lunedì 30 marzo 2015

profezia Hopi

Nel 1845 il governo degli Stati Uniti fece pressione sul Capo Seattle e la sua tribù di nativi americani allo scopo di acquistare i territori del Puget Sound, dove loro vivevano e cacciavano: due milioni di acri e uno stile di vita in cambio di 150/mila dollari e di una riserva entra la quale il governo degli Stati Uniti si impegnava a mantenere la tribù. Capo Seattle rispose con un discorso che dipinge con graffiante efficacia la società urbana degli Stati Uniti nel 1850 e delinea un pauroso ritratto del mondo come lo vediamo oggi. La sua risposta costituisce una delle più alte espressioni di consapevolezza ambientale mai fatte dall'uomo.


«Il Grande Capo di Washington [il presidente degli Stati Uniti] ci manda a dire che desidera comprare la nostra terra. Il Grande Capo ci manda anche parole di amicizia e di buona volontà, e questo è gentile da parte sua, visto che ha ben poco bisogno della nostra amicizia.
Prenderemo in considerazione la proposta perché sappiamo che, se non vendiamo la terra, l'uomo bianco potrebbe prendersela con il fucile.
Come si possono comprare il cielo e il calore della terra? Per noi è un'idea strana. se non possediamo la freschezza dell'aria e lo scintillio dell'acqua, come possiamo acquistarli?
I morti dell'uomo bianco dimenticano la terra dove sono nati quando vanno a camminare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai questa magnifica terra, perché essa è parte dell'uomo rosso.
Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono le nostre sorelle; il cervo, il cavallo, la grande aquila... questi sono i nostri fratelli. Le creste rocciose, gli umori dei prati, il calore dei pony e l'uomo... appartengono tutti alla medesima famiglia.
Così, quando il Grande Capo di Washington manda a dire che vuole comprare la nostra terra, chiede molto... perché questa terra ci è sacra. Qui e ora faccio di questa la prima condizione... che non ci venga negato il privilegio di recarci a visitare, indisturbati, le tombe degli antenati, degli amici e dei figli.
L'acqua scintillante che scorre nei fiumi e nei torrenti non è semplice acqua, ma il sangue dei nostri antenati. Se vi vendiamo la terra, dovete ricordare che è sacra, dovete insegnare ai vostri figli che è sacra e che ogni pallido riflesso nell'acqua limpida dei suoi laghi racconta gli eventi e le memorie della vita della mia gente. Il mormorio dell'acqua è la voce di mio padre.
I fiumi sono nostri fratelli; essi spengono la nostra sete. I fiumi trasportano le nostre canoe e nutrono i nostri bambini. Se vi vendiamo la nostra terra, dovete ricordare e insegnare ai vostri figli che i fiumi sono nostri fratelli... e vostri; dovete quindi trattare i fiumi con la gentilezza che avreste per un fratello.
... Le ceneri di nostri padri sono sacre. Le loro tombe sono suolo consacrato e allo stesso modo sono sacre queste colline, questi alberi, questa porzione di terra.
Noi sappiamo che l'uomo bianco non capisce il nostro modo di sentire. Per lui un pezzo di terra è uguale all'altro, perché è uno straniero che viene nella notte e prende dalla terra quello di cui ha bisogno. La terra non è suo fratello, ma il suo nemico e, dopo averla conquistata, la abbandona.
L'uomo bianco si lascia dietro le tombe dei suoi padri e non se ne cura. Ruba la terra ai suoi figli e non se ne cura. La tomba del padre e il diritto di nascita del figlio vengono dimenticati. Egli tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, alla stregua di cose da comprare, saccheggiare e vendere, come pecore e perline luccicanti. La sua fame divora la terra e la rende un deserto. Io non so. Il nostro modo di sentire è diverso dal vostro. La vista delle vostre città ferisce gli occhi dell'uomo rosso. Ma, forse, l'uomo rosso è un selvaggio e non capisce.
Nelle città dell'uomo bianco non c'è un posto tranquillo, un posto dove ascoltare le foglie che si dischiudono in primavera e il frinire delle ali di un insetto.
Ma, forse, è perché sono un selvaggio e non capisco.
Il frastuono delle vostre città ferisce le nostre orecchie.
... I pellerossa preferiscono il soffice sospiro del vento sulla superficie dello stagno e l'odore di quel vento, lavato dalla pioggia di mezzogiorno o profumato dalla resina dei pini.
