venerdì 8 agosto 2025

"La trappola nascosta nei mantra e nella musica: incantesimi che ci rubano l'anima

 



"La trappola nascosta nei mantra e nella musica: incantesimi che ci rubano l'anima

Ripetere un mantra, cantare una canzone con parole che non comprendiamo, lasciarsi cullare da melodie affascinanti... non è sempre ciò che sembra. C'è un confine sottile tra spiritualità e ipnosi, tra liberazione e controllo. E chi lo oltrepassa senza consapevolezza, rischia di aprire la porta sbagliata.
La vibrazione che apre portali
Ogni parola è vibrazione. Ogni vibrazione è un'onda che attraversa la materia, la mente, lo spirito. Quando cantiamo un mantra o una canzone — magari con emozione, magari in trance — non stiamo solo emettendo suoni: stiamo costruendo ponti, attivando chiavi, chiamando ospiti. Ma chi stiamo invitando davvero?
Spesso non lo sappiamo. Ripetiamo formule antiche in lingue che non comprendiamo, magari sentite in un sogno o dateci da un guru. Eppure, nella storia dell’occulto, della magia e persino della scienza, è noto che il suono è veicolo di evocazione. Le parole non sono neutre. Le melodie non sono innocue. Ogni mantra è un nome, un codice, un’istruzione lanciata nel tessuto stesso della realtà.
Canti d’amore o evocazioni mascherate?
"Om mani padme hum", "Hare Krishna", "Om namah Shivaya"... Suonano pacifici. Ma quanti sanno davvero a chi sono dedicati? Cosa rappresentano? Sono nomi di divinità, sì, ma non sempre benevoli. E soprattutto: non sono i nostri dèi. Sono entità appartenenti a sistemi teologici e cosmici lontani da noi, spesso bramose di energia spirituale, e perfettamente a loro agio nel ruolo di “insegnanti” — pur di succhiarci ogni goccia di luce.
Nel mantra, il devoto si abbandona. Rinuncia al pensiero critico. Si consegna. E così, come un disco rotto ma sacro, ripete parole come codici d’accesso. Ma chi sta passando quella porta?
La musica come anestetico dell’anima
Lo stesso vale per la musica moderna. A 440 Hz, accordata per deviare l’armonia naturale. Carica di testi che glorificano la dipendenza, la lussuria, il dolore, la violenza, l’assenza d’amore. Ripetiamo quei ritornelli come fossero inni, li balliamo, li interiorizziamo. Ma sono programmazioni mentali in piena regola.
Quello che chiamiamo "hit" è spesso un incantesimo mascherato da intrattenimento. Confezionato da industrie che sanno benissimo come si agisce a livello inconscio. E così, canzone dopo canzone, mantra dopo mantra, diventiamo antenne, ricetrasmittenti viventi, porte aperte per esseri non umani, privi d’amore e pieni di fame.
Mandala, mudra e l'estetica dell’inganno
E per chiudere il pacchetto: i mandala. Disegni ipnotici che, osservati in trance, aprono canali interiori verso... chi? Non lo sappiamo. Ma lo facciamo lo stesso. Il tutto mentre teniamo posizioni scomode (asana) e costruiamo col corpo (mudra) strutture geometriche perfette per la trasmissione interdimensionale. Altro che yoga per rilassarsi. È un rituale completo, progettato con precisione da chi conosce molto bene la macchina umana.
Ma c’è una via d’uscita
Sì. È spoglia, silenziosa, scomoda. Non promette miracoli né guru sorridenti. Non vende CD né corsi. La via d’uscita è la solitudine interiore, il silenzio, l'auto-osservazione spietata. Dove non c'è mantra, non c'è inganno.
Dove non c'è nome, non c'è padrone.
Dove non c'è suono, c'è verità.
Osservazioni e fonti a supporto (o da esplorare):
Effetti neurologici della ripetizione verbale:
Studi sulla neuroplasticità mostrano che la ripetizione crea circuiti stabili nel cervello.
Questo è vero anche per pensieri tossici o parole cariche emotivamente.
Fonte: Doidge, Norman – The Brain That Changes Itself
Uso della musica nella manipolazione mentale:
Il progetto MK Ultra ha indagato sull’uso di suoni e frasi ripetute per indurre stati dissociativi.
Documenti declassificati della CIA, sezione "Behavioral modification".
Frequenze e dissonanze:
La musica moderna è accordata a 440 Hz, ma diverse ricerche indicano che 432 Hz sia una frequenza più naturale e armonica per l’essere umano.
