mercoledì 30 luglio 2014

Perché pregare?

Mi chiedi: perché pregare? Ti rispondo: per vivere. Sì: per vivere veramente, bisogna pregare. Perché? Perché vivere è amare: una vita senza amore non è una vita. È solitudine vuota, è prigione e tristezza. Vive veramente solo chi ama: e ama solo chi si sente amato, raggiunto e trasformato dall’amore. Come la pianta che non fa sbocciare il suo frutto se non è raggiunta dai raggi del sole, così il cuore umano non si schiude alla vita vera e piena se non è toccato dall’amore. Ora, l’amore nasce dall’incontro e vive dell’incontro con Dio, il più grande e vero di tutti gli amori possibili, anzi l’amore al di là di ogni nostra definizione e di ogni nostra possibilità. Pregando, ci si lascia amare da Dio e si nasce all’amore, sempre di nuovo. Perciò, chi prega vive, nel tempo e per l’eternità. E chi non prega? Chi non prega è a rischio di morire dentro, perché gli mancherà prima o poi l’aria per respirare, il calore per vivere, la luce per vedere, il nutrimento per crescere e la gioia per dare un senso alla vita. Mi dici: ma io non so pregare! Mi chiedi: come pregare? Ti rispondo: comincia a dare un po’ del tuo tempo a Dio. All’inizio, l’importante non sarà che in questo tempo sia tanto, ma che tu glielo dia fedelmente, Fissa tu stesso un tempo da dare ogni giorno al Signore, e darglielo fedelmente, ogni giorno, quando senti di farlo e quando non lo senti. Cerca un luogo tranquillo, dove se possibile ci sia qualche segno che richiami la presenza di Dio (una croce, un’icona, la Bibbia, il tabernacolo con la presenza eucaristica…). Raccogliti in silenzio e invoca lo Spirito Santo, perché sia lui a gridare in te “Abbà, Padre!”. Porta a Dio il tuo cuore, anche se è in tumulto: non aver paura di dirgli tutto, non solo le tue difficoltà e il tuo dolore, il tuo peccato e la tua incredulità, ma anche la ribellione e la tua protesta, se lo senti dentro. Tutto questo mettilo nelle mani di Dio: ricorda che Dio è padre-madre nell’amore, che tutto accoglie, tutto perdona, tutto illumina, tutto salva. Ascolta il suo silenzio: non pretendere di avere di avere subito le risposte. Persevera. Come il profeta Elia, cammina nel deserto verso il monte di Dio: e quando ti sarai avvicinato a lui, non cercarlo nel vento, nel terremoto, o nel fuoco, in segni di forza o di grandezza, ma nella voce del silenzio sottile.Non pretendere di afferrare Dio, ma lascia che lui passi nella tua vita e nel suo cuore, ti tocchi l’anima, e si faccia contemplare da te anche solo di spalle. Ascolta la voce del suo silenzio. Ascolta la sua Parola di vita: apri la Bibbia, meditala con amore, lascia che la parola di Gesù parli al cuore del tuo cuore; leggi i salmi, dove troverai espresso tutto ciò che vorresti dire a Dio; ascolta i profeti e gli apostoli; innamorati delle storie dei patriarchi e del popolo eletto e dalla chiesa nascente, dove incontrerai l’esperienza della vita vissuta nell’orizzonte dell’alleanza con Dio. E quando avrai ascoltato la parola di Dio, cammina ancora a lungo nei sentieri del silenzio, lasciando che sia lo Spirito a unirti a Cristo, Parola eterna del Padre. Lascia che sia Dio Padre a plasmarti con tutte e due le sue mani, Verbo e lo Spirito Santo. All’inizio, potrà sembrarti che il tempo per tutto questo sia troppo lungo, che non passi mai: persevera con umiltà, dando a Dio tutto il tempo che riesci a dargli, mai meno però di quanto hai stabilito  di potergli dare ogni giorno. Vedrai che di appuntamento in appuntamento la tua fedeltà sarà premiata, e ti accorgerai che piano piano il gusto della preghiera crescerà in te, e quello che all’inzio ti sembrava irraggiungibile, diventerà sempre più facile e bello. Capirai allora che ciò che conta non è avere risposte, ma a mettersi a disposizione di Dio: e vedrai che quanto porterai nella preghiera sarà a poco a poco trasfigurato. Così, quando verrai a pregare col cuore in tumulto, se persevererai, ti accorgerai che dopo aver a lungo pregato non avrai trovato risposte alle tue domande, ma se le stesse domande si saranno sciolte come neve al sole e nel cuore entrerà una grande pace: la pace di essere nelle mani di Dio e di lasciarti condurre docilmente da lui, dove lui ha preparato per te. Allora, il tuo cuore fatto nuovo potrà cantare il cantico nuovo, e il “Magnificat” di Maria uscirà spontaneamente dalle tue labbra e sarà cantato dall’eloquenza silenziosa delle tue opere. Sappi, tuttavia, che non mancheranno in tutto questo le difficoltà: a volte, non riuscirai a far tacere il chiasso che è intorno a te e in te; a volte sentirai la fatica o perfino il disgusto di metterti a pregare; a volte, la tua sensibilità scalpiterà, e qualunque atto ti sembrerà preferibile allo stare in preghiera davanti a Dio, a tempo “perso”. Sentirai, infine, le tentazioni del maligno, che cercherà in tutti i modi di separarti dal Signore, allontanandoti dalla preghiera. Non temere: le stesse prove che tu vivi le hanno vissute i santi prima di te, e spesso molto più pesanti delle tue. Tu continua solo ad avere fede. Persevera, resisti e ricorda che l’unica cosa che possiamo veramente dare a Dio è la prova della nostra fedeltà. Con la perseveranza salverai la tua preghiera, e la tua vita. Verrà l’ora della “notte oscura”, in cui tutto ti sembrerà arido e perfino assurdo nelle cose di Dio: non temere. È quella l’ora in cui a lottare con te è Dio stesso: rimuovi da te ogni peccato, con la confessione umile e sincera delle tue colpe e il perdono sacramentale; e lascia che la notte dei sensi e dello spirito diventi per te l’ora della partecipazione alla passione del Signore. A quel punto, sarà Gesù stesso a portare la tua croce e a condurti con sé verso la gioia di Pasqua. Non ti stupirai, allora, di considerare perfino amabile quella notte, perché la vedrai trasformata per te in notte d’amore, inondata dalla gioia della presenza dell’Amato, ripiena del profumo di Cristo, luminosa della luce della Pasqua. Non avere paura, dunque, delle prove e delle difficoltà nelle preghiere: ricorda solo che Dio è fedele e non ti darà mai una prova senza darti la via d’uscita e non ti esporrà mai a una tentazione senza darti la forza di sopportarla e vincerla. Lasciati amare da Dio: come una goccia d’acqua che evapora sotto i raggi del sole e sale in alto e ritorna alla terra come pioggia feconda o rugiada consolatrice, così lascia che tutto il tuo essere sia lavorato da Dio, plasmato dall’amore dei tre, assorbito in loro e restituito alla storia come dono fecondo. Lascia che la preghiera faccia crescere in te la libertà da ogni paura, il coraggio e l’audacia dell’amore, la fedeltà alle persone che Dio ti ha affidato e alle situazioni in cui ti ha messo, senza cercare evasioni o consolazioni a buon mercato. Impara, pregando, a vivere la pazienza di attendere i tempi di Dio, che non sono i nostri tempi, e a seguire le vie di Dio, che tanto spesso non sono le nostre vie. Un dono particolare che la fedeltà nella preghiera ti darà è l’amore agli altri e il senso della Chiesa: più preghi, più sentirai misericordia per tutti, più vorrai aiutare chi soffre, più avrai fame e sete di giustizia per tutti, specie per i più poveri e deboli, più accetterai di farti carico del peccato altrui per completare in te ciò che manca alla passione di Cristo a vantaggio del suo corpo, la Chiesa. Pregando, sentirai come è bello essere nella barca di Pietro, solidale con tutti, docile alla guida dei pastori, sostenuto dalla preghiera di tutti, pronto a servire gli altri con gratuità, senza nulla chiedere in cambio. Pregando sentirai crescere in te la passione per l’unità del corpo di Cristo e di tutta la famiglia umana. La preghiera è la scuola dell’amore, perchè è in essa che puoi riconoscerti infinitamente amato e nascere serpe di nuovo alla generosità che prende l’iniziativa del perdono e del dono senza calcolo, al di là di ogni misura di stanchezza. Pregando, s’impara a pregare, e si gustano i frutti dello Spirito che fanno vera e bella la vita:”amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”(Gal 5,22). Pregando si diventa amore, e la vita acquista il senso e la bellezza per cui è stata voluta da Dio. Pregandolo, si avverte sempre più l’urgenza di portare il Vangelo a tutti, fino agli estremo confini della terra. Pregando, si scoprono gli infiniti doni dell’Amato e si impara sempre  più a rendere grazie a lui in ogni cosa. Pregando si vive. Pregando, si ama. Pregando si loda. E la lode è la gioia e la pace più grande del nostre cure inquieto,nel tempo e per l’eternità.
Se dovessi, allora, augurarti il dono più bello, se dovessi chiederlo per te a Dio, non esiterei a domandargli il dono della preghiera. Glielo chiedo: e tu non esitare a chiederlo a Dio per me. E per te. La pace del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con te.E tu con loro: perché pregando entrerai nel cuore di Dio, nascosto con Cristo in lui, avvolto dal loro amore eterno, fedele e sempre nuovo. Ormai lo sai: chi prega con Gesù è in lui, chi prega Gesù o il Padre di Gesù o invoca il suo Spirito, non prega un Dio generico e lontano, ma prega in Dio, nello Spirito, e per il figlio il Padre. E dal Padre, per mezzo di Gesù, nel soffio divino dello Spirito, Riceverà ogni dono perfetto, a lui adatto e per lui da sempre preparato e desiderato. Il dono che ci aspetta. Che ti aspetta

Chi sono gli Hathors?