Per l'uomo rosso l'aria è preziosa, perché tutte le cose dividono il medesimo respiro; l'animale, l'albero, l'uomo... dividono tutti lo stesso respiro. L'uomo bianco non sembra far caso all'aria che respira. Come l'uomo che agonizza, non si accorge del proprio fetore.
Ma se vi vendiamo la nostra terra, dovete ricordare che per noi l'aria è preziosa, che lo spirito dell'aria è lo stesso della vita che essa sostiene. Il vento che ha dato a mio nonno il primo respiro ha accolto anche il suo ultimo sospiro.
E se vi vendiamo la nostra terra, dovete mantenerla separata e sacra, un posto dove persino l'uomo bianco possa assaporare la brezza addolcita dalla fragranze dei fiori... L'uomo bianco deve trattare gli animali di questa terra come fratelli. Io sono un selvaggio e non capisco nessun altro modo di vivere. Ho visto i bufali marcire a migliaia nelle praterie, uccisi dall'uomo bianco che passava sul treno. Io sono un selvaggio e non capisco come il cavallo di ferro fumante possa essere più importante del bufalo che noi uccidiamo solo per sopravvivere.
Cos'è l'uomo senza gli animali? Se tutti gli animali sparissero, l'uomo morirebbe di una grande solitudine dello spirito. Perché tutto quello che accade agli animali presto accadrà all'uomo. Tutte le cose sono collegate.
Dovete insegnare ai vostri bambini che il terreno sul quale camminano è formato dalle ceneri dei vostri nonni. Affinché rispettino la terra, dite loro che è ricca delle vite della vostra gente. Insegnate ai vostri bambini quel che noi abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è la nostra madre. Quel che avviene alla  terra, avviene ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su loro stessi.
Questo noi lo sappiamo: non è la terra che appartiene all'uomo, ma l'uomo alla terra. Questo lo sappiamo.
Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce i membri di una stessa famiglia. Tutte le cose sono collegate. Quel che avviene alla terra, avviene ai figli della terra. L'uomo non tesse la sua trama della vita, ne è semplicemente uno dei fili. Qualsiasi cosa fa alla tela, la fa a se stesso.
Ma noi prenderemo in seria considerazione l'offerta di andare nella riserva che avete pronta per la mia gente. Vivremo separati e in pace. Ha poca importanza dove trascorrere i giorni che ci restano: non sono molti. I nostri figli hanno visto i loro padri umiliati nella sconfitta. I nostri guerrieri hanno conosciuto la vergogna, e da dopo la sconfitta trascorrono le giornate nella pigrizia, ubriacandosi. Ancora qualche ora, ancora qualche inverno e nessuno dei bambini delle grandi tribù, che un tempo abitavano questa vasta terra e che ora si aggirano in piccole bande fra i boschi, sarà lasciato a piangere sulle tombe di una gente una volta potente e piena di speranza come la nostra.
Ma perché dovrei addolorarmi per la scomparsa della mia gente? Le tribù sono fatte di individui, e non sono di loro migliori. Gli uomini vengono e vanno, come onde del mare. E' l'ordine della natura. Perfino l'uomo bianco, che ha parlato e camminato a fianco del suo Dio come amico, non può essere esentato da questo destino.
Potremmo essere fratelli, dopotutto. Staremo a vedere.
Una cosa sappiamo, che forse un giorno l'uomo bianco scoprirà... il nostro Dio è lo stesso Dio. Ora voi pensate di possederlo, come possedete la nostra terra, ma non potete. Egli è il Dio degli uomini, e la sua compassione è uguale per l'uomo rosso e per l'uomo bianco. Questa terra gli è preziosa e offendere la terra significa mancare di rispetto al suo Creatore.
Anche i bianchi passeranno; forse prima di tutte le altre tribù. Contamina il suo letto e una notte soffocherai nei tuoi stessi rifiuti. Ma nel vostro perire, scintillerete vivamente, infiammati dalla forza del Dio che vi ha portati qui e, per qualche speciale motivo, vi ha dato dominio su questa terra e sull'uomo rosso. Un destino che ci è misterioso, perché non comprendiamo tutti i bufali uccisi, i cavalli selvaggi domati, gli angoli segreti delle foreste pieni dell'odore di  molti uomini e il profilo delle fertili colline deturpato dai fili parlanti.

