giovedì 13 aprile 2017

Il movimento New Age e "l'enigma Maitreya".  

Balzato alla ribalta delle cronache mondiali, per il recentissimo documento pubblicato dalla Santa Sede, Gesù Cristo, portatore dell'acqua viva, ecco che il New-Next Age - fenomeno filosofico-religioso diffuso in tutti gli ambiti della vita sociale e culturale dell'opulento Occidente - viene a trovarsi scopertamente in conflitto con il mondo cattolico. Non solo come sfida per la sua fedeltà alla purezza del messaggio evangelico, ma anche come oggetto di riflessione e di critica.

Per la verità, sia il papa, sia i vertici della Chiesa si erano pronunciati più volte sul New Age. Il papa lo ha fatto fin dal 1993, allorchè incontrando alcuni gruppi di vescovi americani, li aveva esortati a mettere in guardia i giovani dalla "visione sincretistica e immanente" di questo movimento che si propone di "relativizzare ogni dottrina religiosa", facendo uso però di "miti e simboli propri del linguaggio religioso". "Il concetto panteistico di Dio, che è l'anima del New Age - diceva già allora il Pontefice - è incompatibile con le sacre Scritture e con la tradizione cristiana"



Origini del New Age



L’espressione “New Age”, cioè Nuova Era, detta anche Età dell’Acquario, si deve ad Alice Anne Bailey (1881-1949), una ricercatrice occultista (33° grado del rito scozzese della Massoneria), che dopo essersi separata dalla “Società Teosofica” ed aver fondato a sua volta la "Scuola Arcana” – dedita all’occultismo e ai poteri parapsichici – aveva provveduto a legare la teosofia alla nuova ideologia, rivolta al futuro. 
Questi i fondamenti dottrinali del neonato movimento: un Dio impersonale, immanente e trascendente; immortalità dell’uomo, soggetto alla legge del karma e della reincarnazione; continuità della rivelazione, attesa messianica.
Ma la grande novità introdotta da Alice Bailey sta nel fatto che questa "Scuola Arcana" avrebbe dovuto portare all’umanità una nuova religione mondiale, in preparazione alla venuta sulla terra di un nuovo avatar (secondo l'Induismo significa "discesa" e  indica le varie forme, animali e umane, assunte dal dio Visnù dall'inizio del mondo, per intervenire a favore della terra e dell'umanità). Tale "avatar" sarebbe colui che i cristiani chiamano Cristo, gli Ebrei Messia, i musulmani Imam Madhi, i buddisti Maitreya. Colui che dovrebbe presiedere alla manifestazione del “regno di Dio” e alla restaurazione degli antichi misteri.
In questi antichi "misteri", come vedremo, prosperavano pratiche occulte e riti gnostici, in cui eccelleva il "culto del serpente".
Tra gli iniziati solo pochissimi "eletti" potevano salvarsi, "divinizzandosi" grazie alla Gnosi, alla "conoscenza". Per mezzo della quale l'antico Serpente dell'Eden, come già aveva fatto all'orecchio della prima donna e del primo uomo continua a sussurrare: "Sarete simili a Dio"."Noi veneriamo il serpente - scrive un grande iniziato, citato da Couvert - perchè Dio lo ha fatto la causa della Gnosi per l'umanità. Egli insegna all'uomo e alla donna la completa conoscenza dei misteri di lassù".

L'espressione "Età dell'Acquario", si riferisce poi a una visione astrologica, secondo la quale il sole cambierebbe segno zodiacale ogni 2160 anni, determinando grandi mutamenti per il pianeta e per l’umanità. Tali cambiamenti si starebbero verificando proprio in questo inizio di terzo millennio: "Quando la luna sarà nella settima casa e Giove sarà allineato con Marte, allora la pace guiderà i pianeti e l'amore governerà le stelle. Questa sarà l'alba dell'Epoca dell'Acquario", cantava Acquarius, la celebre canzone americana del 1969. L’"Età dell’Acquario" verrebbe dunque a sostituire l'Era Cristiana, quella dei litigiosi Pesci cominciata nell’anno 1 dopo Cristo, per governare i successivi duemila anni, apportando armonia e pace.

L’Era Cristiana starebbe dunque per cedere il passo alla Nuova Era...
A qualcosa di totalmente nuovo, esoterico, senza dogmi e senza gerarchia, che si esprimerebbe sotto il segno di san Giovanni Né Stati né governi, né particolari religioni dovrebbero guidare l’umanità della "Nuova Era". Essa infatti può bastare a se stessa, disponendo secondo i propri “vangeli”, in alternativa al Cristianesimo, di una via di accesso a “rivelazioni private” chiamata channelling, da "canale".



Il volto seducente del New Age



Per la verità, non è facile delineare con precisione la natura fluida, antidogmatica di questo movimento, dato che si presenta come un insieme di idee e di tecniche in continua evoluzione, e racchiude credenze tra le più disparate, assunte sia dall’occultismo occidentale sia dalle religioni orientali, come reincarnazione, chakras, medicine alternative, riflessologia, potere dei cristalli, channelling, astrologia. Per coloro che vi aderiscono è sufficiente credere anche solo ad alcune di queste componenti.

Candele profumate per l’aromaterapia e per la casa, frasi dolci, suoni d’acque, musiche fluttuanti... Un’atmosfera che nella nuova “casa New Age” aleggia carezzevole e che a quanti l’abiteranno permetterà di ritrovare la loro vera identità che si era perduta... Ecco il New Age.
Ciò che conta è il benessere, il proprio benessere. L’uomo deve riprendersi il proprio posto nel mondo, deve tornare a essere il padrone di se stesso. Nei centri New Age infatti, ci si può liberare dai sensi di colpa grazie a corsi sapienti, e diventare felici potenziando il proprio "io". Le terapie possono variare: dalle purificazioni a domicilio a quelle praticate sotto piramidi di ottone, a quelle svolte a decine di metri sotto terra, davanti a prismi di cristallo dai colori cangianti, insuperabili per smettere di fumare o per riprendere il buon umore. Meglio ancora se si può partecipare alle esclusive crociere New Age, dove è possibile aumentare la propria conoscenza grazie a illuminanti conferenze su chirologia e biodanza, e perfino... sui "fiori di Bach"...
Qualora poi si desiderasse conoscere il proprio angelo custode, lo si può fare agevolmente: basta affidarsi a uno dei tanti  manuali New Age e imparare a riconoscerlo associandolo al proprio segno zodiacale. Il manuale insegnerà poi come e quando utilizzarli. “L’angelo” infatti – dice Igor Sibaldi – “è come la luce elettrica. Schiacci un pulsante e arriva, al tuo servizio”.

Ma il New Age insegna anche ad amare, soprattutto con il corpo. Massaggi prolungati, preliminari... fino al raggiungimento dell’estasi dei sensi in amplessi che assicurano la beatitudine e l’ingresso al Nirvana. Beatitudine che secondo l’antica scuola tibetana del Tantra si può raggiungere con il risveglio dell’energia (la kundalini) posta alla base della spina dorsale, facendola risalire lungo il corpo, attraverso i sette punti chakra, fino all’ultimo, sulla nuca, in cui risiede l’Om. Lì avviene l’illuminazione.

Nessuna teologia precisa e ben definita quindi, ma una nuova religione "fai da te", in cui ciascuno può ritagliarsi una propria spiritualità su misura. Illuminante tuttavia l'individuazione delle correnti di pensiero ad essa preesistenti, che ne hanno consentito la nascita, e che sono panteismo, gnosticismo e occultismo. Da qui è possibile risalire ai fondatori e a quanti hanno contribuito ad alimentare questa “nuova religione”, il cui nocciolo duro è costituito dall’annuncio dell’avvento di un nuovo, presunto messia: Maitreya, il Cristo, prossimo a rivelarsi e a prendere possesso del mondo. Un "Cristo" interpretato come “forza cosmica”, in contrapposizione all’uomo storico "Gesù", visto invece come uno dei tanti "avatar".



