Le evidenze oggettive riscontrabili sulla Sindone sono di due tipi fondamentali: le tracce ematiche (sangue umano, gruppo AB negativo, DNA maschile) e l'immagine impressa sulla stoffa, detta immagine sindonica. Mentre le tracce di sangue risultano comprensibilmente state assorbite dal telo a contatto con le ferite stesse, la formazione dell'immagine sindonica risulta difficilmente spiegabile. Prossimamente saranno eseguiti dei nuovi esperimenti (ad esempio, l'esame della fluorescenza) proprio per tentare di dare una spiegazione scientifica a questo fenomeno. Una curiosità: l'immagine è un negativo naturale, quindi per osservare il vero volto corrispondente all'immagine Sindonica è necessario produrre un negativo da fotografia (figura 1.b). Non è così, invece, per le tracce ematiche, visibili in "positivo".
L'esame della Sindone mostra, senza alcun dubbio, la perfetta corrispondenza tra la descrizione delle torture subite da Gesù e le evidenze oggettive riscontabili nel telo: sono ben evidenti, ad esempio, i segni prodotti dalla "corona di spine", la ferita al costato e nei polsi, oltre 120 ferite da flagello sulla schiena, sui glutei e sulle gambe, la posizione sollevata del petto indice di difficoltà respiratoria dovuta alla crocifissione, la particolare posizione dei piedi, tipica dell'inchiodamento. Non solo, molti studiosi concordano sul fatto che le ferite ai polsi sono state inferte su un uomo vivo, mentre la ferita al costato è stata inferta su un cadavere. Questo concorderebbe con il "trattamento" subito da Gesù, come descritto nel Vangelo.
L'esame della Sindone mostra, senza alcun dubbio, la perfetta corrispondenza tra la descrizione delle torture subite da Gesù e le evidenze oggettive riscontabili nel telo: sono ben evidenti, ad esempio, i segni prodotti dalla "corona di spine", la ferita al costato e nei polsi, oltre 120 ferite da flagello sulla schiena, sui glutei e sulle gambe, la posizione sollevata del petto indice di difficoltà respiratoria dovuta alla crocifissione, la particolare posizione dei piedi, tipica dell'inchiodamento. Non solo, molti studiosi concordano sul fatto che le ferite ai polsi sono state inferte su un uomo vivo, mentre la ferita al costato è stata inferta su un cadavere. Questo concorderebbe con il "trattamento" subito da Gesù, come descritto nel Vangelo.
La ricerca
Quali sono le tesi di questi studiosi?
Innanzi tutto si deve ricordare che il telo subì un grave incendio nel periodo in cui era custodito a Chambery, precisamente nella notte tra il 3 ed il 4 dicembre del 1532. L'incendio potrebbe aver apportato delle modifiche tali da "ringiovanire" il telo alla datazione con C14.
La Sacra Sindone distesa |
Altri studiosi hanno messo sotto accusa la datazione al C14. Lo scienziato russo Dmitri Kouznetsov, direttore dei E.A. Sedov Biopolymer Research Labotatories di Mosca, nel 1995 dimostrò sperimentalmente che l'incendio del 1532 ha modificato cospicuamente la quantità di carbonio radioattivo presente nella Sindone. Lo scienziato statunitense Leoncio Garza Valdés ha verificato la presenza di un complesso biologico composto da funghi e batteri che ricopre i fili sindonici come una patina e che non è eliminabile con i normali sistemi di pulizia. Anche per questo studioso, tutto ciò permette di ricondurre la datazione della Sindone al primo secolo. Altre pubblicazioni dimostrano una discrepanza di circa 1000 anni tra la datazione al C14 di una mummia egizia (conservata nel Museo di Manchester) e delle bende che la avvolgevano.
Il negativo fotografico del volto della Sindone | La miniatura del codice di Pray, raffigurante il corpo di Gesù mentre viene avvolto nel sacro sudario |
Da Gerusalemme a Torino, passando per i Templari
Alcuni studiosi, già dal 1954, individuarono le tracce di due monete romane applicate sulle orbite oculari del volto della Sindone. Un numismatico riconobbe, nell'impronta, una moneta fatta eseguire da Ponzio Pilato tra il 29 e il 32 d.C. Questa pratica apparentemente bizzarra aveva un fine pratico e di uso comune: non far riaprire gli occhi del cadavere, a causa delle possibili contrazioni nell'immediato periodo che segue il trapasso.
Inoltre, a quanti affermano che non vi sono documentazioni storiche sulla esistenza della Sindone nel primo secolo, si deve far notare che i cristiani, vivendo in condizioni di semi clandestinità, subirono certamente tensioni e timori, in particolare i custodi della Sindone, considerata dalla religione ebraica oggetto impuro perché "contaminato ritualmente" dal sangue del condannato.