Dov'è il boschetto? Sparito.

Dov'è l'aquila? Sparita.

La fine della vita è l'inizio della sopravvivenza.

... Quando l'ultimo uomo rosso se ne sarà andato dalla faccia della terra, quando la sua memoria fra gli uomini bianchi sarà diventata un mito, queste riserve brulicheranno dagli invisibili morti della mia tribù. Loro amano questa terra come un neonato ama il battito del cuore della madre.
L'uomo bianco non sarà mai solo. Fate che sia giusto e gentile nel trattare la mia gente, perché i morti non sono privi di potere.
Morti ho detto? La morte non esiste. Solo un cambiamento di mondi!
Se vi vendiamo la nostra terra, amatela come noi l'abbiamo amata. Curatela come noi l'abbiamo curata. Conservate nella mente il ricordo di questa terra, così com'è, quando la prenderete.
E con tutta la votra forza, con tutta la vostra mente, con tutto il vostro cuore, preservatela per i vostri bambini e amatela... come Dio ama noi. Una cosa sappiamo: il nostro Dio è lo stesso Dio. Questa terra Gli è preziosa».




Le profezie Hopi

La fine di tutti i rituali Hopi avverrà quando un Kachina si toglierà la maschera durante una danza nella piazza davanti ai bambini non iniziati. Per non pò non ci saranno più rituali né fede. Allora Oraibi sarà rinnovato nella fede e nel rituale, segnando l'avvio di un nuovo ciclo della vita Hopi.
«La terza guerra mondiale sarà iniziata da quei popoli che per primi hanno rivelato la Luce (la divina saggezza o intelligenza) negli antichi paesi (India, Cina, Nazioni Islamiche, Africa). Gli Stati Uniti saranno distrutti, paese e popolo, dalle bombe atomiche e dalla radioattività. Solo gli Hopi e la loro terra madre saranno preservati come un'oasi in cui i profughi potranno fuggire. I rifugi contro le bombe sono un inganno».Ci sono solamente i materialisti che tentano di costruire rifugi. Coloro che hanno la pace nel loro cuore sono già nel grande rifugio della vita. Non ci sono rifugi contro il male. Coloro che non hanno preso parte alla divisione ideologica del mondo sono pronti a riprendere la vita in un altro mondo, che siano neri, bianchi, rossi o gialli. Essi sono tutt'uno, fratelli.«La guerra sarà un conflitto spirituale combattuto con mezzi materiali. I mezzi materiali saranno distrutti dagli esseri spirituali, che rimarranno per costruire un unico mondo ed un'unica nazione sottomessi ad un unico potere, quello del Creatore».«Il tempo non è lontano. Esso verrà quando il Saquasohuh (Stella Blu) Kachina danza nella piazza e si toglie la maschera. Egli rappresenta la stella blu, lontana ed ancora invisibile, che farà presto la sua apparizione (alcuni portavoce Hopi suggeriscono che la Hale-Bopp sia la Stella Blu). Il tempo è predetto da un canto cantato durante la cerimonia Wuwuchim. Esso fu cantato nel 1914 appena prima della 1^ guerra mondiale, e nuovamente nel 1940 prima della 2^ guerra mondiale, descriveva la disunione, la corruzione e l'odio che contaminavano i rituali degli Hopi, gli stessi mali che nel seguito si stavano propagando sul mondo. Lo stesso canto è stato cantato nel 1961 durante la cerimonia Wuwuchim».
«L'ingresso al Quinto Mondo futuro è cominciato. Lo stanno costruendo le umili popolazioni delle piccole nazioni, tribù e minoranze razziali. Voi potete leggere questo nella Terra stessa. Le forme delle piante dei Mondi precedenti stanno cominciando ad uscire come germogli. Questo potrà originare una nuova branca della botanica se vi sarà qualcuno abbastanza saggio da studiarli, o nello studiarli. Lo stesso tipo di semi sono stati piantati nei nostri cuori. Tutti questi sono gli stessi, dipende solo dal vostro punto di vista. Questo è ciò che crea il sorgere al prossimo Quinto Mondo».«Questo comprende le nove più importanti profezie Hopi, connesse con la creazione dei nove mondi: i tre mondi precedenti a quello in cui viviamo, il presente Quarto Mondo, i Tre Mondi futuri che noi abbiamo ancora da sperimentare, ed il mondo di Taiowa, il Creatore, e sua nipote, Sotuknag».





La Profezia Hopi:il nono ed ultimo segno è in procinto di avverarsi?
Piuma Bianca, Clan dell'Orso, Tribù Hopi

Il Quarto Mondo finirà presto ed il Quinto Mondo comincerà. Questo era ovunque risaputo dagli Anziani. I segni si sono manifestati nel periodo di molti anni e pochi devono ancora manifestarsi.

Il Primo Segno
Noi eravamo informati dell'arrivo degli uomini dalla pelle bianca, simili ai Pahana (Hopi), ma che non vivevano come i Pahana. Questi uomini hanno preso la terra che non è loro ed hanno colpito i loro nemici col Tuono (fucili).

Il Secondo Segno
Le nostre terre vedranno l'arrivo di Ruote che Girano colme di Voci (carri coperti).

Il Terzo Segno
Strani animali simili al bufalo, ma con grandi lunghe corna copriranno la terra in gran numero (bovini a corna lunghe).

Il Quarto Segno
La terra sarà attraversata da serpenti di ferro (le ferrovie).

Il Quinto Segno
La terra sarà intersecata da gigantesche tele di ragno (linee elettriche e telefoniche).

Il Sesto Segno
La terra sarà intersecata da fiumi di pietra che creano figure nel sole (i rilevati stradali ed il loro creare miraggi).

Il Settimo Segno
Tu sentirai di un mare diventato nero e di molti esseri viventi morti a causa sua (pozzi di petrolio).

L'Ottavo Segno
Tu vedrai molti giovani che portano i loro capelli lunghi come quelli del nostro popolo venire ed unirsi alle tribù per imparare la nostra via e la nostra saggezza (Hippies).

Il Nono ed ultimo Segno
Tu sentirai di un luogo abitato nei cieli, sopra la terra, che cadrà con grande fragore. Esso apparirà come una stella blu.

Molto presto, dopo questo avvenimento, le cerimonie del popolo Hopi cesseranno.

