venerdì 30 maggio 2014

cos'è l'ho'oponopono?

Ho’oponopono affonda le sue radici nelle antiche tradizioni Hawaiane ed è stato originariamente insegnato nella sua versione moderna da Morrnah Nalamaku Simeona. Morrnah era una Kahuna e nel 1983 è stata insignita del riconoscimento di tesoro vivente dell’umanità delle Hawaii. Ella insegnava l’ Ho’oponopono a piccoli e grandi gruppi di persone, nonché negli ospedali, nelle scuole e persino al personale delle Nazioni Unite. Ha anche dato vita ad una fondazione con lo scopo di promuovere i principi di Ho’oponopono in tutto il mondo. Storicamente il sistema di guarigione Ho’oponopono richiedeva la presenza di un mediatore – un professionista qualificato che faceva da “arbitro” nel processo multipersonale di guarigione e di risoluzione dei problemi con l’Ho’oponopono. La pratica riguardava un gruppo di persone che interagendo insieme guarivano e risolvevano i problemi. Morrnah ha aggiornato il processo in modo che per la guarigione e per il processo di trasformazione non è più necessaria la presenza di altre persone, è sufficiente il medico stesso che riveste anche il ruolo del paziente. Né è nemmeno necessaria alcun tipo di interazione tra il medico e il problema. L’unica persona che ci deve essere sei tu, questo è l’ho’oponopono moderno ovvero “l’hoponopono dell’identità del Sé”. I poteri “miracolosi” di Ho’oponopono come pratica di auto-guarigione e di auto-miglioramento sarebbero ancora sconosciuti al mondo, se non fosse per le opere di Joe Vitale, quali “Zero Limits” e “The kay” . Joe Vitale è molto conosciuto come internet marketer, scrittore e conferenziere specializzato sui temi di miglioramento personale. E da Joe Vitale che il mondo venne a sapere dei veri miracoli e dei poteri del Ho’oponopono grazie alle opere del Dr. Ihaleakala Hew Len. Dr. Hew Len fu l’allievo più prolifico di Morrnah Simeona riguardo la pratica della tecnica dell’Ho’oponopono aggiornato. Egli fu la prima persona a documentare e a confermare con prove esplicite le potenzialità del processo di Ho’oponopono. Dr. Ihaleakala Hew Len ha osservato innanzitutto i poteri del processo di guarigione Hooponopono su se stesso e sulla sua famiglia. Egli ha testimoniato come Morrnah Simeona ha guarito sua figlia da una sorta di gravissimo fuoco di S.Antonio (incurabile malattia della pelle), che la bambina subiva da più di un decennio senza che nessuno fosse mai riuscito a porvi né rimedio né freno. Egli dopo aver assistito alla guarigione della bambina ha deciso di guardare più in profondità nel processo che Morrnah Simeona stava utilizzando. Ha deciso di seguire la sua “maestra” nonostante la sua formazione culturale lo spingesse a lasciar perdere maghi e magie. Nonostante tutti gli ostacoli egli è riuscito a completare la sua formazione con la Kahuna Morrnah Simeona. Egli seguì Morrnah fino al 1992, quando lei morì. Prestando la massima attenzione al suo insegnamento e alle sue pratiche, il Dr Hew Len è riuscito a semplificare ulteriormente e a migliorare ancora il processo di Ho’oponopono, con risultati sorprendenti. Dal 1984 al 1987 ha lavorato come psicologo del personale per le Hawaii State Hospital e questa storia la conosciamo ormai bene. Secondo il dottor Hew Len i risultati pazzeschi e incredibili che egli ha ottenuto con i malati mentali criminali sono stati raggiunti: senza che lui facesse alcuna terapia o consulenza con i pazienti, senza che egli partecipasse alle riunioni del personale sui pazienti, praticando costantemente il processo di Ho’oponopono aggiornato quotidianamente accettando su sé stesso il 100% di responsabilità per tutto ciò che si riscontrava all’interno del manicomio criminale. Quindi che cos’ è esattamente l’Ho’oponopono dell’identotà del sé e come funziona? Quando Joe Vitale ha incontrato il dottor Hew Len e gli ha chiesto esattamente come ha fatto a guarire questi pazienti violenti senza in realtà nemmeno vederli di persona, la sua risposta fu: “Non ho guarito loro. Io ho guarito la parte di me che ha permesso che essi si manifestassero nella mia realtà”. Questa è la rivelazione più importante. Questa frase da sola spiega il presupposto più importante dell’ Ho’oponopono: Tu sei responsabile al 100% di tutto. Tutto vuol dire proprio tutto. E ciò significa che tu sei responsabile non solo dei tuoi successi e dei tuoi fallimenti, ma anche di quelli degli altri. Questo significa che se qualcuno ha qualcosa da qualche parte di cui tu sei venuto a conoscenza tu sei responsabile al 100% di questo. Ma attenzione l’Ho’oponopono non è il tuo biglietto gratis per il viaggio nell’immersione totale nel senso di colpa. Essere responsabile al 100% non significa essere colpevole. Quando si torna indietro verso la tua natura più interiore tutto torna a tua disposizione senza sforzo e vieni guidato nelle tue scelte dall’ispirazione dell’Io Superiore. L’Ego è costretto a cedere il passo alla tua vera essenza. Arrivare allo stato di vuoto in cui tutta la nostra interiorità è pura luce non più “infestata di memorie fuorvianti, è lo scopo della nostra vita incarnata. Ma Come si giunge a quel “magico” stato dell’essere? Che cosa bisogna fare per raggiungerlo? Allo stato di zero memorie si può arrivare solo tramite un processo di pulizia costante. La pulizia è la pratica Ho’oponopono reale. A quanto pare Ho’oponopono dell’identità del sé è un processo molto molto semplice. Si tratta semplicemente di ripetere alcune frasi: Ti amo* Scusa* Mi dispiace* Grazie Ripetendo queste frasi si accende il processo di trasformazione del sé per chi le pratica.

giovedì 29 maggio 2014

matrimonio religioso perché?


Come afferma la Chiesa nel Codice di Diritto Canonico (can. 1057 § 1) «l’atto che costituisce il matrimonio è il consenso». La natura stessa inclina l’uomo a dare questo consenso. In altre parole: «Il sacramento del matrimonio ha questo di specifico fra tutti gli altri: di essere il sacramento di una realtà che già esiste» nella natura che Dio ha creato. Ciò significa che il matrimonio è una realtà naturale, prima di essere un sacramento.
Come fa notare lo stesso canone, il fatto di sposarsi non si riferisce al compimento di un’attività specificamente soprannaturale, ma al conseguimento di azioni naturali come procreare ed educare i figli. 
È proprio questo matrimonio naturale, come insegna san Paolo, che è stato elevato alla dignità sacramentale per permettere agli sposi, citando Leone XIII, di «ricevere la santità nel matrimonio stesso». 
Così la realtà naturale è diventata inseparabile dalla realtà sovrannaturale. Tra battezzati, ormai, il mutuo consenso non può essere separato dal sacramento. Va sottolineato, però, che «non c’è accanto al matrimonio naturale un altro modello di matrimonio cristiano con specifici requisiti soprannaturali». Gli sposi cristiani non fanno un matrimonio naturale e un matrimonio sacramentale, come ingenuamente si potrebbe credere nei Paesi dove c’è prima il matrimonio in Comune e poi in Chiesa. Il sacramento non cambia l’essenza del matrimonio, lo eleva.
Quanti sposi fanno l’esperienza di questo nella loro vita: nelle difficoltà, come anche nella vita quotidiana, la grazia del matrimonio data da Dio viene a santificare tutto, viene a dare l’aiuto necessario giorno dopo giorno. La vita degli sposi non è da un lato naturale e dal altro sopranaturale. Il “matrimonio cristiano” è innestato nella vita coniugale degli sposi, sicché ogni minima azione viene fatta con Dio e per Dio. Da ciò si conclude che chiedere per il sacramento del matrimonio un requisito di fede, al di là di quello di voler sposarsi secondo i valori naturali di un autentico matrimonio (fedeltà, indissolubilità, apertura alla vita, ecc.), può condurre a gravi errori sulla natura stessa del matrimonio, a ridurre il diritto di tutti a sposarsi, o ancora a  voler «separare il matrimonio dei cristiani da quello delle altre persone».
Se gli sposi si scambiano tale consenso senza negare una delle qualità essenziali del matrimonio, la loro mancanza di fede non può “invalidare” un tale matrimonio poiché il matrimonio naturale e il sacramento sono diventati dopo la venuta di Gesù Cristo “la stessa e unica cosa”.
Sicuramente è una questione molto delicata. Il Papa stesso, con grande umiltà, la affrontava davanti ai sacerdoti della diocesi di Aosta nel 2006 dicendo che personalmente aveva creduto, quando era Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, che un matrimonio celebrato senza fede fosse nullo: “Io personalmente lo pensavo”. 
Spesso infatti i numerosi fallimenti dei matrimoni e portano la gente a pensare che se uno va in Chiesa a sposarsi e che non “ci crede”, non è sposato. Non è così!  Ogni uomo ha un  potere naturale speciale e unico di darsi al suo coniuge, potere davanti al quale Dio quasi sembra cedere il passo: è un grande potere, ed è una grande responsabilità. Il sacramento del matrimonio vive in tutti coloro che  fanno un vero matrimonio perchè la Grazia non distrugge la natura ma la perfeziona.

