lunedì 7 settembre 2015

Il Cammino Spirituale dell'Uomo



La nascita dell'Ego

"Quando hai un ego, hai un mondo ‘là fuori' e affiora una nuova tendenza: il bisogno di andare fuori nel mondo e ottenere quello che vuoi. Questo mondo d'oggetti ed eventi ha una conseguenza: diventare individuo." L'individuo fa tutto in funzione di se stesso; sopporta sacrifici e rinunzie pur di accrescere se stesso e nel valorizzare se stesso trova l'entusiasmo per intraprendere e la costanza per continuare. L'uomo cerca di valorizzare se stesso con qualunque mezzo, in qualunque momento, se potesse costruire un mondo ne sarebbe il sovrano. Date un minimo d'autorità ad un uomo egoista e lo vedrete diventare un piccolo tiranno.
"Però non sei solo, anche gli altri chiedono spazio e soddisfazione, cosi la vita diventa un campo di battaglia ed essere ciò che sei è una faccenda difficile, a questo punto sei diventato vecchio e pronto per la tomba, se non sei già morto interiormente. Dietro il denaro e il potere c'è anche il dolore a cui non si può sottrarre."
Quando però l'uomo raggiunge un certo livello di sviluppo, le cose cambiano: le lezioni insegnate da certe esperienze negative gli impediscono di dare libero sfogo, come aveva fatto fino allora. L'uomo comincia ad accorgersi che nella lotta non può trovare appagamento pieno e costante. Le gioie della vittoria sono effimere; appena sorte sono fugate da nuove inquietudini, da nuove brame di possesso e di dominio. Inoltre, seguendo questa via dell'imposizione e della prepotenza, non si ottiene mai una vittoria sicura, un trionfo definitivo. Gli esseri e le forze violentemente dominanti ed oppressi tendono a rivoltarsi, mentre ad ogni istante si può essere minacciati e vinti da altri essere più forti. Si è cominciato a comprendere la natura ed i bisogni degli altri, a tenere conto delle loro esigenze e delle loro aspirazioni, a partecipare con simpatia alle loro sofferenze ed alle loro gioie.

La nascita del dare

Alla fine l'individuo inizia ad aprirsi e ad allargare i propri orizzonti. A questo punto l'individuo, incontra una nuova concezione; secondo la quale la felicità non sta solo nel prendere ma anche nel dare. Dare è un atto creativo; trasforma completamente la prospettiva dell'ego. Prima la cosa più importante era stare in guardia per non subire perdite: non solo perdite di denaro e proprietà, ma anche in termini di prestigio e immagine di sé. Ora la persona, condivide liberamente qualcosa, non ha la sensazione di perdere alcunché. Anzi, l'ego è gratificato. Dare non significa solo donare denaro o oggetti a qualcun altro, vi è anche il servizio, il dare se stessi, e la devozione, il dare amore. Anche se è sempre l'ego ad avere il dominio, ormai guarda fuori di sé.

La nascita del ricercatore

Con il tempo, dalla modalità del dare, si passa alla ricerca. In questa fase le antiche, familiari preoccupazioni dell'ego vengono superate. Il senso del "io" viene lasciato espandere. Ora la persona anela ad esperienze spirituali, intuendo l'esistenza di una fonte d'amore; questa voltafaccia è un altro choc. Comincia con la generosità nei confronti di familiari e amici, poi passa alle istituzioni benefiche o di comunità. "ma tutti i ricercatori condividono la sensazione che il mondo materiale non sia il luogo dove i loro desideri possono realizzarsi. Il mondo sembra limitato dallo spazio tempo, ma si tratta solo di un'apparenza. L'apparenza della limitazione si manifesta perché questo mondo è una scuola, un terreno educativo. E la regola fondamentale è che in qualsiasi modo tu veda te stesso, cosi vedrai il mondo, se ti vedi carente o indegno, quel giudizio sarà sufficiente a tenere il Divino lontano da te." "il ricercatore è semplicemente una persona i cui desideri si sono espansi fino al punto che nulla più la soddisfa, a meno che non si tratti di un incontro a faccia a faccia con il divino."
Ognuno ha la versione del divino che concepisce nella propria mente. C'è chi vede il divino attraverso visioni e chi lo vede in un fiori. Vi sono ricercatori di tanti tipi. Alcuni hanno bisogno d'atti di redenzione e intervento miracoloso, altri seguono una forza invisibile che fa sentire la propria voce nelle situazioni più normali della vita. Il ricercatore trova le proprie motivazioni nel desiderio di una realtà superiore. Questo non significa che lo stadio del dare scompaia. Ma ora non vi è più una motivazione egoistica, ora il dono nasce dalla compassione. La nascita del ricercatore può essere estremamente turbolenta.
La voce dentro il ricercatore è lo spirito. Quando lo spirito si annuncia sulla scena, l'ego da prima non lo sta a sentire, poiché è certo che il proprio potere sia assoluto; ma lo spirito non usa quel tipo di forza a cui l'ego è abituato, esso è abituato a rifiutare, giudica, separa e prende ciò che desidera suo. Lo spirito è la voce pacata dell'Essere, che afferma ciò che è. Con la nascita del ricercatore, questa è la voce che cominciate a udire, ma dovete essere preparati ad una violenta reazione dell'ego, che non intende rinunciare al proprio potere senza lottare. Lo spirito non usa la forza che l'ego conosce. Con il tempo imparerete che lo spirito è un potere il cui campo d'azione è infinito. È una forza organizzatrice che tiene in perfetto equilibrio ogni atomo dell'universo. Al suo confronto, il potere dell'ego è incredibilmente limitato e banale. Tuttavia, questa comprensione arriverà solo quando avrete lasciato cadere il bisogno dell'ego di controllare, prevedere e difendere. La ricerca è un'esperienza del tutto interiore."
"I segni interiori del ricercatore sono questi: l'atto del dare diventa un prodotto d'amore disinteressato e compassioneche non chiede nulla in cambio, nemmeno gratitudine; l'intuizione diventa guida affidabile dell'agire sostituendosi alla fredda razionalità. Vi sono impressioni subitanee di un mondo invisibile visto come realtà superiore. I modelli di dipendenza cominciano a scomparire. Meditazione e preghiera diventano elementi della vita quotidiana."