 Gli Hathors dicono di essere un gruppo di esseri interdimensionali e intergalattici che furono legati all’antico Egitto, attraverso i Templi della Dea Hathor, oltre che ad altre culture preistoriche. Verso la fine degli anni ’80 fui “contattato” da loro durante la meditazione ed essi iniziarono ad istruirmi sulla natura vibratoria del cosmo, sull’uso della geometria sacra come mezzo per stimolare il rendimento cerebrale e sull’utilizzo del suono per attivare esperienze psico-spirituali. Per quanto fossi affascinato dalle informazioni, all’epoca la loro descrizione delle proprie origini mi metteva a disagio. Dopotutto, allora ero uno psicoterapeuta praticante, preso dalle ricerche sul cervello. Per farla breve, ero un razionalista. E questi esseri – chiunque fossero e da qualsiasi luogo provenissero – in quel momento non rientravano nella mia visione della realtà. Nei quasi vent’anni trascorsi da quel primo contatto, ho testato e messo alla prova molte volte le loro “tecnologie interiori” ed ho sempre trovato illuminanti sia i loro metodi che le loro prospettive. Anche se gli Hathors offrono informazioni sotto forma di linguaggio, la loro principale modalità di comunicazione è attraverso modelli di suono catalitici. Questi suoni vengono “canalizzati” tramite la mia voce durante le “meditazioni sonore”, che spesso tengo durante i seminari e i ritiri. Personalmente trovo interessante che la mia estensione vocale si sia ampliata (insieme alla mia mente, devo aggiungere) negli anni di collaborazione con loro. Quando ho iniziato, avevo un’estensione di quasi tre ottave; ora è poco meno di quattro. Questa ampia estensione vocale si verifica quando canalizzo suoni che provengono effettivamente da altre dimensioni. Nel libro “I Documenti degli Hathors” che ho scritto insieme a Virginia Essene, è riportato come essi si presentarono: Noi siamo gli Hathors. Veniamo nell’amore e con il suono di una nuova realtà di sogno per la vostra terra. Se siete pronti a costruire il mondo nuovo, vi invitiamo ad unirvi a noi in un viaggio del cuore e della mente. Siamo i vostri fratelli e sorelle maggiori. Siamo stati con voi per un lunghissimo periodo della vostra evoluzione su questo pianeta. Fummo con voi negli eoni passati – persino nei giorni dimenticati, prima che ogni traccia di noi fosse nota alla vostra attuale storia scritta. La nostra propria natura è energetica e interdimensionale. Originariamente venimmo da un altro universo, per mezzo di Sirio, che è un portale verso il vostro Universo e da Sirio procedemmo poi verso il vostro sistema solare ed i regni eterei di Venere. In passato abbiamo lavorato particolarmente con e attraverso Hathor, la dea della fertilità dell’antico Egitto. Abbiamo anche preso contatto con i lama Tibetani nel periodo di formazione del Buddismo Tibetano. Nonostante abbiamo interagito con alcune delle culture primordiali della Terra, siamo una civiltà intergalattica con avamposti che abbracciano parti del vostro Universo conosciuto e oltre. Siamo ciò che voi definireste una civiltà ascesa – un gruppo di esseri che esistono in uno specifico campo vibratorio, così come voi avete un’impronta energetica. È solo che noi vibriamo ad un ritmo più veloce di voi. Ciononostante, facciamo tutti parte del mistero, parte dell’amore che tiene legato insieme l’universo. Siamo cresciuti di pari passo con voi, ascendendo verso la Sorgente Unica di tutto ciò che è. Siamo cresciuti nella gioia e attraverso la tristezza, come voi. Siamo, in termini di grandezza, un po’ più in alto di voi, lungo la spirale della consapevolezza e della coscienza; pertanto possiamo offrirvi ciò che abbiamo imparato, in qualità di amici, mentori e compagni di viaggio, lungo il cammino che conduce al ricordo di Tutto Ciò Che È . Noi non siamo salvatori, non siamo messianici. Vogliamo uscire decisamente da quella proiezione, in modo che il lettore capisca che siamo semplicemente dei fratelli e sorelle maggiori, che offriamo la nostra comprensione e ciò che abbiamo imparato. Potete prendere o lasciare, ma noi l’offriamo generosamente. Nella nostra concezione, la convinzione che diverse intelligenze aliene vi salveranno è solo una proiezione della coscienza umana. La speranza che qualcuno, o qualcosa, vi salverà, che non dovrete operare alcun cambiamento in voi stessi, che non dovrete essere responsabili, non è realistica. La convinzione che possiate rimanere dentro a degli schemi di letargia e inconsapevolezza, e poi prendere qualcosa o farvi dare qualcosa che vi trasformerà senza alcuno sforzo da parte vostra, è pura follia. Non succederà. Ora, potranno esserci intelligenze aliene che atterrano, perché è sicuro che esistono, ma gli umani che contano su altri per la propria ascensione ed elevazione, senza nessun lavoro da parte loro, resteranno molto delusi. L’ascensione è un processo di consapevolezza di sé e di maestria su tutti i livelli e ha bisogno che tutti i livelli dell’esistenza vengano portati più in alto. È così che la vediamo noi ed è così che abbiamo fatto per millenni. Offrendovi il nostro aiuto, tuttavia, non desideriamo in alcun modo interferire con gli altri vostri aiutanti spirituali e con le altre relazioni cosmiche, né con la fede religiosa, con le affiliazioni o con le organizzazioni che vi aiutano. Anche così, c’è comunque parecchio che vorremmo condividere. Conosciamo bene Sanat Kumara, poiché è stato lui a chiederci di entrare in questo Universo. Come Maestro Asceso, Sanat Kumara si è assunto numerose responsabilità associate con l’elevazione del pianeta Terra e di questo sistema solare. Egli sta lavorando per l’ascensione, per l’evoluzione della coscienza nel sistema solare, come noi. Il passaggio della Terra attraverso il Solstizio estivo del 2013 è stato un demarcatore energetico dell’inizio di un nuovo Nodo Caotico. Mentre il vostro pianeta subisce un crescente cambiamento climatico, noterete ulteriori aumenti di novità metereologiche e insolite interazioni tra i fronti temporaleschi. Quelle che venivano chiamate tempeste-100 anni(1) si verificheranno con maggiore frequenza. Questi tipi di tempesta sono manifestazioni esteriori dei Nodi Caotici e dell’escalation del caos che scaturisce da livelli di esistenza apparentemente non correlati. Nonostante abbiate già sperimentato svariati Nodi Caotici, fin dal 2011, vi trovate all’inizio di un altro crescendo importante di eventi caotici. Mentre questo particolare Nodo Caotico accelererà i cambiamenti climatici e geologici, oltre all’instabilità sociale, sarà il vostro livello psicologico ed emotivo personale a risentirne di più. Potete aspettarvi di vedere un rilevante aumento di instabilità emotiva e di sbilanciamenti psicologici fra i vostri colleghi umani (forse compresi voi). Le sfide sociali collettive di tutto questo saranno profonde. Per un iniziato, cioè chi è in viaggio verso stati più elevati di coscienza, questo specifico Nodo Caotico è, e continuerà ad essere, sia estremamente difficoltoso che pieno di possibilità. La sfida ha a che fare con la natura di questo Nodo Caotico, unico, che spinge verso la superficie della vostra consapevolezza cosciente una tossicità emozionale profondamente radicata. Una delle difficoltà che le persone di inclinazione spirituale stanno vivendo, e continueranno a vivere per qualche tempo, è il profondo riconoscimento di avere questioni irrisolte e ostilità radicate nel profondo, che potrebbero non andare molto d’accordo con l’immagine che hanno di se stessi. Infatti, questo è un momento in cui le immagini di sé andranno in frantumi. Lo state vedendo succedere a livello internazionale con i governi e lo vedrete succedere su tutti i livelli della società. Ma, per molti, sarà il frantumarsi dell’immagine personale di sé la cosa più difficile contro cui lottare. Quello che desideriamo farvi capire è che la vostra negatività, la vostra tossicità, la vostra angoscia e la vostra disperazione – se sono effettivamente presenti – non devono