La cristologia acquariana



l’humus storico, esoterico-spirituale, entro cui il New Age ha preso vita e ha affondato le proprie radici, è quello della teosofia della grande occultista russa, e medium, Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891, le cui idee, assunte poi dal New Age, provengono in gran parte dal misticismo indiano e da presunti spiriti-guida); dell’antroposofia di Rudolf Steiner, e della Scuola Arcana di Alice Bailey, seguace della Blavatsky.
Riprendendo gli antichi, millenari temi della gnosi, la teosofia blavatskiana sostiene che l’umanità, decaduta dall’originario status divino, può accedere alla liberazione dalla materia solo tramite la rivelazione di verità occulte.

Ecco dunque i concetti-chiave, la terminologia e la cristologia neo-gnostica che stanno alla base del New Age, all'insaputa di gran parte dei suoi cultori.
Il New Age afferma di possedere l’unica vera interpretazione della Bibbia e dei misteri contenuti nei vangeli, l’unico autentico modo in cui Gesù, “grande iniziato”, avrebbe voluto che essi venissero conosciuti. Egli sarebbe stato un personaggio di larghe vedute, un “maestro tra i maestri” come Buddha, Zoroastro e Pitagora, inviati sulla terra per condurre il genere umano verso un tempo nuovo di illuminazione e di pace. Di questo Gesù - depositario di una saggezza universale, derivatagli dai numerosi viaggi iniziatici compiuti in Egitto, in India e in Tibet - i gesti, i miracoli, l’intera esistenza terrena avrebbero scarsa rilevanza. Mentre fondamentale sarebbe il suo insegnamento misterico, che consisterebbe nel ricordare agli esseri umani la possibilità di accedere alla “conoscenza” riservata agli eletti, mediante il risveglio delle energie divine poste in ciascuno di essi.
Il Cristo cosmico del New Age si sarebbe infatti manifestato nel Gesù storico, un “adepto occulto” che come gli altri “maestri” sarebbe stato posseduto dalla “coscienza cristica”. Ma i suoi insegnamenti andrebbero ora purificati dall’inquinamento apportatovi nei secoli dal Cristianesimo, specialmente dalla Chiesa cattolica.

Abbiamo così una distinzione netta tra il "Gesù storico" (semplice strumento umano) e il "Cristo cosmico" (entità divina impersonale). E anche la ragione per cui i seguaci del New Age attingano soprattutto a testi extra-canonici: da quelli più antichi, contenenti le prime eresie gnostiche, fino alle recenti “rivelazioni private; rivelazioni provenienti da entità disincarnate (“i Maestri”, chiamati anche La Gerarchia).

Il Cristo neo-gnostico cui si rifanno gli aderenti del New Age, si troverebbe perciò dentro ciascuno di noi e ci renderebbe consapevoli della nostra divinità. Ma soprattutto – afferma la Bailey – sarebbe la vera risposta all’attesa messianica dell’umanità intera, sarebbe colui che sta per rivelarsi, venendo a costituire quella religione mondiale che tutto il mondo sta aspettando.



Benjamin Creme e “il nuovo Istruttore del mondo",
il "signore Maitreya”.



In questi ultimi decenni, la “cristologia acquariana” si è evoluta. Tra i suoi maggiori rappresentanti un personaggio, che ha contribuito a darle connotati sempre più esoterici.
Nato nel 1922 a Glasgow, in Scozia, filosofo, scrittore ed esoterista teosofico, nonché discepolo di Alice Bailey, Benjamin Creme si presenta come il Giovanni Battista del Cristo del New Age. Le opere della Blavatsky e della Bailey (quest’ultima aveva scritto che il “nuovo maestro mondiale” si sarebbe rivelato al mondo nel 1975), lo avevano convinto dell’esistenza di una “Gerarchia di Maestri” destinata a guidare l’umanità verso l’evoluzione spirituale.

Nel 1974, grazie proprio ai culti gnostici da lui praticati, che gli avrebbero consentito di entrare in contatto con i "Maestri", Creme afferma di aver “ricevuto” (nel lontano 1959) la missione di preparare la venuta del nuovo messia, cioè di Maitreya, il Cristo. Questi per il momento non sarebbe che la proiezione virtuale del medium, ma si starebbe avvicinando a grandi passi l’ora della sua piena rivelazione al mondo.
Tra il 1974 e il 1975 Creme comincia ad annunciare la “discesa” del “Maestro dei Maestri”, sostenendo che a partire dal 1977 Maitreya sarebbe sceso dal suo ritiro millenario sull’Himalaya – dove vivrebbe assieme agli altri Maestri – per andare a vivere in Inghilterra.
Nel 1977 infatti, Maitreya – secondo Creme – si sarebbe trasferito nell’East End di Londra, in un quartiere di immigrati indo-pakistani, continuando da lì a tenersi in contatto con il suo medium tramite messaggi telepatici, nell’attesa della rivelazione pubblica prevista per il Giorno della dichiarazione. La sua identità, conosciuta solo da pochissimi, sarebbe dovuta infine emergere dall’anonimato prima con la sua elezione a leader della comunità, poi con l’assunzione da parte sua di ruoli sempre più impegnativi, e di peso mondiale, in campo politico, religioso e sociale.
A quel punto, Benjamin Creme fonda i Centri Tara (“canali” destinati alla comunicazione dell’energia dei “Maestri”), dove gli adepti si dedicano all’auto-perfezionamento; e il Movimento Maitreya, che vedrà una rapida diffusione, esportando nel mondo la propria dottrina ed ampliandone l'influenza con pubblicazioni tradotte in tutte le lingue, tra cui la riivsta Share International.
Dal 1982 in poi, il missionario esoterico annuncerà di volta in volta le numerose manifestazioni del maestro in tutto il mondo. Alla prima apparizione, prevista per il 21 giugno dell’82, che secondo Creme non si sarebbe verificata solo a causa della scarsa attenzione dei media, ne sarebbero seguite molte altre, assai più prestigiose. Apparizioni che da allora si sarebbero intensificate. Ecco alcune delle date ad esse riferite, rilevabili anche da Internet:

- Apparizioni iniziali: 11 giugno 1988 a Nairobi, in Kenya. E 29 settembre 1991, a Città del Messico.
- Seguono: nel ’92, 15 apparizioni: dal Messico all’Europa. Nel ’94, 27 apparizioni.
Nel ’95, 34 apparizioni. Nel ’96, 30 apparizioni. Nel ’97, 28 apparizioni. Queste si sarebbero susseguite in tutti i Paesi dei cinque continenti.
Nel ’98, sono dichiarate tre apparizioni, fino a quella dell’8 febbraio, che sarebbe avvenuta in Argentina

- Dall'89 al '95, sarebbero inoltre apparse per suo mezzo, nel mondo, varie "croci di luce": dal Canada al Giappone, dalle Filippine alla Slovenia.
- Sul numero di Share International dell'ottobre 2001, veniva pubblicata poi, a tutta pagina, la fotografia della mano di Maitreya, comparsa e ritratta miracolosamente sullo specchio di una stanza da bagno, a Barcellona. Una mano che secondo Creme sarebbe tridimensionale, simile in tutto all'immagine dell'uomo della Sindone. Una mano che racchiuderebbe tutta l'energia del grande Maestro e che consentirebbe, a chi vi appoggiasse sopra la propria, di entrare immediatamente in contatto con lui.
- Sul numero di Share International del novembre 2001 infine, veniva pubblicata la fotografia dell'adombramento di Benjamin Creme da parte di Maitreya: una delle due possessioni di cui egli beneficerebbe ogni volta, per circa venti minuti, all'inizio e alla fine di tutte le lezioni da lui tenute ai suoi seguaci, mediante le quali scenderebbero sull'assemblea il nutrimento spirituale e la benedizione del Maestro

Gli ambienti occultistici prendono Creme molto sul serio. Da molto tempo infatti giungono da più parti anticipazioni sull’avvento dell’Istruttore del mondo, l’avatar dell’Età dell’Acquario. Un Cristo che non è certamente Gesù di Nazaret.
Si tratta di Maitreya, la figura che per il Buddhismo riguarda l’ultimo dei cinque "Buddha della Contemplazione" generati dal "Buddha primordiale" ("Adibuddha"): colui che, tanto per il Mahayana, o "Grande veicolo" (Buddhismo del nord), come nell'Hinayana, o "Piccolo Veicolo" (Buddhismo del sud), dovrà apparire nel mondo per liberare definitivamente l'umanità sofferente. Una credenza che ha contribuito ad alimentare nei suoi fedeli una vera e propria attesa messianica, per la quale le sue immagini sono molto venerate.
Mutuato dunque impropriamente dal Buddhismo, questo messia, appartenente alla “Gerarchia dei maestri”, e posseduto dalla coscienza cristica cosmica, dovrebbe condurre l’umanità a una nuova “Pentecoste”: quella dell’instaurazione di un’unica, rinnovata religione mondiale, che lui solo verrebbe a dominare.



