mercoledì 16 aprile 2014

La Sacra Sindone

Le evidenze oggettive riscontrabili sulla Sindone sono di due tipi fondamentali: le tracce ematiche (sangue umano, gruppo AB negativo, DNA maschile) e l'immagine impressa sulla stoffa, detta immagine sindonica. Mentre le tracce di sangue risultano comprensibilmente state assorbite dal telo a contatto con le ferite stesse, la formazione dell'immagine sindonica risulta difficilmente spiegabile. Prossimamente saranno eseguiti dei nuovi esperimenti (ad esempio, l'esame della fluorescenza) proprio per tentare di dare una spiegazione scientifica a questo fenomeno. Una curiosità: l'immagine è un negativo naturale, quindi per osservare il vero volto corrispondente all'immagine Sindonica è necessario produrre un negativo da fotografia (figura 1.b). Non è così, invece, per le tracce ematiche, visibili in "positivo".
L'esame della Sindone mostra, senza alcun dubbio, la perfetta corrispondenza tra la descrizione delle torture subite da Gesù e le evidenze oggettive riscontabili nel telo: sono ben evidenti, ad esempio, i segni prodotti dalla "corona di spine", la ferita al costato e nei polsi, oltre 120 ferite da flagello sulla schiena, sui glutei e sulle gambe, la posizione sollevata del petto indice di difficoltà respiratoria dovuta alla crocifissione, la particolare posizione dei piedi, tipica dell'inchiodamento. Non solo, molti studiosi concordano sul fatto che le ferite ai polsi sono state inferte su un uomo vivo, mentre la ferita al costato è stata inferta su un cadavere. Questo concorderebbe con il "trattamento" subito da Gesù, come descritto nel Vangelo.

La ricerca

La Chiesa, nell'aprile 1988, dispone un importante esame scientifico sulla Sindone, allo scopo di datarne l'origine. Definito il protocollo degli esami, disposti su tre campioni diversi casualmente assegnati ad altrettanti laboratori (Oxford, Zurigo, Boston), viene eseguito il prelievo dei reperti. La datazione al radiocarbonio ha stabilito l'origine della Sindone tra il 1260 e il 1390, ciononostante molti studiosi hanno messo in discussione tale risultato, sollevando forti dubbi sulla validità dell'esame, a mio parere del tutto condivisibili.

Quali sono le tesi di questi studiosi?
Innanzi tutto si deve ricordare che il telo subì un grave incendio nel periodo in cui era custodito a Chambery, precisamente nella notte tra il 3 ed il 4 dicembre del 1532. L'incendio potrebbe aver apportato delle modifiche tali da "ringiovanire" il telo alla datazione con C14.

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La Sacra Sindone distesa
Validi esperimenti hanno tentato di riprodurre con una certa fedeltà le condizioni di stress termico al quale fu sottoposta la Sindone nell'incendio di Chambery. Negli esperimenti condotti, ad esempio, dal sindologo italiano Mario Moroni, membro del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, il risultato è stato un errore di datazione di circa 300 anni. Lo stesso studioso ha ipotizzato la possibilità che la Sindone sia stata esposta ad un irraggiamento da fonte protonica/neutronica. Quest'evenienza, da sola, produrrebbe un errore di datazione di circa 500 anni. Se però una tela, dopo aver subito irraggiamento protonico/neutronico, subisse i danni di un incendio come quello di Chambery, l'errore sarebbe di circa 700 anni (invece di 300). In definitiva l'errore totale sarebbe di 500 + 700 = 1200 anni circa, cioè porterebbe la datazione della Sindone intorno al primo secolo. Ci si può chiedere quale mai sia stato l'evento misterioso che avrebbe determinato l'irraggiamento del lino. Forse l'energia sprigionata dalla resurrezione stessa del Cristo?