 
Questi sono i Segni che la grande distruzione è arrivata:
- Il mondo sussulterà su e giù.- L'uomo bianco combatterà i popoli di altre terre, quelli che possiedono la prima luce della saggezza.- Ci saranno molte colonne di fumo e fuoco come quelle che l'uomo bianco ha già fatto nel deserto non lontano da qui. Quelli che abitano e vivono nella terra degli Hopi saranno salvi. Allora ci sarà molto da ricostruire. E presto, molto poco dopo, i Pahana torneranno. Essi porteranno con loro l'Aurora del Quinto Mondo. Essi pianteranno i Semi della Saggezza nei nostri Cuori. Almeno ora i semi sono stati impiantati. Questi spianeranno la via per Emergere nel Quinto Mondo.Un'altra profezia Hopi avverte che niente dovrà essere riportato dalla Luna. Se questo sarà fatto, gli Hopi avvertono, l'equilibrio delle Leggi e Forze Naturali sarà disturbato, con risultato (della comparsa) di terremoti, importanti cambiamenti a livello metereologico, squilibri sociali.Tutto questo sta accadendo oggi, sebbene ovviamente non necessariamente (solo) per le rocce della Luna.Il 7 agosto 1970 l'apparizione di uno spettacolare UFO fu testimoniata da dozzine di persone e fotografata da Chuck Roberts del Corriere di Prescott.Questo è capitato dopo una "chiamata UFO" di diversi indiani Hopi come un parziale compimento di una certa iscrizione sulla Seconda Mesa, un avvertimento dell'arrivo del Giorno della Purificazione, quando i veri Hopi voleranno verso altri pianeti in "vascelli senza ali".I sopravvissuti del Grande Diluvio, migliaia di anni fa, si divisero in quattro gruppi che si diressero in tutte quattro le direzioni. Solo un gruppo completò il suo viaggio, al Polo Nord e oltre (al di dietro), sotto la guida di una Brillante Stella in cui viaggiava il Grande Spirito Massau'u.All'arrivo, dopo la discesa, egli creò un petroglifo sulla Seconda Mesa, raffigurante una fanciulla che viaggia in un veivolo senza ali a forma di cupola.Il petroglifo significava l'arrivo del Giorno della Purificazione quando i veri Hopi sarebbero volati verso altri pianeti in "vascelli senza ali".Gli Hopi hanno anche predetto che quando il cuore della Terra assegnata agli Hopi fosse stato scavato (the heart of the Hopi land trust is dug up), l'equilibrio della natura sarebbe stato gravemente disturbato, poiché la Sacra Terra degli Hopi è l'immagine microcosmica dell'intero pianeta; ogni violazione della Natura nella regione dei Quattro Angoli sarà riflessa ed amplificata su tutta la Terra.Martin Gasheseoma ha detto recentemente: «gli Anziani Hopi ci hanno raccontato che quando le piante fossero fiorite nel mezzo dell'inverno sarebbe stato necessario andare a Santa Fe per avvertire tutti delle sofferenze e distruzioni a venire, se non avessero cambiato il loro modo di vivere. Lo scorso anno, nel mezzo dell'inverno, le piante hanno cominicato a fiorire».Quanta sofferenza e distruzione accompagnerà il tempo della purificazione, e quale sarà il risultato finale?Martin Gasheseoma prevede un giudizio davanti ad un grande specchio e morte per coloro che sono malvagi e depravati, con solo una manciata di persone sopravvissute in ogni nazione oltremare che verranno allora in questo continente, «che noi chiamiamo paradiso».«Tutte le sofferenze sopraggiungenti in questa terra con tornado, inondazioni e terremoti sono portate dal soffio (sospiro?) di Madre Terra poiché Essa è addolorata», dice Roberta Blackgoat (Capra Nera), una anziana della Nazione indipendente Dineh (Navajo) delle Grandi Montagne. Essa spiega che l'area dei Quattro Angoli è particolarmente Sacra perché Essa letteralmente contiene gli organi interni di Madre Terra, carbon fossile e uranio, che l'Ufficio per gli Affari Indiani ha concesso di estrarre alla Peabody Coal Mine.«Essi stanno cercando di estrarre i suoi preziosi organi per denaro», afferma Blackgoat (Capra Nera). «Mio nonno mi ha raccontato che il carbone è come il fegato di Madre Terra e l'uranio è insieme cuore e polmoni di Madre Terra».

lunedì 23 marzo 2015

sangue di san gennaro miracolo o bufala?