Un portone spalancato per la venuta dell’Anticristo?



Secondo molti teologi, questo movimento sfuggente chiamato New Age, nonostante si presenti come un nuovo, seducente umanesimo, sarebbe in realtà un movimento di preparazione all’avvento dell’Anticristo, la “Bestia” dell’Apocalisse. Un timore confermato purtroppo dal proliferare dei culti gnostici ed esoterici, oltre che dalle mode culturali soprattutto di matrice orientale, e dagli enormi capitali economici che si muovono entro il New Age.

Questo presunto “salvatore”, Maitreya, si presenta come un indo-pakistano tra i trenta e i quarant' anni, con folta barba nera. Le sue foto confuse, le testimonianze incontrollabili, e i suoi messaggi, tradotti ormai in più di ottanta lingue, sono agevolmente rintracciabili su Internet. Chiunque può ascoltare il “Maestro del mondo”, cioè Cristo, il Madhi, il Messia, dato che egli si propone nello stesso tempo ai fedeli delle diverse religioni come l’atteso salvatore di ciascuna di esse.

La Chiesa di Roma, ben attenta a non sottovalutare il fenomeno New Age, intuendone anzi una nascosta matrice diabolica, ha affidato a studiosi, demonologi ed esorcisti l’incarico di indagarne a fondo la natura, per porvi argine e difendere i cattolici da quella che ritiene una vera e propria insidia incombente sul terzo millennio. Nel documento appena diffuso dalla Santa Sede, Gesù Cristo, portatore dell'acqua viva, le varie componenti del New Age sono infatti analizzate con acutezza e rigore, e portate alla luce le loro occulte pericolosità. Stupisce soltanto che un documento così puntuale (benchè venga dichiarato che il testo si offre al lettore "come stimolo per ulteriori studi e approfondimenti"), manchi di un solo, minimo accenno alla figura e al nome di questo presunto messia, "Maitreya, il Cristo". Tanto più stupisce, in quanto nella bibliografia allegata compare la segnalazione del volume di Benjamin Creme, La riapparizione di Cristo, il Maestro della saggezza.

Viceversa, a dimostrare la pericolosità della campagna che sostiene il clima di attesa di questo presunto "Istruttore del mondo", basta citare un evento significativo: il resoconto, rintracciabile in rete e pubblicato sulla rivista Intermundia News:, dell'iniziativa chiamata "Il dialogo interreligioso nelle scuole". Iniziativa che ha coinvolto 42 scuole, in un Forum promosso dall'Assessorato alle Politiche del Comune di Roma. Intorno a questo tavolo interreligioso hanno partecipato rappresentanti di alcune confessioni cristiane e delle principali religioni, tenendo lezioni a rotazione alle varie scolaresche. Tutto ciò "per educare i ragazzi alla conoscenza reale e scientifica delle varie fedi, eliminando pregiudizi e luoghi comuni, e riempiendo vuoti culturali, per piantare il seme della pluralità e del rispetto reciproco". Senonchè, dopo le lodi e i compiacimenti, espressi dai vari partecipanti, sull'efficacia della benefica iniziativa "super partes", si viene a scoprire, alla fine del corposo fascicolo, che per ulteriori informazioni il lettore può contattare la Fondazione Maitreya, di cui segue in dettaglio la via, il numero di telefono e l'indirizzo mail.

Tornando all'affannosa campagna propagandistica (simile a quella fatta per gli Ufo) condotta da Creme per accreditare la reale esistenza della fantasmatica figura di Maitreya, va detto che nonostante le numerose apparizioni attestate da Creme e seguaci, nessun testimone affidabile afferma di averlo mai visto di persona. Egli forse non esiste affatto. Forse lui e Benjamin Creme sono la medesima persona. Forse si tratta di un’entità che si serve dello stesso Creme per aprire davvero la strada a una nuova era, quella dell'appiattimento e dello svuotamento delle religioni storiche e delle loro tradizioni, era dell’individualismo, dei culti gnostici, dell’occultismo e della morte di Dio.
Commenta a tale proposito l’antropologa Cecilia Gatto Trocchi nel suo libro Il risorgimento esoterico, scritto in risposta al ponderoso volume del filosofo Massimo Cacciari, Dell’inizio :

"La salvezza gnostica attende un ulteriore tempo, che Cacciari chiama il Tempo dell’Ultimo e che un qualunque acquariano chiamerebbe il tempo di Maitreya, atteso Messia del New Age. Cacciari va più a fondo e svela la natura di questo Ultimo, natura sconvolgente, sconosciuta a Cristo, a Paolo, alla Chiesa, ma che lo gnostico solo può comprendere. Si tratta del Ni-ente: “Il Non della fede è Ni-ente. [...] Se alla parusia (manifestazione) non corrisponde l’Amen della fede, vi corrisponde il Ni-ente”.
Gesù, espressione dell’Età del Figlio, non ha saputo andare oltre: è venuto ad annunciare la Vita, non la non-vita liberatrice. Forzando le Scritture, Cacciari arriva a identificare il nuovo Messia con “il Filius Perditionis che si manifesta come colui che libera Dio da ogni nascondimento, che ne colma l’abissalità, che ne dis-vela l’essenza. [...] Egli seduce con un discorso che appare estremamente prossimo al vero Annuncio e alla sua piena esplicazione. Egli predica la libertà dalla Legge come libertà assoluta”. è ancora l’Anticristo di Nietzsche, l’Anomos, il Senza Legge che rivelerà l’essenza divina come il “pleroma gnostico dell’abbandono, come il ni-ente”.
Si tratta di dottrine antiche, legate alle sette degli Ofiti e degli Osceni che potrebbero sembrare confinate nei testi di storia delle religioni per specialisti se, semplificate e ridotte a banalità “comprensibili”, non fossero sulla bocca di tutti gli acquariani.
Certo tali affermazioni sono a-filologiche, non sfoggiano il greco e il latino, eppure si riferiscono all’abolizione di ogni legge, alla libertà assoluta. La New Age promuove uno stile di vita alternativo che prevede libertà sessuale, omosessualità predicata e attacco alle vecchie morali. Vi è un esplicito ritorno “alle credenze gnostiche e alle antiche religioni orientali”.
è stato suggerito che il Messia della New Age sia Lucifero, lo stesso Paracleto misterioso di cui parla Leon Bloy. [...] Al di sotto di fiorellini e arcobaleni, e di amplessi panici boscherecci predicati dalla New Age, il nichilismo filosofico e religioso non potrebbe essere più radicale. Il “nulla beatissimo” del Buddha può tornare a conquistare le coscienze.
[...] Il procedimento complesso che ha portato all’attuale diffusione della magia e dell’esoterismo è costituito da un lato dalla secolarizzazione e dal laicismo, dall’altro dal corteggiamento di gnosi alternative vagheggiate pesantemente dal pensiero laico, “disincantato” e progressista. Tale è l’humus su cui prospera il nuovo magismo, l’esoterismo accattone, l’occultismo da supermarket dei nostri giorni, che giornalisti e comunicatori di massa nobilitano e ripropongono nel vuoto culturale dominante".



Dal New Age allo spiritismo e all'occultismo




Lo scopo del New Age è sotto i nostri occhi: è innanzitutto quello di allontanare gli uomini da Dio e dalla fede (il che è semplice se questa è debole o se non esiste per nulla). Ciò avviene soprattutto attraverso le proposte seducenti con cui esso si rivolge alla gran parte delle persone e che rappresentano il suo volto più accattivante. Ma in modo più mirato si rivolge anche a quanti cercano di vivere con coerenza la loro fede (per Creme sono “fanatici”), annunciando astutamente che il “Maestro mondiale” è il “salvatore” atteso dal mondo.