Perché confessare i propri peccati al prete?

"Confessarsi: perché?": è una domanda ineludibile per un credente in Cristo. Nessuno può rispondere al nostro posto. Il sacramento della Riconciliazione ha l’effetto di mettere in rilievo tutti i nostri attuali aspetti contraddittori. Sono calate le confessioni, eppure mai come in questo periodo c’è l’esigenza di manifestare il proprio vissuto a psicologi, psicanalisti, direttori di riviste, maghi. Qual è la spinta che sta dentro? La voglia di esternare, di comunicare, di ostentare? Il desiderio di "pulizia interiore"o di "redenzione"? Mai come oggi il peccato sta lì, davanti a tutti,prende la forma di guerra, di violenza sui minori, di strage, di pulizia razziale. Mai come oggi è difficile dire: "Io ho peccato!". Ai tempi nostri, molto più che nel passato, ciò che avviene, in Asia, ha la sua risonanza immediata in Europa ed Africa. Si ha la netta sensazione di condividere fallimenti e successi. Mai come oggi, per quanto concerne il peccato, ognuno lo riduce a "faccenda privata". Mai come oggi, il sacramento dell’Eucaristia vede una partecipazione attiva, cosciente, adulta dei fedeli. La si vive come festa, come evento comunitario. Mai come oggi, c’è la difficoltà a "rivolgersi al prete" per confessarsi. Si riduce il pentimento ad un rapporto del singolo con Dio. Si fa enorme difficoltà, in questo Sacramento, a percepire il ruolo di mediazione della Chiesa. Psicologi e psicanalisti hanno scavato dentro di noi. Sono riusciti a documentare che non si nasce liberi, ma lo si diventa. La zona delle scelte nostre non è infinita. Ci sono dentro di noi condizionamenti, eredità, fatti inconsci. Siamo persone "a sovranità limitata". Qualcuno ha tirato indebitamente queste conclusioni: non siamo mai liberi; in tutto e per tutto esistiamo come "predestinati". Svanisce così il riconoscimento della responsabilità. "Colpevoli" sono i genitori, gli educatori, il sistema politico ed economico. Se uno accetta queste conclusioni, non diventa mai soggetto umano. Anche da "grande", vivrà una recessione alla fase infantile. Spenderà la sua esistenza incolpando gli altri. È logico che si "assolverà" sempre, perché mai riconoscerà i gesti come suoi. Sappiamo invece che, pur tra mille condizionamenti, la persona può farsi largo, emergere, imprimere una direzione alla propria vita. Ci sono infatti zone in cui si esprime la nostra libertà. Alcune varianti dipendono da noi. Ci "convertiamo" confessando il peccato, riconoscendo che esso è nostro. Infatti è firmato da noi. Ma soprattutto celebriamo le meraviglie dell’Altissimo. Dio che si è preso cura di tutti. Noi abbiamo dissociato i nostri destini da quelli degli altri. Diciamo come Caino: "Sono forse io il custode di mio fratello?" (cf. Gen 4,9). In questo Regno che tutti convoca e congiunge, noi non ci siamo presi cura degli altri. I vincoli della solidarietà si sono allentati. Gesù ha "risposto" di noi tutti al Padre e noi non vogliamo "rispondere dei nostri fratelli" (cf. Gen 9,5). Perché non ci si confessa? Dal punto di vista culturale, in tanti casi, c’è un "io" che non accetta di nascere, crescere, proprio mediante tanti "tu". Non ha né occhi per vedere gli altri né orecchie per udirli; né mani per soccorrerli. Riconosce di avere traumi e condizionamenti ma non peccati. Non si comprende che "insieme" ci si salva. Come figli di un'era super tecnologica, riduciamo a "faccenda privata" i nostri errori. Arriviamo a dire: è l’individuo che pecca; è lui che si pente; sta a lui convertirsi; è suo compito espiare. C’è una immagine privatistica della storia stessa e della vita umana. Non abbiamo più la sensazione di essere dentro un unico fiume che scorre. È sparito l’orizzonte del "genere umano". Stando alla Sacra Scrittura, c’è una vicenda che Dio avvia, accompagna, salva. Si nasce da altri, si cresce mediante altri, ci si realizza "perdendo la vita" per gli altri.
Dio si rapporta con un popolo e fa storia con lui. Esso è una specie di "cantiere". È germe dell’umanità nuova in cui Dio, per mezzo di Cristo e in forza dello Spirito, sta lavorando.
La croce e risurrezione di Gesù non sono un analgesico offerto ai singoli: sono capolavoro di Dio per la "riuscita"; la salvezza del mondo stesso. Ci muoviamo ed esistiamo come "corpo". Siamo come in una cordata. Ogni gesto va a rifluire sugli altri; diventa medicina o veleno. Possiamo costruire o demolire. Possiamo unire o dividere. Quando un membro soffre, tutto il corpo soffre. Dio ci ha collocato in una relazione comunitaria organica. Il male ferisce anzitutto il fratello più piccolo e, attraverso di lui, giunge a Cristo (cf. Mt 25,40.45). Per quanto concerne la storia, c’è stato, da parte dell’individuo, il procedimento che si segue per ricavare la foto di un defunto: si eliminano tutte le altre persone e si fa emergere una sola figura. La liberazione dal peccato è come la guarigione: non la ottengo pensandoci sopra tra me e me; occorre che mi rivolga al medico e segua una cura. Chi si confessa, si rivolge a Gesù, supremo terapeuta (cf. Mc 2,7). Vuole assolutamente vederlo, incontrarlo. Allora fa come i Gentili: si rivolge ai discepoli. Essi lo conducono dal Cristo (cf. Gv 12,21-22; 1,35-50). Il perdono che la comunità annuncia non è suo. Solo Dio può rimettere i peccati (Mc 2,6). La comunità proclama la redenzione operata dal Cristo, in forza dello Spirito. Dio ha assegnato a lei un servizio. Andando a confessarci, noi permettiamo all’Altissimo di riconciliarsi proprio con noi. La salvezza ha una forma visibile, storica, ecclesiale, comunitaria. La Chiesa esprime Cristo. Agisce nel suo nome. Salvatore è Gesù e il prete ce lo attesta, ce lo annuncia. Ci mette in contatto con il Cristo Signore. A tal proposito Papa Francesco I dice: "Il sacramento della penitenza e riconciliazione, meglio noto come confessione, che in passato si faceva "in forma pubblica", oggi si fa in forma "personale e riservata", ha detto il Papa. Questo però "non deve far perdere la matrice ecclesiale, che costituisce il contesto vitale". "Uno - ha spiegato Bergoglio parlando a braccio - può dire 'io mi confesso soltanto con Dio'. Sì, puoi dire 'Dio perdonami' e dire i tuoi peccati. Ma i nostri peccati sono anche contro i fratelli, contro la Chiesa, e per questo è necessario chiedere perdono alla Chiesa e ai fratelli nella persona del sacerdote". "Eh, padre, io mi vergogno", ha proseguito il Papa pronunciando un dialogo immaginario con un fedele: "Anche la vergogna - è la risposta del ‘padre’ - è buona, è salutare avere un po' di vergogna, perché - ha proseguito il Papa tra gi applausi dei fedeli - vergognarsi è salutare: quando una persona non ha vergogna, nel mio paese diciamo che è un sin verguenza, un senza vergogna, ma la vergogna fa bene perché ci fa più umili. Il sacerdote riceve con amore e tenerezza questa confessione, e in nome di Dio perdona. Anche dal punto di vista umano - ha continuato il Papa - sfogarsi è buono, parlare col fratello e dire al sacerdote queste cose che sono tanto pesanti nel mio cuore, sfogarmi davanti a Dio con la Chiesa e con il fratello. Non avere paura della confessione! Uno quando è in coda per confessarsi sente tutte queste cose, anche la vergogna - ha detto il Papa tra nuovi applausi - poi quando finisce la confessione esce libero, grande, bello, perdonato, bianco, felice. Questo è il bello della confessione".
 Il Papa si è poi rivolto direttamente alla folla di fedeli: "Io vorrei domandarvi", ma non rispondete "a voce alta, ognuno si risponda nel suo cuore: quando è stata l'ultima volta che ti sei confessato, che ti sei confessata? Due giorni, due settimane, due anni... Venti anni... Quaranta anni... Ognuno faccia il conto. Ognuno si dica: quando è stata l'ultima volta che mi sono confessato? E se è passato tanto tempo, non perdere un giorno di più, vai avanti, che il sacerdote sarà buono, Gesù è lì, è più buono dei preti, ti riceve con tanto amore". Attraverso i sacramenti dell’iniziazione cristiana, il battesimo, la confermazione e l’eucaristia, ha spiegato il Papa, “l’uomo riceve la vita nuova in Cristo. Ora, questa vita, noi la portiamo ‘in vasi di creta’, siamo ancora sottomessi alla tentazione, alla sofferenza, alla morte e, a causa del peccato, possiamo persino perdere la nuova vita”. Per questo Bergoglio, che ha definito la confessione un “sacramento della guarigione”, ha sottolineato che quando ci si confessa si va a “guarire l’anima o il cuore” e ci si libera di “un peso nell’anima”. Il perdono dei nostri peccati, però, “non è qualcosa che possiamo darci noi, non è frutto dei nostri sforzi, ma è un regalo, un dono dello Spirito Santo”. Il Papa ha concluso la catechesi citando la parabola del figliol prodigo (o del padre misericordioso): “Ogni volta che ci confessiamo, Dio ci abbraccia, e fa festa, andiamo avanti su questa strada".

