Stralci di questo articolo costituiranno una parte della mia relazione durante il prossimo incontro di Roma, che sabato 8 Febbraio sarà dedicato alle tematiche connesse ai fenomeni e alle apparizioni mariane. A fine articolo, troverete la locandina della conferenza. Buona lettura!
Maurizio Baiata, Roma 2 Febbraio 2014
“RICORDO della Grandezza di GIOVANNI PAOLO II dalle MEMORIE di un umile ricercatore dei misteri del cosmo”
Di Eufemio Del Buono †
Era il 1976 e avevo 48 anni, quando il giornalista Enzo Buscemi, proprietario della radio privata “Roma 103”, avendo saputo delle mie decennali ricerche sul fenomeno U.F.O., mi offrì l’opportunità di condurre settanta trasmissioni sull’argomento dalla sua emittente. Visto il successo avuto radiofonicamente, Buscemi propose alla direzione della televisione privata “Quinta rete” dell’editore Rusconi, una rubrica dal titolo “Noi e gli U.F.O.” ed entrambi ne eravamo i conduttori. Furono concordate otto trasmissioni, di trenta minuti settimanali, da mandare in onda ogni venerdì alle ore 22:30. Da radio “Roma 103” avevo già parlato della possibilità che la Bibbia fosse stata dettata dagli “ELOHIM” e questo ribadii dagli schermi televisivi, con profonda convinzione, arrivando ad indicare le nuvole bibliche quale prova dell’esistenza oggi come allora, di oggetti volanti condotti da intelligenze aliene. Quindi il fenomeno U.F.O. venne trattato in tutti i campi: scientifico, parapsicologico, spirituale, religioso, profetico e con precisi riferimenti alla casistica, sia antica che moderna.
Le trasmissioni ebbero un alto indice di gradimento arrivando a ben 150 puntate nell’arco di cinque anni, dal 1976 al 1981. Le puntate venivano condotte con un velato sottofondo di spiritualità, tanto da essere paragonate al bastone di San Francesco per la capacità che avevano di destare un enorme interesse tra i giovani e i meno giovani. Infatti, il Santo, chiamato il Giullare di Dio, faceva i salti mortali per attirare gente ad ascoltare i suoi cantici a gloria del Creatore di tutte le cose. Pensai di argomentare alcune puntate rimarcando le brutture del mondo, nell’ottica di chi l’osservava con lo sguardo dello spiritualista e affrontai tematiche quali “la fame nel mondo” e l’inquinamento planetario. Le trasmissioni andavano in onda oltre che il venerdì sera alle 22:30 anche, in replica, il martedì della settimana successiva. Trattando argomenti così pesanti per le coscienze dei ricchi europei, colpì la forza con cui attaccai gli artefici della cosiddetta “civiltà” dei consumi che, con indifferenza, non solo lasciavano morire di fame un milione e mezzo di bambini dei Paesi del Terzo Mondo ma, al contempo e cinicamente, perseguendo le logiche del mercato, distruggevano i prodotti agro-alimentari in surplus, come disgraziatamente accade ancora oggi. Anche questa puntata ottenne molto successo e non avrei mai immaginato che, la domenica seguente, Sua Santità Giovanni Paolo II, all’Angelus parlasse della fame nel mondo usando parole da me espresse in televisione. Fui pervaso da profondi brividi di commozione e pensai ad un’incredibile coincidenza, non potendo credere che il Papa avesse potuto seguire la mia trasmissione. La trasmissione proseguiva con sempre maggiore indice di gradimento e arrivai a leggere lo stralcio del Terzo Segreto di Fatima di cui avevo fatto cenno in precedenti puntate, vista l’insistente richiesta dei telespettatori. Il testo risultava pubblicato nell’anno 1963 dal quotidiano di Stoccarda “Neues Europa” che lo aveva ottenuto per un’indiscrezione diplomatica, avendolo inviato Papa Paolo VI ai quattro “Grandi della Terra” riuniti a New York, ai quali chiedeva di cessare gli esperimenti nucleari sia nell’atmosfera sia nel sottosuolo. Quel venerdì su Roma, nel Lazio e sulle fasce del territorio coperte dal segnale della TV “Quinta rete” scesero un profondo silenzio e forse anche molta trepidazione. Dal giorno dopo la trasmissione si scatenò un grande putiferio, tanto che persino la Radio Vaticana dovette mandare in onda un comunicato alle ore 21:00 e alle ore 23:00 per tranquillizzare gli animi dove, comunque, si parlava del messaggio definendolo “grave”. Seguirono altre puntate molto apprezzate, finché pensai di parlare in trasmissione degli armamenti, biasimando gli scienziati che invece di mettere la loro sapienza e le loro scoperte al servizio del bene per l’Umanità, si asservivano al volere dei Governanti così come era accaduto per la scoperta della scissione dell’atomo. Feci presente che i milioni di megatoni delle bombe atomiche avrebbero potuto distruggere gran parte dell’umanità, se non anche il Pianeta che è la nostra casa cosmica. Ciò non è accaduto per l’intervento della Madonna, come ha lasciato scritto nel suo testamento il Santo Padre Giovanni Paolo II. Fu un altro successo, ma subii un forte stato di smarrimento quando la domenica successiva, come era accaduto per la puntata per la fame nel mondo, all’Angelus, Sua Santità Giovanni Paolo II