In realtà, attraverso il New Age si entra nel mondo dell’occulto. Il channelling introduce direttamente nello spiritismo, dove si entra in contatto con varie, sinistre “entità”: spiriti-guida, extraterrestri, antichi maestri, divinità pagane, demoni... Da qui, l’avvio alle pratiche esoteriche, ai culti gnostici, e talvolta ai riti satanici veri e propri, si riduce spesso a un passaggio automatico, in un cammino che conduce via via a divenire strumenti di Satana.
Del resto, nel corso di un'intervista svoltasi a Los Angeles nel novembre del 1994, rispondendo a Rollin Olson che gli domandava quale fosse il punto di vista esoterico su Satana e Lucifero, lo stesso Creme aveva detto: "Satana è ciò che noi chiamiamo l'anticristo. Rappresenta le forze della natura e il loro ruolo di sostegno all'aspetto materiale del pianeta. Lucifero invece, viene visto dai gruppi religiosi cristiani come il diavolo, ma non è nulla del genere! In realtà Lucifero ("portatore di luce") è il nome di un importante angelo che anima il regno umano. Ogni anima umana è un frammento individualizzato di una grande super-anima. Il nome di questa grande super-anima, che è divina, è Lucifero".
E sulla rivista Share International, edita dai centri Tara, si legge: “È possibile escludere che Maitreya sia l’Anticristo? No, una risposta netta non si può dare”.



Conclusione




Una risposta autorevole a queste inquietanti dichiarazioni la si può trovare nei tre passi tratti dalla prima lettera dell'evangelista Giovanni: "Figlioli, come avete udito che deve venire l'anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Sono sorti di mezzo a noi ma non erano dei nostri. [...] Non prestate fede ad ogni aspirazione, ma mettete alla prova le aspirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perchè molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. [...] Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre il mondo giace sotto il potere del maligno. Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto, e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio"

l'esoterismo cristiano

La tradizione esoterica

Marco, 4: “Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: ‘A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, in modo che essi guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato’”.
“Così egli comunicò loro il suo messaggio attraverso l’utilizzo di molte parabole, tante quante le loro menti erano in grado di comprendere. Non parlò solo attraverso le parabole, ma era in privato che spiegava ai suoi discepoli ogni cosa”.
Matteo, 13: “Gesù disse: ‘Chi ha orecchie per intendere, intenda!’. Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: ‘Perché parli loro in parabole?’. Egli rispose: ‘Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che non ha. Per questo parlo con loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono.’”
Prima lettera ai Corinzi: “Parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla”. “Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. 14 L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. 15 L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno.”
Clemente di Alessandria (150-220 e.V.): “Il Signore… ci ha permesso di parlare di quei Misteri divini, e della loro luce sacra, a coloro che sono pronti a riceverli. Non ha certamente rivelato alla moltitudine ciò che alla moltitudine non appartiene, ma l’ha fatto ai pochi che sono in grado di ricevere questa conoscenza e di modellarsi conformemente ad essa. I segreti però vanno affidati alla parola, non alla scrittura, come avviene per le cose divine. So che sono molte le cose che ci sono sfuggite, nel corso del tempo, e che sono andate perse senza che fossero scritte. Ed anche ora ho paura, come è stato detto, di ‘gettare le perle ai porci, nel timore che essi le calpestino, facendole finire sotto ai piedi, storpiandole e distruggendole”.

L’allontanamento dall’insegnamento originario di Gesù

Dopo la morte di Gesù, coloro che avevano compreso il suo vero insegnamento riconobbero in lui un appartenente alla lunga stirpe di maestri della Tradizione Perenne (3) – come Ermete e Platone –, i quali erano soliti iniziare i discepoli che ritenevano idonei a una mistica rinascita dell’anima alla Coscienza Superiore. Ogni maestro perennialista  considerava la rinascita spirituale, e il messaggio in essa contenuto, qualcosa di necessario ai fini dell’evoluzione umana.
Da qui sono derivati il sapere Ermetico risalente all’epoca di Ermete Trimegisto, gli insegnamenti Misterici delle civiltà egizia e greca, il Platonismo durante il periodo di Platone, il Neo-Platonismo nell’epoca di Plotino. Ognuno di questi rientra nella Tradizione Perenne. Gli insegnamenti segreti del Cristianesimo – definiti anche come Cristianesimo esoterico – ne costituiscono una delle tante rappresentazioni.
Il primo Cristianesimo si sviluppò in città estremamente povere, e sovrappopolate, dell’Asia Minore, reclutando i suoi seguaci tra gli schiavi e le classi dei lavoratori. L’epoca dell’Impero Romano fu caratterizzata da un intenso fermento sociale. Nel secolo precedente alla nascita di Cristo, una violenta rivolta di schiavi, guidata da Spartaco, aveva per esempio conquistato la maggior parte dell’Italia meridionale e minacciato l’Impero Romano.
In breve tempo si formò una nuova Chiesa (4) sacerdotale, supportata dallo Stato, che paragonava erroneamente Gesù a un dio. I seguaci dell’insegnamento originario di Gesù, come Paolo, Clemente di Alessandia, Marcione, Valentino e Origene, colsero invece il messaggio autentico, insito nelle parole del loro maestro, e non videro in lui una divinità bensì un maestro mistico. Coloro che istruivano gli iniziati a questo insegnamento erano quindi costretti ad agire clandestinamente, poiché una chiesa tirannica e burocratica andava prendendo sempre di più il sopravvento, trasformandosi in una “religione di stato”.
Durante questo periodo cominciò a circolare un vasto numero di scritti che affermavano di detenere la conoscenza della vera dottrina e della vita di Gesù. In questa situazione estremamente complessa e confusa, i fautori delle varie interpretazioni degli insegnamenti di Gesù rivaleggiarono affinché la loro versione dei fatti venisse accettata come quella reale.
Una delle prime persone a scrivere di Gesù fu un uomo che era stato acerrimo nemico della Chiesa, fin quando non sperimentò una conversione mistica. Paolo si considerava un apostolo (colui che è inviato in missione), forse “l”’apostolo, unico, di Gesù. Egli era convinto di aver conosciuto Gesù durante un incontro mistico e che questi l’avesse incaricato di diffondere la “buona novella” – il Vangelo – descrivendo Dio come un essere misericordioso, amoroso e saggio. Paolo, quindi, rimase allibito quando apprese che Pietro e gli altri apostoli andavano interpretando, a Gerusalemme e in altre città, il messaggio di Gesù come una continuazione del Giudaismo, usando l’Antico Testamento ebraico come un testo maggiore.
“Paolo è l’unico che comprese in qualche modo il significato reale ed esoterico del mito di Cristo e le sue implicazioni cosmiche, ma allo stesso tempo era costretto a basare i suoi insegnamenti principalmente sulle credenze essoteriche dei suoi ascoltatori che si focalizzavano principalmente sulla persona di Gesù.” (W. Kingsland, The Gnosis or Ancient Wisdom in the Christian Scrptures)
Paolo affermava che una persona può divenire Cristiana senza sottomettersi al rito della circoncisione o a qualche altre norma e pratica religiosa ebraica. Definì il Cristianesimo come un’esperienza di rinascita nella figura di Gesù, un risveglio spirituale della stessa natura di quella che egli stesso aveva sperimentato. Entrambi, Gesù e Paolo, resero palese il fatto che il Cristianesimo non è assolutamente una continuazione del Giudaismo.
“Lo stesso Cristo… conferma la dottrina di Paolo, sia in generale che nel dettaglio. Dimentichiamo forse che egli infranse la legge più e più volte durante la sua vita e attraverso i suoi insegnamenti? Non fu lui a dichiarare ostilità verso i maestri della legge? Non fu lui a chiamarli peccatori, per il fatto che essi desideravano solo uomini retti come propri discepoli?
“Quando egli vietava di collocare una toppa di panno nuovo su un indumento usato o di versare vino nuovo in vecchie otri, vietava alla sua gente di collegare in alcun modo le sue prediche all’Antico Testamento…” (5)
Gesù non avrebbe insegnato, quindi, che egli era il Messia di cui si parla nelle scritture ebraiche. Il concetto dell’Unto, come ebbe modo di sottolineare, richiedeva che questa persona divenisse un re terreno, un sovrano politico. Questo concetto del Cristo era un’idea esclusivamente ebraica. Ma gli autocrati Cristiani, malaccorti, cercarono di collegare gli insegnamenti di Gesù al Giudaismo, il credo di una piccola nazione. Per fare ciò, i capi della chiesa trasformarono e confusero le parole originarie di Gesù, aggiungendo la frase “affinché ciò si compia” ad ogni cosa compiuta da Gesù, per “provare” che egli era Gesù il re-Messia degli Ebrei.
Il Nuovo Testamento “è stato organizzato e strutturato, nella sua forma, in modo che potesse conformarsi alle profezie formulate nell’Antico Testamento ebraico, in cui si parlava del prossimo avvento di un Messia terreno. Questo è particolarmente chiaro nelle numerose affermazioni del tipo: ‘che la Scrittura possa compiersi o ‘secondo le Sacre Scritture’