essere una negazione di voi. Anzi, esse possono essere dei portali verso l’inconscio profondo, verso le fondamenta stesse dell’intento umano subconscioNel processo di auto-liberazione dovete gestire questa negatività in voi stessi, indipendentemente dai metodi che potreste utilizzare per liberarvi. Adesso desideriamo rivelare un metodo per infondere in voi stessi luce ed energia rivitalizzante. Presentiamo il metodo in questo momento, perché occorreranno grande forza d’animo ed energia personale per superare questo Nodo Caotico particolare e anche quelli che arriveranno in futuro. Noi lo chiamiamo Orchidium. È un metodo semplicissimo che implica una metafora e un immagine biologiche. L’ostacolo più grande e la più grande difficoltà con l’Orchidium è la sua semplicità. Gli esseri umani tendono a rendere le cose più complicate del necessario, quando si tratta di questo genere di lavoro. Essenzialmente l’Orchidium è per voi un mezzo per attirare nel vostro KA (il vostro corpo energetico), oltre che nel vostro corpo fisico, alti livelli di luce spirituale e di energia rivitalizzante – quella che gli Yogi chiamano prana e che i Daoisti/Taoisti chiamano chi. In questo metodo, immaginate che nel vostro ombelico ci sia un fiore simile ad un’orchidea. La radice centrale di questo fiore immaginario è cava ed è ancorata o radicata in un punto davanti alla vostra colonna vertebrale, direttamente dietro al vostro ombelico. Questa zona è nota ai Daoisti/Taoisti come il Ming-Ma (oSede della Vita). Nota: Mentre la maggior parte dei Daoisti/Taoisti ricorrono al termine Ming-Men e dicono che si tratta di una regione che, più o meno, si trova dietro l’ombelico e sotto la pelle della schiena, gli Hathor usano questo termine per indicare un’area più ampia. Ai fini dell’Orchidium, concepite il Ming-Men (Ming-Ma) come la regione della vostra spina dorsale che si trova di fronte all’ombelico. Da quest’area della vostra colonna vertebrale, la Sede della Vita invia forza vitale a tutti gli organi del vostro corpo. È dalla Sede della Vita che l’energia sottile viene distribuita al vostro corpo di energia sottile e anche agli organi del vostro corpo fisico. Questo genere di energia sottile ha un effetto profondamente nutriente e rigenerante. Quando mantenete l’immagine dell’Orchidium, immaginate che lo stame si estenda all’esterno, davanti a voi, dal centro del vostro ombelico (Nota: gli Stami sono gli organi riproduttivi di un fiore, che producono polline. Essi consistono di uno stelo detto filamento e di un’antera che produce il polline). Quando create l’Orchidium con la vostra immaginazione, lo stame protrude dal centro del fiore. A scopo di riferimento, più avanti, in questo messaggio, compare una foto di un fiore con lo stame. Per sua natura, l’Orchidium attira dentro di sé luce spirituale ed energia sottile dal cosmo e le invia al Ming-Men (Ming-Ma). Per attivare l’Orchidium, tutto ciò che dovete fare è immaginare questo fiore, in qualsiasi modo abbia senso per voi, in maniera che la corolla sia aperta e la radice centrale sia cava e si estenda dall’ombelico fin dentro al Ming Men (Ming-Ma). È fondamentale che capiate che l’Orchidium attira queste energie celesti verso di voi da solo, per sua stessa natura e senza che voi dobbiate fare nulla. Non c’è alcuna relazione fra il flusso di energia sottile dentro l’Orchidium e il vostro respiro. Una volta che attivate il flusso di energie celesti verso l’Orchidium, esse scorreranno automaticamente e senza ostacoli, finché non le fermerete. Gli individui sensibili scopriranno ben presto di poter vedere il flusso di energie cosmiche nello stame dell’Orchidium, ma la riuscita non dipende da questo livello di sensibilità. Questo tipo di consapevolezza è semplicemente una finezza. Ciò che è importante è sentire e percepire il flusso di luce spirituale e di energia lungo la radice centrale, il tubo cavo, dall’Orchidium (nel vostro ombelico) al vostro Ming-Men (Ming-Ma) e, poi, godersi il flusso di forza vitale nel vostro corpo sottile e in quello fisico a vostro piacere. Vi consigliamo di fare esperimenti con questo ad intervalli di cinque minuti, in modo da acquisire familiarità con il modo in cui l’Orchidium funziona per voi e anche per evitare un’eccessiva stimolazione. È possibile che si introduca troppa energia celestiale nel vostro sistema, motivo per cui consigliamo i cinque minuti per volta. Cinque minuti una volta al giorno è tutto quel che occorre per familiarizzare con l’Orchidium e i suoi potenziali. Una volta capito come funziona l’Orchidium per voi e quanta energia celeste potete introdurre comodamente in voi, potete sperimentare sessioni più lunghe, se lo desiderate. Dopo ogni sessione di Orchidium consigliamo vivamente di immaginare che l’Orchidium si chiuda, in modo che la corolla non sia aperta. Questo ha lo scopo di auto-protezione quando entrate nel mondo. Fin quando non avrete imparato come separare le energie positive per la vita da quelle negative per la vita, che vi circondano, vi suggeriamo di intraprendere questa strategia di protezione. Mentre potete attivare l’Orchidium senza alcun suono o musica, nelle fasi iniziali potreste trovare molto utile la Meditazione Sonora Ethos. Questo, perché le pulsazioni di questo brano sonoro facilitano il movimento delle energie celesti dentro la radice dell’Orchidium, che si connette al vostro Ming Men (Ming-Ma). Ascoltando la Meditazione Sonora Ethos, quando attivate l’Orchidium, prestate particolare attenzione al canale cavo, la radice, che scorre dall’Orchidium fino al vostro Ming-Men (Ming-Ma). Le pulsazioni soniche nell’Ethos amplificheranno il flusso di energie celesti in questo canale. Mentre il metodo per attivare l’Orchidium è facile, le conseguenze in termini della vostra forza vitale e della vostra capacità di sostenere la luce spirituale sono piuttosto complicate. C’è un’altra complessità, qui, ma riguarda i vostri sistemi di credo. Se non vi elevate al di sopra di queste convinzioni limitate, limiterete il flusso di energie celesti. Vivete in un cosmo di squisita e inimmaginabile bellezza, luce spirituale, coscienza ed energia. Siete gli eredi di tutti questi tesori e ciascuno di essi vi conferisce i poteri della coscienza – eppure, siete tagliati fuori dal vostro diritto di nascita a causa di molte vostre filosofie e religioni. Qualsiasi religione insegni che siete stati separati dai luminosi regni celesti perché avete un corpo fisico, è un ostacolo per la verità del vostro essere – per come la vediamo noi. Anche qualsiasi religione dica che siete separati dai mondi paradisiaci e dai loro tesori, a causa del peccato alla vostra nascita è, a nostro avviso, un impedimento. Le filosofie che suggeriscono che siete un mero essere fisico senza alcuna dimensione di coscienza trascendente il tempo e lo spazio sono, secondo noi, un altro ostacolo. Per la buona riuscita della sperimentazione con l’Orchidium, vi suggeriamo di sospendere temporaneamente queste credenze. Vedete da voi quanto bene funzioni l’Orchidium, quando sospendente effettivamente queste forme pensiero limitanti. Dopo aver lavorato con l’Orchidium in questa maniera (senza convinzioni limitanti), potreste persino scegliere di lasciarvi del tutto alle spalle quelle convinzioni e forme pensiero, in modo permanente. Quando lavorate con l’Orchidium, vi suggeriamo le seguenti forme-pensiero:
1)    Immaginate di essere parte, ed eredi, di tutti i tesori del cosmo – i regni più alti della luce e le energie più sottili che rivitalizzano.
2)    Immaginate che l’Orchidium attiri, agevolmente, dentro di voi, questi tesori ogni qualvolta scegliete di aprire il fiore.
3)    Attraverso l’Orchidium, potete sperimentare la trasformazione del vostro corpo di energia sottile e degli organi vitali del vostro corpo fisico.
Usate questa energia potenziata e forza vitale (oltre che la forza di luce) per sostenervi mentre attraversate questo potente Nodo Caotico e quelli a seguire.