Convenzionalmente si crede che San Gennaro sia nato verso l'anno 272. Sul luogo esistono molte tradizioni, di cui la prima lo vuole nato a Joppolo, città di cui saràvescovo, dove la pietà popolare individua a tutt'oggi la sua casa natale in dei ruderi romani siti nella via ad egli intitolata. In mancanza di prove certe è ovviamente impossibile risalire alla verità storica.Il fatto che portò alla consacrazione episcopale di Gennaro sarebbe avvenuto all'inizio del IV secolo, durante la persecuzione dei cristiani da parte dell'imperatore DioclezianoSan Gennaro era il vescovo di Benevento e si recò insieme al lettore Desiderio e al diacono Festo in visita ai fedeli a Pozzuoli. Il diacono di Miseno Sossio - già amico di Gennaro che lo era venuto a trovare in passato a Miseno per discutere di fede e leggi divine - volendo recarsi ad assistere alla visita pastorale, fu invece arrestato lungo la strada per ordine del persecutore Dragonzio, governatore della Campania. Gennaro insieme a Festo e Desiderio si recò allora in visita dal prigioniero, ma, avendo intercesso per la sua liberazione ed avendo fatto professione di fede cristiana, furono anch'essi arrestati e da Dragonzio condannati ad essere sbranati dai leoni nell'anfiteatro di Pozzuoli. Il giorno dopo, tuttavia, per l'assenza del governatore stesso, impegnato altrove o, secondo altri, perché si era accorto che il popolo dimostrava simpatia verso i condannati e quindi per evitare disordini, il supplizio fu sospeso. Secondo la tradizione invece, il supplizio fu mutato per l'avvenimento di un miracolo, infatti, le fiere si inginocchiarono al cospetto dei condannati, dopo una benedizione fatta da Gennaro. Dragonzio comandò allora che a Gennaro e ai suoi compagni venisse troncata la testa. Condotti nei pressi del Forum Vulcani (l'attuale Solfatara di Pozzuoli), essi furono decapitati nell'anno 305. La stessa sorte toccò anche a Procolodiacono della chiesa di Pozzuoli, e ai due laici Eutiche e Acuzio che avevano osato criticare la sentenza di morte per i quattro. Gli Atti affermano che nel luogo del supplizio sorse una chiesa in ricordo del loro martirio, mentre il corpo di Gennaro sarebbe stato sepolto nell'Agro Marciano e solo nel V secolo traslato dal duca-vescovo di Napoli Giovanni I nelle Catacombe di San GennaroNegli Atti Vaticani si narrano molti altri episodi mitici. I più conosciuti narrano di Gennaro e dei suoi compagni che si sarebbero recati a Nola, dove avrebbero incontrato il perfido giudice Timoteo. Questi, avendo sorpreso Gennaro mentre faceva proselitismo, lo avrebbe imprigionato e torturato. Poiché le tremende torture inflittegli non sortivano effetto, lo avrebbe infine gettato in una fornace ardente; una volta riaperta la fornace, non solo Gennaro vi uscì illeso e senza che neppure le sue vesti fossero state minimamente intaccate dal fuoco, ma le fiamme investirono i pagani venuti ad assistere al supplizio. Caduto malato e nonostante fosse guarito da Gennaro, Timoteo non mostrò alcuna gratitudine ma lo fece condurre all'anfiteatro di Pozzuoli affinché fosse sbranato dalle fiere. Per questi racconti è chiara la derivazione dalla Bibbia, in modo particolare dal Libro del profeta Daniele, a cui il redattore degli Atti Vaticani deve essersi ispirato. Durante il cammino verso il luogo dell'esecuzione, situato presso la Solfatara, un mendicante chiese a Gennaro un lembo della sua veste, da conservare come reliquia. Gennaro rispose che, una volta eseguita la sentenza, avrebbe potuto prendere il fazzoletto con cui sarebbe stato bendato. La tradizione vuole che, mentre il carnefice si preparava a vibrare il colpo mortale, Gennaro si fosse portato un dito alla gola per sistemarsi il fazzoletto. In quell'istante il carnefice calò la scure, recidendo anche il dito. Quella notte, Gennaro apparve in sogno a colui che era incaricato di portare via il corpo, invitandolo a raccogliere anche il dito.Sempre secondo la tradizione, subito dopo la decapitazione sarebbe stato conservato del sangue, come era abitudine a quel tempo, raccolto da una pia donna di nome Eusebia che lo racchiuse in due ampolle; esse sono divenute un attributo iconograficotipico di san Gennaro. Il racconto della pia donna è tuttavia recente, e compare pubblicato per la prima volta solo nel1579, nel volume del canonico napoletano Paolo Regio su "Le vite de' sette Santi Protettori di Napoli".I vari ed interessanti testi agiografici (inni, carmi e lodi) in onore di san Gennaro e dei suoi compagni martiri si possono consultare nellaBibliotheca Sanctorumedita dallaPontificia Università Lateranensenel1965.Gli Atti Bolognesi indicano il305come l'anno del martirio. Documenti liturgici molto antichi, come ilcalendario cartaginese(redatto poco dopo il505) ed ilMartirologio GeronimianodelV secoloassegnano come data del martirio di Gennaro e dei suoi compagni il19 settembre; indicano invece nel13 aprilela data della prima traslazione dei resti del santo. Anche in un altro martirologio risalente all'VIII secolo, redatto dal monaco ingleseBeda, il 19 settembre viene indicato come data del martirio.Nel calendario marmoreo di Napoli la data del 19 