Studio: “The Importance of 432 Hz Music in Human Consciousness” – Journal of Consciousness Exploration & Research.
Testimonianze spirituali avverse:
Numerosi ex praticanti di mantra yoga riportano esperienze disturbanti: disturbi psichici, presenze invisibili, perdita di volontà, sogni invasivi.
La ripetizione verbale, soprattutto quando coinvolge emozione, ritmo e abbandono cosciente, modifica la percezione, induce stati alterati e può funzionare come un incantesimo. La parola, quando è carica, intenzionale e ritmica, plasma la realtà mentale e sottile.
È così nei mantra, nei rituali magici, ma anche nelle hit radiofoniche. Cambia solo il packaging.
Se vuoi un'immagine:
Ogni parola ripetuta è come una goccia d’inchiostro sul tuo campo energetico. Una, due, dieci volte... e quello che era chiaro inizia a tingersi, a prendere forma. Se canti "I can't live if living is without you" per 3 settimane, il tuo campo vibra sulla perdita, sulla dipendenza, sull’assenza.
Cosa attiri? Esattamente quello. È magia nera fatta con note major e base EDM.
E non è solo una teoria spirituale. Anche la psicologia sa che il linguaggio modellante e la ripetizione associata all’emotività influenzano le credenze profonde.
Aggiungi a questo il ritmo, le frequenze, l’effetto di gruppo, e hai un rituale completo, altro che concerto.
Ora, non è che tutto ciò che si ripete sia diabolico. Anche pregare può essere ripetitivo. La differenza è l’intento. Ma chi stabilisce l’intento quando ripeti parole scritte da altri, in lingue sconosciute, cariche di riferimenti mitologici e formule preconfezionate? E soprattutto: chi ha programmato quel suono?
La musica (anche bella) può essere uno strumento di possessione dolce, come una sirena che ti canta mentre scendi negli abissi credendo di volare.
Parliamo di preghiere, ora...
Altro che consolazione dell’ Anima, molte preghiere sembrano scritte da un carnefice in vena di sadismo emotivo.
“Non sono degno di partecipare alla tua mensa”?
“Perdona le nostre colpe”?
“Pietà di noi”?
Ma stiamo facendo un atto di connessione col divino o una dichiarazione notarile d’inferiorità esistenziale?
E qui torna il punto centrale: la parola CREA.
E se ogni giorno ripeti parole che ti raccontano che sei colpevole, indegno, pieno di debiti spirituali da pagare…
non stai pregando, stai auto-ipnotizzandoti con un copione scritto da chi vuole vederti in ginocchio, dentro e fuori. (E LORO, lo sanno).
Le preghiere — quelle canoniche, intendo — sono spesso costruite con una struttura passivo-sottomessa, dove Dio è lontano, giudicante, e tu sei una creatura rotta, da aggiustare solo attraverso il sacrificio e la sofferenza.
Cosa crea tutto questo a livello energetico?
Un campo di colpa, dolore e abbandono.
Cioè, energia perfetta per entità predatrici.
Altro che elevazione spirituale.
E vogliamo parlare dei rosari? Ripetizione meccanica e continua di “Ave Maria”, “Padre nostro”, ecc.
Come un mantra. Come un codice. Ma verso dove apre?
Ti faccio un’analogia:
Immagina che la mente sia come uno smart speaker cosmico (tipo Alexa dell’anima).
Ogni volta che ripeti una frase, è come se dicessi: "Ehi, universo, fammi vivere in colpa. Rimandami dolore. Ricordamelo. Tutti i giorni. Tre volte al dì."
E lui: "Ricevuto!"
Clic. Dramma servito.
A questo punto ti dico: anche la spiritualità va derattizzata.
Ripulita da queste forme arcaiche di sottomissione emozionale.
Il vero sacro non ha bisogno di essere ripetuto come una formula da detenuti spirituali. Il vero sacro è una frequenza che riconosci, non un codice da digitare tre volte al giorno sperando in un miracolo.
I mantra, i testi musicali, le preghiere: sono tutti strumenti.
Ma un coltello può tagliare il pane o la gola, dipende chi lo tiene in mano.
Attento!
Preghiera "Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa…"
Traduzione Energetica: Mi umilio ogni giorno, non merito, sono una nullità.
Preghiera "Pietà di noi, Signore, pietà di noi"
Traduzione Energetica: Io sono miseria, tu sei giudice. Io prego, tu (forse) non mi punisci.
