mercoledì 26 ottobre 2016

antiche civiltà: i babilonesi

I babilonesi sono gli abitanti dell'antica città di Babilonia in Mesopotamia e appartengono alla popolazione di origine semitica degli amorrei che verso la fine del III millennio a.C. si stanzia in Mesopotamia, nella regione meridionale fra i fiumi Tigri ed Eufrate. Nel 1730 a.C. i babilonesi raggiungono il loro periodo di massimo splendore. Sotto la guida del re Hammurabi i babilonesi estendono il proprio dominio a tutta la bassa Mesopotamia e sulla città di Mari, un importante snodo di comunicazione della Mesopotamia centrale. Con Hammurabi nasce il primo impero babilonese. Il re babilonese conquista le città sumere e vi insedia al governo i propri seguaci. Durante i 40 anni del regno di Hammurabi la civiltà babilonese sviluppa una avanzata organizzazione statale. Tra i documenti storici più importanti giunti ai nostri giorni occupa un posto di grande rilievo il Codice di Hammurabi, il primo codice giuridico della storia. Al termine del regno di Hammurabi l'impero babilonese entra in una fase di decadenza a causa delle continue invasioni dei popoli provenienti dall'esterno. I babilonesi devono affrontare l'invasione del popolo indoeuropeo degli ittiti che si stanzia nell'Asia minore e nel 1530 a.C. sono travolti dall'invasione della popolazione indoeuropea dei cassiti che conquistano ed occupano anche la città di Babilonia. I babilonesi ritrovano una nuova fase di rinascita nel 626 a.C. quando si ribellano alla dominazione degli assiri. Sotto il regno di re Nabucodonosor II la città di Babilonia torna ad essere la capitale del secondo impero babilonese (o impero assiro-babilonese) che estende il proprio dominio sui territori occupati in precedenza dagli assiri. Il nuovo impero babilonese ha tuttavia vita molto breve, nel 538 a.C i persiani del re Ciro di Persia espugnano Babilonia e conquistano definitivamente i territori della Mesopotamia cancellando per sempre la cultura babilonese.
La civiltà babilonese inizia nel II millennio a.C. nella città di Babilonia di origine sumera. La successiva dominazione degli amorrei dà vita alla prima dinastia babilonese della storia. Babilonia (Babele) diventa la capitale del regno di Sumuabun (prima dinastia babilonese).
I babilonesi raggiungono la loro prima golden age nel XVIII secolo a.C. sotto la guida del re Hammurabi. L'esercito di Babilonia sottomette tutte le altre città della bassa Mesopotamia, conquistando così il controllo dell'intera regione. Con Hammurabi si parla anche di primo impero babilonese. Il re passa alla storia anche per essere il primo a redigere un codice legislativo scritto: " Il codice di Hammurabi ". L'ascesa di Hammurabi impone alla città il culto del dio Marduk, nume tutelare della famiglia del re e da questo momento in poi anche della città e dei territori sottoposti alla sua egemonia.
L'invasione ittita della Mesopotamia causa il crollo dell'impero babilonese che passa sotto il controllo dei cassiti dal XVIII secolo al XII secolo a.C. - La conquista del potere da parte degli elamiti di Nabucodonosor I offre alla città un breve momento di rinascita e di indipendenza, interrotto bruscamente dall'invasione assira. Nonostante si siano verificate diverse ribellioni alla dominazione straniera, la città di Babilonia è sempre assediata e riconquistata dagli assiri. Nel 689 a.C. il re assiro Sennacherib rade al suolo completamente la città, i suoi templi, le mura e palazzi. L'ultimo re assiro a riportare l'ordine nella città di Babilonia è il re Assurbanipal (Kandalanu).
La morte dell'ultimo grande re assiro Assurbanipal causa un rapido indebolimento dello Stato assiro. Il re babilonese Nabopolàssar ne approfitta per liberarsi dalle influenze straniere e riportare all'indipendenza Babilonia, fondando le basi della rinascita del secondo impero babilonese. Nel 612 a.C. la capitale assira di Ninive viene conquistata dai babilonesi, Babilonia diventa la nuova capitale dell'area mesopotamica. Al trono di Babilonia succede il figlio Nabucodonosor II che porta a compimento la politica di espansione del padre, Nabopolàssar, portando avanti la guerra contro gli egiziani e conquistando altri territori limitrofi. Delle conquiste militari di Nabucodonosor II si ricorda in particolar modo la conquista di Gerusalemme e la deportazione del popolo ebraico a Babilonia. Pur non riuscendo mai a conquistare interamente anche il regno di Egitto, Nabucodonosor II infligge agli egiziani gravi perdite in battaglia costringendoli a un ruolo di seconda potenza dell'area. La dominazione babilonese e i ricchi bottini di guerra consentono a Nabucodonosor di finanziare la rinascita