settembre viene indicata come "dies natalis" di San Gennaro. Tutte queste fonti, e numerose altre ancora, attestano che la venerazione per san Gennaro ha origini antichissime che risalgono all'epoca del suo martirio o al più tardi a quella della prima traslazione delle sue spoglie, avvenuta nel V secolo. Il duca e vescovo di NapoliGiovanni Itrasportò fra il413e il431le reliquie del santo dall'Agro Marciano nella parte inferiore delle catacombe napoletane di Capodimonte, le quali assunsero così il nome del santo, e qui esse furono centro di vivissimo culto.Il principe longobardo diBeneventoSicone I, assediando la città di Napoli nell'831, ne approfittò per impossessarsi dei resti mortali portandoli nella sua città, sede episcopale. Le sante reliquie furono deposte nella cattedrale - che allora si chiamava Santa Maria di Gerusalemme - ove restarono fino al1154. In quell'anno infatti, considerando che la città di Benevento non era più sicura, il normannoGuglielmo I il Maloprovvide affinché esse venissero traslate nell'Abbazia di Montevergine.A Montevergine però la devozione dei pellegrini che vi si recavano era rivolta soprattutto a San Guglielmo e alla popolarissima iconabizantina della Madonna chiamata "Mamma Schiavona", sicché di San Gennaro si perse ben presto la memoria e addirittura la cognizione del suo luogo di sepoltura. A Napoli invece rimaneva vivissimo il culto per San Gennaro, anche per la presenza delle altre sue reliquie: il capo e le ampolle con il suo sangue. Carlo II d'Angiòdopo aver fatto eseguire dai maestri orafi francesi Stefano Godefroy, Guglielmo di Verdelay e Milet d'Auxerre un preziosissimo busto-reliquiario in argento dorato per contenere la testa e le ampolle con il sangue del santo, espose per la prima volta la reliquia alla pubblica venerazione nel1305. Suo figlioRoberto d'Angiòinvece fece realizzare la teca d'argento che custodisce le due ampolle del sangue. Tuttavia la liquefazione del sangue non è attestata prima del17 agosto1389, allorché il miracolo si compì durante una solenne processione intrapresa per una grave carestia.Quando a Montevergine per merito delcardinale Giovanni di Aragonafurono ritrovate le ossa di San Gennaro, collocate al di sotto dell'altare maggiore, la potente famiglia dei Carafasi impegnò, grazie soprattutto all'interessamento del cardinaleOlivieroe con il sostegno di suo fratello l'arcivescovo napoletanoAlessandro Carafa, affinché le reliquie tornassero aNapoli, la qual cosa avvenne nel1497, non senza l'opposizione da parte dei monaci di Montevergine. Come degno luogo per ospitarle, il cardinale Oliviero Carafa fece costruire nel Duomo di Napoli, al di sotto dell'altare maggiore, una cripta d'eccezione in puro stile rinascimentale: laCappella del SuccorpoA seguito di una terribile pestilenza che imperversò a Napoli fra il1526ed il1529, i napoletani fecero voto a San Gennaro di edificargli una nuova cappella all'interno del Duomo. Benché i lavori fossero iniziati solo nel1608e siano durati quasi quarant'anni, la sfolgorante e riccaCappella del Tesoro di San Gennarovenne infine consacrata nel1646. Al di sopra del suo splendido cancello realizzato daCosimo Fanzago, figura l'iscrizioneDivo Ianuario e fame bello peste ac Vesaevi igne miri ope sanguinis erepta Neapolis civi patr. vindici("A San Gennaro, al cittadino salvatore della patria, Napoli salvata dalla fame, dalla guerra, dalla peste e dal fuoco del Vesuvio, per virtù del suo sangue miracoloso, consacra"). Nel 1633 la città di Napoli, sulla cappella del tesoro, nel suoDuomoscolpiva la sua riconoscenza con la seguente dedica:Divo Jannuario - Patriae, regnique praesentissimo tutelari - grata Neapolis.Il 25 febbraio1964 il cardinale arcivescovo Alfonso Castaldo fece la ricognizione canonica delle venerate reliquie: "Le ossa furono trovate ben custodite, in un'olla di forma ovoidale che reca incisa l'iscrizione calligrafica, Corpus Sancti Jannuarii Ben. E.P.". Una ricognizione scientifica eseguita il 7 marzo1965 dal professore G. Lambertini stabilì che il personaggio a cui appartengono le ossa è da individuarsi in un uomo di età giovane (35 anni) di statura molto alta (1,90 m). Secondo la tradizione, il sangue di san Gennaro si sarebbe sciolto per la prima volta ai tempi di Costantino I, quando il vescovoSevero(secondo altri il vescovo Cosimo) trasferì le spoglie del santo dall'Agro Marciano, dove era stato sepolto, a Napoli. Durante il tragitto avrebbe incontrato la nutrice Eusebia con le ampolline del sangue del santo: alla presenza della testa, il sangue nelle ampolle si sarebbe sciolto. Storicamente, la prima notizia documentata dell'ampolla contenente la presunta reliquia del sangue di San Gennaro risale soltanto al 1389, come riportato nel Chronicon Siculum (ma dal testo si può dedurre che doveva avvenire già da molto tempo): nel corso delle manifestazioni per la festa dell'Assunta di quell'anno, vi fu l'esposizione pubblica delle ampolle contenenti il cosiddetto "sangue di San Gennaro". Il17 agosto 1389 vi fu una grandissima processione per assistere al miracolo: il liquido conservato nell'ampolla si era liquefatto "come se fosse sgorgato