mercoledì 28 maggio 2014

cos'è l'alchimia?

Si parla tanto di alchimia, ma cos’è realmente?
Esaminiamo innanzitutto la parola stessa che proviene dall’arabo Al- Kimia il prefissoAl” indica l’essere Supremo il Dio come ad esempio “Al-lah” invece la parola Kimiasignifica semplicemente chimica, quindi la scienza di Dio. Quindi è chiaro che non stiamo parlando della vera e propria chimica, ma di una chimica più complessa, che cerca di perfezionare il corpo umano con l’aiuto della naturaL’alchimia spiega che la materia è in possesso di tre principi fondamentali e cioè di Zolfo, Mercurio e Sale e questi principi mescolati in un certo modo danno vita ad un nuovo corpo. Quindi l’alchimista è sempre alla ricerca di una combinazione chimica che creerebbe un nuovo corpo, essi sono sempre in cerca della famosa “Pietra Filosofale” che comprende due principali aspetti: da un lato la medicina universale, dall’altra la trasmutazione dei metalli. Inizialmente l’Alchimia veniva chiamata Spagiria, e i più famosi studiosi di quest’Arte antichissima furono ovviamente dottori di medicina, filosofi ed astrologi come ad esempio Paracelso, Alberto il Grande, Sant’Agostino ed il Fratello Basilio Valentino, che minuziosamente tramandarono la loro conoscenza ai loro discepoli. Quest’arte fu praticata da persone di buona famiglia, da nobili, cavalieri, religiosi, chierici, addirittura da Re e Papi che hanno scritto molti trattati sull’arte di Ermes, il dio degli oratori, della letteratura, dei poeti, dell’atletica, delle invenzioni e del commercio in generale.Questi grandi studiosi scrissero moltissimi libri, ma questi libri sono comprensibili a pochi, a chi si avvicina davvero seriamente a quest’arte, infatti questi libri antichissimi sono scritti sotto forma di formule preziose per mezzo di allegorie, immagini ed simboli. Infatti la maggior difficoltà nel leggere questi libri è proprio la presenza di simboli per niente comuni e mai uguali, un continuo enigma per gli studiosi.
Oggi, come allora, ci sono alchimisti di ogni ceto sociale, che studiano e si avvicinano a quest’Arte, alcuni seri e altri che scrivono libri di alchimia solo a scopo di lucro, infatti molti libri in commercio sono solo dei noiosissimi e seriosi trattati di alchimia che alla fine non svelano nulla di più di ciò che si è sempre tramandato.
  Sia l’alchimia fisica sia quella trascendentale avevano le loro origini negli insegnamenti di Ermete, chiamato Ermete Trismegistus o l’Ermete Tre Volte Grande. Le letture di Cayce ci dicono che Ermete fu un ingegnere proveniente dall’Atlantide ormai quasi sommersa, il quale, insieme con Ra, costruì, progettò o diresse la costruzione del complesso delle piramidi di Giza “durante il regno di Araaraart [circa ’da 10 490 a 10 390 prima che il Principe entrasse in Egitto’ – 5748-6] quando ci furono molti che cercavano di dare all’uomo una comprensione migliore del rapporto stretto fra le Forze Creatrici e il creato, fra uomo e uomo e l’uomo e il suo Creatore.” Fu Ermete ad esprimere per primo il grande principio che le immagini tenute nella mente influenzano l’universo intorno a noi. Di conseguenza, un’immagine particolare porta un effetto particolare. L’alchimia, il discendente più recente della filosofia ermetica, incluse questa idea in un processo chiamato “tramutazione”. Secondo la filosofia ermetica, la chiave al processo dell’alchimia spirituale è l’arte della visualizzazione. Imparando a creare e controllare le immagini mentali, l’alchimista spirituale è in grado di lavorare con realtà limitative per produrre profonde tramutazioni interiori. Trattenendo nella mente un’immagine specifica, l’alchimista conosce gli effetti prodotti dall’energia specifica di quell’immagine – e trova che gli effetti di quell’immagine non solo trasformano il sé ma si spingono anche oltre e trasformano il mondo intorno al sé. 

Si può riprogrammare il cervello?