Il concetto di Cristo

Se Gesù utilizzò il concetto di Cristo in relazione a se stesso, lo fece con modalità nuove e assolutamente non ebraiche, attribuendogli un significato e un contenuto diversi. Il termine greco Christos significa semplicemente “colui che è unto”. Gesù avrebbe quindi considerato se stesso unto o incaricato di comunicare un insegnamento specifico.
Così, nella prima Chiesa si crearono diverse fazioni, con Pietro e alcuni apostoli che predicavano un Cristianesimo giudaizzato e sacerdotale che non richiedeva altro che la fede, e Paolo che affermava che l’insegnamento di Gesù fondava sul concetto di rinascita spirituale, come egli stesso aveva avuto modo di sperimentare.
Sia Gesù che Paolo insegnarono che la religione non è mera fede nella dottrina, ma conoscenza pratica (gnosi, gnosi) della via che conduce alla conquista del diritto di nascita, come “Figlio di Dio”, attraverso un processo di trasformazione radicale.
“Noi non siamo destinati a divenire Cristi perché già egli lo fu. Non lo diverremo mai né credendo semplicemente al fatto che egli lo fu, né prestando fede a ciò che raccontano i Vangeli o al fatto che egli abbia lavato via i nostri peccati fornendoci una scorciatoia alla felicità eterna. No. Potremo raggiungere una somiglianza con lui solo quando permetteremo allo ‘stesso spirito’ (o ‘mondo’) che era presente in Gesù Cristo di nascere in noi; per esempio, quando avremo compreso che noi, esattamente come lui, siamo assolutamente divini nella nostra natura più profonda, che siamo, esattamente come lui, ‘figli’ dello stesso ‘Padre’ e, quindi, capaci di manifestare, come fece Gesù, la divinità nella nostra stessa umanità”. (William Kingsland, The Gnosis or Ancient Wisdom in the Christian Scriptures)
L’insegnamento originario di Gesù passò così attraverso Paolo e coloro che Paolo, e i compagni a lui più vicini, istruirono nelle molte città che visitarono.
“Colui che ha creato l’universo e tutto ciò che esso contiene, e che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell’uomo, né dalle mani dell’uomo si lascia servire, come se avesse bisogno di qualcosa, poiché è lui che dà a tutti e a tutte le cose vita e respiro. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: ‘Poiché di lui stirpe noi siamo’”. (Discorso di Paolo agli Ateniesi, Atti 17, 24:28)
“La persecuzione dei Cristiani era considerata dai governanti di Roma una vera e propria necessità sociale; la diffusione della nuova dottrina fomentava un pericoloso malcontento nella popolazione e forniva nuovi ed efficaci canali di organizzazione della classi inferiori. Plinio il Giovane, governatore della Bitinia durante i primi anni del II secolo, scrisse all’imperatore dicendosi preoccupato dell’attività di alcuni Cristiani che andavano organizzandosi in collegia o corporazioni, e raccontò di aver torturato due domestiche per carpire loro informazioni su queste associazioni.
“Man mano che il Cristianesimo si diffondeva, raccoglieva proseliti tra artigiani benestanti e tra mercanti agiati, soprattutto nelle città del Mediterraneo orientale; interessi economici spinsero queste classi a opporsi al potere corrotto e oppressivo dell’impero. Nell’appoggiare il movimento Cristiano, essi riuscirono a smorzarne le tendenze più radicali e a utilizzare quella forza organizzata come difesa contro le limitazioni imperiali. La disintegrazione del sistema imperiale costrinse Costantino ad abbandonare Roma e a spostare la sua capitale a Bisanzio, in modo da controllare l’area del commercio orientale. Contemporaneamente, si convertì al Cristianesimo così da mantenere la sua autorità sui centri urbani, che avevano un’importanza strategica nel sistema economico dell’impero.
“L’adozione del Cristianesimo come religione di stato richiese una trasformazione radicale dell’ideologia e del sistema di classi vigenti. Ma questo non fu un compito facile, dato che tale cambiamento non poteva realizzarsi senza evitare un violento conflitto tra le classi dei patrizi, che avevano un ruolo centrale nel governo dell’impero, e la maggioranza del popolo che prendeva il Cristianesimo alla lettera, come vangelo dell’uguaglianza e della fratellanza. Ai tempi di Agostino, il conflitto aveva raggiunto una condizione davvero critica, che minacciava di distruggere l’intero impero”. (John Howard Lawson, 1950, The hidden Heritage)

Il trionfo dello pseudo-Cristianesimo

Le trasmissioni televisive che parlano del Cristianesimo e i documenti Protestanti o Cattolici che narrano la storia della prima chiesa, solitamente considerano il divenire del Cristianesimo la religione ufficiale dello stato Romano, durante il regno di Costantino, una grande vittoria. L’unico strumento di misura del successo di una tradizione, secondo loro, è valutare se essa sia stata o meno in grado di trionfare sulle sue rivali. Non importa quanto questa si discosti dal messaggio d’origine o le atrocità che la Chiesa ha commesso nei secoli. Se una particolare religione è stata in grado di trionfare sulle altre, essa va considerata come la migliore.
In realtà, la religione formale che venne definendosi sotto il nome di Santa Chiesa di Roma non fu e non è altro che depositaria di un mucchio di insegnamenti e di pratiche falsi. Oggi, il Cristianesimo ortodosso, in tutti i suoi sviluppi – Cattolico, Ortodossia dell’Est e Protestante – è un’orribile deformazione dell’insegnamento originario di Gesù.
“L’imperatore Costantino, dopo essersi convertito al Cristianesimo e facendo sua la religione ufficiale dell’Impero romano, ribattezzò l’antica Bisanzio in Costantinopoli. Così, attorno al 320 d.C. circa, la Chiesa non solo aveva conquistato un potere immenso,  ma si sentì in diritto di vendicarsi, con l’alibi che facesse la volontà di Dio, sui discendenti di coloro che l’avevano perseguitata per quasi 300 anni. Sguinzagliando il terrore contro quei pagani che rifiutavano ostinatamente la nuova fede, Costantino e la Chiesa riversarono sangue ovunque, visibilmente soddisfatti di quell’esperienza dato che, come i pagani si erano a loro tempo divertiti coi Cristiani, ora erano i leoni a divertirsi coi pagani e le croci portavano vittime diverse. (Donovan Jesus, The Jesus Scroll)
Se le persone che Gesù era solito aiutare erano poveri ed emarginati, la Chiesa “burocratizzata” iniziò a rivolgere la sua attenzione ai politici potenti e benestanti. Già intorno alla fine del I secolo d.C., i Cristiani a Roma includevano membri del casato dell’Imperatore.
Come testimoniano Paolo, Clemente, Marcione, Valentino e Origene, il nucleo centrale dell’insegnamento di Gesù consisteva nell’iniziare esotericamente un gruppo scelto di persone ai misteri della “nuova vita”. Nel giro di un centinaio di anni, gli insegnamenti originali di Gesù furono però travisati e snaturati, confluendo in un sistema di potere ecclesiastico: il “trionfo dello pseudo-Cristianesimo”.
“Il Cristianesimo, che era stato la religione di una comunità di fratelli tutti uguali tra di loro, senza gerarchie o burocrazia, divenne ‘la Chiesa’, l’immagine riflessa della monarchia assoluta dell’Impero Romano”.  (Eric Fromm, The Dogma of Christ)
L’interpretazione erronea degli insegnamenti di Gesù sfociò in un dogma ufficiale e ortodosso per il quale le congregazioni di seguaci di Cristo diedero vita a una chiesa “monolitica”, una mostruosità sacerdotale supportata dall’ormai corrotto imperatore romano Costantino.
Costantino si era convertito al Cristianesimo esclusivamente per rafforzare le sue conquiste e il suo stesso ruolo; per questo non tollerava che all’interno della sua fede d’adozione si creassero fazioni ostili l’una all’altra.