Altri studiosi hanno messo sotto accusa la datazione al C14. Lo scienziato russo Dmitri Kouznetsov, direttore dei E.A. Sedov Biopolymer Research Labotatories di Mosca, nel 1995 dimostrò sperimentalmente che l'incendio del 1532 ha modificato cospicuamente la quantità di carbonio radioattivo presente nella Sindone. Lo scienziato statunitense Leoncio Garza Valdés ha verificato la presenza di un complesso biologico composto da funghi e batteri che ricopre i fili sindonici come una patina e che non è eliminabile con i normali sistemi di pulizia. Anche per questo studioso, tutto ciò permette di ricondurre la datazione della Sindone al primo secolo. Altre pubblicazioni dimostrano una discrepanza di circa 1000 anni tra la datazione al C14 di una mummia egizia (conservata nel Museo di Manchester) e delle bende che la avvolgevano.
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Il negativo fotografico del volto della SindoneLa miniatura del codice di Pray, raffigurante il corpo di Gesù mentre viene avvolto nel sacro sudario
Torniamo sulla formazione dell'immagine Sindonica. Al momento nessuno studioso ha saputo indicare, con certezza scientifica, un metodo conosciuto che possa produrre una figura come quella della Sindone. In base alle analisi compiute, l'immagine non è frutto di dipinto e non si tratta di una stampa (assenza di colori ed inchiostri, come confermato da Alan Adler, professore di chimica della Western Connecticut State University). Inoltre non sono stati riscontrati pigmenti, polveri colorate o impasti. Recentemente è stata compiuta una scannerizzazione (importazione in formato immagine elettronico) della superficie posteriore del telo sindonico. Questa parte non è visibile poiché posteriormente il telo è cucito su una fodera (detto telo d'Olanda). La rilevazione ha portato ad una interessante evidenza scientifica: nel lato posteriore non si vede alcuna immagine, ma solo i risvolti di sangue. All'analisi ad "occhio nudo" è stata affiancata una analisi tramite algoritmi matematici, che definitivamente esclude la presenza di una immagine, seppur debole, corrispondente a quella presente nel lato visibile. Questo escluderebbe una lunga serie di tecniche di falsificazione, come, ad esempio, quella più volte citata di "strinatura", cioè il contatto del telo con bassorilievo surriscaldato, in modo da produrre l'ingiallimento per bruciatura. Con questa tecnica si sarebbero dovute osservare tracce anche nella superfice posteriore. Inoltre l'immagine ottenuta sarebbe deformata, mentre l'immagine della Sindone sembra prodotta come per proiezione ortogonale. L'analisi comunque non negherebbe, come causa di generazione dell'immagine, l'irraggiamento nucleare (ancora la resurrezione?): questa misteriosa energia spiegherebbe, da sola, sia l'errore alla datazione al C14 che l'enigmatica formazione dell'immagine sul telo.


Da Gerusalemme a Torino, passando per i Templari

Vi sono delle prove scientifiche che indicano in Gerusalemme (o comunque la zona nei pressi della Città Santa) il luogo di provenienza del telo della Sindone: la presenza di particolari pollini specifici dell'area Siriana-Palestinese, in particolare la Gundelia Tournefortii. Questo dato è stato recentemente confermato da due ricercatori dell'Hebron University of Gerusalem.

Alcuni studiosi, già dal 1954, individuarono le tracce di due monete romane applicate sulle orbite oculari del volto della Sindone. Un numismatico riconobbe, nell'impronta, una moneta fatta eseguire da Ponzio Pilato tra il 29 e il 32 d.C. Questa pratica apparentemente bizzarra aveva un fine pratico e di uso comune: non far riaprire gli occhi del cadavere, a causa delle possibili contrazioni nell'immediato periodo che segue il trapasso.

Inoltre, a quanti affermano che non vi sono documentazioni storiche sulla esistenza della Sindone nel primo secolo, si deve far notare che i cristiani, vivendo in condizioni di semi clandestinità, subirono certamente tensioni e timori, in particolare i custodi della Sindone, considerata dalla religione ebraica oggetto impuro perché "contaminato ritualmente" dal sangue del condannato.