Il DNA umano è un Internet biologico, superiore, sotto molti aspetti, a quello artificiale. La più recente ricerca scientifica russa spiega, direttamente o indirettamente, fenomeni quali la chiaroveggenza, l'intuizione, gli atti spontanei ed a distanza di cura, l'auto-guarigione, le tecniche di affermazione, la luce o aure insolite intorno alle persone (concretamente, dei maestri spirituali), l'influenza della mente sui modelli climatici e molto ancora. Inoltre, ci sono segni di un tipo di medicina completamente nuova nella quale il DNA può essere influenzato e
riprogrammato dalle parole e dalle frequenza SENZA sezionare e rimpiazzare geni individuali.
Solo il 10% del nostro DNA viene utilizzato per costruire le proteine. Questo subcomplesso di DNA è quello che interessa i ricercatori occidentali che lo stanno esaminando e catalogando. L'altro 90% è considerato "DNA rottame". Tuttavia, i ricercatori russi, convinti che la natura non è stupida, hanno riunito linguisti e genetisti per intraprendere un'esplorazione di quel 90% di "DNA rottame". I loro risultati, scoperte e conclusioni sono semplicemente rivoluzionarie! Secondo loro, il nostro DNA non solo è il responsabile della costruzione del nostro corpo, ma serve anche da magazzino di informazioni e per la comunicazione.
I linguisti russi hanno scoperto che il codice genetico, specialmente nell'apparentemente inutile 90%, segue le stesse regole di tutte le nostre lingue umane. Per questo motivo, hanno confrontato le regole della sintassi (il modo in cui si mettono insieme le parole per formare frasi e proposizioni), la semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole grammaticali di base. Hanno scoperto che gli alcalini del nostro DNA seguono una grammatica regolare e hanno regole fisse come avviene nelle nostre lingue. Così le lingue umane non sono apparse per coincidenza, ma sono un riflesso del nostro DNA inerente.
Anche il biofisico e biologo molecolare russo Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno esplorato il comportamento vibratorio del DNA. (Per essere breve, qui farò solo un riassunto. Per maggiori informazioni, per favore, andate all'appendice finale di questo articolo). 
La linea finale è stata: "I cromosomi vivi funzionano come computer "solitonici/olografici" usando la radiazione laser del DNA endogeno". Questo significa che hanno fatto in modo di modulare certi modelli di frequenza con un raggio laser e con questo hanno influenzato la frequenza del DNA e, in questo modo, l'informazione genetica stessa. Siccome la struttura base delle coppie alcaline del DNA e del linguaggio (come si è già spiegato) sono la stessa struttura, non si rende necessaria nessuna decodificazione del DNA.
Uno semplicemente può usare parole e orazioni del linguaggio umano! Questo è stato anche provato sperimentalmente. 
La sostanza del DNA vivente (in tessuto vivo, non in vitro), reagirà sempre ai raggi laser del linguaggio modulato e anche alle onde radio, se si utilizzano le frequenze appropriate.  Infine questo spiega scientificamente perchè le affermazioni, l'educazione autogena, l'ipnosi e cose simili possono avere forti effetti sugli umani e i loro corpi. E' del tutto normale e naturale che il nostro DNA reagisca al linguaggio. Mentre i ricercatori occidentali ritagliano geni individuali dei filamenti del DNA e li inseriscono in un altro posto, i russi hanno lavorato con entusiasmo con dispositivi che possono influenzare il metabolismo cellulare con le frequenze modulate di radio e di luce per riparare difetti genetici. 
Per esempio il gruppo di ricercatori di Garjajeva ha avuto successo nel provare che con questo metodo si possono riparare i cromosomi danneggiati dai raggi X. Sono anche riusciti a catturare modelli di informazione di un DNA specifico e lo hanno trasmesso ad un altro, riprogrammando così le cellule su un altro genoma. In quel modo, hanno trasformato con successo, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra, semplicemente trasmettendo i modelli di informazione del DNA! 
In quel modo, l'informazione completa è stata trasmessa senza nessuna delle disarmonie o effetti collaterali che si manifestano quando si fa l'ablazione e si reintroducono geni individuali del DNA! Questo rappresenta una rivoluzione e sensazione incredibili, che trasformerà il mondo! Tutto ciò applicando semplicemente la vibrazione e il linguaggio al posto dell'arcaico
processo d'ablazione! Questo esperimento punta all'immenso potere della genetica delle onde, che ovviamente ha più influenza, sulla formazione degli organismi, che i processi biochimici delle sequenze alcaline.
I maestri esoterici e spirituali sanno da millenni che il nostro corpo si può programmare con il linguaggio, le parole e il pensiero. Ora questo è stato provato e spiegato scientificamente. 
Certamente la frequenza deve essere quella corretta e a questo si deve il fatto che non tutti hanno lo stesso risultato o possano farlo sempre con la stessa forza. La persona deve
lavorare con i processi interni e la maturità per poter stabilire una comunicazione cosciente con il DNA. I ricercatori russi lavorano con un metodo che non dipende da questi fattori, però funziona SEMPRE, sempre e quando venga usata la giusta frequenza. 
Però, quanto più è sviluppata la coscienza individuale, meno c'è la necessità di qualsiasi tipo di 
dispositivo! Si possono ottenere quei risultati da se stessi e la scienza finalmente smetterà di ridere di tali idee e potrà spiegarne e confermarne i risultati. E non finisce qui. Gli scienziati russi hanno anche scoperto che il nostro DNA può causare modelli di perturbazione nel vuoto, producendo così "cunicoli" magnetizzati!
I "piccoli buchi" sono gli equivalenti microscopici di quelli chiamati ponti Einstein-Rosen nella vicinanza dei buchi neri (lasciati da stelle consumate). 
Questi sono dei tunnel di connessione, fra aree completamente differenti dell'universo, attraverso i quali si può trasmettere l'informazione fuori dallo spazio e dal tempo. Il DNA attira quei frammenti di informazione e li passa alla nostra coscienza. Questo processo di ipercomunicazione è più efficace in stato di rilassamento. Lo stress, le preoccupazioni e
l'intelletto iperattivo  impediscono il successo  dell'ipercomunicazione o ne distorcono completamente l'informazione rendendola inutile. In Natura, l'ipercomunicazione è stata applicata con successo da milioni di anni. Il flusso di vita strutturato in "organizzazioni stato" di insetti lo prova drammaticamente. L'uomo moderno lo conosce solo ad un livello molto più
sottile come "intuizione". Però anche noi possiamo recuperarne a pieno l’uso.
Un esempio in Natura. Quando un formica regina è lontana dalla sua colonia, la costruzione continua con fervore e in accordo con la pianificazione. 
Tuttavia, se si uccide la regina, nella colonia tutto il lavoro si ferma. 
Nessuna formica sa cosa fare. Apparentemente, la regina invia i "piani di costruzione" anche da molto lontano per mezzo della coscienza gruppale dei suoi sudditi. Può stare lontana quanto vuole, fintanto che sia viva. 
Nell'uomo l'ipercomunicazione si attiva quando uno improvvisamente riesce ad avere accesso ad un'informazione  che è fuori dalla propria base di conoscenze. 