Fonte:www.tomkenyon.com

martedì 29 luglio 2014

Siriani

La Federazione Stellare dei 3 Soli o Federazione Stellare di Sirio o Impero di Sirio è abitata da esseri umani molto simili ai Pleiadiani. I Siriani hanno diverse origini e mescolanze, ma la razza madre ha la carnagione scura simile alle nostre genti medio-orientali e capelli neri. La loro altezza varia dal 1.90 metro fino ai 2.10 metri. Nella Classificazione Steiger corrisponderebbero ad alieni di tipo Beta 1. Nella Classificazione Colzani corrisponderebbero ad alieni di Gruppo 2. Nella Classificazione Pereira corrisponderebbero ad alieni di Tipo 1. I siriani sarebbero di 4° dimensione. Il pianeta principale del sistema di Sirio B si chiama Nagal, lì ha sede il Consiglio dei Maestri di Sirio detto anche Consiglio dei Nove (di cui Lord Aescapulus è il portavoce divino che lo presiede). Sono presenti anche nel sistema di Altair. I Siriani sono una razza molto coraggiosa e hanno una buona maestria dell’energia e della coscienza universale. Sono profondamente legati alla Terra, creando essa un cerchio simbiotico con Nagal. Il Sistema di Sirio B è gemello a quello solare, in quanto entrambi sono sistemi binari. La seconda razza Siriana molto nota è la bellissima e dolcissima razza dei Cetacei Lyriani provenienti dal sistema di Vega nella costellazione della Lyra. La convenienza dei Siriani nel fare il primo contatto è l'evoluzione di entrambe le razze e l'azzeramento del Karma di Sirio. Aiutando tecnologicamente e portando amore spiritualmente ad una razza come la nostra anche la razza Siriana crescerà. Sembra che i popoli di Sirio abbiano popolato Atlantide, la cui popolazione poi è confluita nel medio-oriente (tant'è che nel libro sacro dell'Islam, il Corano, Allah viene chiamato il Signore di Sirio). Secondo alcuni il channelling di Muhammad sarebbe un modo che hanno usato i siriani o gli angeli per innestare un mito di fondazione a loro utile al fine di controllare la terra successivamente (al periodo di "innesto" del mito fondativo, nel 600 dC). Può darsi che nelle prime battaglie, i musulmani (contro i meccani, per esempio) siano stati aiutati da flotte invisibili di UFO siriani. Sembra che la Fratellanza di Luce ritenga che l'Islam attuale debba rettificare i suoi assunti, per una parzialmente errata interpretazione del Corano. Quindi è ipotizzabile che i Siriani siano musulmani e che magari abbiano un proprio Califfo o una democrazia islamica. Sembra che la Terra sia stata accolta nella Federazione galattica della Via Lattea il 5 marzo 1993, settore Consiglio Siriano. A quanto pare, insieme, i siriani e gli andromediani vorrebbero prendere il controllo della Terra. Il contattista dei Siriani sarebbe Sheldan Nidle. Sembra che un siriano di nome Salusa, della Federazione galattica mandi messaggi sulla Terra,canalizzato da Mike Quinsey. Vi sarebbero testimonianze indicanti che i pleiadiani e i siriani nei pianeti da loro colonizzati abiterebbero (anche o solo) in colonie sotterranee. I pleiadiani e i siriani dicono che lo fanno per rispettare la natura, ma è possibile che lo facciano per massimizzare la superficie agricola coltivabile, un'altra ragione potrebbe essere evitare la fine delle loro civiltà sui loro pianeti in caso di impatto di un grosso asteroide. Si potrebbe ribattere che la superficie diviene inabitabile in questi casi non tanto per l'esplosione dell'impatto ma per l'oscuramento da nuvole di detriti dei cieli che durano centinaia di anni creando dei secoli di inverno "nucleare" con conseguente estinzione delle specie vegetali e animali, lasciando quindi senza cibo anche le colonie sotterranee, che morirebbero. Ma si potrebbe ipotizzare che i Pleiadiani e i Siriani nei loro pianeti avrebbero allevamenti di bovini sotterranei, coltivazione di fieno e verdure e frutta sotterranei con luce elettrica artificiale, con energia elettrica proveniente da centrali geotermiche, o nucleari a fissione (con miniere di uranio sotterranee) o nucleari a fusione (alimentata con l'acqua sotterranea). Se le informazioni canalizzate da Sheldan Nidle corrispondono a verità, c'è l'aggiornamento del 25 ottobre 2011 che sconvolge completamente (in meglio) il quadro precedente. Secondo la teoria del complotto, da 13.000 anni esisterebbe un governo ombra dei rettiliani (e in modo intermittente degli anunnaki) che dirigerebbe i potenti e le masse del mondo come delle marionette. Questo governo ombra sarebbe quindi oscuro e in ultima analisi del male e dei demoni; porterebbe tra le altre cose disugualianza e eccessivo potere e denaro alle alte sfere e miseria al popolo. Però (se le nuove di Nidle sono vere) questo quadro sta cambiando in meglio: la Federazione galattica (e in particolare i Siriani, nel cui settore amministrativo rientrerebbe la Terra anche formalmente dal 5 marzo 1993) avrebbe deciso di spazzare via questo governo ombra (proprio dal novembre 2011). Questo con varie tecniche high tech (griglie dimensionali, ecc) e una bella retata nelle Basi sotterranee americane e tra gli adepti oscuri dei rettiliani nelle alte sfere dei governi mondiali. A breve, secondo Nidle, questa operazione sarà resa pubblica e si incominceranno i processi stile Norimberga. E' evidente che non c'è stato nessun cambio al vertice recentemente. E c'è da dire che "presto" per gli angeli e Dio può voler dire entro un migliaio di anni... Comunque, presto o tardi che sia, è evidente che la strategia della Federazione galattica è aspettare che i rettiliani(mediante i miliardari e i massoni) costruiscano il governo mondiale, dopodichè minacceranno con le flotte siriane e/o Nibiru i governanti terrestri filo-rettiliani e li sostituiranno con loro rappresentanti insediati come "vicerè" della Terra. In ufologia si pensa che quella che l'Apocalisse di San Giovanni descrive come la fine dei giorni sia la descrizione di due eventi diversi: 1° il passaggio dall'Era dei Pesci all'Era dell'Acquario e (si spera) il passaggio dalla terza dimensione alla quarta (entrando a tutti gli effetti nella Federazione galattica). 2° il Giorno del Giudizio che nessuno sa quando arriverà ma che vedrà giudice Dio e giudicati tutti nel multiverso (uomini e alieni). Quello che interessa questi anni è credo solo il primo punto. L'assimilazione della Terra nelle zone galattiche amministrate dalla Federazione galattica avverrà apparentemente come una lotta tra bene e male in un crescendo in cui alla fine vincerà il bene (cioè gli angeli, o alieni siriani) contro il male (cioè i demoni, o alieni rettiliani). In effetti era già stato deciso tutto da tempo. C'è stata tempo fa una guerra tra siriani e pleidiani per il predominio nella Via Lattea. Vinsero i siriani, si divisero i settori e la Terra rientrò nei settori siriani: questo per la sostanza. Poi pleiadiani e siriani fecero pace per contrastare l'avanzata del nemico comune rettiliano e si costituì la FG. La FG al contrario dell'impero draconiano ha uno statuto che prevede che i pianeti che entrano nella FG devono volerlo, cioè che bisogna rispettare il libero arbitrio del pianeta. La Terra fa parte di quei pianeti dalla civiltà in formazione (è quello che noi chiameremmo terzo mondo) e la FG per questi pianeti ha una procedura standard di non-intervento. La rivoluzione industriale e lo sviluppo tecnologico ci stanno però facendo uscire da questa categoria e quindi si stà avviando la procedura standard di assimilazione. I siriani della FG avrebbero tre opzioni: 1° invaderci (ma le loro leggi lo impediscono, non i loro mezzi, che ielo permetterebbero benissimo). 2 lasciarci nella zona di limbo esterna alla frontiera alla mercè di un'invasione rettiliana (con asservimento, sterminio, ecc..). 3° assimilarci col nostro consenso. Per ottenere quest'ultimo risultato si userà Gesù tornato per gli ultimi giorni e una spettacolarizzazione del repulisti delle infiltrazioni demoniche/rettiliane/annunake/illuminati nella società umana e un massiccio apporto di procedure amministrative ed energia, cosìcchè al culmine quelli della FG incasseranno la riconoscenza adorante delle masse terrestri e quindi la Terra entrerà ufficialmente nella FG e l'operazione assimilazione sarà conclusa.