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Il percorso della Sindone. Il passaggio da Gerusalemme a Costantinopoli è probabile, mentre quello che la porta da Costantinopoli a Lirey (passando forse per Atene) è ancora oscuro, legato probabilmente ai Templari. Ci sono invece tracce storiche documentate del passaggio da Lirey fino a Torino
Ipotizziamo, dunque, in Gerusalemme, 30 d.C., le prime coordinate del tragitto compiuto dalla Sindone (figura 2). Il professor Karl Heinz Dietz, dell'Università di Wurzburg, si sta occupando della ricostruzione del tragitto compiuto dalla Sindone nel primo millennio. Gli studi confermano la presenza della Sindone ad Edessa dal VI al X secolo. Gia nel secondo secolo si parla di un Santo Volto di Cristo, su stoffa, venerato ad Edessa, oggi Urfa, in Turchia. Nel 544 è documentata la presenza nella stessa città di un telo raffigurante il volto di Gesù che molti, come anche lo storico Ian Wilson, identificano come la Sindone, piegata in modo da non mostrare il corpo seminudo e martirizzato del condannato. Nei documenti si parla di un'immagine achiròpita, cioè non fatta da mani umane. Questa "Sindone Piegata" viene chiamata Mandylion. Conferme sul fatto che il Mandylion coincide con il telo oggi conservato a Torino, vengono dalla rilettura degli atti di Taddeo, che descrivono interessanti particolari sulla modalità di piegatura del telo, riconoscibili sulla Sindone stessa. Inoltre ci sarebbe identità tra il volto della Sindone e le copie del Mandylion con oltre un centinaio di punti di sovrapponibilità fra le due figure (per il criterio legale americano sono sufficienti 60 punti per affermare che due immagini si riferiscono alla stessa persona). Nel 944 il Mandylion è portato a Costantinopoli, in seguito ad uno stretto assedio dei Bizantini. Una interessante osservazione: l'asimmetria degli arti inferiori che si osserva sul lenzuolo torinese (gamba sinistra più flessa) fa nascere, in quel periodo, la leggenda del Cristo zoppo, riprodotta (gia intorno al 1000) dagli artisti con la cosiddetta "curva bizantina" e con il poggiapiedi della croce inclinato. Ci sono poi testimonianze che indicano la venerazione, nel 1147, di Luigi VII, re di Francia, alla Sindone, durante la visita a Costantinopoli. La conquista di Costantinopoli per mano dei crociati nel 1204 (quarta crociata), fa perdere le tracce della Sindone, che misteriosamente riappare, dopo circa 150 anni, in Europa. Chi portò la Sindone in Europa? Chi altro se non i Cavalieri dell'Ordine militare e religioso più sospettato di tutti i tempi? I Templari naturalmente. Gli elementi, comunque, per credere che siano stati proprio loro, ci sono tutti. Anche il recente film di Pupi Avati, "I Cavalieri che fecero l'impresa" accosta la Sindone ai Templari, anche se in modo non proprio "positivo", come a confermare questo desiderio di tenebrosità che aleggia da 700 anni sull'Ordine crociato del Tempio. La storia, documentata, ci dice che la Sindone ricomparirà a Lirey, in Francia, nel 1353 nelle mani di Goffredo di Charny, che tre anni dopo la affiderà ai canonici di Lirey, presso Troyes, in Francia.
Non sappiamo ancora quando e come la Sindone sia giunta a Goffredo di Charny, fonti documentate, comunque, indicano la presenza della Sindone ad Atene l'anno successivo al sacco che seguì l'assalto crociato di Costantinopoli. Un crociato potrebbe aver trafugato la reliquia ed averla portata in Grecia. Il fratello di Goffredo ottenne due importanti feudi proprio in Grecia, questo fatto indica il legame stretto tra la famiglia Charny e la Grecia, quindi la certa presenza degli Charny in questa regione. Quali collegamenti ci sono tra i Charny e i Templari? Basta sapere solo che nel 1314 bruciava sul rogo, insieme all'ultimo Gran Maestro dei Templari Giacomo de Molay, un certo Goffredo (I) de Charnay (o Charny?), Comandante Templare di Normandia e (forse) parente avo del Goffredo possessore certo della Sindone nel 1353!

