Milioni di creature spirituali si muovono non viste sulla Terra sia quando siamo svegli sia quando dormiamo.
Banditi già nel Medioevo dalla Santa Inquisizione, che ne temeva il culto e lo considerava una sorta di nuovo politeismo, sono oggi prepotentemente tornati ad insediarsi nell’immaginario collettivo, tanto che, secondo le statistiche, almeno il 60% degli Italiani e addirittura l’80% degli Americani crede nella loro esistenza.
A riprova di ciò, si consideri il numero di pubblicazioni, siti internet, programmi televisivi, spot pubblicitari e perfino linee di moda ad essi ispirati o dedicati, che fanno a gara nel riproporcene l’immagine, con tutto il suo carico di significati simbolici.
Quello del culto angelico è un ritorno che i sociologi attribuiscono alla grande ondata di spiritualità che negli ultimi decenni ha fatto leva, fondamentalmente, sulle paure dell’uomo moderno, alle prese con un momento fra i più difficili della sua storia. Ciò induce tutti noi a tentare di recuperare quei valori umani e spirituali che sono i soli in grado di restituire senso alla nostra vita, nel tentativo di ricercare una nuova identità, nella quale sia possibile tornare a riconoscerci.
Gli angeli sono tornati dunque, richiamati a gran voce dal nostro bisogno, per essere prima di tutto i “custodi” della nostra unicità. Il loro messaggio infatti è personale, rivolto a ciascuno in modo esclusivo e mai generalizzabile. L’angelo ci chiama per nome, utilizza il nostro speciale codice di comunicazione, conosce la combinazione segreta che apre il nostro cuore, intrattenendo con ciascuno di noi un rapporto intimo e profondo e da ciascuno aspettandosi qualcosa di diverso, perché diversa è la vocazione di ciascuno.
Ma chi è, o che cos’è l’Angelo?
Essenzialmente un essere spirituale, incorporeo, ma dotato di coscienza e di una conoscenza che è pura intuizione e visione globale della realtà, oltre ogni frammentaria apparenza. In greco, il suo nome significa “messaggero”, poiché il compito dell’angelo, la sua funzione principale, è quella di fare da tramite fra cielo e terra, luce ed ombra, vale a dire fra le due diverse dimensioni dell’essere: quella divina (immateriale) e quella umana (materiale), che egli ricollega e rimette in comunicazione fra loro. Di per sé privo di forma, l’angelo è dunque pura in-formazione.
Non stupisce pertanto che la sua presenza abbia assunto un’importanza cruciale proprio nell’epoca dell’informazione globale. Egli non si limita tuttavìa a recare un messaggio, ma è di per se stesso “messaggio”, in quanto testimonedi una presenza ben più importante della sua, quella del Dio vivente dentro l’uomo. E intorno a lui. Non è perciò possibile parlare dell’angelo, se non in relazione a Dio stesso, di cui egli è emanazione e riflesso.
Già nella Divina Commedia, Dante si riferiva agli angeli come ad altrettanti specchi, che riflettono, moltiplicano e diffondono all’infinito la Luce Divina. Una Luce incommensurabile – quella della Verità – che l’uomo non potrebbe tollerare tutta intera, se non fosse per l’intermediatore alato, il quale funge da filtro, quasi da “contagocce”, affinché a ciascuno quella Verità venga somministrata nella giusta dose, a seconda del suo livello di coscienza e di maturità.
Latore della Grazia Divina, l’angelo ha il compito di rivelarci a noi stessi, affinché diveniamo consapevoli delle nostre potenzialità e possiamo, a nostra volta, diffondere nel mondo la medesima Luce. Per farlo, ci domanda di realizzare noi stessi secondo la nostra più intima natura, superando i nostri limiti, le nostre paure e i nostri condizionamenti, per poter svolgere spontaneamente e liberamente il nostro compito di vita; la missione per la quale siamo venuti su questo pianeta, in questa precisa epoca, con questo corpo, questo carattere e queste particolari capacità. Ciò che il nostro angelo si aspetta da noi, insomma, è che giungiamo alla coscienza di noi stessi.
A tale scopo, in qualità di nostro Maestro Interiore, egli cospira con noi affinché mettiamo, nel vivere la nostra vita, tutta la serietà, l’attenzione e il gioioso entusiasmo che da bambini mettevamo nel nostro gioco preferito. Come un fratello maggiore, ci è accanto per aiutarci, sostenerci e guidarci in questa impresa di ricostruzione di un mondo in cui vivere sia di nuovo bello e semplice. Ma per riconquistare il “paradiso perduto”, è proprio dal nostro paradiso personale che dobbiamo incominciare, poiché la realtà che abbiamo dentro è l’unica della quale siamo responsabili in prima persona e dalla quale possiamo partire per trasformare poi anche la realtà che ci circonda. Ciascuno secondo i propri tempi, i propri mezzi e le proprie possibilità.
Se non per nostro tramite, l’angelo non ha altrimenti accesso alla dimensione materiale della vita, né può, senza la nostra adesione volontaria al progetto salvifico che egli stesso persegue, riportare ordine nel caos e riconciliare gli opposti in conflitto dentro e fuori di noi, come il suo compito prescrive. Egli infatti non è altro che l’impulso creativo, laGrazia Efficiente, la voce silenziosa, attraverso cui Dio stesso chiede all’uomo di ri-creare il mondo ad ogni istante, insieme a Lui, per dare finalmente una coscienza alla natura e un senso sempre nuovo alla vita. La nostra, per cominciare, e attraverso questa, alla Vita Infinita.
Gli Angeli rappresentano una delle figure più ricorrenti dell’incontro con il Divino che persiste nelle varie credenze attraverso il mutare delle immagini e delle strutture mentali in cui è pensata.
Perchè gli uomini cercano gli Angeli? Perchè gli Angeli, ovunque e comunque li intendiamo, sono il nostro tramite col Divino, il nostro Raggio di Sole sul quale scorre la nostra aspirazione al Cielo.
Dall’Indù all’Islam, dal più remoto passato alle genti nuove che verranno, gli Angeli sono stati esaminati in tutti i loro aspetti antichi e moderni. Gli Angeli ci accompagnano da sempre, da prima ancora che nascessimo. In alcuni momenti della nostra vita accadono fatti straordinari… se i nostri occhi e il nostro cuore sono aperti riconosciamo in essi l’intervento di una volontà buona e giusta.
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