lunedì 28 luglio 2014

Il mistero dei Crop Circle

Quella dei cerchi nel grano (altrimenti noti come crop circles, agroglifi, pittogrammi,formazioni) è una storia curiosa e a tratti affascinante. Ebbe inizio il giorno di ferragosto del 1980. In quella data il “Wiltshire Times” pubblicava, per la prima volta in assoluto, una fotografia di un cerchio nel grano. Ritraeva una delle tre impronte circolari impresse sull’avena nel podere del signor Scull, presso Bratton Castle. L’evento si verificava in un momento particolare. Gli anni Settanta si erano contraddistinti per una crescente attenzione verso l’ufologia, e per l’esplosione della cultura hippie, che era nata negli States attorno alla metà degli anni Sessanta e aveva poi rapidamente contagiato varie parti del globo, giungendo naturalmente anche presso i cugini del Regno Unito. Qui assumeva le sembianze del celtismo e del panteismo, favorendo il dilagare di gruppi e movimenti di controcultura, spirituali e misterici endogeni, ispirati a filosofie alternative. Si pensi alla Wicca e al New Age, e alle “carovane di pace” di Stonehenge. Questo ampio afflato spirituale, e con esso l’ispirazione che aveva generato questa cultura, nel 1980 stava conoscendo un primo importante momento di flessione. Ed ecco che, in un simile contesto, i tre cerchi impressi nell’avena sul podere del signor John Scull assumevano un significato tutto particolare. Erano apparse a pochi chilometri da Warminister, che in quegli anni era divenuta nota come la “città degli UFO”, a pochi chilometri dalla famosa collina di gesso del gigantesco ritratto del White Horse (cavallo bianco), e a pochi chilometri da Stonehenge stessa. L’evento divenne una formidabile appendice di quel movimento transculturale che sembrava stesse perdendo smalto. Quei tre cerchi, con la vegetazione allettata in senso rotatorio orario attorno al centro, con le spighe piegate ma non spezzate, e privi di tracce di accesso al campo, erano il vento che soffiava nelle trombe del mistero, e suonava la carica. Cosa era successo in quel campo? Era forse atterrato un UFO? Un'eventualità non così peregrina, se è vero che alcuni giornali locali ed un settimanale nazionale adottarono titoli che riferivano di “tracce di un'astronave extraterrestre”. A partire da quel giorno la questione dei cerchi nel grano diveniva gradualmente un affaire, sempre più cavalcato dai mass media, soprattutto nel Regno Unito. Nascevano gruppi di interesse e di osservazione (“crop watching”), si organizzavano operazioni internazionali nella speranza di assistere in massa e di filmare la realizzazione di un crop circle, si tenevano convegni, si scrivevano riviste e libri, fiorivano trasmissioni televisive, partiti e fazioni, ricercatori ed esperti, ufologi accorrevano da ogni parte del paese e del pianeta. Tutto ciò in una escalation che conosceva il suo apice il 9 settembre del 1991, quando un altro evento epocale interveniva a re-indirizzare la storia dei cerchi. Si trattava, anche stavolta, di un articolo di un tabloid: il “Today”. L’articolo era a firma di Graham Brough, e il titolo era “Men who conned the world” (“Gli uomini che hanno ingannato il mondo”). Il pezzo presentava due pensionati artisti di Southampton, al secolo Douglas Bower e David Chorley, come gli autori dei cerchi nel grano che imperversavano nelle campagne inglesi da oltre un decennio.  duo di Southampton, immediatamente ribattezzato “Doug & Dave”, da quel momento viene sommerso da una nube di sospetto, e da un’onda in piena di calunnie e di accuse. Per gli ufologi i due attempati buontemponi mentivano, erano dei ciarlatani, a caccia di facile denaro, di gloria, di attenzione mediatica. Venne accusato anche il “Today” (assolto da una inchiesta alla Press Complaints Commission), e si tentò in ogni modo di mettere alla berlina i due circlemakers (termine inglese con cui si indicano, letteralmente, coloro che realizzano i cerchi). Il fatto che ancora oggi, a distanza di un quarto di secolo, vengano scherniti da una certa opinione pubblica, e accusati di millantato credito, la dice lunga sulla quantità di odio che si è riversata sui due artisti inglesi, ma anche sulla veridicità della loro versione dei fatti. Con buona pace dei delatori, le loro dichiarazioni furono ricche di riscontri ed estremamente solide e credibili. Viceversa le accuse mosse loro erano per lo più pretestuose e infondate. Uno degli interrogativi sollevati dall’accusa è sempre stato ed è ancora il seguente: come è possibile che due anziani signori abbiano realizzato un simile numero di cerchi in tutto il mondo? In alcuni casi quasi contemporaneamente in posti lontani migliaia di chilometri? Essendo impossibile, ciò significava che mentivano. Eppure non si tiene conto di una elementare verità: cioè che Bower e Chorley non dichiararono mai, in nessuna occasione, di essere gli artefici di tutti i crop circles che apparvero dal 1980 al 1991. Anzi dissero chiaramente di essere gli autori di numerosi cerchi nell’Hampshire”, e di circa 25 formazioni per stagione nelle zone Cheesefoot Head, Warminster, Westbury, e successivamente anche Stonehenge. Per un totale di circa 200-250 cerchi complessivi, in tredici anni. Tutti gli altri cerchi non erano opera loro, ma di emulatori o altri artisti. E ve ne erano più di quanti si possa immaginare. Ad esempio quelli del gruppo chiamato “United Bureau of Investigation” (UBI), capitanato da John Martineau; oppure quelli degli “Amershan”, o ancora si altre individualità come Julian Richardson (alias Bill Bailey), o Adrian Dexter. Nel 1990 poi si aggiungevano anche gli “Wessex Skeptics” fondati da Robin Allen. Un altro interrogativo sistematicamente sollevato dai detrattori di Bower e Chorley è: come mai quando messi alla prova in pubblico e davanti alle telecamere, il duo ha realizzato delle performances vergognose? Per l’epoca in cui vennero realizzate, le creazioni di Bower e Chorley non erano affatto disonorevoli. Lo divenivano certo se si commetteva l’errore di paragonarle alle performance di artisti successivi, o contemporanei. La complessità geometrica dei crop circles è una costante degli anni Novanta, mentre fino ad allora i cerchi nel grano erano sempre stati per lo più dei semplici cerchi, dozzinali nell’esecuzione. Inoltre anche in questo caso si tace una elementare verità, e cioè che Bower e Chorley avevano avuto l’idea e la avevano messa in pratica, ma non erano certo dei virtuosi della tecnica, né degli esecutori sopraffini. Erano solamente i padri fondatori, i maestri che sarebbero presto stati superati dagli allievi. Prestissimo. Quando confessarono la loro attività, erano già stati superati. Bisognerebbe semmai puntare il dito su altri aspetti, che qualche ombra di sospetto potrebbero produrla. Ad esempio bisognerebbe chiarire definitivamente e senza equivoci cosa fosse quel “Copyright MBF Services” in calce all’articolo di Graham Brough del settembre 1991. Bisognerebbe chiarire perché Bower dichiarò al “Today” e poi a Class Svahnn di aver iniziato la sua attività nel 1978 per burla, e poi disse successivamente di averla iniziata nel 1975 perché “qualcosa là fuori” gli diceva di farlo. Aspetti marginali, certo, ma gli unici ad essere rimasti realmente irrisolti. Su tutto il resto, piaccia o meno, la storia –prima ancora della scienza – ha già dato le sue sentenze. Un aspetto fantastico ed affascinante della storia dei cerchi, è che nei dieci anni che vanno dal 1980 al 1990, durante i quali il fenomeno rimase mediaticamente in sordina e sconosciuto al grande pubblico, si svolsero in realtà già tutte le tematiche che saranno sistematicamente riprese con più clamore negli anni successivi, fino all’attualità. Per quanto paradossale possa apparire, l’affaire “cerchi nel grano” di fatto poteva dirsi concluso nel 1991, anno che per il grande pubblico ne segnava invece la nascita. Quell’articolo del 9 settembre, in un certo senso, decretava il battesimo dei cerchi nel grano a livello mediatico, e al tempo stesso ne decretava la morte a livello sostanziale. Le varie correnti di pensiero sulla natura ed origine di questo fenomeno, erano già tutte presenti prima del 1991, anno in cui era già stato presentato un ampio ventaglio di plausibili e possibili spiegazioni, e innumerevoli ipotesi erano già state scandagliate. Salvo alcune eccezioni, quello che si fece dopo il 1991 fu riesumare e al più sviluppare delle idee, ipotesi, teorie già ventilate da qualche ricercatore negli anni Ottanta. Tanto per fare un esempio eclatante, Colin Andrews nel 1990 già realizzava uno dei primi video-documentari mai prodotti su questo tema, intitolato “Undeniable Evidence” (“Prove Innegabili”). Illustrava tutte le incontrovertibili evidenze secondo le quali i crop circles (o almeno gran parte di essi, quelli appunto da lui definiti “genuini”) fossero frutto di intelligenze superiori, quindi di chiara natura e matrice extraterrestre, e addirittura fossero correlati con dei cambiamenti eco politici. Tra queste evidenze una in particolare destava stupore, poiché Andrews sosteneva che fosse stata riscontrata una modificazione delle strutture cristalline di elementi (come minerali) nel suolo interno delle formazioni nel grano. Si addiverrà più avanti a chiarire come questi esperimenti, che avevano portato a queste conclusioni, fossero stati manchevoli e spuri. Tuttavia verranno replicati alcuni anni dopo dal gruppo di ricerca noto come BLT (dalle iniziali dei suoi componenti: Burke, Levengood, Talbott) in un crop circle canadese del 1999, e ciò porterà alla pubblicazione di un famoso articolo dai connotati stavolta scientifici, intitolato “Clay-Mineral crystallization case study”. Per alcuni entusiasti questo documento (in cui si evidenzia appunto un aumento di cristallinità nei minerali all’interno di un pittogramma) rappresenta ancora oggi la dimostrazione scientifica incontrovertibile dell’origine extraterrestre dei cerchi. Non possiamo certo approfondire il complesso e delicato argomento in questa sede ma in realtà il documento in questione è stato ampiamente sopravvalutato. Contenendo innumerevoli lacune e vizi di forma e di sostanza, lasciava sorgere diversi dubbi e prestava il fianco a molte critiche. Anch’esso tuttavia, come molte altre ipotesi e teorie di recente fama, prendeva spunto da suggestioni ed esperimenti degli anni Ottanta.

sabato 26 luglio 2014

la lingua degli angeli

Chi sono gli Esseri che ci insegnano?