L’eresia di Nicea e il Canone

Così, nel 325 e.V., l’imperatore Costantino elesse 322 vescovi incaricandoli di elaborare un credo in grado di mettere fine a quei battibecchi teologici. Fu lo stesso imperatore ad aprire il concilio, mentre indossava un ampio abito viola e un diadema d’argento. Il concilio di Nicea chiarì che il Cristianesimo andava doverosamente distinto dall’eresia pagana di Platone. Tutti i Cristiani furono chiamati a credere che Gesù Cristo è fatto della stessa sostanza di Dio (in altre parole, che egli stesso è un dio), e che l’essere umano può trovare la sua salvezza solo attraverso una fede cieca nella figura di Cristo e nel sacrificio che egli adempì per liberare l’umanità dal peccato.
Mentre l’ortodossia dottrinale decretata dai Concili di Nicea diveniva l’ideologia ufficiale della Chiesa romanizzata, coloro che diffondevano il messaggio originario di Gesù – fondato sul concetto di trasformazione – furono costretti ad iniziare a operare clandestinamente. Questa tradizione occulta è ciò che noi oggi chiamiamo Cristianesimo Esoterico.
“Il Cattolicesimo è stato a lungo ostile al concetto di potere spirituale o illuminazione, a parte quello conferito dai suoi stessi rituali. La visione ufficiale è che i sacramenti sono sia necessari che sufficienti per la salvezza; parlare di verità superiori, di sapere iniziatico, o comunque di qualsiasi cosa si allontani dalla dottrina Cattolica, viene considerato sovversivo. La Chiesa tende a guardare alla tradizione esoterica non come a un aspetto più profondo della facciata superficiale della chiesa stessa, bensì come a una quinta colonna nemica”. (Richard Smoley, Inner Christianity)
Nonostante la Chiesa ufficiale di Roma andasse decretando quali erano i dogmi ufficiali, le resistenze rappresentate da un ampio numero di scritti su Gesù, che ne delineavano un’immagine assai differente, persistevano. Poiché  l’Impero Romano aveva il controllo sull’aspetto esteriore, e distorto, degli insegnamenti di Gesù, trasformando così la Chiesa in una tirannia, questa selezionò soltanto quegli scritti che potessero rafforzare il suo potere autocratico.
Nel IV secolo e.V., la Chiesa Cattolica di Roma stabilì quali libri avrebbero costituito le Scritture Ufficiali – il Canone. A quel punto, i libri esclusi dalle Scritture ufficiali furono definiti non-canonici.
Clemente di Alessandria, Marcione, Valentino, Origene, e gli altri seguaci dell’insegnamento originario di Gesù, crearono i loro “Vangeli”, la buona novella (6), selezionando quegli scritti che consideravano essenziali per comprendere l’insegnamento del loro maestro. Inclusero così materiale che non è presente nel Nuovo Testamento ortodosso (come finì per essere chiamata la scrittura ufficiale).
Durante il XIX e il XX secolo, sono stati scoperti moltissimi testi cristiani (7), non-canonici. Molti di questi derivano dalla tradizione cristiana non ortodossa, soprattutto da quella gnostica. Se vogliamo comprendere la tradizione esoterica del Cristianesimo, è importante che prendiamo in considerazione queste fonti extra-canoniche.
“Il Signore creò ogni cosa nel mistero… Egli disse: ‘Io sono giunto affinché ciò che è in basso sia come ciò che è in alto, e ciò che esterno sia come ciò che è interno. Io sono giunto per riconciliare ogni cosa’”. (Nag Hammadi Library, The Gospel of Philip)
Molti elementi del Novo Testamento sono dogmi aggiunti successivamente da alcuni settari per giustificare i loro pregiudizi personali. Per esempio, molti dei riferimenti alle azioni di Gesù, che vennero utilizzati come testimonianza dell’adempimento delle profezie dell’Antico Testamento, furono aggiunti da persone che tentavano di provare che Gesù era il Re, il Messia. Se esaminiamo attentamente il Nuovo Testamento, troviamo elementi che suonano falsati, alcuni “miracoli” supposti ed eventi mitologici che avvolgono Gesù in una luce poco chiara.
È nostra responsabilità determinare cosa c’è di genuino e cosa è contraffatto negli scritti del primo Cristianesimo, esattamente come dobbiamo fare nei confronti di tutte le altre forme di sapere. Alcuni degli scritti del Nuovo Testamento, e altri testi antichi, sono testimonianza di esperienze spirituali riproducibili nella nostra vita. Questo è particolarmente vero nell’insegnamento che è alla base di questi scritti e che auspica una rinascita a una coscienza superiore.
“La vera Gnosi… è una conoscenza mistica e un’esperienza che trascende l’apparenza di quelle cose che un individuo comune considera come unica realtà possibile”. (W. Kingsland, The Gnosis or Ancient Wisdom in the Christian Scriptures)
Gli insegnamenti di Gesù inerenti la necessità di una rinascita spirituale sono inequivocabilmente paralleli agli scritti ermetici e platonici – e ad altre espressioni della Tradizione Perenne, come l’alchimia e il Sufismo. Platone considerava la filosofia (la ricerca della saggezza) come il raggiungimento effettivo di uno stato di coscienza superiore ottenuto attraverso l’autodisciplina e la contemplazione mistica. Secondo Platone, la filosofia è la pratica effettiva dell’imparare ad abbandonare il corpo e a vivere nell’anima: il corpo spirituale. Molti dei seguaci degli insegnamenti originari di Gesù, come Clemente di Alessandria, Marcione, Valentino e Origene, furono profondamente influenzati dai concetti mistici espressi da Platone. È anzi corretto identificarli tanto come Platonici che come Cristiani.
Quando la fede cristiana si trasformò in un’autocrazia secolarizzata, sacerdotale, che dava man forte all’imperatore romano ormai corrotto – Costantino –, la gerarchia di preti e di autorità ecclesiastiche ritenne necessario elaborare un sistema di dogmi finalizzato a separare definitivamente la teologia cristiana dalla filosofia platonica. Fu da qui che nacquero diversi concili – tra cui quello di Nicea – e le conseguenti distorsioni dottrinali.

