martedì 29 marzo 2016

la verità genera paura.

Non so se ci avete mai fatto caso, ma nelle storie religiose, nei sutra del Buddhismo e Induismo, come nelle parabole delle religioni monoteiste, vi sono due distinti e specifici tipi di seguaci spirituali… Quelli comuni, corrispondenti alle folle numerose che si accalcano clamanti nelle speciali occasioni in cui i grandi Maestri vengono tra loro, e quelli più particolari che li seguono silenziosamente da vicino e pendono direttamente dalle labbra dei loro maestri. Non so se si riesce a capire la grande differenza che c’è tra questi due tipi di "ascoltatori" della Verità. I primi, che anche ai giorni nostri credono di essere in regola semplicemente dedicando alla spiritualità brevi e fugaci periodi della loro vita di tutti i giorni, e gli altri (invero assai di meno) i quali hanno capito che per riuscire a comprendere ed assimilare-bene la verità bisogna dedicare allo spirito molto più tempo di quanto, invece, essi dedicano alla loro componente materiale, vale a dire il loro corpo, la loro persona e l’ego individuale. Per esempio, quando nelle sacre scritture si parla di vita eterna, i primi credono e sperano che essa significhi l’esistenza eterna di essi stessi come persone, come se indicasse l’esistenza di un loro personale corpo-eterno, e ciò sta a dimostrare quanto poco essi capiscano di verità spirituali. Se si preoccupassero di dedicare più tempo alla conoscenza segreta, essi non potrebbero certo fare un errore simile. Le ingiunzioni spirituali dei grandi Esseri che hanno insegnato le dottrine sulla verità dell’esistenza e della vita oltre la vita, parlano chiaro. Tutto ciò che in questo mondo è nato dovrà perire, tutte le cose materiali, compresi i nostri corpi e le nostre menti umane, dovranno scomparire, perché questa è la legge di natura della ‘maya’, o Illusione. L’unica cosa che è sempiterna, permanente ed esisterà per sempre è la nostra "vera-essenza". Ma che cos’è questa nostra vera-essenza, e come è possibile conoscerla e riuscire ad identificarcisi, questo è il difficile problema…
Inanzitutto necessita cominciare a tentare di fare luce su questa verità misteriosa, avvalendoci delle istruzioni segrete del Chan e dei sutra mistici delle dottrine esoteriche, oltre che cercandola all’interno di noi stessi con la meditazione profonda, solo pochi individui possono resistere a questo forte impatto. Non a caso, molti neofiti della Meditazione mostrano subito particolari segni di insofferenza e di incomprensione, non riuscendo a fare la meditazione in un modo calmo e tranquiillo. Tant’è che, dopo massimo due o tre tentativi, neanche ci riprovano. Perfino alcuni dei più esperti, o perlomeno quelli che erano già a conoscenza sperimentando diverse tecniche di meditazione, addirittura accampavano le scuse più strane per giustificare la loro rinuncia.
Ad un primo momento, queste manifestazioni di incapacità a sostenere il peso delle profonde rivelazioni segrete mi avevano fatto pensare alla incapacità di una vera comprensione da parte della grande maggioranza di quelle persone che pure sembrano provare interesse nel frequentare i diversi centri di meditazione e le varie scuole di dottrine religiose. Ma poi ho capito che il problema non stava nel loro non-comprendere, ma nel mal-comprendere. Infatti, poiché è sempre il nostro ego che determina la spinta spirituale e la vera motivazione di accettazione della verità, che è antitetica all’ego, lui allora comprende ma non accetta il fatto che deve farsi da parte, affinchè la giusta comprensione emerga, e quindi si difende rabbiosamente emettendo una forte scarica di… paura. Paura di svuotamento delle proprie energie, paura di andare verso un metafisico ‘horror-vacui’ e, in definitiva, una irrazionale paura di scomparire, perdendo così la sua speranza di poter ottenere proprio quella vita-eterna, a cui l’ego si era tenacemente attaccato.
Quindi, la verità… genera paura. Probabilmente, agli inizi, anche agli individui più spiritualmente dotati può venire una sorta di paura ansiogena per ciò che la mente razionale non può e non vuole comprendere. Possiamo ricordarci della "notte oscura dell’anima" di S. Giovanni della Croce, dei turbamenti di S. Teresa, ma anche delle varie esperienze profondamente struggenti dei grandi santi e mistici Orientali, come Milarepa, come Ramana Maharshi, come il patriarca del Chan, Hui-kè (discepolo di Bodhidharma), tanto per citarne solo alcuni. Perciò, la paura di per sé non è una categorica barriera od ostacolo che possa impedire la forza di volontà, che il perfetto discepolo dovrà obbligatoriamente applicare. La paura è una reazione del tutto umana e poiché il vero adepto è solo colui che ha compreso che la sua natura umana dovrà forzatamente sparire per poter ottenere quella famosa vita-eterna, ecco che egli dovrà lottare contro di essa per sconfiggerla, come nella leggenda di S. Giorgio ed il drago, per poter risultare un "Jina" (Vittorioso), come lo fu il Buddha, che dovette sconfiggere all’interno della sua mente le orde di Mara (la parte satanica e negativa del nostro sé, vale a dire l’ego umano e mortale).
Il problema principale è che con la fuga dalla verità, non si risolve niente. Anzi. La cosa peggiora nettamente. Coloro i quali hanno avuto la grandissima fortuna di essere avvicinati, o essere venuti in contatto, con il Dharma, e non sono stati in grado di affidarcisi e di continuare l’opera, lavorando intensamente su se-stessi, e invece hanno purtroppo scelto di abbandonare il divino-servizio di saper trovare la loro vera natura, la loro vera essenza, non fanno altro che ritardare il loro raggiungimento della vita-eterna. In questo modo, essi perpetuano la loro ricaduta nel mondo samsarico della vita-e-morte, reincarnandosi milioni di volte, così da continuare a sperimentare il dolore e la sofferenza in un ciclo di esistenze senza fine. Così, la loro vita-eterna è una eterna esistenza nel mondo dell’illusione, della falsa identificazione egoica in individui che saranno continuamente costretti, in una forma o l’altra, ad entrare e uscire da questa terribile e drammatica Ruota delle Esistenze, senza mai capire e senza mai arrivare a conoscere la Verità del Dharma, che è l’unica vera via-di-fuga da questa trappola infernale, o come il Buddha diceva, da questa casa-in-fiamme, per salvarsi dalla quale bisognerebbe di corsa saltar fuori senza tergiversare, e senza avere stupidi dubbi illusori o false certezze generate sulla base della nostra ignoranza metafisica. Quindi, cari amici, non è la paura il nostro vero nemico. Il vero nemico è ancora e sempre il nostro ego umano, cioè la mera identificazione con questo personaggio illusorio, e temporaneo, che la fa da padrone senza che il nostro interiore vero-Sé possa scoprirlo e smascherarlo. Perché solo con la nostra resistenza e la forza di volontà di continuare l’autentico Sentiero del Dharma, cioè proprio quello che dice la cruda Verità, la Verità che… fa paura, potremo smascherare e sconfiggere questo ego ingannatore e dispotico, che ci rende schiavi e condannati ad una vita destinata continuamente alla morte, per poi rinascere ed ancora morire. Solo con la verità del Dharma, e con la vera motivazione di farla-finita con l’illusione, noi potremo finalmente approdare alla vera vita-eterna che ci darà la pace e la gioia sempiterna e senza fine del più autentico Nirvana. Shanti!

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