« Risponderemo alle domande degli entronauti, coloro che ascoltano il nostro insegnamento.
Parleremo per prima cosa di una questione che per noi è fondamentale, quella che riguarda coloro che voi chiamate gli extraterrestri, o i vostri fratelli dello spazio
In ogni civiltà noi siamo stati chiamati con diversi nomi : “angeli”, spesso, o “Eloìms” ( ma il nome ha poca importanza). Nell’attuale civiltà la parola “angelo” è poco usata, dal momento che voi siete molto meno legati ad una qualsiasi religione. I Musulmani non ci chiamerebbero “angeli”, ma forse “ figli di Allah”. Le parole degli uomini non hanno grande importanza, l’importante è quello che viene ricevuto attraverso di esse.
Sappiamo che coloro che non hanno ancora aperto la propria coscienza all’Universo, a questa coscienza cosmica, che non hanno ancora capito di essere semplicemente dei figli delle stelle, venuti a fare esperienza della vita su questo mondo, possono restare bloccati, forse anche scioccati, quando il nostro canale usa la parola “ fratelli dello spazio” o “ extraterrestri”. Basta che cambino solamente le parole, che dicano “angeli” o “esseri di luce” e l’accettazione si farà facilmente.
E’ da quando gli esseri hanno cominciato ad incarnarsi su questo mondo che ci sono stati degli insegnanti. I figli della Terra non sono arrivati da soli, ma insieme a maestri, insegnanti, guide, protettori, e anche qui potete dare tutti i nomi che volete. L’essenziale è che sappiate che esistiamo, che vi siamo vicini e che spesso siamo noi a farvi avanzare.
Talvolta rischiariamo il vostro cammino perché sia più facile, più agevole. Sappiate che aldilà della Terra vostra madre, aldilà di questa piccola sfera, minuscola rispetto all’Universo, ci sono degli esseri che potete chiamare “extraterrestri”o “angeli” e la cui missione è non solo quella di fare evolvere la coscienza umana, ma anche di inviare molto Amore ed energie speciali sulla Terra e su tutto ciò che vive, per permettere a questa vita di passare, alla fine del ciclo, nella dimensione superiore.
E’ difficile spiegare con frasi molto semplici quello che è tutto un cammino della coscienza, dell’accettazione, un cammino nell’accettazione di quello che siete, in quanto esseri di luce incarnati nella materia, ed anche di quello che noi siamo, in quanto Esseri di Luce che possono indossare veicoli di manifestazione di diverse frequenze vibratorie, per andare su questo o quel mondo ad aiutare o a studiare.
Noi non abbiamo assolutamente niente in comune con quella che voi chiamate la science-fiction / la fantascienza. La vostra fantascienza è completamente abominevole e di nessun aiuto per la comprensione dell’Universo, per la comprensione della pluralità dei mondi abitati e della nostra esistenza. Essa fa di noi delle caricature, mostrandoci sempre come esseri molto cattivi e dominatori. E questa è, molto spesso, la caricatura della coscienza umana ! Gli esseri umani adorano giocare a farsi paura. a creare negatività, energie che poi si rivoltano contro di loro, li destabilizzano, se non molto di più.
Vent’anni fa, quando abbiamo cominciato a contattare il nostro canale, non le abbiamo detto chi eravamo, ma soltanto che lei era una “contattata psichica”. Abbiamo voluto mantenere una certa neutralità sulla nostra identità e provenienza, abbiamo preferito qualificarci semplicemente come Esseri di Luce.Questo è quello che noi siamo come, del resto, siete voi.
Voi uomini fate fatica ad accettare che possa esistere la vita sotto una forma umanoide in altri luoghi che non siano il vostro mondo. Ma, in quest’epoca, è più importante che apriate la vostra coscienza al fatto che esistiamo.
Se restate totalmente prigionieri del vostro modo di concepire l’umanità, probabilmente avrete delle sorprese sgradevoli, nel momento in cui dovrete accettarlo. Questo infatti potrà generare paure incontrollate in quelli che non avranno voluto aprirsi alla coscienza cosmica e galattica.
Credete anche per un solo secondo che il Creatore, la Sorgente, nella sua Potenza Totale, nella Sua Perfezione, abbia creato degli umanoidi con un corpo fisico, come quello che voi vedete, solamente sulla terra ? Abbiamo detto spesso che l’aspetto umanoide è quello prevalente nell’Universo, anche se la sua forma può vibrare a frequenze molto diverse : spesso siamo vicini e non ci vedete perché la vostra frequenza vibratoria non è in armonia, in simbiosi con la nostra; le vostre vibrazioni sono troppo basse per poterci percepire. Basterebbe pochissimo perché riusciste ad armonizzarvi con ciò che siamo, con la nostra frequenza, la nostra energia.
Noi non vogliamo spingervi a credere in noi, a credere che siamo Angeli o extraterrestri, ciascuno di voi sceglierà secondo la sua concezione della vita e dell’Universo.
Possiamo assicurarvi che quello che oggi vi sembra strano, che pensate essere fantascienza, molto presto diventerà realtà per tutti gli esseri viventi di questo mondo. Vorremmo aggiungere, prima di chiudere questo argomento, che noi siamo stati presenti sulla vostra Terra durante molte fasi della vita umana. Abbiamo eseguito già due volte piani di evacuazione, in momenti in cui il vostro mondo ha vissuto immensi rivolgimenti. Essi vengono sempre vissuti dalle umanità quando queste si tagliano fuori della loro Essenza. Ci possono volere 2000, 10.000, 20.000 anni, ma arriva un momento in cui gli uomini sono talmente separati dalla Sorgente, che questa è costretta a creare nel pianeta Terra una reazione

Le leggi divine sono universali

La seconda domanda che spesso viene posta è legata alla prima e riguarda coloro che lasceranno questo mondo : « Perché una certa persona potrà essere evacuata ( o fatta ascendere o portata via)? Perché altre persone che non hanno fatto alcun cammino particolare non potranno, anche loro, essere portate via? Perché coloro che abitano i paesi sottosviluppati di questo mondo non potranno a loro volta essere portati via, se questo sarà necessario?
 Non ci sono eletti per le leggi Divine, ci sono soltanto esseri che vibrano ad una certa frequenza e che per questo solo fatto potranno accedere a piani più elevati. La totalità dell’umanità non potrà farlo, ma non è un’ingiustizia, è solamente che ciascuno andrà sul piano che corrisponde all’evoluzione della sua anima.
Alcuni di voi sentono forse intuitivamente o in profondità su quale piano andranno ma, nella maggioranza dei casi, non ne avete coscienza
E ancora meno avete coscienza di quello che realmente siete. Può essere che degli esseri che vivono in paesi sottosviluppati, in luoghi sfavorevoli, abbiano una spiritualità molto elevata per il fatto che conoscono l’Amore ( e l’Amore è la chiave di ogni cosa, non ce n’è un’altra). Certamente c’è anche la coscienza di essere ricollegati alla Sorgente, di essere degli esseri universali, ma se gli esseri, chiunque essi siano, hanno grande coscienza dell’Amore che devono dare agli altri, del rispetto che devono avere verso tutta la vita, oltre che della Sorgente, la loro frequenza sarà sufficientemente elevata per passare nella dimensione superiore.
Agli occhi della Sorgente non ci sono privilegiati, ci sono solamente esseri che hanno avuto il coraggio di lavorare su di sè, di aprirsi e di amare i loro nemici più dei loro amici. Tutto non è che una questione di apprendimento e di volontà.
Quando avverrà la transizione, non ci sarà una scelta elitaria, ma solo degli esseri che avranno innalzato la loro frequenza vibratoria con il lavoro personale, con la coscienza dell’Amore che possono dare agli altri, insieme alla coscienza di quello che realmente sono : Esseri di Luce, figli del Padre, figli della Sorgente.
In quel momento, ogni essere, ogni cosa si troverà al suo posto. Non dovete preoccuparvi di questo, la sola preoccupazione deve riguardare la vostra evoluzione, la vostra apertura, l’Amore che potete dare a voi stessi ed agli altri, la pace e la gioia che devono essere integrate in voi in permanenza, l’abbandono e la tolleranza, la fiducia e la fede, la saggezza e l’Amore.
 E’ un programma vasto, ma sarebbe già perfetto se ne realizzaste almeno una piccolissima parte. Per poterlo mettere tutto in pratica, dovreste non essere nemmeno più in questa dimensione.
Gli esseri umani talvolta ci sorprendono. Invece di pensare alla loro evoluzione, pensano a quella degli esseri lontanissimi da loro. Da una parte è evidentemente generoso ma, in questi pensieri ed in questa loro generosità …….apparente, dimenticano del tutto sé stessi. Ve lo diciamo perché per noi è importante : non cercate di disperdervi pensando che ci sono sulla Terra popoli che soffrono, che ci sono ingiustizie; cercate semplicemente di dire: “ Con tutto il mio cuore e la mia anima io desidero trasformarmi, essere un essere luminoso e Divino, esprimere la mia luce e la mia Divinità. Questo è il modo migliore che ho di aiutare l’umanità.” Non è avendo una compassione apparente verso tutti i vostri fratelli che soffrono che potrete aiutarli, ma trasformando voi stessi, irradiando continuamente intorno a voi la forza, la pace, l’Amore e la saggezza.
Quello che vi stiamo dicendo non può essere né ascoltato né capito da tutti, sopratutto non da coloro che hanno ancora un livello di coscienza insufficiente e che potrebbero trovare queste parole del tutto ingiuste. Ma noi non siamo ingiusti, esiste semplicemente una moltitudine di livelli di coscienza, una moltitudine di scuole sulla Terra e di studenti di tutte queste scuole. Gli scolari dell’asilo non potranno capire ed integrare l’insegnamento dato a quelli che sono alla fine dei loro studi.
Tutto avviene per stadi, per gradi di comprensione. Voi volete sempre livellare tutto, ma non è possibile. Anche nell’Universo ci sono piani diversi, diversi livelli di coscienza. Le Gerarchie esistono. Non sono come sulla Terra gerarchie di potere, spesso male intenzionate, sono Gerarchie di saggezza e di Amore, pronte ad aiutarvi.”

giovedì 24 luglio 2014

cosa sono i Vimana?