Il percorso della Sindone. Il passaggio da Gerusalemme a Costantinopoli è probabile, mentre quello che la porta da Costantinopoli a Lirey (passando forse per Atene) è ancora oscuro, legato probabilmente ai Templari. Ci sono invece tracce storiche documentate del passaggio da Lirey fino a Torino |
Non sono ancora chiare le vere cause della persecuzione subita dai Templari che portarono al rogo del 1314. Molti "templaristi" sostengono che la Sindone era già da diverso tempo in mano ai Templari e che Charnay fu torturato per fargli confessare il segreto su di un particolare tesoro: proprio il Sacro Lino. Forse i Charny, custodi della Sindone, portarono la stessa in Francia, insieme a tante altre reliquie, dopo la sconfitta crociata. Qui avrebbero tenuto nascosto, e venerato in segretezza, il telo ai primi indizi di pericolo che incombevano sull'Ordine. Tra l'altro una delle accuse, formulate dagli inquisitori ai Templari, era quella di culto segreto ad un "Volto", che sembra riprodotto dalla immagine della Sindone. In Inghilterra, nel castello di Temple Combe appartenuto ai Templari, è stato trovato un dipinto raffigurante il volto di un uomo del tutto simile a quello della Sindone. Questo quadro nasconde una serratura che permette l'accesso ad una piccola nicchia ove, per gli storici più "arditi" potrebbe essere stata conservata, per qualche tempo, la preziosa reliquia. Tornando agli spostamenti documentati, nel 1453 Margherita di Charny, discendente di Goffredo, cede il Lenzuolo ad Anna di Lusignano, moglie del duca Ludovico di Savoia, che lo custodirà a Chambéry, teatro del tragico incendio del 1536. Infine, Emanuele Filiberto, il 14 settembre del 1578, trasferisce la Sindone a Torino, per abbreviare il viaggio a S. Carlo Borromeo che vuole venerarla per sciogliere un voto, ma la Sindone non sarà più riportata a Chambéry.
CRONOLOGIA DELLE OSTENSIONI DELLA SACRA SINDONE
1578 - Ostensione alla presenza di S. carlo Borromeo in occasione dell'arrivo a Torino della Sacra Sindone da Chambery per ordine del duca Emanuele Filiberto.
1582 - Ostensione in occasione del terzo pellegrinaggio fatto da San Carlo Borromeo a Torino per venerare il Sacro Lino.
1585 - Ostensione in occasione del matrimonio di Carlo Emanuele I con l'Infante Caterina d'Austria.
1586 - Ostensione per il battesimo di Filippo Emanuele
1587 - Ostensione per il battesimo di Vittorio Amedeo.
1604 - Ostensione
1613 - Ostensione
1614 - Ostensione presunta.
1620 - Ostensione in occasione del matrimonio avvenuto l'anno prima del duca Vittorio Amedeo con Cristina di Francia che verrà poi chiamata Madama Cristina o Madama Reale.
1623 - Ostensione presieduta dal Cardinale di Savoia. S. Francesco di Sales toglie la reliquia dalla cassa e la presenta al popolo.
1625 - Ostensione Per le nozze di Vittorio Amedeo II con Cristina di Francia
1639 - Ostensione a cui assiste S. Giovanna Francesca Fremyot, baronessa di Chantal, sollecitata dalla Corte a fondare in Torino un monastero della Visitazione.
1642 - Ostensione indetta per celebrare la pace di famiglia, che pone fine alle guerre intestine.
1661 - Ostensione.
1663 - Ostensione in occasione del matrimonio del duca Carlo Emanuele II con Francesca d'Orleans.
1664 - Ostensione in occasione del passaggio a Torino del Padre Domenico da S. Tommaso.
1665 - Ostensione in occasione del secondo matrimonio del duca Carlo Emanuele II con Maria Giovanna Battista di Nemours.
1668 - Ostensione
1672 - Ostensione
1674 - Ostensione voluta dal duca Carlo Emanuele II, "per solennizzare con la solita Pietà e Devozione la Festa della SACRATISSIMA SINDONE.
1683 - Ostensione
1685 - Ostensione per commemorare il matrimonio celebrato l'anno prima del duca Vittorio Amedeo II con Anna d'Orléans.
1694 - Ostensione per il trasporto della S. Sindone nella nuova Cappella del Guarini.
1706 - Trasporto a Genova della Sindone per sottrarla ai francesi comandati dal duca de la Feuillade, che si accingevano ad assediare Torino.