La Metanoia e la rinascita

Se analizziamo il Nuovo Testamento e i principali scritti extra-canonici, risulta chiaro come Gesù andasse insegnando che l’uomo è figlio di Dio e che può realizzare la sua condizione di figlio attraverso una speciale iniziazione a un’esperienza di rinascita spirituale. Questo insegnamento rientra inequivocabilmente in quelli facenti parte della Tradizione Perenne (8).
La buona novella (vangelo) che Gesù diffuse fu che gli esseri umani sono tutt’uno con Dio e che essi possono realizzare questa unità attraverso un’iniziazione esoterica che si verifica in seguito a un cambiamento totale del modo di pensare e di agire.
Il termine utilizzato per descrivere questa trasformazione radicale era metanoia, vocabolo che i traduttori cattolici di Roma storpiarono traducendola come “pentimento” (9). È impossibile comprendere a fondo cosa significhi lo straordinario concetto di metanoia, a meno che non si risalga alle sue origini greche. Metanoia  richiede che una persona si stacchi dalla sua vita ordinaria e che le sue idee e i suoi sentimenti vecchi perdano il loro solito valore. L’esperienza di metanoia conduce a un nuovo significato e guida verso una nuova direzione. L’essere umano muore completamente al suo vecchio modo d’essere e, quando sperimenta l’esperienza di rinascita, diventa – letteralmente – una persona nuova.
L’esperienza esoterica di rinascita può produrre un effetto benefico sull’anima del neofita solo se egli, precedentemente, ha modificato il suo universo di esperienza e di coscienza. Per entrare nella vita dello Spirito, e quindi nel Mondo Superiore, è necessario prima mettere in atto una trasformazione radicale e totale del proprio modo di pensare, di sentire e di essere, in generale.
Per la maggior parte delle persone, si tratta del mondo empirico delle cose materiali; per loro l’esistenza di un mondo superiore è semplicemente fantasia, puro pensiero, un’idea. Non è reale. Poiché non si può toccare né sentire, non è “reale”.
“Ora, sul processo di rinascita c’è e c’è sempre stata una scienza esatta e ben definita, una conoscenza appannaggio di pochi appartenenti a una minoranza che, per ovvie ragioni, non è stata divulgata alla moltitudine, sebbene coloro che hanno aspirato ardentemente ad essa, l’hanno sempre trovata. Le scuole misteriche dell’antichità, almeno nei giorni precedenti alla loro degenerazione, possedevano questa conoscenza e l’amministravano; essa costituiva la raison d’etre della loro esistenza, poiché essa era ben conosciuta dalle comunità del tempo di cui ogni membro si preparava ad abbandonare la vita da profano e ad applicarsi a una vocazione superiore che ad essa desse l’accesso. Il Cristianesimo dei primi due secoli amministrò questa dottrina e la sua relativa scienza, ne fu testimone e la diffuse in seguito all’avvento di Cristo; ma alla fine la perse e la sostituì con una teologia dottrinale e dogmatica che imperò nei secoli successivi ed ebbe influenza sulla storia dell’Europa. Il risultato fu che il Cristianesimo popolare ha finito con l’ignorare l’esistenza di tale scienza. I teologi e i sacerdoti, invece, conoscono molto bene la necessità di rigenerazione professata dal loro Maestro”. (M. A. Atwood, Hermetic Philosophy and Alchemy)
In un certo qual modo, sarebbe un’altra l’idea che ci sarebbe dovuta pervenire: un messaggio da parte di una persona che era a conoscenza di un Mondo Superiore. Questa persona spiegava che, se si riesce a cambiare radicalmente il proprio modo di pensare e di agire, si può avere accesso a una relazione totalmente differente con la realtà. Coloro che restano ostinatamente legati al concetto ordinario di realtà non potranno mai comprendere tale idea. Non vorranno nemmeno ascoltarla. Queste persone sono state definite dai maestri Perennialisti, anche da Gesù, come aventi orecchie per sentire ma non per ascoltare e occhi per guardare ma non per vedere. Di conseguenza, l’occasione di rinascita attraverso un’iniziazione a loro non viene offerta, altrimenti la sprecherebbero, la ignorerebbero o ne farebbero un cattivo uso.
Eppure esistono persone profondamente interessate ad ascoltare questo concetto; in esse c’è una zona interiore, di origine divina, che è insoddisfatta. Esse aspirano a una comprensione più ampia della loro esistenza. E sono capaci di attuare la trasformazione radicale che è necessaria alla nuova e straordinaria esperienza di morte alla vecchia vita e di rinascita ad una nuova. In queste persone cambia radicalmente anche la consapevolezza della realtà circostante.
“La verità è in te, ma non soltanto nel tuo corpo. Il tuo vero Sé è superiore al semplice ‘tu’ e ‘io’. La parte visibile che tu definisci Sé è limitata nello spazio, il vero Sé è illimitato. Perché, dolce Perla, continui a fremere chiusa nel tuo guscio? Non considerarti una semplice canna da zucchero, ma sentiti zucchero, vero. Questo tuo Sé esteriore è straniero al tuo vero Sé. Stringiti al tuo vero Sé e abbandona il tuo doppio Sé”. (Rumi, The Mathnavi)

Iniziazione ai Misteri Supremi

Gli scritti dei primi maestri Cristiani come Paolo, Clemente di Alessandria, Origene e Valentino, dimostrano inequivocabilmente la presenza di un contenuto esoterico negli insegnamenti di Gesù. Inoltre, essi testimoniano che solo poche persone erano considerate idonee a essere iniziate ai Misteri Supremi – ciò a cui si riferiva Paolo quando parlava di resurrezione nel corpo di Cristo.
I seguaci più puri degli insegnamenti di Gesù compresero benissimo che la separazione tra messaggio essoterico-pubblico e messaggio esoterico-segreto era la stessa di quella presente in altri sistemi religiosi e filosofici. Questo è lampante nel libro di Origene, Origene contro Celso.
“Che esistano delle dottrine, sconosciute alla maggior parte delle persone e rivelate solo in seguito a quelle essoteriche, non è una peculiarità esclusiva del Cristianesimo, ma anche di alcuni sistemi filosofici nei quali certe verità sono essoteriche ed altre esoteriche. Alcuni dei seguaci di Pitagora comprendevano benissimo il suo ipse dixit; mentre altri venivano iniziati a segreti e a conoscenze che non erano adatte a essere comunicate ai profani o a orecchie impreparate. Inoltre, tutti i Misteri che sono celebrati ovunque nei territori greci e nelle campagne dei Barbari, sebbene tenuti in gran segreto, non gettano discredito su quei popoli, per cui è invano che Celso si sforzi di calunniare le dottrine segrete del Cristianesimo solo perché non ne comprende correttamente la sua natura.”
Gli insegnamenti esoterici che Gesù comunicò a pochi scelti non furono scritti, ma insegnati oralmente a coloro che egli ritenne degni di riceverli. Questi stessi formarono piccole comunità legate tra loro dal contatto col corpo centrale.
Per i membri ordinari della fede cristiana si pensò fossero idonei e applicabili gli insegnamenti essoterici (pubblici). Al rango di iniziato poteva giungere invece colui che non solo aveva vissuto un’esistenza esemplare, ma che aveva studiato le diverse branche della conoscenza umana. L’iniziato finiva così per essere un filosofo – un ricercatore della saggezza – in termini platonici.
“Coloro che si considerano già esperti perché dotati direttamente dalla Natura, non hanno brama di conoscere né la filosofia né la logica; né desiderano apprendere le scienze naturali. Essi pretendono dai loro simili una fede nuda e cruda… Per questo io considero saggio solo colui che cerca di scoprire la verità in ogni cosa e, raccogliendo ciò che è utile alla conoscenza sia dalla geometria che dalla musica, dalla grammatica e dalla stessa filosofia, protegge la fede dagli assalti. Se si vuole partecipare al potere di Dio, bisogna saper trattare tematiche intellettuali come la filosofia”.  (Clemente di Alessandria, Stomata)
L’iniziato deve essere messo alla prova per vedere se il suo interesse verso il Mondo Supremo è puro o meno. È possibile che qualcuno trovi queste idee vuote e inutili. Questo è il motivo per cui gli insegnamenti sono riservati solamente a coloro che sono in grado di accettare i rigori di una vita spirituale. Se così non fosse, essi sarebbero privati di ciò che dà loro felicità e che li rende sicuri, senza che ricevano nulla in cambio. Ecco perché è necessario che una persona modifichi il suo intero modo di pensare e di agire, prima di essere iniziata a misteri più profondi che riguardano la morte e la rinascita. L’atteggiamento con cui ci avviciniamo a un insegnamento determina sicuramente ciò che ne riceveremo e ciò che, di esso, saremo in grado di capire.
“Lascia che un essere divino ti si avvicini. Potrebbe non succedere nulla o potrebbe succedere di tutto. Non succederà nulla se vivrai l’incontro in quello stato d’animo con cui approcci alle cose di ogni giorno. Succederà di tutto se sarai preparato e in sintonia con lui. Non importa la materia di cui esso è fatto; quello che conta è se l’incontro con lui ti ha lasciato immutato o ha fatto di te un uomo diverso. Ma questo dipende solo da te. Tu devi sempre esercitare ed educare le tue forze interiori, cosicché in te venga arso e liberato ciò che il divino è in grado di evocare. Ciò che ti verrà dato da questo incontro dipende esclusivamente dalla tua preparazione a riceverlo.” (Rudolph Steiner, Christianity as Mystical Fact)
Per definizione, solo coloro che l’hanno già esperita conoscono cosa è necessario al processo di iniziazione. Inoltre, ciò che essi sanno deve restare nascosto.  In un articolo come questo possiamo discutere esclusivamente delle caratteristiche generiche che definiscono un’iniziazione, perché il processo effettivo può aver luogo solo ed esclusivamente attraverso un maestro e con un iniziato che viene messo alla prova.
“La segretezza che ammanta tale scienza è dovuta all’impreparazione mentale e morale di coloro che si accontentano di vivere una vita normale. I dettagli del processo di rigenerazione, protetti dal glifo e dal simbolo, dai memoriali criptati e dalle allegorie, non potevano essere resi pubblici un tempo, né lo possono ora… e perché? Perché, a parte il carattere di privatezza che è legata di per sé alla santità, essa comporta rischi personali e generali; espone ai recessi e alle proprietà del corpo umano più reconditi, mettendo a nudo le fragili radici della vita fisica e di quella psichica; mette inoltre in contatto con forze magnetiche dal potere straordinario. Questo potere deriva dalla conoscenza di ciò che solitamente proteggiamo e salvaguardiamo dalla grossolanità dei nostri sensi corporei e dalle loro limitazioni, i quali prevarranno fino a quando non saremo pronti a operare indipendentemente da loro”. (M. A. Atwood, Hermetic Philosophy and Alchemy)
Il rito dell’iniziazione, nel Cristianesimo Esoterico, consisteva nel mettere l’aspirante iniziato a conoscenza dell’esistenza di certi “misteri” e nell’indurre in lui uno stato di coscienza superiore.
Origene descrive questo procedimento come un “iniziare colui che si è già purificato ai sacri Misteri”. “A colui che il cuore ha purificato: Lui, la cui anima per lungo tempo non ha conosciuto alcun male, da quando si è rivelato per guarire il Mondo, permette che tale persona conosca le dottrine che erano state raccontate, in privato, da Gesù ai suoi discepoli più puri”.
Soltanto una piccola minoranza di adepti accede a una conoscenza operativa della scienza della rigenerazione spirituale (10). Nel processo di iniziazione, un operatore esperto e preparato induce uno stato di coscienza superiore nell’iniziando e lo attiva in modo tale che possa operare velocemente. L’aspirante iniziato è posto nella condizione psichica di una persona che si trova in punto di morte, la sua coscienza viene chiusa a tutto ciò che è esterno, limitata e focalizzata sui contenuti interiori della sua mente che egli è destinato a esplorare e a contemplare.