L'Arthasastra di Kautilya (III secolo a.C.) menziona fra gli uomini d'affari e tecnocrati, i Saubhikas o piloti che conducono gli aeroplani in cielo. Saubha era il nome della città aeroportuale del Re Harishchandra e la radice di "Saubika" indica una persona in grado di volare o che sa come pilotare un velivolo. Il saggio Kautilya usa un'altra parola significativa "Akasa Yodhinah" la cui traduzione è: persone addestrate per il combattimento aereo. L'esistenza di carri aerei, di qualsiasi forma, era così nota che trovò posto fra gli editti reali dell'Imperatore Asoka che fu giustiziato durante il suo regno da 256 a.C. Il Vymaanika Shastra, fa riferimento ad altre 97 autorevoli opere di cui almeno 20 di questi libri, spiegavano i meccanismi delle macchine volanti, purtroppo questi testi sembrano andati irrimediabilmente perduti.
    Lo Yuktikalpataru di Bhoja, include un appunto sulle macchine volanti nei versi 48-50. Questo confermato da un commento all'opera datato 1870 D.C., che appartiene all'Università di sanscrito di Calcutta. Siamo quindi in possesso di materiale manoscritto che testimonia l'esistenza di Vimana o aerei nell'India antica i quali seguivano la rotta occidentale, verso il Mare Arabico, l'Africa, Oceano Atlantico, l'America Latina, ecc., e queste erano solo le rotte più brevi. è probabile che delle navi avessero seguito la stessa rotta via mare, ma la maggior parte delle navi da carico, comunque dovevano seguire rotta più lunga attraverso l'Oceano pacifico, Indonesia, Polynesia, America Latina a causa dei venti e delle correnti equatoriali che rendevano più facile la navigazione.  E se gli antichi indiani potevano vantarsi di una forma di viaggio attraverso il cielo, questo fa si che le linee di Nazca in Perù acquisiscano un altro significato. Quindi non solo referenze scritturali di aerei e le loro rotte di navigazione, ma anche i luoghi di atterraggio sarebbero stati segnalati nei contorni aggrovigliati delle figure della Pampa di Nazca. Maria Reiche, una scienziata tedesca, studiò con dedizione e a fondo questi disegni, li preservò dalla distruzione e li pubblicò di fronte al mondo. è probabile che le figure enormi che sono visibili dal cielo avrebbero aiutato gli antichi piloti (Saubhikas) dell'India ad atterrare in Perù. Le linee di Nazca in Perù sembrano dei segnali di atterraggio per aerei o Vimana. Ci sono molti indizi nei testi in lingua sanscrita sul Vimana indiano che porta re e dignitari a Pataldesa. Il Ramayana descrive il volo di Ravana da Varunalaya (Borneo) a Rasatala (Perù).  Il Professor D. K. Kanjilal descrive la storia del Matsya Purana (capitolo 129) e dei Vimana dell'India Antica con le seguenti parole: "Dietro al velo di leggenda esce la verità scientifica che tre basi aeroportuali furono costruite ed usate da strani esseri. Una in un'orbita stazionaria, un altra mobile nel cielo e la terza collocata permanentemente sulla superficie terrestre. Queste erano simili alle moderne stazioni spaziali raggiungibili ad una particolare ora da una latitudine e longitudine prefissata. La freccia di Shiva (di cui parla il testo), si riferisce ad un missile ardente lanciato da un satellite in orbita che va a colpire una nave spaziale facendola cadere nell'oceano indiano. Le vestigia di un'antica civiltà prosperosa, distrutta in battaglie, affiora attraverso queste antiche storie". 
    Questi appunti confermano l'uso di qualche genere di veicolo volante noto come Vimana di invenzioni meccaniche, carri armati, missili, ecc. Questi mezzi che sembravano strani e non-scientifici, in un recente passato sono stati eguagliati dalla tecnologia umana tramite l'innovazione di armi estremamente sofisticate e di satelliti spaziali come il Mariner, Vostok, Soyuz, Aryabhatta, ecc. Questi fatti richiedono più di un semplice e passeggero pensiero. 
    Le macchine volanti furono designate nel Rig Veda col nome di Ratha (veicolo). Ecco come viene generalmente descritto. La sua forma è triangolare ed è pilotato da almeno tre persone (Tribandhura). Possiede tre ruote (che probabilmente rientrano durante il volo). Il carrello possiede tre supporti, uno per ruota. Il materiale di costruzione è composto da una lega di oro, argento e ferro. La carrozzeria e tenuta insieme da speciali ribattini. Usa tre tipi di combustibile, viaggia molto veloce sfrecciando come un uccello nel cielo volando alto verso il Sole e la Luna e al suo atterraggio emette un grande frastuono. I testi vedici, affermano che il suo colore è simile a quello dell'oro e bello da vedersi. I manoscritti dell'imperatore Asoka, sono gli archivi più interessanti per istaurare una ricerca sull'esistenza di aerei e astronavi che gli indiani chiamavano Vimana. L'esistenza di macchine volanti (di qualsiasi forma), era così nota agli antichi indiani, tanto che queste trovarono posto tra gli editti reali dell'Imperatore Asoka, scritti durante il suo regno 256 - 237 a.C. 
Perfino nel Kama Sutra di Vatsyana, troviamo riferimenti ad invenzioni meccaniche originate dalle 64 scienze ausiliarie. L'Arthasastra di Kautilya (III? secolo A.C.), è un opera che tratta principalmente di economia e politica, ma in esso sono contenute anche informazioni di carattere scientifico e spesso fa riferimento agli ingegneri meccanici e piloti noti come Saubhika. Una discussione riguardo all'esistenza e all'uso di macchine volanti nell'India antica, deve essere supportata da una profonda conoscenza della cosmogonia indiana. Uno studio accurato della letteratura vedica, mostrerà che questa non era solo una raccolta di poesie primordiali, ma una letteratura varia appartenente ad una società potente e dinamica dove le persone avevano la conoscenza del vapore, delle nubi, delle stagioni, dei diversi tipi di vento, della forza del vento che soffia a diverse altezze, della distesa del cielo e così via? Nel Rigveda 1.101.4, troviamo riferimenti a tre tipi di nuvole, composte da fumi e vapori, abbiamo l'esempio dell'acqua che attraverso il calore evapora trasformandosi in nubi. Molti concetti meteorologici indiani sono stati ripresi da versi contenuti nel Rigveda. Dileep Kumar Kanjilal conclude la sua ricerca dicendo:


citazione:
Vimana nell'India Antica "Col passare del tempo ed a causa di eventi storici e calamità naturali, le macchine volanti andarono perdute insieme ai segreti della loro costruzione".
La discontinuità della conoscenza tecnica di una scienza particolare, in un noto periodo storico, non è un fatto impossibile, ciò è stato dimostrato dall'incapacità di esaminare la natura del ferro del pilastro di Chandraketu che tutti possiamo vedere nell'odierna Delhi. 
    Hiuentzang, un pellegrino cinese del VII secolo d.C. fece precisi riferimenti a 7 palazzi storici, dei quali non rimane più nessuna traccia. 
    Sir P. C. Roy, aveva mostrato che durante il periodo che va dal 1509 alla fine del III secolo a.C., si conoscevano metodi di lavorazione su vasta scala di metalli come oro, argento, rame, ferro, latta, piombo, mercurio e la lavorazione di leghe come ottone, bronzo, e altre che come base avevano oro ed argento mischiati a materiali più vili. Grandi varietà di minerali, gemme e pietre preziose sono state descritte dettagliatamente da Kautilya.
    Anche la conoscenza del processo di fermentazione giunse ad un livello molto avanzato. Con uno stato estremamente sviluppato di civiltà che fiorisce nell'arte, nella letteratura, nella storia, nella medicina, nell'alchimia, nella chimica, nella fisica, nella matematica, nell'astronomia, nell'astrologia, nella geologia, nel commercio, nell'agricoltura e nelle costruzioni navali, è naturale pensare che il genere di macchine volanti, descritte dalla letteratura sanscrita, con tutta probabilità erano conosciute. Dai tempi di Panini ai tempi di Bhoja, abbiamo visto fiorire grandi università come quelle di Taxila, Valabhi, Dhar, Ujjain, Visala, ecc.. Gli annali di storia c'informano che i saccheggi da parte delle tribù straniere cominciarono solo dopo il II secolo d.C. Due secoli dopo cominciarono ad ondate, gli attacchi da parte di orde straniere, quali: arabi, turchi, afgani, ecc..
    Tutte le università conosciute e i centri del sapere come: i Templi, i Viharas ed i Bhandaras che contenevano libri e tesori inestimabili dell'eredità indiana dovettero sostenere il fuoco e la furia dei predatori. In questo oscuro firmamento di devastazione e incertezza, ci furono gli sforzi del re Bhoja che nel 12mo secolo, tentò la compilazione di numerosi testi. Molte scoperte attribuite ad afgani, turchi, arabi ecc., sono state ereditate dalle opere letterarie dell'antica India? Un esempio lo abbiamo in quello che noi chiamiamo i "numeri arabi", che di fatto sono "indiani", ma che sono giunti a noi a attraverso gli arabi. La designazione originale della macchina volante era "Ratha", che cedette il posto al termine "Vimana". Il Samarangana Sutradhara suggerisce che il disegno dell'aereo fu imitato per costruire palazzi e soprattutto templi. Come indicato da Sayana gli aerei venivano costruiti per gli Dei (esseri alieni provenienti dallo spazio esterno). La conclusione ovvia è che Esseri Celesti provenienti da altri mondi visitarono la Terra lasciandoci in eredità la loro tecnologia. Il testo del Rigveda che va dal primo al decimo Manadal, chiama le macchine volanti Ratha. Lo Yajurveda che è considerato posteriore al Riveda, chiama le macchine volanti Vimana. Tali veicoli erano multiformi. A questi, il modello triangolare e quello quadrangolare sopravvissero, a causa della loro praticità d'uso.     I Puspaka erano gli aerei più usati per la loro manovrabilità. Nei testi vedici la forma di questi aerei viene descritta come triangolare. Con un area interna molto vasta e che potevano trasportare fino a 8 persone d'equipaggio. Un tipo di ala triangolare, che spuntava da una superficie conica, lo rendeva stabile e facilmente manovrabile. Nel Mahabharata, le descrizioni delle città aeroportuali sembrano indicare un grado altissimo di tecnologia erano abilissimi nel far decollare gli aerei sopra le nubi e molto probabilmente fino alla zona dell'esosfera. 
 Sopra il sigillo del re Husbika, troviamo l'effige del tempio di Harmika-sira, fatto costruire nel primo secolo avanti Cristo nella città di Buddha-gaya, una costruzione conica su base rettangolare. Il Tempio di Virupaksa a Pattakada, costruito nel 740 D.C. possiede una base rettangolare allungata, che si sviluppa in una forma affusolata e ottagonale. La somiglianza strutturale dei templi con un elicottero moderno da ragione al Samarangana Sutradhara che tali templi furono progettati su modelli di macchine volanti. Anche il gigantesco tempio di Konaraka, di base rettangolare che si innalza formando un ottagono, sembra l'astronave di Surya (il Dio del Sole) descritta dai Purana (libri storici). L'India ha posseduto una civiltà superiore grazie a possibili contatti con visitatori extraterrestri e le macchine volanti chiamate Vimana, descritte dagli antichi testi indiani possono evidenziare i collegamenti con la tecnologia aerospaziale moderna? Questa ipotesi fu affermata da uno scienziato italiano alla Conferenza Spaziale Mondiale. Il Dottor Roberto Pinotti chiese ai delegati di esaminare minuziosamente i testi indù invece di congedare tutte le descrizioni di Vimana come appartenenti alla tradizione e al mito. L'importanza di tali studi ed investigazioni potrebbe portare a risultanti scioccanti per l'uomo di oggi perché l'esistenza di macchine volanti oltre che con la mitologia può essere spiegata con l'esistenza di una civiltà superiore e dimenticata. Concentriamo la nostra attenzione, su quegli Dei, su quegli eroi che combatterono nei cieli a bordo di aeroplani facendo uso di armi terribili. 
   Queste macchine volanti, sono troppo simili ai Jet moderni. La descrizione dei Vimana è troppo tecnica e dettagliata per essere considerata un mito. A conferma della sua tesi c'erano numerosi testi. 32 indizi erano connessi con la tecnologia dei Vimana. Alcune tecnologie potevano essere equiparate con i sistemi usati oggi, tra queste il radar, l'energia solare e la fotografia. Citando il "Vymaanika Shastra", lo scienziato disse: Le macchine volanti dell'antica India furono costruite attraverso uno speciale calore in grado di assorbire i metalli chiamati "Somaka", "Soundalike" e "Mourthwika". In oltre il testo illustra sette generi di specchi e lenti installati a bordo per scopi difensivi ed offensivi. Lo specchio chiamato "Pinjula" era una sorta di scudo per gli occhi, che impediva ai piloti di essere accecati dai raggi dell'arma "Marika", lanciata da un aereo nemico. Quanto descritto non sembra molto diverso da quello che noi oggi chiamiamo tecnologia laser. 
    Secondo l'esperto italiano, i principi di propulsione che secondo i pensieri più comuni, sono dovuti all'energia elettrica e chimica, potrebbero essere stati prodotti dall'energia solare. Per esempio: Il "Tripura Vimana", spiega il "Vymaanika Shastra", possedeva uno scafo lungo e piatto? questo ci fa pensare che tale costruzione fu così ideata per sfruttare meglio i raggi solari. Il Dottor Pinotti aggiunse: ?Considerando la sua forma allungata, poteva assomigliare ad un dirigibile moderno. Ma offrendo maggiore attenzione ai dettagli, l'enorme "Shakuna Vimana", potrebbe essere definito un incrocio tra un aereo ed un razzo, la sua forma ci ricorda lo shuttle spaziale. Certamente il "Shakuna Vimana" è la macchina più complessa e sofisticata fra tutte le descrizioni di Vimana fatte dal Vymaanika Shastra. L'autore di questo trattato, sembra un professore intento a spiegare ai suoi studenti, l'avanzata tecnologia dei Vimana. 
    Il Dottor Pinotti, citò un altra opera il "Samaraanganasutraadhaara", la quale descrive la storia astronautica indiana, in essa 230 versi sono dedicati ai principi di costruzione dei Vimana ed al loro uso sia in guerra che in pace. Aggiunse, che gli antichi ariani conoscevano l'uso del calore come arma: ...Lo strumento di difesa chiamato "Astra", include l'arma "Soposamhara" (la fiamma che erutta da un missile), l'arma "Prasvapna" (che provoca il sonno) e quattro generi di "Agni-Astra" (lingue di fuoco che si muovono producendo tuoni). Il dottor Pinotti, aggiunse: la macchina progettata per navigare attraverso il "Suryamandal" (il sistema solare), si chiamava "Naksatramandala" e a causa della sua descrizione di natura tecnica, non può essere messa da parte come se fosse un mito. 
    I viaggi nello spazio aperto, le incredibili armi di distruzione di massa ed il fatto che i Vimana assomigliano ai moderni oggetti volanti non identificati, suggerirebbero che l'India possedesse un grado superiore di civiltà. Penso che dobbiamo esaminare più attentamente i testi indù e sottoporre i modelli di Vimana descritti ad uno scrutinio scientifico. 