Non sono ancora chiare le vere cause della persecuzione subita dai Templari che portarono al rogo del 1314. Molti "templaristi" sostengono che la Sindone era già da diverso tempo in mano ai Templari e che Charnay fu torturato per fargli confessare il segreto su di un particolare tesoro: proprio il Sacro Lino. Forse i Charny, custodi della Sindone, portarono la stessa in Francia, insieme a tante altre reliquie, dopo la sconfitta crociata. Qui avrebbero tenuto nascosto, e venerato in segretezza, il telo ai primi indizi di pericolo che incombevano sull'Ordine. Tra l'altro una delle accuse, formulate dagli inquisitori ai Templari, era quella di culto segreto ad un "Volto", che sembra riprodotto dalla immagine della Sindone. In Inghilterra, nel castello di Temple Combe appartenuto ai Templari, è stato trovato un dipinto raffigurante il volto di un uomo del tutto simile a quello della Sindone. Questo quadro nasconde una serratura che permette l'accesso ad una piccola nicchia ove, per gli storici più "arditi" potrebbe essere stata conservata, per qualche tempo, la preziosa reliquia. Tornando agli spostamenti documentati, nel 1453 Margherita di Charny, discendente di Goffredo, cede il Lenzuolo ad Anna di Lusignano, moglie del duca Ludovico di Savoia, che lo custodirà a Chambéry, teatro del tragico incendio del 1536. Infine, Emanuele Filiberto, il 14 settembre del 1578, trasferisce la Sindone a Torino, 
per abbreviare il viaggio a S. Carlo Borromeo che vuole venerarla per sciogliere un voto, ma la Sindone non sarà più riportata a Chambéry.


