Madonna vado a finire i miei giorni in una chiesa. Della chiesa ricordo tutti i particolari come l'altare e le colonne che lo sorreggevano e me stesso grondante di sangue che entro dopo aver lasciato il cavallo. In questo luogo muoio, ma la morte non sarà spaventosa infatti posso dire che il trapasso è stato bellissimo perché è avvenuto con l'aiuto di una “guida” che mi ha reso indolore il lasciare questa vita”.
Sempre su esperienze di vite passate insiste la testimonianza della psicologa psicoterapeuta Gega Redina che ha narrato quanto visto da una propria cugina che vive in un'altra regione italiana e che era venuta a farle visita per le prima volta nella sua nuova casa, nelle immediate colline di Cesena vicino al fiume Savio. “La casa – ha detto Gega Redina – è una abitazione vecchia di un paio di secoli e ristrutturata completamente. Mia cugina, scesa in giardino per fumare una sigaretta, è rimasta sconvolta nel vedere un gruppo di donne in abiti d'epoche passate con una strana cuffia in testa che prendevano acqua dal fiume per metterla dentro grandi tini. Sicuramente erano delle lavandaie coadiuvate da uomini che indossavano indumenti di un tempo con calzoni fatti a sbuffo lunghi fino alle ginocchia. Lei stessa si vedeva riccamente vestita con un lungo abito”. “L'esperienza termina – ha continuato Gega Redina riportando quanto detto dalla cugina – con la visione di una lapide tombale su cui era incisa una rosa stilizzata e la data 1806”.
Sempre su esperienze di vite passate insiste la testimonianza della psicologa psicoterapeuta Gega Redina che ha narrato quanto visto da una propria cugina che vive in un'altra regione italiana e che era venuta a farle visita per le prima volta nella sua nuova casa, nelle immediate colline di Cesena vicino al fiume Savio. “La casa – ha detto Gega Redina – è una abitazione vecchia di un paio di secoli e ristrutturata completamente. Mia cugina, scesa in giardino per fumare una sigaretta, è rimasta sconvolta nel vedere un gruppo di donne in abiti d'epoche passate con una strana cuffia in testa che prendevano acqua dal fiume per metterla dentro grandi tini. Sicuramente erano delle lavandaie coadiuvate da uomini che indossavano indumenti di un tempo con calzoni fatti a sbuffo lunghi fino alle ginocchia. Lei stessa si vedeva riccamente vestita con un lungo abito”. “L'esperienza termina – ha continuato Gega Redina riportando quanto detto dalla cugina – con la visione di una lapide tombale su cui era incisa una rosa stilizzata e la data 1806”.
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