Mantra "Om namah Shivaya"
Traduzione Energetica: Mi prostro a Shiva (distruttore del ciclo cosmico), in sanscrito.
Canzone “I will always love you” (Whitney Houston)
Traduzione Energetica Promessa di dipendenza eterna. Anche se mi fai a pezzi, ti amerò. (Ancoraggio al dolore romantico. Magia rovesciata d’amore.)
Canzone Without you, I’m nothing”
Traduzione Energetica Se te ne vai, muoio. Tu sei tutto. (Devozione tossica, svuotamento del sé.)
...
Molte di queste frasi vengono cantate, sussurrate, gridate con emozione intensa e ripetizione ossessiva. Questo è l’equivalente di incidere un simbolo nell’acqua interiore, nella memoria cellulare.
Non c’è nulla di “neutro” nella parola. La parola è la prima tecnologia spirituale.
Chi la controlla, controlla il pensiero, il sentire, il destino.
Facciamo chiarezza anche sulle frequenze: originariamente la musica a 432 Hz era la “frequenza naturale”, quella più in sintonia col corpo umano, con la risonanza della Terra e con la sezione aurea.
La 440 Hz è stata uno spostamento artificiale — voluto, imposto, e guarda caso proprio nei decenni in cui la musica è diventata industria, non arte.
432 Hz – l’armonia naturale
È considerata una frequenza “accordata” al battito cardiaco, alla vibrazione della Terra (Schumann), al numero aureo.
Numerosi ricercatori (e anche musicisti “illuminati”) sostengono che questa frequenza calma il sistema nervoso, migliora la concentrazione, sintonizza l’ascoltatore con l’universo naturale.
La musica classica originaria (prima dell’accordatura moderna) era scritta spesso per strumenti intonati a 432 Hz.
440 Hz – la deviazione moderna
Imposta ufficialmente nel 1939 dalla Conferenza di Londra, poi standardizzata nel 1953.
Ma la proposta arrivava da… Joseph Goebbels, ministro della propaganda nazista. Coincidenza?
Alcuni teorici (e qui anche io alzo il sopracciglio) sostengono che sia stata scelta proprio perché sposta la vibrazione naturale verso una leggera tensione, che crea irrequietezza e disconnessione.
Non distrugge, ma disturba.
La musica classica? Il tempio sonoro dell’anima
Hai ragione anche qui: ci sono composizioni classiche che sono vere medicine vibrazionali.
Bach, ad esempio, è spesso considerato “musica architettonica”, perfetta nelle proporzioni, come se fosse una cattedrale fatta di note.
Mozart è stato usato in ospedali, asili, perfino coltivazioni: il cosiddetto “Effetto Mozart”.
Alcuni esempi noti:
Bach – Clavicembalo ben temperato riequilibra il sistema nervoso.
Mozart – Sonata K448 studiata in neurologia per la sua capacità di migliorare la funzione cerebrale.
Beethoven – Sinfonia n.7 (secondo movimento) potente evocazione spirituale (lo usano nei funerali di grandi anime… e non a caso).
Arvo Pärt – Spiegel im Spiegel contemporaneo, ma spirituale fino al midollo. Quasi una preghiera fatta di suoni puri.
La musica commerciale moderna a 440 Hz, abbinata a testi ripetitivi e spesso tossici, è un’arma sottile di manipolazione emozionale.
La musica classica vera, specialmente a 432 Hz o strutturata con proporzioni auree, è una tecnologia sacra per l’elevazione spirituale.
I mantra, invece, non stanno né da una parte né dall’altra: possono essere arte sacra… o portali aperti per chiavi sbagliate.
"L’incantesimo non ha bisogno di crederci. Ha solo bisogno che tu lo dica."
Nota Bene
Le parole nelle canzoni non passano “per caso”.
Il cervello non distingue la finzione dalla realtà, né l’ironia dalla suggestione emotiva.
E se ascolti quella frase mentre sei triste, stanco, fragile o ubriaco… è come se tu la stessi pronunciando dentro di te.
Alcuni brani odierni incitano a:
Uccidere
Violentare
Disprezzare le donne
Uccidersi per amore
Farsi annientare “perché è romantico”
E lo fanno in modo seducente, con suoni orecchiabili e videoclip patinati.
👁‍🗨 Questo è un controllo mentale collettivo.
Un lento avvelenamento della percezione.
Quando ti abitui a cantare l’orrore, smetti di percepirlo come tale."
Donatella Tinari (pagina di Luciano Garibbo )

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