Il battesimo spirituale

Alcune fonti straordinarie affermerebbero che Gesù praticava un “battesimo” spirituale su alcuni aspiranti scelti. Nel vangelo di Marco (cap. 14) ci imbattiamo in uno strano passaggio che descrive cosa accadde nel giardino di Gethsemene quando, mentre Gesù pregava, fu arrestato dagli scribi. “Tutti allora abbandonando Gesù fuggirono via. Un giovinetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo”.
Per dare un senso a questo singolare passaggio, dobbiamo ricorrere alle ricerche di uno studioso delle Sacre Scritture, di nome Morton Smith. Nel 1958 Smith, che allora era uno giovane specializzando in teologia alla Columbia University, fu invitato a catalogare un manoscritto che era in possesso della biblioteca del monastero di Mar Saba, collocata 12 miglia a sud di Gerusalemme. Smith rinvenne la copia di una lettera scritta da Clemente di Alessandria. Nella lettera, Clemente non menziona il vangelo canonico di Marco, a noi familiare, ma uno differente, segreto, che Marco avrebbe scritto ad Alessandria. Clemente afferma che, dopo la morte di Pietro, Marco portò il suo vangelo originale ad Alessandria e ne scrisse uno “più spirituale, destinato a coloro che aspirano a divenire perfetti”. Clemente narra che questo testo era tenuto presso la chiesa di Alessandria per essere utilizzato esclusivamente ai fini dell’iniziazione ai “grandi misteri”, poiché era in grado di guidare direttamente nel santuario segreto della verità nascosta”.
Clemente cita dal Vangelo Segreto di Marco la parabola di un giovane che, come Lazzaro, fu risvegliato da Gesù dalla morte e che successivamente giunse a Gesù indossando “un lenzuolo di lino che avvolgeva il suo corpo nudo”. Cita poi un altro passaggio del Vangelo Segreto di Marco in cui c’è scritto che Gesù trascorse l’intera notte insegnando al giovane “il mistero del regno di Dio”.
Morton Smith impiegò circa dieci anni per analizzare il Vangelo Segreto di Marco e, alla fine, giunse a questa conclusione che è inerente lo speciale rito di immersione psichica in un nuovo regno dell’essere:
“Gesù aveva il potere di ammettere i suoi seguaci al regno di Dio, e poteva farlo in un modo molto speciale, così che essi vi potessero entrare non solo per aspettativa, per virtù, per fede o per obbedienza, o altre qualità, ma in modo concreto ed effettivo.” Morton Smith, Il Vangelo segreto
Risulta chiaro, quindi, che Gesù – e i suoi seguaci più sinceri – praticassero un rito di iniziazione battesimale nel quale “immergevano” gli aspiranti iniziati in un nuovo regno di Coscienza Superiore. Attraverso l’iniziazione, i neofiti ottenevano una consapevolezza interiore del Mondo Supremo – il loro Vero Sé.
Le immagini che emergevano in quell’esperienza spirituale divenivano sempre più reali. Gli iniziati, così, iniziavano a comprendere che ciò che i loro sensi vedevano, ascoltavano e toccavano appartiene a un ordine della realtà inferiore e impermanente. Sapevano che non potevano dimostrare ciò che sentivano; potevano solo raccontare ad altri ciò che avevano esperito. Erano però consapevoli del fatto che, quando raccontavano le loro esperienze ad altri, passavano per persone che parlano delle percezioni di un mondo rispetto al quale la maggior parte della gente è cieca.
Pensate a come potrebbe essere avere una conversazione con un embrione. Voi direste: “Il mondo esterno è grande e complesso. Ci sono campi di frumento e vallate e frutteti in fiore. Di notte ci sono milioni di galassie e, alla luce del sole, la bellissima scena di amici che danzano allegramente a un matrimonio”. Se poi chiedeste all’embrione perché è confinato al buio, con gli occhi chiusi… la risposta sarebbe:
“Non c’è nessun ‘altro mondo’,
io conosco solo ciò che esperisco;
tu devi avere delle allucinazioni”.
                                                 Jalaluddin Rumi
È solo dopo aver iniziato la ricerca di uno stato di reintegrazione che un individuo riesce a discernere le parti originarie del Nuovo Testamento e di altri esempi di letteratura spirituale. Essa rende possibile discernere tra ciò che è reale e ciò che è stato aggiunto. L’aspirante iniziato comprende così che solo ciò che gli parla di morte del Sé con conseguente rinascita è genuino.
L’iniziato comincia ad avvertire una nuova forza che è il suo vero spirito.
In lui è entrato un nuovo essere che sarà attivo per il resto della sua vita. Forze in lui assopite vengono risvegliate; egli inizia a esperire l’ispirazione che deriva da una Fonte Superiore e sente la necessità di agire in modo tale da condividere questa esperienza nella vita di altri. È avvenuta una trasformazione spirituale – la rinascita – che porta con sé un cambiamento di quella zona interiore aperta all’“intuizione”, la voce del “maestro interiore”.
La Tradizione Perenne è viva in tutte le sue rappresentazioni – il Cristianesimo esoterico come altre. Gli insegnamenti e le pratiche esoteriche, che erano utilizzate da Gesù e dai suoi seguaci, sono praticati tutt’oggi – ma i maestri Perennialisti agiscono attraverso modalità che non sono facilmente riconoscibili da coloro che “hanno occhi per vedere ma non vedono”.
”Insegui l’annichilimento e venera il cambiamento. Tu hai già assistito a centinaia di resurrezioni verificatesi in ogni momento della tua vita: dalla tua origine a oggi, dallo stato d’ignoranza a quello vegetativo, da quello vegetativo allo stato animale e, di nuovo, alla razionalità e al buon discernimento. Per questo tu risorgerai di nuovo, da questo universo di senso e di forma”. Rumi