CRONOLOGIA DELLE OSTENSIONI DELLA SACRA SINDONE
1578 - Ostensione alla presenza di S. carlo Borromeo in occasione dell'arrivo a Torino della Sacra Sindone da Chambery per ordine del duca Emanuele Filiberto.
1582 - Ostensione in occasione del terzo pellegrinaggio fatto da San Carlo Borromeo a Torino per venerare il Sacro Lino.
1585 - Ostensione in occasione del matrimonio di Carlo Emanuele I con l'Infante Caterina d'Austria.
1586 - Ostensione per il battesimo di Filippo Emanuele
1587 - Ostensione per il battesimo di Vittorio Amedeo.
1604 - Ostensione
1613 - Ostensione
1614 - Ostensione presunta.
1620 - Ostensione in occasione del matrimonio avvenuto l'anno prima del duca Vittorio Amedeo con Cristina di Francia che verrà poi chiamata Madama Cristina o Madama Reale.
1623 - Ostensione presieduta dal Cardinale di Savoia. S. Francesco di Sales toglie la reliquia dalla cassa e la presenta al popolo.
1625 - Ostensione Per le nozze di Vittorio Amedeo II con Cristina di Francia
1639 - Ostensione a cui assiste S. Giovanna Francesca Fremyot, baronessa di Chantal, sollecitata dalla Corte a fondare in Torino un monastero della Visitazione.
1642 - Ostensione indetta per celebrare la pace di famiglia, che pone fine alle guerre intestine.
1661 - Ostensione.
1663 - Ostensione in occasione del matrimonio del duca Carlo Emanuele II con Francesca d'Orleans.
1664 - Ostensione in occasione del passaggio a Torino del Padre Domenico da S. Tommaso.
1665 - Ostensione in occasione del secondo matrimonio del duca Carlo Emanuele II con Maria Giovanna Battista di Nemours.
1668 - Ostensione
1672 - Ostensione
1674 - Ostensione voluta dal duca Carlo Emanuele II, "per solennizzare con la solita Pietà e Devozione la Festa della SACRATISSIMA SINDONE.
1683 - Ostensione
1685 - Ostensione per commemorare il matrimonio celebrato l'anno prima del duca Vittorio Amedeo II con Anna d'Orléans.
1694 - Ostensione per il trasporto della S. Sindone nella nuova Cappella del Guarini.
1706 - Trasporto a Genova della Sindone per sottrarla ai francesi comandati dal duca de la Feuillade, che si accingevano ad assediare Torino.
1706 - Ritorno del Sacro Telo a Torino
1717 - Ostensione
1720 - Ostensione per celebrare l'unione della Sardegna agli Stati Sabaudi.
1722 - Ostensione per il matrimonio del principe Carlo Emanuele III con Anna Cristina Luigia di Sultsbach.
1724 - Ostensione probabile per il secondo matrimonio di Carlo Emanuele III con Polissena Cristina.
1730 - Ostensione per la nascita della principessa Maria Felicita.
1735 - Ostensione
1736 - Ostensione per celebrare la stipulazione del contratto nuziale del re Carlo Emanuele III con la terza moglie Elisabetta Teresa
1737 - Ostensione per il suddetto matrimonio.
1750 - Ostensione per le nozze di Vittorio Amedeo III con Clotilde di Francia.
1769 - Ostensione per la venuta a Torino dell'imperatore Giuseppe II.
1775 - Ostensione per il matrimonio del Principe di Piemonte Carlo Emanuele IV con Maria Anna Clotilde.
1785 - Ostensione.
1798 - Ostensione privata di Carlo Emanuele IV (prima della sua abdicazione) invoca la forza e la rassegnazione nell'accettare il crollo degli Stati Sabaudi.
1799 - Ostensione / Ricognizione ordinata dall'Arcivescovo di Torino mons. Carlo Luigi Buronzo nominato Custode della Reliquia.
1804 - Ostensione privata in occasione del passaggio a Torino di Sua Santità Pio VII che si recava a Parigi per incoronare l'imperatore Napoleone.
1814 - Ostensione per il ritorno di Vittorio Emanuele I nei suoi Stati (riebbe il Piemonte) in favore del quale Carlo Emanuele IV aveva abdicato.
1815 - Ostensione in occasione del ritorno di S.S. Pio VII a Torino dalla prigionia di Fontainebleau durata 11 anni.
1822 - Ostensione per l'ascesa al trono di Carlo Felice
1842 - Ostensione in occasione del matrimonio di Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide.
1868 - Ostensione per le nozze di Umberto I con la principessa Margherita
1898 - Ostensione voluta in occasione di parecchi centenari e dell'Esposizione di Arte Sacra.
1931 - Ostensione per le nozze di Umberto II con Maria Josè del Belgio.
1933 - Ostensione per espresso desiderio del Pontefice Pio XI di celebrare l'Anno Santo
1939 - 1946 la Sindone viene segretamente trasferita nel santuario di Montevergine presso Avellino. Prima di riportarla a Torino, venne fatta un'ostensione privata riservata ai religiosi del convento, su loro specifica richiesta.
1969 - Ricognizione sul Telo da parte di una commissione di studio.
1973 - Prima ostensione televisiva in diretta.
1978 - Ostensone per il IV Centenario del trasporto della Sacra Sindone da Chambery a Torino. Si tenne un Congresso Internazionale di studio e numerosi scienziati italiani e stranieri ebbero l'opportunità di compiere misure ed osservazioni per ben 120 ore consecutive. (S.T.U.R.P.).
1980 - Ostensione privata per il Santo Padre Giovanni Paolo II.
1988 - Prelievo del campione sindonico per l'esame del carbonio 14.
1992 - Nuova ricognizione sul Telo da parte di esperti, per suggerire iniziative ed eventuali interventi atti a garantire la migliore conservazione del Telo.
1998 - Ostensione per celebrare il centenario della prima fotografia fatta alla Sindone da Secondo Pia ed i cinque secoli di vita del Duomo di Torino.
2000 - Ostensione per festeggiare l'anno Giubilare del Millennio.
2002 - Restauro del Telo da parte di due esperte tessili, con asportazione delle toppe messe nel 1534 dalle suore clarisse di Chambery, per allentare le tensioni sulla stoffa sindonica. Asportazione e conservazione di polveri e residui carbonizzati del Telo; sostituzione del telo d'Olanda sottostante con un altro telo d'Olanda. Scannerizzazione della superficie sindonica posteriore e ricomposizione e fissaggio del Telo su apposito mollettone, per mantenere la Sindone distesa sul supporto contenuto nella teca di conservazione in atmosfera inerte, costantemente monitorizzata.
2010 - Ostensione per ritrovare “fiducia e speranza” nell’immagine della passione, della morte e della resurrezione di Cristo. È questo il significato che il custode pontificio del sacro lino, l’arcivescovo di Torino cardinale Severino Poletto, dà all’Ostensione 2010, la prima da quando la celebre reliquia è stata sottoposta all’importante intervento conservativo del 2002.
C'è stata una Ostensione anche nel 2013 ma solo esclusivamente televisiva e diretta web.
Nel 2015 ci sarà un'altra Ostensione della Sindone.



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