parlò degli armamenti, utilizzando di nuovo le mie parole. Questa volta non potevo pensare a una semplice coincidenza, anche se incredibile, perché i riferimenti erano troppo evidenti. La mia persona e la trasmissione che conducevo erano tanto piccole nei riguardi della missione del Vicario di Cristo che ritenevo indegno il mio pensiero che il Papa potesse seguire le mie argomentazioni. Al contempo però le parole di Sua Santità continuavano a risuonarmi nella mente e ogni giorno che passava sentivo aumentare nel mio cuore un sentimento di amore profondo per questo Papa coraggioso, che si era da poco recato oltre cortina a parlare alle folle dei popoli sottomesse alla dittatura comunista di libertà ed amore prendendo spunto dalle parole di Cristo. In quel periodo, forse a causa della popolarità della mia trasmissione, vennero a trovarmi i missionari che operavano in Brasile, presso la tribù indios degli Yanomami, pregandomi di portare a conoscenza dell’opinione pubblica il fatto che quella povera gente era stata relegata in soli cinque chilometri di foresta, dove stavano morendo di stenti. A supporto mi fornirono materiale per mandare in onda un’ora di trasmissione; era la fine del terzo anno di “Noi e gli U.F.O.” che raggiunse ben 90 trasmissioni. Sembrava che Giovanni Paolo II sarebbe andato in visita in Brasile ed ebbi l’ispirazione di rivolgermi a Sua Santità, implorandolo affinché cercasse il capo degli Yanomami per potersi accertare di come, in nome di un falso progresso, gli uomini di quella tribù erano stati ridotti alla condizione di alcolizzati, le donne costrette a prostituirsi e i giovani a drogarsi. In chiusura di trasmissione, con profonda fede, ripetei “Santità, parli con il capo degli Yanomami”. A dicembre il Papa partì per il Brasile e mi portarono un quotidiano di cui conservo copia, sul quale, a caratteri cubitali, c’era scritto: “Il Papa si impone: vuole parlare con il capo degli Yanomami”, il mio stupore fu enorme. Il cuore sembrava volesse uscirmi dal petto. Non era più tempo di ipotesi. La grandezza di Giovanni Paolo II era giunta fino alla piccola storia della mia vita, marcando indelebilmente la mia anima per l’eternità. Ma non era finita; fui chiamato, mentre andava ancora in onda la trasmissione, a tenere una prolusione in un albergo romano sul tema Scienza e Religione. Ricambiai l’invito chiamando, in qualità di ospiti nella trasmissione di “Noi e gli U.F.O.”, l’organizzatore del convegno e monsignor Corrado Balducci, che come me era stato chiamato per una relazione. Il sabato, terminati i lavori del convegno, fu dato incarico a mons. Balducci di portare una targa ricordo al Papa. La domenica, il monsignore mi chiamò al telefono e mi disse, con la voce ancora un po’ sconcertata, di essere giunto nella stanza del segretario di Sua Santità, in Vaticano, per consegnare la targa. Il Segretario, appena lo vide gli disse “Ieri sera ti abbiamo visto”. Il monsignore rispose “Come mi avete visto, se ero su una televisione privata?” e il segretario ribatté “Proprio su una televisione privata ti abbiamo visto!”. A quel punto, mons. Balducci chiese “Con chi mi avete visto? E questi rispose “Con il Santo Padre!” e all’incredulità del monsignore aggiunse che “Il Papa non si era perso una trasmissione da quando era cardinale”. Era finalmente giunta la conferma, se ce ne fosse stato bisogno, che le trasmissioni erano seguite personalmente da Giovanni Paolo II, il quale dedicava la sua preziosa attenzione anche agli argomenti trattati da un umile studioso di Ufologia e appassionato ricercatore delle tracce di Spiritualità che Dio ha profuso nel nostro Mondo. Ecco il motivo per il quale la trasmissione non è stata sospesa, anche se trattava argomenti in apparenza fantascientifici, ma che potevano essere approfonditi dal punto di vista religioso. Sono convinto che le benedizioni di Sua Santità Giovanni Paolo II non solo mi hanno permesso di mandare in onda questi concetti, ma che la sua grandezza e la consapevolezza del suo interesse per le trasmissioni, hanno trasformato una mia passione in una missione. Sua Santità Giovanni Paolo II con i suoi viaggi ha di fatto concretizzato la profezia di Gesù che predicava la Sua venuta quando il Vangelo sarebbe stato conosciuto nei quattro punti cardinali della Terra. Ciò Giovanni Paolo II ha fatto con i suoi viaggi, offrendo tanto amore alle moltitudini che incontrava. Quanto è stata grande la missione in Terra di Giovanni Paolo II che, mentre seguiva una rubrica in una televisione privata dal titolo “Noi e gli U.F.O.”, al contempo preparava il mondo ad accettare i concetti di Amore Universale che sono il governo per un unico governo mondiale e una unica religione mondiale. Tanto amore ne ha seminato quanto ne ha raccolto con le dimostrazioni di devozione del “Suo Popolo” al funerale riuscendo, da morto, a fare compiere ai presenti alle sue esequie, la prova generale di quanto egli ha Predicato.
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