della città, facendola diventare una delle più belle città del mondo antico. Sono ricostruiti i templi distrutti dagli assiri e ripristinato l'antico culto del dio Marduk. Delle opere pubbliche e monumentali edificate sotto il suo regno si ricordano i giardini imperiali, l'Etemenanki, la Porta di IshtarAlla morte di Nabucodonosor II l'impero babilonese si avvia a una rapida decadenza, diventando ben presto la preda di nuovi conquistatori. La seconda era babilonese (assiro-babilonese o neobabilonese) termina definitivamente nel 539 a.C. quando Babilonia è conquistata dall'esercito persiano e relegata al ruolo di provincia del grande impero di Persia. Il dio Marduk è una divinità dell'antica Mesopotamia. Nel XVII secolo a.C. il re babilonese Hammurabi introduce il culto di Marduk a Babilonia, praticato nel tempio di Esaghila. La mitologia babilonese vuole Marduk come figlio di Enki/Ea (dio della saggezza) e di Damkina. Il nome Marduk derivera dal sumerico amar-utuk (traduzione letterale "giovane toro del Sole"). In origine il dio Marduk è il dio tutelare della famiglia del re Hammurabi, poi diventato nume tutelare dell'intera città dopo l'ascesa di Hammurabi al trono di Babilonia. Nella mitologia sumero-babilonese Marduk segue le sorti della città, diventando il re degli dei durante gli anni di massima potenza e di egemonia di Babilonia sulle altre città mesopotamiche. Il dio Marduk è simboleggiato dal pianeta Giove e dal numero 50 (attributo di Enlil). Nella mitologia è sposato con Ṣarpanītum e raffigurato insieme al serpente Mušḫuššu. La sua vita è descritta nel poema della creazione Enūma Eliš, dove Marduk sconfigge il dio Tiāmat e crea l'uomo con sangue e fango. Il culto di Marduk cade in oblio sotto la dominazione assira per poi tornare brevemente in auge durante l'impero di Nabucodonosor II nel VI secolo a.C. La Mesopotamia è da considerarsi la culla della civiltà umana. Qui sorge la scrittura, lo studio dell'astronomia, gli ordinamenti politico-sociali, il codice di Hammurabi ecc. Della letteratura mesopotamica abbiamo già parlato. Ci soffermiamo ora sulla scrittura. I popoli mesopotamici introducono l'utilizzo della scrittura usando caratteri cuneiformi (a forma di cunei). A differenza degli antichi egizi la scrittura mesopotamica è sillabica e non ideografica. E' un grande passo in avanti per la storia della comunicazione e per l'evoluzione del sapere umano. L'invenzione della scrittura sillabica ha consentito ai popoli della Mesopotamia di organizzare la conoscenza in archivi e tramandare documenti storici nel tempo. Inoltre, essendo più facile di quella ideografica, la scrittura sillabica fa venire meno il ruolo di casta degli scribi egiziani, aprendo le porte della scrittura a tutti. Oltre all'invenzione della scrittura sillabica ha grande importanza anche il suo supporto. Gli scritti sono realizzati su tavolette d'argilla, molto più pratiche ed economiche del papiro egiziano. La scrittura cuneiforme è stata decifrata per la prima volta nella prima metà del XIX secolo dal tedeco Georg Grotefend, il quale porta a termine la traduzione dell'iscrizione trilingue di Behistun rinvenuta nel 1835 durante alcuni scavi archeologici.
Dal punto di vista letterario la scrittura cuneiforme consente la produzione dei primi poemi della storia, nasce un rapporto diretto tra la fantasia e la creatività soggettiva dello scrittore e l'elaborato scritto. La scrittura consente anche una migliore organizzazione degli archivi di Stato e una maggiore efficienza nella gestione della cosa pubblica e delle attività economiche, della raccolta dei tributi, del commercio ecc.
Non è un caso che la scrittura sillabica sia nata in Mesopotamia e non in Egitto. I popoli mesopotamici stanziati tra il Tigri e l'Eufrate non godono di barriere naturali. La pianura mesopotamica è il crocevia dei popoli da nord, da oriente e da occidente. Inoltre, la Mesopotamia è caratterizzata dalla presenza di città-Stato perlopiu indipendenti tra loro e con fiorenti scambi commerciali. Il contatto diretto con etnie diverse, altre città e altri popoli agevola la pratica del commercio, di cui i mesopotamici sono veri e propri maestri. L'esigenza di 'tenere il conto' delle merci e degli affari spinge alla ricerca di una scrittura più semplificata rispetto a quella ideografica. Dalla stessa necessità trovano linfa anche le scienze come la matematica e la geometria. In Mesopotamia si usa indifferentemente il sistema matematico decimale e sessagesimale. Dagli strumenti matematici beneficiano anche altre scienze come l'astronomia, l'idraulica e l'ingegneria.



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