quel giorno stesso dal corpo del santo". La cronaca dell'evento sembra suggerire che il fenomeno si verificasse allora per la prima volta. Del resto, la Cronaca di Partenope, precedente di qualche anno (1382), pur parlando di diversi "miraculi" attribuiti alla potenza di San Gennaro, non menziona mai una reliquia di sangue del martire. Oggi le due ampolle, fissate all'interno di una piccola teca rotonda realizzata con una larga cornice in argento e provvista di un manico, sono conservate nella cassaforte dietro l'altare della Cappella del Tesoro di San Gennaro. Delle due ampolle, una è riempita per 3/4, mentre l'altra più alta è semivuota poiché parte del suo contenuto fu sottratto da reCarlo di Borboneche, divenuto re di Spagna, lo portò con sé. Tre volte l'anno (il sabato precedente la prima domenica di maggio e negli otto giorni successivi; il19 settembree per tutta l'ottava delle celebrazioni in onore del patrono, ed il16 dicembre), durante una solenne cerimonia religiosa guidata dall'arcivescovo, i fedeli accorrono per assistere al miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. La liquefazione deltessutodurante la cerimonia è ritenuto foriero di buoni auspici per la città; al contrario, si ritiene che la mancata liquefazione sia presagio di eventi fortemente negativi e drammatici per la città.Un analogo fenomeno, anch'esso ritenuto miracoloso, si suppone che avvenga anche aPozzuoli, dove, nellachiesa di San Gennaropresso la Solfatara, su di una lastra marmorea su cui si afferma che Gennaro fosse stato decapitato e che sia impregnata del suo sangue, ancora oggi c'è chi sostiene che delle tracce rosse diventino di colore più intenso e trasuderebbero in concomitanza con il miracolo più importante che avviene a Napoli.Secondo studi recenti però sembra che la pietra sia in realtà il frammento di un altare paleocristiano di due secoli posteriore alla morte del martire sul quale vi siano depositate tracce di vernice rossa e di cera e che il tutto sia solo frutto di una suggestione collettiva. A seguito dellariforma liturgicasuccessiva alConcilio Vaticano II, la Chiesa apportò delle modifiche al calendario liturgico(che comprende solennità, feste, memorie obbligatorie e memorie facoltative) rendendo obbligatorie alcune memorie di santi e facoltative altre prima obbligatorie: così la memoria liturgica di San Gennaro (che sino ad allora era obbligatoria in tutta la Chiesa universale) fu trasformata in memoria facoltativa al di fuori dell'arcidiocesi di Napoli. si ritiene che la mancata liquefazione sia presagio di eventi fortemente negativi e drammatici per la città.Un analogo fenomeno, anch'esso ritenuto miracoloso, si suppone che avvenga anche aPozzuoli, dove, nellachiesa di San Gennaropresso la Solfatara, su di una lastra marmorea su cui si afferma che Gennaro fosse stato decapitato e che sia impregnata del suo sangue, ancora oggi c'è chi sostiene che delle tracce rosse diventino di colore più intenso e trasuderebbero in concomitanza con il miracolo più importante che avviene a Napoli.Secondo studi recenti però sembra che la pietra sia in realtà il frammento di un altare paleocristiano di due secoli posteriore alla morte del martire sul quale vi siano depositate tracce di vernice rossa e di cera e che il tutto sia solo frutto di una suggestione collettiva. A seguito dellariforma liturgicasuccessiva alConcilio Vaticano II, la Chiesa apportò delle modifiche al calendario liturgico(che comprende solennità, feste, memorie obbligatorie e memorie facoltative) rendendo obbligatorie alcune memorie di santi e facoltative altre prima obbligatorie: così la memoria liturgica di San Gennaro (che sino ad allora era obbligatoria in tutta la Chiesa universale) fu trasformata in memoria facoltativa al di fuori dell'arcidiocesi di Napoli. si ritiene che la mancata liquefazione sia presagio di eventi fortemente negativi e drammatici per la città.Un analogo fenomeno, anch'esso ritenuto miracoloso, si suppone che avvenga anche aPozzuoli, dove, nellachiesa di San Gennaropresso la Solfatara, su di una lastra marmorea su cui si afferma che Gennaro fosse stato decapitato e che sia impregnata del suo sangue, ancora oggi c'è chi sostiene che delle tracce rosse diventino di colore più intenso e trasuderebbero in concomitanza con il miracolo più importante che avviene a Napoli.Secondo studi recenti però sembra che la pietra sia in realtà il frammento di un altare paleocristiano di due secoli posteriore alla morte del martire sul quale vi siano depositate tracce di vernice rossa e di cera e che il tutto sia solo frutto di una suggestione collettiva. A seguito dellariforma liturgicasuccessiva alConcilio Vaticano II, la Chiesa apportò delle modifiche al calendario liturgico(che comprende solennità, feste, memorie obbligatorie e memorie facoltative) rendendo obbligatorie alcune memorie di santi e facoltative altre prima obbligatorie: così la memoria liturgica di San Gennaro (che sino ad allora era obbligatoria in tutta la Chiesa universale) fu trasformata in memoria facoltativa al di fuori dell'arcidiocesi di Napoli.                                                                          