martedì 22 luglio 2014

La resilienza

Il filosofo Khalil Gibran ha scritto: “Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.” La morte di un caro, la perdita del lavoro, una malattia grave sono esperienze di vita che mettono a dura prova l’equilibrio psicologico della persona:emozioni forti e in senso di profonda inquietudine ed incertezza prendono il sopravvento e la persona potrebbe sentirsi come un “puzzle che va in pezzi”. Difficile leggere l’evento, collocarlo nella giusta prospettiva, attribuire responsabilità e onori: tutto sembra nebuloso, il tempo scorre dettato dallo stato d’animo e le cose acquistano un sapore diverso. Alcuni si adattano presto, altri richiedono un processo più laborioso e faticoso: ma da cosa deriva questa differente capacità di resistere agli “urti” della vita?O meglio, perché ci sono individui più o meno resilienti? La resilienza, termine derivato dalla scienza dei materiali e indicante la proprietà che alcuni materiali hanno di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione, in psicologia connota proprio la capacità delle persone di far fronte agli eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà. Non è quindi solo capacità di resistere, ma anche di “ricostruire”la propria dimensione, il proprio percorso di vita, trovando una nuova chiave di lettura di sé, degli altri e del mondo, scoprendo una nuova forza per superare le avversità. Si tratta di un processo dunque individuale, ovvero che si costruisce nella persona in base alla personalità, ai modelli di attaccamento e agli eventi di vita e pertanto si verifica in modo differente in ognuno di noi. Molto spesso, infatti può capitare che, quando una persona che conosciamo si trova ad affrontare un evento particolarmente stressante, pensiamo “Io al suo posto non sarei riuscita a sopportarlo!”; tuttavia, come detto, questo dipende dalle nostre esperienze, dai nostri apprendimenti, dalla nostra personalità e pertanto filtriamo ed elaboriamo gli eventi e loro significati in modo differente, reagendovi e integrandoli nella memoria in modo altrettanto differente. Le persone con un alto livello di resilienza dunque,  riescono a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti. L’esposizione alle avversità sembra rafforzarle piuttosto che indebolirle. Esse tendenzialmente sono ottimiste, flessibili e creative; sanno lavorare in gruppo e fanno facilmente tesoro delle proprie e delle altrui esperienze. Ma cosa fa si che un individuo sia più o meno resiliente? A determinare un alto livello di resilienza contribuiscono diversi fattori, primo fra tutti la presenza all’interno come all’esterno della famiglia di relazioni con persone premurose e solidali. Questo tipo di relazioni crea un clima di amore e di fiducia, e fornisce incoraggiamento e rassicurazione favorendo, così, l’accrescimento del livello di resilienza. Gli altri fattori coinvolti sono:
• OTTIMISMO: è la disposizione a cogliere il lato buono delle cose, la tendenza ad aspettarsi un futuro ricco di occasioni positive, la propensione a sminuire le difficoltà della vita, cercando sempre di trovare la soluzione ai problemi.
• AUTOSTIMA: una elevata autostima protegge da sentimenti di ansia e depressione e influenza positivamente lo stato di salute fisica. Si riferisce ad una visione positiva di sè
  • HARDINESS: tratto di personalità che comprende tre dimensioni:
- CONTROLLO: convinzione di essere in grado di controllare l’ambiente circostante e l’esito degli eventi, mettendo in atto tutte le risorse per affrontare le difficoltà.
- MPEGNO: definizione e perseguimento di obiettivi.
- SFIDA: visione dei cambiamenti come incentivi e opportunità di crescita.
  • EMOZIONI POSITIVE: capacità di sostituire gemiti e lamenti con emozioni positive.
• SUPPORTO SOCIALE: capacità di costruire relazioni eterogenee e molteplici che possano sostenere l’individuo nei momenti difficili.
Le strade che possono portare le persone ad accrescere il proprio livello di resilienza sono numerose.
Nella ricerca della strategia più idonea per migliorare il proprio livello di resilienza può essere d’aiuto focalizzare l’attenzione sulle esperienze del passato cercando di individuare le risorse che rappresentano i punti di forza personali. Un sistema che facilita l’individuazione delle risorse persona li è quello di cercare di fornire risposte a queste semplici domande:
  • quali eventi sono risultati particolarmente stressanti per me?
  • in che maniera questi eventi mi hanno condizionato?
  • nei momenti difficili ho trovato utile rivolgermi a persone per me significative?
  • nei momenti difficili quanto ho appreso di me stesso e del mio modo d’interagire con gli altri?
  • è risultato utile per me fornire assistenza a qualcuno che stava attraversando momenti difficili come quelli da me sperimentati?
  • sono stato capace di superare le difficoltà ed, eventualmente, in che modo?
  • che cosa mi ha consentito di guardare con maggiore fiducia al mio futuro?
La “resilienza” può quindi essere appresa, sviluppando l’autostima, l’autoefficacia, l’abilità di tollerare le frustrazioni della vita senza lamentarsi, la capacità di risolvere i problemi e di produrre cambiamenti, la speranza, la tenacia, il senso dell’umorismo: La resilienza non è dunque una caratteristica che è presente o assente in un individuo; essa presuppone invece comportamenti, pensieri ed azioni che possono essere appresi da chiunque in qualunque circostanza. Avere un alto livello di resilienza non significa non sperimentare affatto le difficoltà o gli stress della vita, avere un alto livello di resilienza non significa essere infallibili ma è resiliente chi è disposto al cambiamento quando necessario, chi è  disposto a pensare di poter sbagliare, ma anche chi si dà la possibilità di poter correggere la rotta.