1706 - Ritorno del Sacro Telo a Torino
1717 - Ostensione
1720 - Ostensione per celebrare l'unione della Sardegna agli Stati Sabaudi.
1722 - Ostensione per il matrimonio del principe Carlo Emanuele III con Anna Cristina Luigia di Sultsbach.
1724 - Ostensione probabile per il secondo matrimonio di Carlo Emanuele III con Polissena Cristina.
1730 - Ostensione per la nascita della principessa Maria Felicita.
1735 - Ostensione
1736 - Ostensione per celebrare la stipulazione del contratto nuziale del re Carlo Emanuele III con la terza moglie Elisabetta Teresa
1737 - Ostensione per il suddetto matrimonio.
1750 - Ostensione per le nozze di Vittorio Amedeo III con Clotilde di Francia.
1769 - Ostensione per la venuta a Torino dell'imperatore Giuseppe II.
1775 - Ostensione per il matrimonio del Principe di Piemonte Carlo Emanuele IV con Maria Anna Clotilde.
1785 - Ostensione.
1798 - Ostensione privata di Carlo Emanuele IV (prima della sua abdicazione) invoca la forza e la rassegnazione nell'accettare il crollo degli Stati Sabaudi.
1799 - Ostensione / Ricognizione ordinata dall'Arcivescovo di Torino mons. Carlo Luigi Buronzo nominato Custode della Reliquia.
1804 - Ostensione privata in occasione del passaggio a Torino di Sua Santità Pio VII che si recava a Parigi per incoronare l'imperatore Napoleone.
1814 - Ostensione per il ritorno di Vittorio Emanuele I nei suoi Stati (riebbe il Piemonte) in favore del quale Carlo Emanuele IV aveva abdicato.
1815 - Ostensione in occasione del ritorno di S.S. Pio VII a Torino dalla prigionia di Fontainebleau durata 11 anni.
1822 - Ostensione per l'ascesa al trono di Carlo Felice
1842 - Ostensione in occasione del matrimonio di Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide.
1868 - Ostensione per le nozze di Umberto I con la principessa Margherita
1898 - Ostensione voluta in occasione di parecchi centenari e dell'Esposizione di Arte Sacra.
1931 - Ostensione per le nozze di Umberto II con Maria Josè del Belgio.
1933 - Ostensione per espresso desiderio del Pontefice Pio XI di celebrare l'Anno Santo
1939 - 1946 la Sindone viene segretamente trasferita nel santuario di Montevergine presso Avellino. Prima di riportarla a Torino, venne fatta un'ostensione privata riservata ai religiosi del convento, su loro specifica richiesta.
1969 - Ricognizione sul Telo da parte di una commissione di studio.
1973 - Prima ostensione televisiva in diretta.
1978 - Ostensone per il IV Centenario del trasporto della Sacra Sindone da Chambery a Torino. Si tenne un Congresso Internazionale di studio e numerosi scienziati italiani e stranieri ebbero l'opportunità di compiere misure ed osservazioni per ben 120 ore consecutive. (S.T.U.R.P.).
1980 - Ostensione privata per il Santo Padre Giovanni Paolo II.
1988 - Prelievo del campione sindonico per l'esame del carbonio 14.
1992 - Nuova ricognizione sul Telo da parte di esperti, per suggerire iniziative ed eventuali interventi atti a garantire la migliore conservazione del Telo.
1998 - Ostensione per celebrare il centenario della prima fotografia fatta alla Sindone da Secondo Pia ed i cinque secoli di vita del Duomo di Torino.
2000 - Ostensione per festeggiare l'anno Giubilare del Millennio.
2002 - Restauro del Telo da parte di due esperte tessili, con asportazione delle toppe messe nel 1534 dalle suore clarisse di Chambery, per allentare le tensioni sulla stoffa sindonica. Asportazione e conservazione di polveri e residui carbonizzati del Telo; sostituzione del telo d'Olanda sottostante con un altro telo d'Olanda. Scannerizzazione della superficie sindonica posteriore e ricomposizione e fissaggio del Telo su apposito mollettone, per mantenere la Sindone distesa sul supporto contenuto nella teca di conservazione in atmosfera inerte, costantemente monitorizzata.
2010 - Ostensione per ritrovare “fiducia e speranza” nell’immagine della passione, della morte e della resurrezione di Cristo. È questo il significato che il custode pontificio del sacro lino, l’arcivescovo di Torino cardinale Severino Poletto, dà all’Ostensione 2010, la prima da quando la celebre reliquia è stata sottoposta all’importante intervento conservativo del 2002.
C'è stata una Ostensione anche nel 2013 ma solo esclusivamente televisiva e diretta web.
Nel 2015 ci sarà un'altra Ostensione della Sindone.
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