L'autorità ecclesiastica affermò che lo scioglimento del sangue di San Gennaro, pur essendo scientificamente inspiegabile, non obbliga i fedeli cattolici a prestare l'assenso della propria fede: tale evento venne definito come un fatto prodigioso e venne approvata la venerazione popolare, essendo impossibile, allo stato dell'attuale conoscenza dei fatti, un giudizio scientifico che spieghi il fenomeno della liquefazione.
Una prima analisi spettroscopica sull'ampolla fu fatta dai professori Sperindeo e Januario (25 settembre1902) e rivelò lo spettro dell'ossiemoglobina.
Tre ricercatori del CICAP (Franco RamacciniSergio Della Sala e Luigi Garlaschelli) hanno fornito una prova scientifica sull'ottenibilità di uno "scioglimento" simile a quello che è alla base del fenomeno del miracolo. Lo spirito dell'indagine del CICAP non è stato quello di determinare la composizione della sostanza nell'ampolla, ma di riprodurre i comportamenti più documentati della reliquia. Inoltre l'esperimento è servito a dimostrare che non solo è possibile riprodurre quei comportamenti con i mezzi attuali, ma anche che fosse possibile farlo all'epoca della sua comparsa, confutando così le affermazioni sull'irriproducibilità del suo comportamento o sull'impossibilità della scienza di spiegarlo Il loro lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature ("Working bloody miracles, 13 settembre 1991). Nell'articolo si avanza l'ipotesi secondo cui all'origine del cosiddetto "miracolo di San Gennaro" vi sia il fenomeno noto come tissotropia, ossia la proprietà di alcuni materiali (detti appunto tissotropici) di diventare più fluidi se sottoposti a una sollecitazione meccanica, come piccole scosse o vibrazioni, e di tornare allo stato precedente se lasciati indisturbati. Un esempio di questa proprietà è la salsa ketchup, che si può mostrare in uno stato quasi solido fino a quando delle scosse non la fanno diventare d'un tratto molto più liquida. Franco Ramaccini del CICAP ha sostenuto che è ragionevole avanzare l'ipotesi della tissotropia poiché, durante la cerimonia che precede lo scioglimento del sangue di San Gennaro, il sacerdote agita e muove l'ampolla tenendola con le mani I ricercatori del CICAP hanno realizzato l'esperimento ottenendo una sostanza tissotropica, dal colore rosso sangue, con il solo utilizzo di sostanze e materiali reperibili all'epoca a cui risalirebbero le ampolle (fine Trecento):
  • cloruro ferrico, sotto forma di molisite, un minerale presente sul Vesuvio come in genere nelle zone vulcaniche;
  • carbonato di calcio, presente ovunque, per esempio nei gusci d'uovo, che ne sono una fonte pura al 93,7%;
  • cloruro di sodio, (o sale comune);
  • acqua
Secondo un articolo comparso sul web nel marzo 2005 a firma A. Ruggeri, il gel tissotropico ottenuto da Garlaschelli manteneva le sue proprietà tissotropiche per solo 2 anni[14]. In merito, Garlaschelli ha affermato:Circa la durata del nostro gel: Non mi sono mai preoccupato della stabilità nel tempo del gel stesso. So che alcuni campioni hanno resistito per dieci anni. Altri durano molto meno. Non ho mai trovato un esperto di colloidi che mi desse dei suggerimenti. Ma del resto, mi sono anche preoccupato poco, addirittura, di sigillare in modo perfetto i miei boccettini. All'indomani della pubblicazione dell'articolo del CICAP l'ufficio stampa della curia di Napoli replicò con la seguente domanda: «Già, ma perché allora nel maggio 1976 il sangue non si sciolse affatto, malgrado otto giorni di attesa?».In altre occasioni, al contrario, il fenomeno della liquefazione si era manifestato già prima dell'apertura della teca che custodisce le ampolle. Un analogo fenomeno avviene senza scuotimenti aRavelloin un'ampolla che conterrebbe il sangue disan PantaleoneAlcune analisispettroscopichesostengono che nelle ampolle conservate nel Duomo di Napoli sia presenteemoglobinaumana, anche se una risposta chiara sulla natura della sostanza potrebbe essere data solo da un'analisi diretta. IlCICAP ha espresso perplessità sul metodo con cui tali analisi sono state condotte:« I risultati di quella spettroscopia non sono stati sottoposti al giudizio di referee di una rivista scientifica; la loro qualità, nella più favorevole delle ipotesi, richiede troppo il contributo dell'interpretazione di chi li osserva, per costituire un argomento convincente. Inesplicabilmente è stato impiegato uno spettrometro a prisma, invece di un moderno spettrometro elettronico. Più spettri, ottenuti a qualche minuto di distanza l'uno dall'altro vengono interpretati come rivelatori ognuno di un diverso derivato dell'emoglobina, e spiegati con un miracolo in progresso, mentre, si noti bene, la sostanza era da tempo in fase liquida, e non in liquefazione. » Un esperimento condotto dal dipartimento di Biologia Molecolare dell'Università Federico II di Napoli su un'ampolla di sangue, una reliquia simile a quella conservata nel duomo, ha mostrato che essa contiene effettivamente sangue ed effettivamente può cambiare stato, ma che questa proprietà è posseduta, nelle stesse condizioni di conservazione, dal sangue di qualsiasi persona.