A quel punto questa ipercomunicazione viene sperimentata e catalogata  come un'ispirazione o intuizione. Il compositore italiano Giuseppe Tartini, per esempio, una notte sognò che il diavolo si sedeva vicino al suo letto suonando il violino. La mattina seguente, Tartini potè trascrivere il brano a memoria con esattezza e lo chiamò la Sonata del Trillo del Diavolo. 
Per anni, un infermiere di 42 anni sognò una situazione nella quale era connesso ad una specie di CD-ROM di conoscenza. Gli veniva trasmessa conoscenza verificabile da tutti i campi immaginabili e alla mattina poteva ricordare. Era tale la valanga di informazioni che sembrava che di notte gli trasmettessero tutta una enciclopedia. La maggior parte delle informazioni
era fuori dalla sua base di conoscenze personali e arrivava a dettagli tecnici di cui lui non sapeva assolutamente niente.
Quando avviene l'ipercomunicazione, si possono osservare fenomeni speciali nel DNA, così come nell'essere umano. Gli scienziati russi hanno irradiato campioni di DNA con luce laser. Nello schermo si è formato un modello di onde tipico. Quando hanno ritirato il campione di DNA, i modelli di onda non sono scomparsi, sono rimasti. Molti esperimenti di controllo hanno
dimostrato che il modello proveniva ancora dal campione rimosso, il cui campo energetico apparentemente è rimasto di per se stesso. Questo effetto ora si denomina effetto del DNA fantasma.
Si presume che l'energia dello spazio esteriore e del tempo, dopo aver ritirato il DNA, fluisca ancora attraverso i "cunicoli". La maggior parte delle volte gli effetti secondari che si incontrano nell'ipercomunicazione, anche degli esseri umani, sono campi elettromagnetici inspiegabili nelle vicinanze della persona implicata.  In presenza dei quali i dispositivi elettronici, come attrezzature per CD e altri simili, possono essere alterati e smettere di funzionare per ore. Quando il campo elettromagnetico si dissolve lentamente, le attrezzature funzionano ancora normalmente. Molti curatori e psichici conoscono questo effetto dovuto al loro lavoro. Più si migliorano l'atmosfera e l'energia dell'ambiente più frustante è che in quel
preciso istante l'attrezzatura di registrazione smette di funzionare e di registrare. Il  riaccendere e spegnere dopo la sessione non ne ristabilisce ancora la funzionalità totale che però  il giorno dopo ritorna alla normalità. Chissà forse leggere ciò risulta tranquillizzante per molti, in quanto non ha niente a che vedere con l’essere tecnicamente incapaci, ma significa semplicemente che sono abili per l’ipercomunicazione.
Gli scienziati russi hanno irradiato diversi campioni di DNA con dei raggi laser e su uno schermo si è formata una tipica trama di onde che, una volta rimosso il campione, rimaneva sullo schermo. Allo stesso modo si suppone che l'energia al di fuori dello spazio e del tempo continua a passare attraverso gli tunnel spaziali attivati anche dopo la rimozione del DNA. Gli effetti collaterali più frequenti nell'ipercomunicazione sono dei campi magnetici vicini alle persone coinvolte. Gli apparecchi elettronici possono subire delle interferenze e smettere di funzionare per ore. Quando il campo elettromagnetico si dissolve, l'apparecchio ricomincia a funzionare normalmente. Molti operatori spirituali conoscono bene questo effetto.
Grazyna Gosar and Franz Bludorf nel loro libro Vernetzte Intelligenz spiegano queste connessioni in modo chiaro e preciso. Gli autori riportano anche alcune fonti secondo le quali gli uomini sarebbero stati come gli animali, collegati alla coscienza di gruppo, e quindi avrebbero agito come gruppo. Per sviluppare e vivere la propria individualità, tuttavia, avrebbero abbandonato e dimenticato quasi completamente l'ipercomunicazione. 
Ora che la nostra coscienza individuale è abbastanza stabile, possiamo creare una nuova forma di coscienza di gruppo. Così come usiamo Internet, il nostro DNA è in grado di immettere dati nella rete, scaricare informazioni e stabilire un contatto con altre persone connesse. In questo modo si possono spiegare i fenomeni quali telepatia o guarigioni a distanza.
Senza un'individualità distinta la coscienza collettiva non può essere usata per un periodo prolungato, altrimenti si ritornerebbe a uno stato primitivo di istinti primordiali. 
L'ipercomunicazione nel nuovo millennio significa una cosa ben diversa. 
I ricercatori pensano che, se gli uomini con piena individualità formassero una coscienza collettiva, avrebbero la capacità di creare, cambiare e plasmare le cose sulla terra, come fossero Dio! E l'umanità si sta avvicinando a questo nuovo tipo di coscienza collettiva. 
Il tempo atmosferico è piuttosto difficile da influenzare da un solo individuo, ma  l'impresa potrebbe riuscire dalla coscienza di gruppo (niente di nuovo per alcune tribù indigene). Il tempo viene fortemente influenzato dalla frequenza risonante della terra (frequenza di Schumann). Ma queste stesse frequenze vengono prodotte anche nel nostro cervello, e quando molte persone si sincronizzano su di esse, o quando alcuni individui (p. e. maestri spirituali) concentrano i loro pensieri come un laser, non sorprende affatto che possano influenzare il tempo. Una civiltà moderna che sviluppa questo tipo di coscienza non avrebbe più problemi né d'inquinamento ambientale, né di risorse energetiche; usando il potere della coscienza collettiva potrebbe controllare automaticamente e in modo naturale l'energia del pianeta.
Se un numero abbastanza elevato di individui si unisse con uno scopo più elevato, come la meditazione per la pace, si dissolverebbe anche la violenza. 
Il DNA sembra essere anche un superconduttore organico in grado di lavorare a una temperatura corporea normale. I conduttori artificiali invece richiedono per il loro funzionamento delle temperature estremamente basse (tra -200 e -140°C ). Inoltre, tutti i superconduttori possono immagazzinare luce, quindi informazioni. Anche questo dimostra che il DNA sia è grado di farlo. 
Vi è un altro fenomeno legato al DNA e ai tunnel spaziali. Normalmente questi minuscoli tunnel sono altamente instabili e durano soltanto una frazione di secondo. In certe condizioni però si possono creare dei tunnel stabili in grado di formare delle sfere luminose. In alcune regioni della Russia queste sfere appaiono molto spesso. In queste regioni le sfere a volte s'innalzano dalla terra verso il cielo, e i ricercatori hanno scoperto che possono essere guidati dal pensiero. 
Le sfere emettono onde a bassa frequenza che vengono anche prodotte dal nostro cervello, quindi sono in grado di reagire ai nostri pensieri. Queste sfere di luce hanno una carica energetica molto elevata e sono in grado di causare delle mutazioni genetiche. Anche molti operatori spirituali producono queste sfere o colonne di luce, quando si trovano in uno stato di profonda meditazione o durante un lavoro energetico. In alcuni progetti per la guarigione della terra queste sfere vengono catturate anche nelle foto. In passato di fronte a questi fenomeni luminosi si credeva che apparissero degli angeli. In ogni caso, pur mancando le prove scientifiche, ora sappiamo che persone con queste esperienze non soffrivano affatto di allucinazioni. Abbiamo fatto un grande passo in avanti nella comprensione della nostra realtà. 
Anche la scienza "ufficiale" conosce le anomalie della terra che contribuiscono alla formazione dei fenomeni luminosi. Queste anomalie sono state trovate di recente anche a Rocca di Papa, a sud di Roma