La nascita del veggente

La nascita del veggente, è proprio appena sotto la superficie d'ogni ricercatore." Con la nascita de veggente, siete di fronte alla luce. Ora l'immagine di voi stessi e vista per quello che è: un'inconsistente proiezione che diventa reale per il disperato bisogno dell'ego di attribuire importanza alla mente."
" Per il veggente ogni cosa è spirito. Lo spirito è un'esperienza diretta, ma trascende questo mondo. È puro silenzio traboccante d'infinite potenzialità. Quando conosci qualcosa, hai competenza su un oggetto; quando conosci lo spirito, diventi la conoscenza stessa. Ogni domanda cade, poiché vieni a trovarti nel grembo della realtà, dove ogni cosa semplicemente è. Quando l'occhio del veggente fissa qualche cosa, essa è semplicemente accettata per quello che è, non giudicata. Non vi è il bisogno dell'ego di prendere, possedere o distruggere.
In assenza di paura, non affiora nessuna di quelle motivazioni, poiché il bisogno del possesso nasce dalla mancanza. Quando non hai vuoti da colmare, allora il solo fatto di essere in questo mondo nel corpo è il più alto obiettivo spirituale che puoi raggiungere."
" Il veggente differisce dal ricercatore poiché non deve scegliere. Il ricercatore è ancora avvolto in un'illusione poiché dice: ‘Qui è dove è Dio, qui Dio non è'. Il veggente, invece, vede Dio nella vita stessa. Finalmente la lunga guerra interiore è terminata e il guerriero riposa. In luogo della lotta, vivi l'avverarsi naturale e senza sforzo d'ogni tuo desiderio. Non vi sono segni esteriori che indichino chi sono fra noi i veggenti, ma dentro de sé essi sono aperti e felice, danno modo agli altri d'essere chi saranno e questa è la forma più alta d'amore, non frappongono alcun ostacolo agli altri e agli avvenimenti e hanno lasciato cadere ogni minimo senso dell' ‘io'."

La nascita del puro spirito

"Il puro spirito è il settimo e ultimo stadio dell'alchimia. Quando si realizza, il veggente scopre che quello che sembra essere gioia totale e appagamento assoluto può trovare ulteriore espansione. Vedi, giungere alla presenza del divino non è la fine della ricerca, ne è l'inizio. Quando riuscirai a vedere te stesso in quanto spirito, la tua identificazione con il corpo e mente cadrà. Nello stesso tempo anche i concetti di nascita e morte smetteranno di esistere. Sarai una cellula nel corpo dell'universo, e quel corpo cosmico ti sarà familiare come ora è il tuo corpo.
La verità è che questa è la vostra condizione naturale. Essere uno con il cosmo, in intimità con la vita in tutte le sue forme, raggiungere l'unità con il vostro essere: questo è il vostro destino, la fine della vostra ricerca." " A quel punto ogni distinzione fra creatore e creato svanisce. Lo spirito dentro di voi si fonde totalmente con lo spirito d'ogni altra cosa. Voi vedrete ogni azione come spirito che si versa nello spirito. Vivrete nella fiducia e nella conoscenza assoluta. E anche se vi parrà di risiedere ancora in un corpo, sarà soltanto un grano dell'Essere sulle sponde di quell'oceano infinito di Essere che siete voi stessi."

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