venerdì 23 maggio 2014

Chi era Saint-Germain


"Al pari di Prometeo, egli rubò il fuoco
per cui il Mondo esiste e tutto respira,
La Natura al suo comando obbedisce e si muove:
Se non è dio egli stesso, un dio possente l'ispira."
Questi versi accompagnano, come una didascalia, il ritratto (incisione a bulino), che potete vedere, esposto nel gennaio 1785 dal Berfinische Monatschnft con il titolo Il Conte di Saint-Germain, celebre Alchimista. L'incisione era stata realizzata due anni prima, da N. Thomas, sulla base di un ritratto del conte, l'unico esistente, dipinto quando questi era a San Pietroburgo, nel 1760, opera del conte italiano Pietro Rotari, artista della corte russa. Il dipinto era poi stato donato alla Marchesa d'Urfé, importante esponente della vita mondana parigina, che si dilettava in esoterismo. Il conte di Saint-Germain è una figura mitica, ammantata da un alone di mistero ed assurta a ruolo di vera leggenda per gli studiosi di esoterismo. Egli non ha mai avuto precise connotazioni biografiche, facendosi chiamare, indifferentemente, Conte di Welldone, Marchese d'Aymar, Conte di San Germano, Monsieur de Surmont o Monsieur de Belmar. Secondo la testimonianza di un occultista, Eliphas Levi, l'uomo noto come Conte di Saint-Germain sarebbe nato in un paese vicino Asti alla fine del 1600, precisamente il 1698, da una relazione fra la regina di Spagna, Marie Annie di Neuburg (rimasta vedova) e l'Amirante di Castilla. 
Questa nascita bastarda, ma regale, permise al Conte di disporre di ingenti ricchezze, di farsi una cultura vastissima e di essere ricevuto in tutte le corti d'Europa come un membro dell'alta aristocrazia. Anzi, sarebbe stato utilizzato da Luigi XV per una missione diplomatica delicata in Olanda, poi fallita per la gelosia del Duca di Choiseul, ministro degli esteri. Parlava italiano e francese, anche se con un leggero accento piemontese (anche se alcune fonti citano il conte come un conoscitore assai fine di francese, inglese, spagnolo, portoghese, italiano, tedesco, ebraico, arabo e latino). Il barone di Gleichen, Charles Henri, nella sua cronaca, lo descrive come "un uomo di taglia media, assai robusto, vestito con semplicità magnifica e ricercata", che "aveva fronte spaziosa, occhi penetranti, statura media e forme aggraziate", come, del resto, appare emergere dal ritratto di Thomas. Apparso per la prima volta (o "rinato" come vorrebbe qualcun altro) a Londra nel '43, si schiera al fianco di Giacomo II Stuart nella speranza di farlo tornare sul trono inglese. 
Saint-Germain non era sicuramente il suo nome, ma piuttosto un omaggio ai Giacobiti, i nobili fedeli agli Stuart, che si erano rifugiati proprio a Saint-Germain protetti dalla Francia. Fin qui, nulla di particolarmente rilevante. La sua storia, però, comincia a prendere forma a metà dei 1700, quando, ad un ricevimento tenutosi alla corte di Luigi XV incontra la contessa di Vergy. Questa lo saluta affettuosamente, chiedendogli informazioni sul padre che aveva conosciuto una cinquantina di anni prima a Venezia, ma la risposta che ottiene è semplice e sconvolgente: l'uomo conosciuto era proprio lui e per rendere inequivocabile l'affermazione le descrisse dei particolari che solo qualcuno presente allora poteva conoscere! Altra testimonianza di rilevanza storica notevole è quella di Giacomo Casanova: risale a un incontro con il Conte di Saint-Germain nel salotto della marchesa d'Urfè, avvenuto a Parigi, nel 1758. Il veneziano, Massone e direttore delle Lotterie Reali francesi, si dichiarò affascinato dai modi, dallo sfarzo e dalle conoscenze del conte in campo occultistico. 
Protetto da madame Pompadour, era già seguito da leggende di immortalità ed eterna giovinezza, quando fu presentato al reggente di Francia che, piuttosto scettico, volle mettere alla prova le sue dichiarate facoltà paranormali e di veggenza. Il re era rimasto impressionato da una storia ascoltata da bambino in cui un procuratore dello Chatelet e dilettante alchimista, un certo Maitre Dumas, era sparito dalla sua abitazione dopo aver ricevuto la visita di un omino nero su un vecchio ronzino ferito. Non solo il conte citò il nome dell'uomo, ma rivelò anche l'esatto indirizzo: rue de l'Hirondelle. Stimolato da Luigi XV, si concentrò ed aggiunse che il cadavere non si era mai trovato in quanto Dumas si era avvelenato nel laboratorio sotterraneo la cui unica entrata era una botola nascosta da alcune lastre mobili nei pressi dell'entrata. Poi si fermò, concludendo che potevano saperne di più solo i seguaci di Rosa-Croce, cosa che il re non era. 
"Non posso rispondervi, Sire", avrebbe detto il Conte, aggiungendo poi: "Fatevi Rosa + Croce, Maestà, e vi rivelerò ogni cosa".  Il giorno successivo fu riaperta un'inchiesta e tutto fu trovato come descritto. Abbiamo detto che Saint-Germain non volle continuare nella "descrizione" del luogo dove avrebbe trovato il corpo di Dumas a re Luigi XV perché questi non era membro dei Rosa-Croce. Saint-Germain era affiliato al Rosacroce: il suo pseudonimo significava appunto "Vomes Sanctae Fraternitatis" (Socio della Santa Fratellanza). E proprio da questa appartenenza derivavano le sue conoscenze alchemiche, compresa la conoscenza della formula della pietra filosofale, della formula e dei riti per far resuscitare gli avvelenati dai funghi, della formula per far "aumentare di volume" le perle (si pensi che il procedimento per le perle artificiali è stato messo a punto nel 1913), per eliminare i difetti dei diamanti (come leggiamo nei Commentari di Horace Walpole). Proprio su questo punto, nelle Memorie di Madame Pompadure leggiamo come, entrato in contatto con Luigi XV, come detto grazie alla presentazione di Madame Pompadour stessa, il Conte sia riuscito a togliere una macchia a una gemma, rendendola "della più bell'acqua e aumentandone il valore da 6.000 a 10.000 franchi" nel tempo. 
Nella prima metà del XVIII secolo, la figura di Saint-Germain si confonde con quella dell'alchimista Lascaris, perché tanti sono i punti di contatto e le coincidenze che taluni li ritengono un'unica persona. Entrambi boemi e legati alla corte di Prussia, riuscirono a trasmutare rame e piombo in oro alla presenza di testimoni attendibili; entrambi sembravano non invecchiare mai e più di un tratto somatico e della personalità coincideva perfettamente. Sadoul, un alchimista contemporaneo che si è interessato alla loro storia, ritiene che Lascaris possa essere un'identità precedente dei conte, che aveva scoperto l'elisir di lunga vita (o qualcosa di simile che lo facesse ringiovanire periodicamente). Imprigionato a Londra per sovversione, riesce a farsi rilasciare e si sposta in Francia dove trova protezione, riuscendo ad entrare nelle grazie di Luigi XV come già detto. 
Nel 1760 avrebbe dovuto far ottenere alla Francia un prestito dall'Austria, ma viene accusato di tradimento dal duca di Choiseul e deve riparare in Inghilterra. Da qui si trasferisce in Olanda dove apre un laboratorio alchemico e cambia il suo nome in conte di Saint-Surmont. I guadagni fatti, non sempre in modo lecito, gli permettono di passare in Belgio da cui parte subito dopo alla volta della Russia. Nel 1768 si unisce al generale Orlov, che si diceva avesse aiutato nel portare al trono Caterina II, e viene nominato generale nella guerra contro i Turchi con il nome di Welldone. Sconfitti i seguaci dell'Islam, nel 1770 se ne va in Germania dove si stabilisce definitivamente.

Siamo giunti ormai al 1784 e Saint-Germain, che dimostra una settantina d'anni (anche se, come detto, era nato alla fine del 1600), muore a Eckernforde, nel castello del Principe Carlo di Assia-Cassel (il cui nome da rosacruciano era "Eques a Leone Resurgente"). A questo proposito, va registrato che, una settimana dopo, quando il principe Carlo di Assia Cassel, tornato da una lunga assenza al castello, fece aprire la tomba per rendere l'ultimo saluto al proprio ospite, il cadavere di Saint-Germain non si trovò. Questo fatto si ricollega necessariamente con quanto accade l'anno successivo, quando Saint-Germain viene visto vivo e vegeto, ed enormemente ringiovanito, ad una riunione massonica tenutasi a Wilhelmsbad. Non solo: c'è chi giura di averlo incontrato a Parigi in compagnia di personaggi dalla fama sinistra e maledetta come Mesmer e Cagliostro (una tesi piuttosto fantasiosa vedeva il mago italiano come un allievo iniziatici del Conte, anche se poi i due furono di idee politiche totalmente opposte). 
La rivoluzione francese è alle porte e dai diari di Maria Antonietta si viene a sapere dell'avvertimento che le aveva fatto riguardo alle sciagure future. Il rammarico della regina è di non avergli creduto, rifiutandosi di approfondire il discorso. Ma nella capitale francese è pericoloso essere amico dei nobili, quindi il conte ritiene opportuno fare visita a Gustavo III di Svezia, mettendolo in guardia dai pericoli che lo minacciano. Una sua amica, la signorina d'Adhemar, annota sul suo diario lo stupore di averlo trovato giovane come sempre. Ancora giovane sembra essere nel 1882 e la sua leggenda cresce a dismisura tanto da meritarsi un'indagine ufficiale da parte di Napoleone III. Purtroppo non si addiviene a nulla in quanto tutti i documenti relativi alla sua persona erano stati distrutti da un incendio doloso che colpi l'Hotel de la Ville di Parigi nel '71. La storia dei conte sembra giunta al capolinea se il suo nome non comparisse periodicamente negli elenchi di alcune sette esoteriche (come la Società Teosofica di Helena Blavatsky, che lo paragonò a Cristo, Platone e Buddha). 
Nel nostro secolo il conte di Saint-Germain viene tirato nuovamente in ballo per giustificare l'esistenza del grande alchimista Fulcanelli che si diceva fosse riuscito ad assurgere al massimo livello di perfezione lasciando il nostro piano temporale e tramutandosi in un androgino. Tanto per cambiare, nessuno lo ha mai visto o può produrre alcuna prova. A Roma, a mezzogiorno di ogni Natale, c'è chi giura che il Conte di Saint Germain appaia sul Pincio, tranquillamente seduto su una panchina ad attendere i suoi seguaci. 
E' storicamente provato che il Conte fosse compositore di musica (le sue sonate, stampate dall'editore londinese Waish tra il 1748 e il 1760, furono apprezzate da Mozart e da Gluck), eccellente violinista (il successo dei suoi concerti fu pari, si dice, a quello dei concerti dell'italiano Paganini), abile pittore (anche se privo di originalità artistica) e ingegnoso chimico (aveva elaborato centinaia di procedimenti industriali, per la tintura delle sete, per il cuoio, per la preparazione di oli ed essenze, oltre che per la cosmetica, arte in cui era considerato autore di ricette miracolose). Mentre alcuni lo considerano un grande uomo ("Il più grande sapiente che sia mai esistito", lo definì il landgravio di Hesse), altri lo odiarono profondamente come Casanova. Questo contrasto di sentimenti è chiaramente dovuto al fascino che esercitava, all'entusiasmo con cui contagiava chi lo ascoltava, alla vanità che mostrava (non per nulla molte furono le sue "prede" femminili). 
D'altra parte il conte non si tirava mai indietro quando bisognava stupire il prossimo con affermazioni incredibili, come quando asserì di essere stato amico della madre di Maria, Anna, o di essere presente alle nozze di Cana, ricordando addirittura le portate! Concludiamo questo viaggio nel mito di Saint-Germain con un sonetto su "La Creazione", apparso in una raccolta poetica, pubblicata dal libraio-scrivano, Mercier, di Compiègne. Il carattere di questo testo è decisamente ermetico e si dice che l'originale sia della stessa mano del conte. Ecco il testo:

Curioso scrutatore della natura intera,
ho conosciuto dell'universo il principio e la fine,
ho visto l'oro in potenza in fondo alla sua miniera,
ho carpito la sua natura e sorpreso il suo fermento.

. Spiegai per quale processo l'anima nel grembo di una madre,
fa la sua casa, la trascina, e come un seme di vite
messo vicino a un chicco di grano, sotto l'umida polvere;
l'uno pianta e l'altro ceppo, sono il pane e il vino.

Niente c'era, Dio volle, niente diviene qualche cosa,
ne dubitavo, cercai su cosa l'universo posasse,
nulla conservò l'equilibrio e servì da sostegno.

Infine, con il peso dell'elogio e del biasimo,
Io pesai l'Eterno, Egli chiamò la mia anima
Io morii, L'adorai, non seppi più nulla.

Innanzitutto, va visto come l'autore ci tenga a precisare di essere riuscito ad entrare nell'intima essenza della natura, di aver compreso i più grandi segreti del cosmo, di essere riuscito a penetrare nei processi che portano alla nascita delle cose e di aver capito come queste si differenziano. Va notato, infine, come, nell'ultima terzina, il Conte (o, comunque, l'autore) dichiari di aver "pesato" l'Eterno. Qui possiamo notare un richiamo alla Società dei Rosa-Croce, che affermavano che, eliminando la propria natura gretta, gli uomini avrebbero potuto raggiungere l'Essenza, che era la "casa" dell'umanità (anche se piuttosto esclusiva). In conclusione, il Conte di Saint-Germain è uno dei personaggi più enigmatici di sempre, artista, politico, mago, alchimista, immortale. Se ci sei, conte, batti un colpo.

estratto dal sito www.daltramontoallalba.it

mercoledì 21 maggio 2014

PNL

La programmazione neuro linguistica (PNL), è una metodo psicologico alternativo e un sistema di "life coaching", definito come un approccio alla comunicazione, allo sviluppo personale e alla psicoterapia, ideato in California negli anni settanta del XX secolo da Richard Bandler e John Grinder. Il nome deriva dall'idea che ci sia una connessione fra i processi neurologici ("neuro"), il linguaggio ("linguistico") e gli schemi comportamentali appresi con l'esperienza ("programmazione"), affermando che questi schemi possono essere organizzati per raggiungere specifici obiettivi nella vita. La programmazione neurolinguistica si ispira anche a tecniche riconosciute (come l'ipnosi ericksoniana), ma il suo modello terapeutico non ha validità scientifica, ed è considerata una pseudoscienza, priva di riscontri e fondamentalmente erronea. Tali caratteristiche ne fanno un caso di studio nell'insegnamento universitario e professionale, dove viene utilizzato come modello di teoria pseudoscientifica. Secondo i fondatori del movimento, Richard Bandler e il linguista John Grinder, la PNL sarebbe strumentale "all'individuazione delle modalità per aiutare le persone ad avere vite migliori, più complete e più ricche". Bandler ha sostenuto che gli esseri umani sono letteralmente programmabili: «Quando ho cominciato a usare il termine programmazione le persone si arrabbiarono veramente. Hanno detto cose come: "state dicendo che noi siamo come le macchine. Siamo esseri umani, non robot." Ciò che stavo dicendo veramente era proprio l'opposto. Siamo la sola macchina che può programmarsi. Siamo auto-programmabili. Possiamo impostare programmi deliberatamente progettati e automatizzati che funzionano da soli per occuparsi di noiose mansioni terrene, liberando così le nostre menti per fare altre cose più interessanti e creative.» L’idea centrale della PNL è che la totalità dell’individuo interagisce nelle sue componenti ("linguaggio", "convinzioni" e "fisiologia") nel creare percezioni con determinate caratteristiche qualitative e quantitative: l'interpretazione soggettiva di questa struttura dà significato al mondo. Modificando i significati attraverso una trasformazione della struttura percettiva, la persona può intraprendere cambiamenti di atteggiamento e di comportamenti. La percezione del mondo, e di conseguenza la risposta ad esso, possono essere modificate applicando opportune tecniche di cambiamento. La PNL ha tra i suoi scopi, quindi, l'obiettivo di sviluppare abitudini/reazioni di successo, amplificando i comportamenti "facilitanti" (cioè efficaci) e diminuendo quelli "limitanti" (cioè indesiderati). Il cambiamento può avvenire anche riproducendo precisamente i comportamenti.delle persone di successo allo scopo di creare un nuovo "strato" di esperienzaSulla PNL son stati e sono tutt'ora scritti tantissimi libri,quindi non si può essere esaustivi in questo spazio,ma vogliamo comunque presentare alcuni elementi importanti della PNL.
Uno di questi è il cosiddetto TRUISMO, che deriva dall'omonima parola vero in lingua inglese. Il truismo consiste in un affermazione che è incontestabilmente vera,quindi il tuo interlocutore non potrà far a meno di dire “SI” Per esempio nella vendita il truismo viene usato per creare il cosiddetto campo affermativo,una sorta di trappola linguistica che predispone a far dire di “SI”,infatti se tu proponi tre affermazioni incontestabilmente vere, riceverai tre SI,cosi ti creerai più probabilità di ottenere un SI anche se la quarta affermazione che farai non sarà cosi evidentemente vera. Un aspetto molto importante su cui si concentra la PNL è la creazione del RAPPORT, ossia assumere un atteggiamento sia verbale che non,un ritmo e cadenza del parlato simili al tuo interlocutore,un atteggiamento posturale simile,tutto al fine di "sintonizzarsi" su una ipotetica frequenza immaginaria del soggetto che hai di fronte. Altro elemento importante della PNL sono i giochi di prestigio verbali. Sono modelli linguistici coi quali si gioca coi discorsi e con le parole,che mirano a cancellare, a trasformare o far vedere in un'altra ottica i punti di vista di una persona. Oggi la PNL viene usata principalmente da praticanti delle forme di psicoterapia e psicologia parascientifica, soprattutto legati agli ambienti dell'ipnositerapia, del life coaching e della formazione aziendale. In una indagine sull'industria del coaching in Australia, il 13% di chi ha risposto riportava di essere stato formato alla PNL e/o allo sviluppo personaleHeap scrisse che, stante la difficoltà nello stimare la diffusione della PNL, il numero di persone formate al livello di "praticante" nel Regno Unito sembrava essere di almeno 50.000. Sempre secondo Heap, la tecnica era insegnata in numerosi seminari, specie nei paesi anglosassoni, in Norvegia, Spagna e Brasile, con modalità pratiche forse diverseFuori dall'ambito terapeutico psicologico e del coaching, alcuni artisti dell'ambito dell'illusionismo psicologico e del mentalismo, come Derren Brown o Francesco Tesei, hanno seguito anche dei corsi di formazione in PNL, per affinare alcune delle proprie tecniche di spettacolo. Brown, scettico verso le cosiddette pseudoscienze, comunque non ha mai affermato che la PNL funziona, ma solo che Bandler è un grande affabulatore del pubblico.

martedì 20 maggio 2014

karma.

 Come si crea un samskara? Come si crea nella nostra mente la reazione all’azione che svolgiamo?
E’ possibile far sì da non accumulare più queste reazioni? Nella mente ci sono tre aspetti funzionali:
1) Il senso dell’Io (Mahat)
2) Il senso dell’azione (Aham)
3) Il senso di ciò che si è fatto (Citta)
La mente utilizza questi tre sensi, o parti della mente. Il senso dell’Io è quella parte della mente che ci dà la sensazione di individualità. Al mattino vai a lavoro. Alla sera torni a casa.“Io sono andato a lavoro” “Io sono tornato a casa” La mente sente che quell’Io è sempre lo stesso. C’è un Io in voi, che vi dà la continuità dell’espreinza, della vostra vita… è un nucleo che si conserva anche se il tempo, i luoghi, le circostanze cambiano. Alla mattina qualcuno per scherzo vi ha rasato i capelii, vi guardate allo specchio e vi spaventate.. il vostro corpo ha cambiato aspetto, caratteristiche, non è più lo stesso… eppure … tu sei sempre lo stesso.. “Io sono”C’è poi un parte della mente che controlla ed è coinvolta con l’azione.“Io sento di esistere” ma anche “Io sento di potere… ” “.. sento di poter fare”Questo è il senso dell’”Io che agisce”. Quindi senti “Io sono” ma anche Io agisco”. E’ quella parte della mente che lega il nostro senso dell’io all’azione. A volte succede che nel fare le cose siamo talmente assorbiti che il senso dell’Io si nasconde, diventa piccolo piccolo, e così dopo ore alcune ore ci fermiano e riprendiamo consapevolezzaIl tempo è voltato via, eravamo poco presenti. L’ultimo parte della mente è il “Senso dell’Io ho fatto”. Quando fai un pensiero c’è unIo ,l’azione del pensare e il pensiero. Il pensiero è il risultato della tua azione, è cioè l’Io ho fattoMolto più semplicemente possiamo dire che questa parte della mente è il nostro schermo mentale interiore dove proiettiamo l’esperienza esterna del mondo e l’esperienza interna dei nostri pensieri, sentimenti, emozioni. Dunque quando l’Io si identifica con ciò che fa, con il risultato, ecco che si crea un forte legame tra ciò che si è fatto e i suoi risultati. Avete svolto un compito a lavoro di cui ne siete fieri. Il capo chiede al gruppo “Chi è stato?” Dunque ogni volta che compiamo un’azione si crea una reazione dentro di noi (samskara)perché la mente sente che l’”Io” la sta compiendo. Ma chi è questo Io? La nostra mente si identifica con tutti i condizionamenti che ha ricevuto (in questa vita e nelle vite passate). I condizionamenti educativi, ambientali, innati (ovvero delle esperienze passate) ci condizionano, limitando e influenzando la nostra vita. C’è chi dice buon karma, oppure cattivo karmaNella meditazione la mente dopo essersi raccolta dal mondo esterno cerca di concentrarsi… cerca di riscoprire la propria essenza con l’aiuto del mantraIl significato del mantra è sempre un significato universale, ampio, infinito. “Io sono…. Coscienza”,Io sono…. Puro Spirito”. Questo significato, questa idea, che coltiviamo nella mente, si incontra con tutti i condizionamenti (samskara) che abbiamo dentro di noi. Questi condizionamenti sono spinti a venir fuori, a essere portati alla luce, a essere liberati. Immagina ad esempio di essere incapace a ballare ma che hai un desiderio nascosto di farlo… questa convinzione, radicata nella tua mente, ti condiziona, è un tuocondizionamentoPraticando la meditazione l’Idea di essere Infinito, di essere Uno con la Coscienza, di essere quindi libero da ogni tipo di vincolo, farà sì che tu ti scontri/incontri con questo limite e fara sì che il tuo desiderio fiorisca dentro di te. La meditazione spinge la nostra mente a incontrarsi e confrontarsi con i propri limiti per superarli. Quando abbiamo superato un limite abbiamo superato un nostro samskaraDunque la meditazione accelera il nostro progresso, fa sì che ciò che ci limita venga superato, che tutto ciò che ci tiene lontanto dalla pace, felicità, amore che è in te, venga sciolto per entrare nella dimensione dello Yoga, nella dimensione dell’Unioneatte studiano, così anche nel campo mentale esistono delle leggi. Una legge di cui si sente spesso parlare è la legge del karmaCosa ci dice?Nella fisica il terzo principio della dinamica ci dice che:ad ogni azione corrisponde sempre una reazione uguale e contraria.Nella scienza dello yoga vale la regola che:ad ogni azione corrisponde sempre una reazione contraria il cui grado di intensità dipende dal fattore tempo.Dunque ogni azione che facciamo, da quelle più semplici ad azioni più articolate, esercita una pressione nella mente che viene registrata per poi poter essere 
rivissuta.
Questa reazione potenziale ( in sanscrito SAM’SKARA) che viene memorizzata nei livelli profondi della mente  troverà un momento per poter essere espressa. In parole semplici raccoglieremo ciò che avremo seminato, se faremo del male ad una persona, questo male dovrà essere rivissuto da noi che lo abbiamo compiuto. Se faremo del bene questo bene verrà rivissuto sempre da noi che lo abbiamo compiuto.Questa legge è legata al principio chenulla è casuale ma tutto è causale“,ovvero tutto ha una causa. E’ necessario però includere questo principio in una visione ampia, in un ordine naturale completo, altrimenti il suo significato viene travisato e mal compreso. Dunque ogni azione che compiamo ha la sua origine nella nostra mente. Prima di agire c’è un pensiero che precede l’azione. Questo pensiero interno a noi e i suoi effetti nel mondo esterno mentale (gioia o dolore ad esempio) vengono  registrati nella nostra mente. Nel futuro vi troveremo in situazioni in cui ciò che avremo seminato verrà raccolto e molto spesso in situazioni che meno le lo aspettiamo. Queste reazioni alle nostre azioni non sono altro che legami con il mondo, condizionamenti che creiamo dentro di noi. Questi condizionamenti o catene possono essere sciolte, la mente ha la possibilità di liberarsi da tutto il peso del proprio passato attraverso un processo di purificazione o decondizionamento. La personale meditazione con un mantra  può accelerare il processo di liberazione da questi vincoli. Anche l’attività di servizio disinteressato, l’aiutare gli altri senza aspettarsi nulla in cambio, è di aiuto nel renderci mentalmente liberi. Lo yoga con i suoi insegnamenti  può portarci verso quello stato di emancipazione mentale chiamato Moks’a. Questo percorso di de-condizionamento e di realizzazione della nostra natura, del Sé più profondo, è un percorso di riscoperta della nostra gioia  e pace interiori.


“Fai tutto il bene che puoi
In tutti i modi possibili
In tutti i luoghi possibili
In ogni momento possibile
A tutte le persone possibili
Il più a lungo possibile”